Botakoz Kassymbekova

docente e storica kazaka

Botakoz Kassymbekova (1980 – vivente), docente e storica kazaka.

Citazioni di Botakoz Kassymbekova modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • I russi ci guardano dall'alto, gli ucraini ci trattano come eguali. Le persone che si valorizzano, valorizzano gli altri.[1]
Russians look down on us, Ukranians treat us as equals. People who value themselves, value others.
  • Mi consideravo una kazaka russificata. Ora non più. Mentre vedo i miei compagni di classe russi postare foto giornaliere dalle loro vacanze globali senza fare cenno all'Ucraina, mentre il mio cuore sanguina per l'Ucraina, so che non c'è niente di russo in me. Sono culturalmente cancellata, non russificata.[2]
I thought of myself as a russified Kazakh. No more. As I see my Russian classmates posting daily photos from their global vacations without a mention of Ukraine, while my heart is bleeding for Ukraine, I know there is nothing Russian about me. I'm culturally erased, not russified
  • Per tutti quei soggetti ex coloniali russi, le cui linee di famiglia furono sterminate in genocidi, i cui nonni furono usati come carne da cannone, le cui culture erano umiliate e cancellate con la violenza, che affrontano costantemente il razzismo russo, ascoltare odi sulla sofferenza della Russia è doloroso.[3]
For all those former Russian colonial subjects whose family lines were exterminated in genocides, grandfathers used up as cannon fodder, whose cultures were humiliated and violently erased, who constantly face Russian racism listening odes about Russia's suffering is painful.
  • Sebbene i russi incolpano la loro presunta eredità mongola per tutto ciò che è sbagliato in loro - per evitare la responsabilità, naturalmente - il presidente della Mongolia, uno stato democratico, appoggia totalmente l'Ucraina e abbraccia tutti coloro che sono contro la guerra.[4]
While Russians blame their alleged Mongol heritage for everything that is wrong with them - of course to avoid responsibility - the president of Mongolia, a democratic state, wholeheartedly stands for Ukraine and embraces everyone who is against the war.
  • Ammettiamo che i russi scappano non a causa della mobilizzazione, ma perché hanno paura del superiore esercito ucraino. Se le possibilità di sopravvivenza fossero più alte, molti parteciperebbero con gioia al genocidio.[5]
Let's admit that Russians flee not because of mobilization but because they are afraid of the superior Ukrainian army. If chances to survive were high, many would gladly participate in genocide.
  • I russi stanno disperatamente cercando radici ucraine perché fare la vittima è una parte essenziale dell'identità russa.[6]
Russians desperately looking for Ukranian roots because playing victimhood is an essential part of Russian identity.
  • Quando ora leggo i testi in russo (la mia madrelingua), non sento più mia madre: sento il sangue, il terrore, l'umiliazione, la violenza. Tutto dentro di me si rivolta. È in questi momenti di disperazione che sono più connessa ai miei avi sterminati.[7]
When I read texts in Russian now (my mother tongue), I don't feel my mother anymore: I feel blood, terror, humiliation, violence. Everything inside me revolts. It is in these moments of despair that I am most connected to my genocided forefathers.
  • Quand'è che i russi capiranno che la loro libertà comincia con la libertà delle loro colonie passate e presenti?[8]
When will Russians understand that their freedom begins with the freedom of their former and current colonies?
  • Un anno fa, uno storico ora residente negli Stati Uniti mi chiese della mia esperienza dei primi anni d'indipendenza in Kazakistan. Gli raccontai di come l'aria cambiò immediatamente. I russi letteralmente ti parlavano e ti guardavano diversamente, c'erano meno insulti razzisti, non erano più i padroni.[9]
A year ago, now US-based historian asked me about my experience of early independence years in Kazakhstan. I told him how the air changed immediately. Russians literally spoke and looked at you differently, there were less racial slurs, they were not masters anymore.
  • Negli anni ho parlato con molti russi in Russia sull'indipendenza della Cecenia, il Tatarstan, ecc. Le reazioni solitamente cominciavano con l'arrogante "ma non possiamo rinunciare al petrolio, al gas, ai diamanti". Non parlavano mai di questi popoli o della libertà.[10]
Over years I spoke to many Russians in Russia about independence of Chechnya, Tatarstan, etc. The reactions usually started with the arrogant "but it is our lands" ending with fearful "but we cannot give up the oil, gas, diamonds." They never spoke about these peoples or freedom
  • Alziamo la voce - i soggetti coloniali passati e presenti dell'impero russo - perché i nostri antenati subirono ciò che gli ucraini stanno subendo oggi. Nessuno alzò la voce per i nostri antenati. Noi dobbiamo alzare la voce per gli ucraini oggi.[11]
We speak up - the former and current colonial subjects of the Russian empire- because our ancestors went through what Ukrainians are going through today. Nobody spoke for our ancestors. We must speak for Ukrainians today.
  • Conoscevamo tutto di russo: la sua cultura e modo di vivere, mentre noi eravamo costretti a rinunciare ai nostri. I russi non ci hanno mai conosciuti. La cultura sovietica produceva immagini caricaturali e razziste di noi nel modo più degradato, ridicolizzato e umiliato.[12]
We knew everything russian: culture and ways of life while forced to give up ours. Russians never knew us. Soviet culture fed caricature and racist images of us in the most debased, ridiculed and humiliated version. They never learned to empathize with us.
  • Le storie russe marginalizzano le nostre, non ci rappresentano, ci uccidono. Durante questo genocidio, ascolta ciò che hanno da dire gli ucraini. Noi non eravamo ascoltati né presi sul serio perché è questo ciò che fa il colonialismo: ti fa tacere per rendere più facile ucciderti e dimenticarti.[13]
Russian stories marginalize ours, they don't represent us, they kill us. During this genocide, listen to what Ukranians have to say. We were not heard and taken seriously because this is what colonialism does: silences you to make it easier to kill you and forget about you
  • Non sappiamo cosa possa rendere umili i russi e indurli alla modestia per considerare gli altri come eguali, apprezzare gli altri, porre fine al colonialismo. La cultura non fornisce molto spazio per i non-russi dignitosi. Non possiamo fare affidamento sul loro risveglio, anche se glielo auguriamo.[14]
We don't know what can humble russians and wake them up to modesty to see others as equals, appreciate others, end colonialism. Russian culture doesn't provide much place to dignified non-russians. We can't rely on their awakening, even if we wish them one.
  • I kazaki sanno che il mondo s'importerebbe poco se la Russia ci attaccasse e ci assoggettasse al genocidio, eppure stiamo solidali con l'Ucraina. Sappiamo che condivideremmo la sorte dei ceceni, dei giorgiani, dei siriani. Appoggiamo comunque l'Ucraina.[15]
Qazaqs know that the world would care little if russia attacked and genocided us, and we still stand with Ukraine. We know that we would share the fate of Chechens, Georgians, Syrians. We still stand with Ukraine.
  • L'Ucraina è quando un leader ebreo eletto in un paese di maggioranza cristiana appoggia i musulmani oppressi.[16]
Ukraine is when an elected Jewish leader in a majority Christian country stands for oppressed Muslims.
  • Uno dei malintesi più grandi sul sistema sovietico fu pensare che emancipasse le donne. Il regime sovietico non s'interessava di un singolo uomo emancipato, quindi perché si sarebbe interessato alle donne emancipate?[17]
One of the biggest misunderstandings about the Soviet system was thinking that it emancipated women. The Soviet regime was not interested in a single emancipated man, why would it be interested in emancipated women?
  • Un diplomatico occidentale mi chiese chi pensavo potesse essere un faro di cambiamento. L'Occidente non deve ripetere l'errore che fece con El'cin. Non era un democratico. Parla con i colonizzati. Ti diranno loro chi sono i veri democratici.[18]
A western diplomat asked me who, I think, could be the driver of changes. The West must not repeat the mistake it did with Yeltsin. He was not a democrat. Speak with the colonized. They will tell you who the real democrats are.
  • È cruciale rendersi conto che ciò che i russi temono di più è perdere i loro privilegi, lo status di grandezza, e il potere di parlare per noi e dominare. Va bene provare pena per noi, ma è molto difficile unirsi alla lotta comune contro i privilegi dei russi.[19]
Crucial is the realization that russians fear most fiercely losing their privileges, greatness status, power to speak for the rest of us and dominate. It is ok to feel sorry for us, but it is very difficult to join the common struggle against russians' privileges.

