Victor Frankenstein
personaggio immaginario
Victor Frankenstein, protagonista di Frankenstein o il moderno Prometeo, creato da Mary Shelley.
Citazioni di Victor Frankenstein
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Infelice! Condividete forse la mia stessa follia? Voi pure avete bevuto un sorso della pozione inebriante? Lasciate che vi narri la mia storia e allora terrete la coppa lontana dalle vostre labbra!
- Le tenerezze di mia madre e il sorriso indulgente di mio padre, rappresentano i miei primi ricordi. Incarnavo il loro giocattolo e il loro idolo e molto altro ancora: il loro bambino, la creatura innocente e indifesa donatagli dal cielo, affinché l'allevassero al bene, e la cui sorte avevano potere di indirizzare alla gioia o all'infelicità, a seconda di come avrebbero assolto i loro doveri verso di me. Con questa profonda coscienza di ciò che dovevano all'essere cui avevano dato vita, aggiunta alla solerte tenerezza che li animava reciprocamente, si può immaginare come, in ogni singolo istante della mia prima infanzia pur ricevendo insegnamenti di pazienza, carità e autocontrollo, io fossi guidato da una corda di seta che conduceva ogni cosa a una concatenazione di piacevolezze.
- Talvolta, eccedevo di irruenza a causa delle mie repentine passioni e queste, per ragioni naturali non rivolte a passatempi infantili, si traducevano in un cocente impulso di apprendere, seppur non indiscriminatamente d'ogni cosa. Confesso che su di me non esercitavano alcuna attrattiva né la struttura delle lingue, né la legislazione dei governi, né la politica dei diversi stati. Erano gli arcani del cielo e della terra che desideravo conoscere e, sia che si trattasse della sostanza visibile delle cose, o dello spirito recondito delle stesse o dell'inestricabile animo umano, le mie indagini miravano sempre agli aspetti metafisici o nel senso più elevato del termine, fisici del mondo.
- È per me un dolce piacere soffermarmi sui ricordi della mia infanzia, quel tempo antecedente a che la sventura, corrotta la mia mente, ne mutasse le illuminate visioni dell'utile collettivo in tetre e anguste riflessioni su se stessa. Inoltre, nel dipingere il quadro dei miei primi anni, registro anche quegli accadimenti che hanno condotto, progressivamente, a questo esecrabile epilogo: perché, quando indago sull'origine di quella passione che successivamente indirizzò il mio cammino, trovo che essa scaturì come un rivo di montagna, da oscure e dimenticate sorgenti; ma, ingrossandosi via via nel suo corso, divenne quell'impetuoso torrente che ha cancellato ogni mia aspettativa e gioia.
- Sotto la guida dei miei nuovi precettori, m'immersi nella ricerca della pietra filosofale e dell'elisir di lunga vita; ma quest'ultimo ben prestò catturò tutta la mia attenzione. La ricchezza era un obiettivo meschino, ma quale gloria avrebbe accompagnato la mia scoperta, se fossi riuscito a sconfiggere la malattia del corpo e rendere l'uomo inviolabile alla morte non violenta!
- Uno dei fenomeni che aveva particolarmente catturato la mia intenzione era la conformazione del corpo umano e di ogni organismo vivente in generale.
"Da dove deriva", mi domandavo di frequente "il principio della vita?".
Era quella una faccenda controversa, da sempre considerata un mistero. Eppure quante cose potremmo arrivare a conoscere se non ci fermassimo sulla soglia della scoperta, trattenuti lì, dal timore o dalla negligenza! - Badate, non sto raccontando della percezione di un folle. Che il sole splenda nell'azzurro cielo non è più esatto e veritiero di quanto io ora asserisco. Possibile sia stata opera di un miracolo, tuttavia gli stadi della scoperta erano distinti e probabile. Dopo inimmaginabili giorni e notti di lavoro, riuscii a comprendere il fattore scatenante la vita. Anzi, molto di più, io stesso divenni capace di dare vita alla materia inanimata. Allo sbalordimento provato ai primordi di questa scoperta, subentrarono ben presto esultanza ed estasi. Dopo tanto tempo e impegno, raggiungere improvvisamente il culmine delle mie aspirazioni, fu l'appagamento delle mie fatiche. Ma questa rivelazione era così immensa e sconvolgente da cancellare dalla mia mente tutti i passi che mi ci avevano condotto: vedevo solo il risultato. Ciò che era stato motivo di studio per uomini dotti fin dalla creazione del mondo, adesso, era per me a portata di mano.
- Imparate dal mio esempio, se non dalle mie parole, quanto sia pericoloso acquisire la conoscenza e quanto sia più felice l'uomo convinto che il suo paese sia tutto il mondo, di colui che aspira a un potere più grande di quanto la natura non conceda.
- Poiché la piccolezza delle parti rappresentava un ostacolo per la velocità di esecuzione, risolsi, contrariamente alle mie originarie intenzioni, di costruire un essere di statura gigantesca; vale a dire, alto circa due metri e mezzo e largo in proporzione. Dopo aver maturato questa decisione e aver trascorso alcuni mesi a reperire il materiale di cui necessitavo, incominciai l'opera.
- Chi può immaginare gli orrori del mio lavoro clandestino, quando mi immergevo nell'umidità di tombe sconsacrate o torturavo un animale vivo per animare la creta inerte? Mi tremano le membra e la vista si confonde al ricordo, ma ero spinto da un impulso inesorabile, direi frenetico; pareva non avessi più anima né ragione se non per questo scopo. In verità si trattò di una sorta di trance passeggera, che non appena acquietata, mi fece ritrovare inalterate la mia sensibilità e le mie vecchie consuetudini.