Da Botakoz Kassymbekova and Erica Marat on Russia's "Imperial Myth"

Intervista di Catherine Putz, Thediplomat.com, 1º luglio 2022.

  • Nell'immaginario popolare russo, la Russia e i russi erano vittime del regime sovietico, e i russi “nutrivano” e “sviluppavano” le repubbliche e le regioni sovietiche non russe a spese dei russi. Questo è, infatti, il mito imperiale che Stalin promosse a partire dal 1932 e che divenne una parte importante dell'identità nazionale russa. Questo mito era basato sulla precedente idea imperiale russa di martirio e salvezza.
In Russian popular imagination, Russia and Russians were victims of the Soviet regime, and Russians were “feeding” and “developing” the Soviet non-Russian republics and regions at the cost of Russians. This is, in fact, the imperial myth that Stalin promoted since 1932 and it became an important part of the Russian national identity. This myth was based on earlier Russian imperial idea of martyrdom and saviorship.
  • Il discorso imperiale sovietico in Asia centrale diceva alla popolazione locale che era stata liberata dallo zarismo russo e impedita di cadere preda del colonialismo britannico. Ma il mito imperiale sovietico non rompeva con il mito zarista russo della liberazione; invece si è basato su di esso.
The Soviet imperial discourse in Central Asia told the local population that they were liberated from Russian tsarism and prevented from falling prey to British colonialism. But the Soviet imperial myth did not break with the Russian tsarist myth of liberation; instead it built on it.

Da How Western scholars overlooked Russian imperialism

Aljazeera.com, 24 gennaio 2023.

  • Le discussioni sull'imperialismo russo sono da tempo state trascurate, mentre gli imperialismi americani, britannici e francesi sono stati studiati attentamente ed esaustivamente. Ciò ha molto a che fare con il modo in cui il mondo accademico occidentale e, in una certa misura, le élite politiche hanno scelto di affrontare l'Unione Sovietica e la sua eventuale dissoluzione.
Discussions of Russian imperialism have long been overlooked while American, British and French imperialisms have been studied closely and thoroughly. This has much to do with how Western academia and to a certain extent political elites have chosen to approach the Soviet Union and its eventual dissolution.
  • L'epurazione dei capi nativi, il reinsediamento forzato di interi gruppi etnici e la creazione di condizioni che portarono a morti di massa facevano tutti parte della colonizzazione sovietica. Le culture, le lingue e le storie dei popoli non russi furono denigrate mentre la russificazione fu presentata come illuminazione.
Purging native leaders, forcefully resettling entire ethnic groups and creating conditions that led to mass deaths were all part of Soviet colonisation. Non-Russian people's cultures, languages and histories were disparaged while Russification was presented as enlightenment.
  • Per molti studiosi occidentali, [la diversità etnica nel Cremlino di Stalin] significava apparentemente che stava guidando uno stato postcoloniale. Concentrandosi sugli individui e sui proclami ufficiali, il mondo accademico occidentale troppo spesso trascurava il fatto che Stalin era ossessionato dal mantenimento dei confini imperiali russi e aveva adottato gli stessi strumenti – pulizia etnica, repressione del dissenso, distruzione dei movimenti nazionali, privilegio dell'etnia e della cultura russa – che la Russia zarista utilizzava per mantenerli.
For many Western scholars, that apparently meant that he was leading a post-colonial state. By focusing on individuals and official proclamations, Western academia too often overlooked the fact that Stalin was obsessed with maintaining Russian imperial borders and had adopted the same toolkit – ethnic cleansing, crushing dissent, destroying national movements, privileging Russian ethnicity and culture – that tsarist Russia used to maintain them.
  • La colonialità sovietica fu respinta anche perché la conoscenza dell'Unione Sovietica in Occidente era russocentrica. L'Unione Sovietica veniva spesso chiamata semplicemente Russia. C'era poca conoscenza delle persone non russe. Gli emigrati non russi che fuggirono in Occidente e scrissero sulla colonialità sovietica con un'esperienza diretta dell'imperialismo sovietico furono liquidati come ideologi conservatori antisovietici.
Soviet coloniality was dismissed also because knowledge about the Soviet Union in the West was Russocentric. The Soviet Union was often referred to simply as Russia. There was little knowledge about non-Russian people. Non-Russian émigrés who fled to the West and wrote about Soviet coloniality with firsthand experience of Soviet imperialism were dismissed as anti-Soviet conservative ideologues.
  • L'ondata di decolonizzazione in Africa, Medio Oriente, Sud e Sud-Est asiatico, iniziata dopo la seconda guerra mondiale, è stata accompagnata da rigorose discussioni accademiche e studi sulle eredità coloniali e sugli strumenti di violenza.
    Al contrario, lo scioglimento dell'Unione Sovietica nel 1991 non ha portato ad un simile esame dell'eredità imperiale russa.
The wave of decolonisation in Africa, the Middle East, South and Southeast Asia, which started after World War II, was accompanied by rigorous academic discussions and scholarship of colonial legacies and tools of violence.
By contrast, the 1991 dissolution of the Soviet Union did not result in similar scrutiny of the Russian imperial legacy.
  • [...] questa paura occidentale del caos, degli spargimenti di sangue e persino degli incidenti nucleari ha portato alla percezione dei movimenti indipendentisti all'interno dell'ex spazio sovietico come espressioni di un nazionalismo etnico distruttivo piuttosto che come una progressione naturale di un impero al collasso.
[...] this Western fear of chaos, bloodshed and even nuclear incidents led to the perception of independence movements within the former Soviet space as expressions of destructive ethno-nationalism rather than a natural progression of an empire collapsing.
  • Molti storici occidentali lo percepirono non come un regime che cancellò diverse comunità politiche e movimenti nazionali, ma come un progetto politico che creò e sviluppò le nazioni. Ciò è altamente problematico non solo perché ignora la storia dei movimenti nazionali che hanno avuto luogo prima della presa del potere da parte dei bolscevichi, ma è anche contrario all'idea di una nazione che si forma sulla base della legittimità popolare.
Many Western historians perceived it not as a regime that erased diverse polities and national movements, but as a political project that created and developed nations. This is highly problematic not only because it ignores the history of national movements that took place prior to the Bolshevik takeover but also goes contrary to the idea of a nation being formed on the basis of popular legitimacy.
  • Per capire la Russia, bisogna ascoltare coloro che hanno vissuto sotto il dominio coloniale russo. Per capire le colonie russe passate e attuali, è necessario ascoltare gli storici di questi luoghi e studiare le loro culture, lingue e storie, sia scritte che non scritte. Per apprezzare le vie d'uscita dalle dittature coloniali, è necessario studiare le trasformazioni riuscite di stati come l'Ucraina. Ciò richiederebbe di accantonare il mito della "nazione artificiale" e di vedere finalmente la Russia come un impero.
To understand Russia, one needs to listen to those who lived under Russian colonial rule. To understand former and current Russian colonies, one needs to listen to historians from these places and study their cultures, languages and histories, both written and unwritten. To appreciate the ways out of colonial dictatorships, one needs to study the successful transformations of states like Ukraine. This would require dismissing the myth of the “artificial nation” and finally seeing Russia as an empire.

Da Europe’s last empire: Putin’s Ukraine war exposes Russia’s imperial identity

Atlanticcouncil.org, 1º febbraio 2023.

  • Vladimir Putin insiste che russi e ucraini siano “un solo popolo”, ma la sua brutale invasione dell'Ucraina ha rivelato una notevole mancanza di empatia “fraterna” russa nei confronti degli ucraini. Mentre molte persone in altre ex repubbliche sovietiche si sono identificate con la sofferenza dell'Ucraina, relativamente pochi cittadini russi hanno mostrato segno di compassione o rimorso per la violenza genocida perpetrata in loro nome.
Vladimir Putin insists Russians and Ukrainians are “one people” but his brutal invasion of Ukraine has revealed a remarkable lack of “brotherly” Russian empathy for Ukrainians. While many people in other former Soviet republics have identified with Ukraine's suffering, relatively few Russian citizens have shown any sign of compassion or remorse for the genocidal violence being perpetrated in their name.
  • Milioni di ucraini hanno amici e familiari in Russia. Molti riferiscono di essere scioccati dalla mancanza di compassione che hanno riscontrato dall'inizio dell'invasione. Piuttosto che simpatia o preoccupazione, si sono confrontati con fredda indifferenza, smentite totali o cliché della propaganda filo-Cremlino.
Millions of Ukrainians have friends and family in Russia. Many report being shocked by the lack of compassion they have encountered since the start of the invasion. Rather than sympathy or concern, they have been confronted by cold indifference, outright denials, or pro-Kremlin propaganda tropes.
  • Le centinaia di migliaia di russi fuggiti dal paese nell'ultimo anno non hanno organizzato grandi manifestazioni contro la guerra mentre erano in esilio, nonostante non fossero più soggetti alle restrizioni draconiane del Cremlino. All'interno della stessa Russia non si sono verificate proteste significative fin dalle prime settimane di guerra. Il contrasto offerto dalle manifestazioni antigovernative di massa degli ultimi dodici mesi in altre dittature repressive come Cina e Iran ha gettato il silenzio della popolazione russa in una luce ancora più sfavorevole.
The hundreds of thousands of Russians who fled the country over the past year have not staged any major anti-war rallies while in exile, despite no longer being subject to draconian Kremlin restrictions. Inside Russia itself, there have been no significant protests since the first weeks of the war. The contrast provided by mass anti-government rallies over the past twelve months in other repressive dictatorships such as China and Iran has cast the silence of the Russian population in an even more unfavorable light.
  • L'identità nazionale russa moderna rimane saldamente radicata nell'idea di una sacra missione imperiale che percepisce la Russia come una civiltà unica, impegnata in un'eterna lotta contro vari nemici stranieri costruiti. [...] Il senso di missione imperiale che pervade la moderna società russa ha contribuito a coltivare valori di sacrificio e obbligo a scapito dei diritti umani individuali. Molti russi danno per scontato di essere destinati a governare su altre nazioni e interpretano il loro colonialismo come fondamentalmente benevolo, anche quando è ovviamente sgradito. Le vittime della Russia devono essere liberate, che lo vogliano o no.
Modern Russian national identity remains firmly rooted in notions of a sacred imperial mission that perceives Russia as being a unique civilization locked in an eternal struggle against various constructed foreign enemies. [...] The sense of imperial mission pervading modern Russian society has helped nurture values of sacrifice and obligation at the expense of individual human rights. Many Russians take it for granted that they are destined to rule over other nations and interpret their colonialism as fundamentally benevolent, even when it is obviously unwelcome. Russia's victims must be liberated, whether they like it or not.
  • Le mitologie nazionali della Russia e dell'Ucraina di oggi difficilmente potrebbero essere più diverse. Mentre molti russi abbracciano prontamente l'identità imperiale del proprio Paese, le idee imperiali non hanno risonanza in Ucraina. Anche prima dell'invasione su vasta scala della Russia, un anno fa, gli ucraini tendevano già a definire la propria identità nazionale in termini di resistenza alla narrativa di sottomissione, dando priorità alle libertà personali rispetto agli obblighi verso lo Stato.
The national mythologies of today's Russia and Ukraine could hardly be more different. While many Russians readily embrace their country's imperial identity, imperial ideas do not resonate in Ukraine. Even before the onset of Russia's full-scale invasion one year ago, Ukrainians already tended to define their national identity in terms of resistance to the narrative of submission, while prioritizing personal freedoms over obligations to the state.
  • Per quasi due decenni, la traiettoria dell'Ucraina è stata vista con crescente rabbia e allarme al Cremlino. Perseguitato dal collasso sovietico della fine del XX secolo, il regime di Putin considera la democratizzazione dell'Ucraina come una minaccia esistenziale al proprio modello autoritario e un potenziale catalizzatore per la fase successiva della ritirata imperiale della Russia.
For almost two decades, Ukraine's trajectory has been viewed with mounting anger and alarm in the Kremlin. Haunted by the Soviet collapse of the late twentieth century, the Putin regime regards Ukraine's democratization as an existential threat to its own authoritarian model and a potential catalyst for the next stage in Russia's imperial retreat.

Da The Road to Democracy in Russia Runs Through Chechnya

Foreignpolicy.com, 11 marzo 2023.

  • Quasi trent'anni fa, quando la Russia post-sovietica lanciò la sua prima sanguinosa guerra contro la Cecenia, Mosca barattò le sue prospettive di democrazia con un rinnovato imperialismo revanscista. Quando nel 1993 l'allora presidente Boris El'cin decise di agire contro la sua opposizione nel parlamento russo, usò l'esercito per schiacciarla. Con l'aiuto dei generali militari che lo appoggiarono nel suo assalto al parlamento, El'cin smantellò la democrazia parlamentare russa e riscrisse la Costituzione per garantire l'autoritarismo presidenziale. Ha ripagato i generali distruggendo la Cecenia. La mossa antidemocratica di El'cin ha creato il precedente per la Russia nell'uso della violenza in patria e all'estero per rafforzare il governo personalizzato.
Nearly three decades ago, when post-Soviet Russia launched its first bloody war on Chechnya, Moscow traded its prospects for democracy for renewed, revanchist imperialism. When in 1993 then-President Boris Yeltsin decided to move against his opposition in the Russian parliament, he used the military to crush it. With the help of the military generals who backed him in his assault on the parliament, Yeltsin dismantled Russian parliamentary democracy and rewrote the constitution to secure presidential authoritarianism. He paid back the generals by destroying Chechnya. Yeltsin's undemocratic move set the precedent for Russia to use violence at home and abroad to strengthen personalized rule.
  • Fondamentalmente, sia El'cin che Putin coltivavano un sentimento populista imperiale, la convinzione che la Russia fosse una vittima di potenze esterne che ha bisogno di proteggersi attraverso la conquista. Il mito imperiale traduce la conquista coloniale come martirio nella lotta contro il male. Poiché la narrazione nazionale russa è storicamente basata sull'idea di nemici esterni – mongoli, musulmani e Occidente in senso lato – che devono essere sconfitti, ha acquisito una visione nazionale specifica che vede la sua espansione imperiale come la liberazione di se stessa e dei colonizzati dai nemici della Russia.
Crucially, both Yeltsin and Putin nurtured populist imperial sentiment, a belief that Russia is the victim of external powers that needs to protect itself by conquest. The imperial myth translates colonial conquest as martyrdom in the fight against evil. Since the Russian national narrative is historically based on the idea of external enemies—Mongols, Muslims, and the West broadly defined—who must be defeated, it acquired a specific national vision of seeing its imperial expansion as liberation of itself and the colonized from Russia's enemies.
  • Sebbene El'cin si presentasse come un antimperialista e un democratico per l’Occidente, credeva fermamente nella supremazia regionale e globale dei russi. Pur separandosi dal comunismo, El'cin non si separò dalla visione dello speciale ruolo globale della Russia. Anche prima del referendum sull'indipendenza dell'Ucraina nel 1991, ad esempio, aveva avvertito l'Ucraina che la Russia non avrebbe avanzato rivendicazioni territoriali solo se l'Ucraina fosse rimasta nell'unione.
Although Yeltsin portrayed himself as anti-imperialist and a democrat to the West, he firmly believed in Russians' regional and global supremacy. While parting with communism, Yeltsin did not part with the vision of Russia's special global role. Even prior to Ukraine's independence referendum in 1991, for example, he warned Ukraine that Russia would not make territorial claims only if Ukraine stayed in the union.
  • La fissazione per l'espansione e il controllo regionale ha impedito alla leadership russa e ai russi di sviluppare le virtù civiche della democrazia e dei diritti umani. El'cin e Putin si sono attenuti alla formula del dominio territoriale per rivendicare lo status di superpotenza, fallendo nel promuovere un sistema politico ed economico attraente per attrarre i vicini. Le guerre di El'cin e Putin contro la Cecenia, e le successive invasioni, furono fondamentali per impedire questa transizione.
    Mentre perdeva vicini a favore di un sistema democratico occidentale più attraente che prometteva sia prosperità che sicurezza, la Russia incolpò l'Occidente e l'idea di democrazia occidentale come un complotto per schiacciare la Russia. Sta accadendo di nuovo oggi in Ucraina.
A fixation on expansion and regional control prevented Russian leadership and Russians from developing civic virtues of democracy and human rights. Yeltsin and Putin stuck to the formula of territorial domination to claim superpower status, failing to foster an attractive political and economic system to attract neighbors. Yeltsin and Putin's wars on Chechnya, and later subsequent invasions, were key to preventing this transition.
While losing neighbors to a more attractive Western system of democracy that promised both prosperity and security, Russia blamed the West and the idea of Western democracy as a plot to crush Russia. It is happening again today in Ukraine.
  • Il primo leader del movimento indipendentista ceceno, Džochar Dudaev, si impegnò originariamente in questi valori quando, in qualità di generale dell'aeronautica sovietica di stanza in Estonia, rifiutò di usare la forza contro i manifestanti indipendentisti nel 1988. Secondo la legge sovietica, tutte le repubbliche avevano un diritto costituzionale all'indipendenza. Dudaev si rifiutò di eseguire l'ordine illegale del leader sovietico Michail Gorbačëv di reprimere violentemente la situazione. [...] La decisione di Dudaev di guidare il movimento indipendentista ceceno e di proclamare l'indipendenza della Cecenia fu informata dall'esperienza della violenta repressione di Gorbačëv dei movimenti nazionali in Kazakistan, Georgia, Azerbaigian, Lituania e Lettonia.
The first leader of the Chechen independence movement, Dzhokhar Dudayev, originally committed himself to these values when he, as a Soviet air force general stationed in Estonia, refused to use force against independence demonstrators in 1988. Under the Soviet law, all republics had a constitutional right to independence. Dudayev refused to carry out Soviet leader Mikhail Gorbachev's illegal order to crack down violently. [...] Dudayev's decision to lead the Chechen independence movement and proclaim the independence of Chechnya were informed by the experience of Gorbachev's violent repression of national movements in Kazakhstan, Georgia, Azerbaijan, Lithuania, and Latvia.
  • Putin ha iniziato la sua carriera con atrocità di massa in Cecenia, e successivamente ha utilizzato la formula dell’invasione per consolidare il suo potere inviando truppe in Georgia, Ucraina e Siria. Ha coltivato una mentalità imperiale, che continua a rendere tali guerre popolari tra la popolazione russa. Pertanto, per riformare lo Stato e la società russa in futuro, non basterà criticare Putin e la sua cerchia di lealisti. Una più ampia condanna sociale dell'imperialismo è cruciale per il futuro sviluppo democratico della Russia.
Putin commenced his career with mass atrocities in Chechnya, and he subsequently used the formula of invasion to cement his power when he sent troops to Georgia, Ukraine, and Syria. He nurtured an imperial mindset, which continues to make such wars popular among the Russian population. Therefore, it will not be enough to criticize Putin and his circle of loyalists to reform the Russian state and society in the future. A wider societal condemnation of imperialism is crucial for Russia's future democratic development.
  • [...] qualsiasi cambiamento fondamentale nell'era post-Putin dovrà implicare la lotta ai crimini della Russia in Cecenia. Se non si riuscisse a farlo a livello sociale, la storia si ripeterebbe. In gioco non c'è solo la riabilitazione della Cecenia, ma anche quella della Russia. La Russia può diventare democratica solo dando priorità ai diritti umani e alla democrazia rispetto all'imperialismo. Poiché l'ultima possibilità della Russia di sfuggire alla brutale eredità imperiale è venuta meno con le guerre contro la Cecenia, garantire i diritti del popolo ceceno è essenziale per ripristinare i diritti umani e garantire l'antimperialismo come valore russo.
[...] any fundamental change in the post-Putin era will have to involve facing Russia's crimes in Chechnya. Failure to do so on a societal level will allow history to repeat. At stake is not only Chechnya's rehabilitation but also Russia's. Russia can become democratic only by prioritizing human rights and democracy over imperialism. Since Russia's last chance to escape from its brutal imperial legacies died with its wars on Chechnya, securing the rights of the Chechen people is essential to restoring human rights and securing anti-imperialism as a Russian value.
  • Qualsiasi programma politico per una nuova Russia che non garantisca la sovranità internazionale della Cecenia costituirà un pericolo non solo per i suoi vicini, ma anche per le numerose nazioni diverse all'interno della Russia, come il Tatarstan, la Baschiria e il Daghestan.
Any political program for a new Russia that does not guarantee international sovereignty for Chechnya will be a danger not only to its neighbors, but also to the many diverse nations such as Tatarstan, Bashkortostan, and Dagestan within Russia.
  • Mentre le altre repubbliche nazionali dovrebbero avere il diritto di rivendicare e negoziare la sovranità, la questione dell'indipendenza cecena deve essere vista come una questione separata e discussa dal punto di vista dei diritti umani piuttosto che da quello geopolitico. Il popolo ceceno ha subito brutalità inimmaginabili. Hanno già scelto l'indipendenza due volte nella storia recente. Ripristinando la loro dignità e indipendenza, la Russia e la comunità internazionale ripristineranno l'impegno a favore dei diritti umani e della democrazia.
While other national republics should have the right to claim and negotiate sovereignty, the question of Chechen independence must be seen as a separate issue and discussed from a human rights perspective rather than a geopolitical one. Chechen people have suffered unimaginable brutality. They already chose independence twice in recent history. By restoring their dignity and independence, Russia and the international community will restore commitment to human rights and democracy.
  • Smantellare la mentalità imperiale della Russia non è un compito impossibile o pericoloso. Il percorso della Germania da una dittatura coloniale distruttiva alla democrazia è stato lastricato con l'accettazione da parte del governo della responsabilità delle atrocità del tempo di guerra. [...] Spetta alla Russia e alla società russa, in ultima analisi, affrontare le atrocità in Ucraina e Cecenia e altrove avviare un processo di democratizzazione, per il bene delle sue vittime coloniali e degli stessi russi.
Dismantling Russia's imperial mentality is not an impossible or dangerous task. Germany's path from a destructive colonial dictatorship to democracy was paved with the government's acceptance of responsibility for wartime atrocities. [...] It is for Russia and Russian society, ultimately, to face the atrocities in Ukraine and Chechnya and elsewhere to launch a process of democratization, for the sake of its colonial victims and Russians themselves.

Da Ancora oggi, la Russia è un "impero coloniale repressivo"

Intervista di Giannis Mavris, Swissinfo.ch, 4 giugno 2023.

  • Fin dai tempi degli zar, l'etnia russa è sempre stata la classe dominante e privilegiata. Nel 1932, Stalin definì il popolo russo il più importante dell'Unione Sovietica; nel 2020, Putin lo ha classificato come "popolo costruttore di Stati". La russificazione come politica di assimilazione ha una lunga tradizione, legata a trasferimenti della popolazione, a politiche linguistiche, ad atti di violenza.
  • Prima del 1917, la Russia si presentava come un'orgogliosa potenza coloniale europea. Le sue guerre di conquista erano sanguinose e la loro rappresentazione è diventata parte della cultura coloniale russa. Pushkin parlava con orgoglio della violenza russa nel Caucaso e la sua poesia è stata importante per ancorare la Crimea colonizzata nell'immaginario nazionale russo.
  • Essere russi sotto Putin significa appartenere a una casta imperiale, cioè a una casta superiore, che richiede di dare la vita per l'Impero. È significativo il modo in cui si cerca, soprattutto tra le minoranze, di motivare gli uomini ad andare in guerra: improvvisamente questi cittadini di seconda classe vengono considerati russi e devono sacrificarsi per la patria.
  • L'idea del Russkij Mir, sviluppata a Mosca già all'inizio degli anni Novanta – ben prima dell'ascesa di Putin – considerava l'etnia russa del mondo intero e dei Paesi precedentemente sotto il suo dominio affine alla Russia e l'ha strumentalizzata per esercitare influenza. In seguito, questo costrutto imperiale si è evoluto e oggi attribuisce alla Russia il compito speciale di riordinare il mondo e difendere i valori anti-occidentali.
  • Ciò che unisce coloro che sostengono il regime, l'opposizione liberale e la classe intellettuale è l'idea che il popolo russo sia la vittima per eccellenza: delle forze straniere o del regime di Putin. [...] Per essere popolari in Russia, bisogna sposare la narrazione del vittimismo e occultare temi come il colonialismo.
  • [«Che Paese è oggi la Russia?»] Una dittatura, senza libertà di espressione, media indipendenti o una società civile critica. È anche un impero coloniale che ha represso i movimenti nazionali fin dall'inizio, specialmente in Cecenia negli anni Novanta. [...] I diritti di autonomia sono stati ridotti progressivamente, ma la classe intellettuale di Mosca e San Pietroburgo non ha riconosciuto questa violazione, o in ogni caso non le ha attribuito la giusta importanza.

Da Genocide, assimilation, theft: Kazakh historian reveals Russian colonialism’s ruthless playbook

Intervista di Bohdan Ben, Euromaidanpress.com, 2 settembre 2023.

  • In generale, esistono due tipi di colonialismo: il colonialismo d'oltremare e il colonialismo dei coloni. Il colonialismo d'oltremare mira principalmente a sfruttare la manodopera, mentre il colonialismo dei coloni mira a controllare il territorio. [...] La differenza più grande qui è che i sistemi coloniali d'oltremare funzionano attraverso la differenziazione, quindi i colonizzatori e i colonizzati non condividono lo stesso sistema giuridico. La segregazione è importante per mantenere lo sfruttamento, per spiegare perché lo sfruttamento avviene effettivamente e per legittimarlo. Mentre per i sistemi coloniali di insediamento il territorio è importante. E l'obiettivo è garantire che i nativi non rivendichino la terra. Nella logica coloniale-coloniale, per controllare il territorio si usa l'eliminazione.
Generally, there are two types of colonialism: overseas colonialism and settler colonialism. Overseas colonialism primarily aims to exploit labor, whereas settler colonialism aims to control territory. [...] The biggest difference here is that overseas colonial systems work through differentiation, so the colonizers and the colonized do not share the same legal system. Segregation is important to keep exploitation, to explain why the exploitation actually takes place, and to legitimize it. Whereas for settler colonial systems, the territory is important. And the aim is to ensure the native people do not claim the land back. In settler-colonial logic, in order to control the territory, you use elimination.
  • Se guardi la mappa attuale di quella che viene chiamata Federazione Russa, è il paese più grande della terra. E fu, ovviamente, conquistata con la violenza, ma anche la logica dell'eliminazione fu usata e viene usata oggi. In Russia è molto difficile per le persone studiare la propria lingua e la russificazione è in corso.
If you look at the current map of what is called the Russian Federation, it's the biggest country on earth. And it was, of course, conquered through violence, but also, the logic of elimination was used and is used today. In Russia, it's very difficult for people to study their languages, and Russification has been ongoing.
  • In Kazakistan, durante il periodo sovietico, la popolazione nativa kazaka divenne una minoranza a causa delle deportazioni e dei reinsediamenti. Durante la collettivizzazione e la fame, circa il 40% dei kazaki morì e la popolazione, in pochi anni, diminuì di due volte. Penso che ancora non comprendiamo nemmeno l'intera profondità del trauma e l'intera profondità del genocidio che quelle persone hanno vissuto. Alcuni gruppi nazionali furono deportati nella loro interezza.
In Kazakhstan, during the Soviet times, the Kazakh native population became a minority because of the deportations and resettlements. During collectivization and hunger, around 40% of Kazakhs died, and the population, just in several years, decreased twofold. I think we still do not even understand the whole depth of trauma and the whole depth of the genocide that those people experienced. Some national groups were deported in their entirety.
  • Racconto e registro storie non di persone che sono state deportate, ma dei loro figli e nipoti, e il tipo di sradicamento che ha avuto luogo è enorme. Molte persone hanno perso la lingua, hanno perso le tradizioni, ma sono anche molto disorientate. Si sentono senza casa. Non sanno: il Kazakistan è o non è casa mia?
I speak and record stories not from people who were deported, but their children and grandchildren, and the kind of uprooting that took place is enormous. A lot of people lost their language, they lost their traditions, but also they are very disoriented. They feel homeless. They don't know: Is Kazakhstan my home or is Kazakhstan not my home?
  • [...] i gruppi nazionali nell'Unione Sovietica furono folclorizzati, etnicizzati. E per noi decolonizzare significa politicizzarli nuovamente. Quindi per fare in modo che le persone non siano semplicemente portatrici di tradizioni, canti e balli folcloristici perché ridotti solo alla celebrazione di alcune tradizioni. Ma sono i cittadini con diritti, con volontà politica, con esigenze, quelli che costruiscono la democrazia. Questo tipo di processo di politicizzazione non può aver luogo se non analizziamo l'intero processo di sottomissione coloniale, l'intero processo di violenza, violenza mentale, violenza fisica e violenza psicologica che è stata inflitta.
[...] national groups in the Soviet Union were folklorized, were ethnicized. And for us, decolonization means politicizing them again. So to make sure that people are not simply carriers of folkloristic traditions, songs, and dances because they were reduced only to the celebration of some traditions. But they are citizens with rights, with political will, with demands, those who construct democracy. This kind of politicization process cannot take place if we don't analyze the whole process of colonial subjugation, the whole process of violence, mental violence, physical violence, and psychological violence that has been inflicted.
  • Se si guarda all'Asia centrale e al Caucaso, in questo momento i paesi dell'Asia centrale stanno davvero cercando di diventare meno dipendenti dalla Russia. E in realtà, i paesi hanno iniziato a dialogare tra loro. Ci sarà una maggiore integrazione dell'Asia centrale. Non ci conoscevamo prima, non collaboravamo nella regione. E faceva anche parte dell'eredità coloniale del divide et impera.
If you look at Central Asia and if you look at the Caucasus, right now, the countries of Central Asia are really trying to become less dependent on Russia. And actually, countries started talking to each other. There will be more integration of Central Asia. We didn't know each other before, we didn't cooperate in the region. And it was also part of the colonial legacies of divide and rule.
  • La maggior parte delle armi nucleari dell'Urss furono testate in Kazakistan e molto spesso, quando le bombe furono testate, la popolazione kazaka locale non ne era nemmeno a conoscenza. E sono soprattutto i kazaki a soffrire di questi test nucleari. Era vietato dire alla gente che c'erano stati test nucleari ed era vietato parlare di problemi di salute. Le persone nascevano senza gambe, senza mani, avevano il cancro ed erano portatrici di handicap. In Kazakistan e in Asia centrale, una delle eredità più grandi e pesanti del colonialismo è la salute. Dovremo affrontare le conseguenze sulla salute per generazioni.
Most of the USSR's nuclear weapons were tested in Kazakhstan, and very often, when the bombs were tested, the local Kazakh population did not even know about it. And it's mostly ethnic Kazakhs who suffered from these nuclear testing. It was forbidden to tell people that there were nuclear tests, and it was forbidden to talk about health issues. People were born without legs, without hands, had cancer, and were handicapped. In Kazakhstan and in Central Asia, one of the biggest and heaviest legacies of colonialism is health. We will be coping with health consequences for generations.
  • L'innocenza imperiale russa è la profonda fede nella propria sacralità, vittimismo e bontà. Questa lente di innocenza consente di trascurare la violenza culturale, fisica e politica utilizzata per sostenere le relazioni coloniali con molte persone all'interno della Federazione Russa, ma anche con i vicini.
    Sfortunatamente, non esiste un solo pensatore o filosofo anticoloniale, la Russia non ha prodotto un solo intellettuale, e non esiste un solo testo anticoloniale che possa essere un documento morale, un testo morale per il futuro della Russia. Ciò che abbiamo sono testi morali coloniali.
Russian imperial innocence is the deep belief in one's own sacrality, victimhood, and goodness. That lens of innocence allows [one] to overlook the cultural, physical, and political violence that is used to sustain colonial relationships with many people inside the Russian Federation, but also with neighbors.
Unfortunately, there is not a single anti-colonial thinker or philosopher, Russia has not produced a single intellectual, and there is not a single anti-colonial text that would be a moral document. A moral text for the future of Russia. What we have are moral texts that are colonial.
  • Io dico che non esiste il gas russo. Dobbiamo chiamarlo gas tartaro, o addirittura dobbiamo chiamarlo in base alla posizione. E penso che la decolonizzazione linguistica sia importante. Perché quando parliamo di petrolio e gas russi, sosteniamo l'idea dell'innocenza imperiale russa. Cancelliamo le altre persone. Cancelliamo la loro ricchezza nazionale. Cancelliamo le loro vite e cancelliamo la loro presenza. Quindi probabilmente un modo migliore per parlarne sarebbe il gas che la Russia ha rubato.
I say that there is no such thing as Russian gas. We need to call it Tatar gas, or we actually need to name it by the location. And I think linguistic decolonization is important. Because when we say Russian oil and Russian gas, we sustain the idea of Russian imperial innocence. We erase the other people. We erase their national wealth. We erase their lives, and we erase their presence. So probably a better way to talk about it would be the gas stolen by Russia.

Note modifica

  1. Da un tweet del 19 settembre 2022.
  2. Da un tweet del 28 agosto 2022.
  3. Da un tweet del 22 settembre 2022.
  4. Da un tweet del 23 settembre 2022.
  5. Da un tweet del 27 settembre 2022.
  6. Da un tweet del 22 ottobre 2022.
  7. Da un tweet del 25 ottobre 2022.
  8. Da un tweet del 26 ottobre 2022.
  9. Da un tweet del 29 ottobre 2022.
  10. Da un tweet del 12 novembre 2022.
  11. Da un tweet del 18 dicembre 2022.
  12. Da un tweet del 20 dicembre 2022.
  13. Da un tweet del 20 dicembre 2022.
  14. Da un tweet del 20 dicembre 2022.
  15. Da un tweet del 26 dicembre 2022.
  16. Da un tweet del 26 dicembre 2022.
  17. Da un tweet del 8 marzo 2023.
  18. Da un tweet del 12 marzo 2023.
  19. Da un tweet del 31 maggio 2023.

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