- Un essere umano in possesso di tutte le sue facoltà dovrebbe sempre conservare un animo calmo e impedire alla passione di turbarlo. Non ritengo che la ricerca della conoscenza possa costituire un'eccezione a questa regola. Se ciò a cui vi dedicate tende a indebolire i vostri affetti e ad annientare in voi il gusto per quei piaceri semplici che niente può svilire, allora ciò che perseguite è certamente illecito, vale a dire non adatto alla vostra natura. Se questo precetto fosse sempre rispettato e l'uomo non permettesse a qualunque sua attività d'interferire con la serenità dei suoi affetti domestici, la Grecia non sarebbe stata ridotta in schiavitù, Cesare avrebbe risparmiato il proprio paese, l'America sarebbe stata esplorata in maniera più graduale e gli imperi del Messico e del Perù non sarebbero stati annientati.
- Come posso descrivere le mie sensazioni al cospetto di questa catastrofe, o spiegare per intero lo sventurato che con infinita pena e cura mi ero sforzato di creare? Il corpo appariva proporzionato e avevo scelto per lui lineamenti di oggettiva bellezza. Gran Dio! La pelle, giallognola, celava con maestria la linea sottostante di muscoli e arterie; la capigliatura, fluente, era di un nero lucido; i denti, di un bianco splendente, ma questo piacevole assembramento contrastava maggiormente con l'orrido dei suoi occhi acquosi, che parevano figli delle orbite grigie in cui erano incastonati e l'aspetto malsano del viso e della labbra nere, costrette in una linea retta.
- Nelle opere degli scrittori orientali trovavo non soltanto insegnamenti, ma consolazione. Io non tentavo, come Clerval, di giungere ad una conoscenza critica di quegli idiomi, perché il mio scopo era trarne un sollievo momentaneo. Leggevo unicamente per apprenderne il significato ed ero ampiamente ripagato del mio impegno. La malinconia di quegli scritti mi dava una serenità e un'estasi mai provata per opere di paesi diversi. Quando mi apprestavo a leggere quelle opere, l'esistenza pareva consistere in una giornata di sole e un roseto, nei sorrisi o nell'ira di un avversario leali, nel fuoco che consumava il cuore. Che differenza dalla poesia virile ed eroica della Grecia e di Roma!
- Niente è più doloroso per la mente umana, dopo il tumulto dei sentimenti suscitati da una rapida successione di eventi, della quiete assoluta e della certezza che subentra e toglie all'anima tanto la speranza quanto la paura.
- Perché l'uomo vanta una sensibilità superiore a quelle che si manifestano nei bruti? Questo non fa di noi esseri migliori, bensì maggiormente bisognosi. Se i nostri impulsi si limitassero alla fame, alla sete e al desiderio di voluttà, potremmo ritenerci quasi liberi; invece siamo rosi da ogni spirare di venti, da una parola casuale o dalla percezione che essa induce in noi.
- Come sono mutevoli i nostri intendimenti e com'è strano quell'amore tenace per la sopravvivenza che non ci abbandona neppure nelle più protratta e crudele infelicità!
- Gran Dio! Se solo avessi immaginato quale potesse essere l'intento diabolico del mio avversario, piuttosto che acconsentire a questo sventurato matrimonio, avrei preferito errare per sempre solo e reietto sulla terra. Ma, quasi disponesse di poteri magici, il mostro mi aveva reso cieco su quelle che erano le sue vere intenzioni; e credendo di predisporre la mia morte, affrettavo invece quella di una persona a me molto più cara.
- Quando io sarò defunto, se lui dovesse comparire, giuratemi che non vivrà. È eloquente e persuasivo e, in un occasione, le sue parole ebbero ragione persino sul mio cuore. Non fidatevi di lui. La sua anima è infernale quanto il suo aspetto. Non ascoltatelo. Invocate i nomi di William, Justine, Clerval, Elisabeth, di mio padre e dello sventurato Victor e affondate la vostra lama nel suo petto. Io vi sarò accanto e guiderò dritto il ferro.
- Quando ero più giovane [...] mi credevo destinato a qualche grande impresa. Quella consapevolezza del valore della mia indole mi ha sorretto, quando altri ne sarebbero stati oppressi. Nel riflettere su quanto compiuto, non potevo certo annoverarmi nel gregge dei comuni inventori. Eppure, questo pensiero, che mi sosteneva all'inizio della mia carriera, ora vale solo a sprofondarmi nella polvere. Tutte le mie speculazioni e le mie speranze sono nulla; e come l'arcangelo che aspirava all'onnipotenza, io sono avvinto a un inferno perpetuo.
- Anche quando gli affetti non sono fortemente stimolati da qualità superiori, i compagni della nostra infanzia possiedono un potere sulla nostra mente, che difficilmente qualunque amico acquisito più tardi nella vita potrà ottenere. Essi conoscono le nostre inclinazioni primordiali che, per quanto in seguito possono giudicare le nostre azioni giungendo a conclusioni giuste sull'onestà dei nostri moventi.
- [Ultime parole] In un eccesso di follia ho creato un essere razionale ed ero in obbligo nei suoi confronti di assicurargli, secondo le mie possibilità, benessere e felicità. Questo il mio dovere. Ma ce n'era un altro superiore a questo, gli obblighi verso i miei simili. Sulla spinta di questa consapevolezza mi rifiutai di forgiare una compagna al primo essere creato perché questo ha dimostrato una perfidia senza pari; ha sterminato la mia famiglia dedicandosi alla distruzione di creature che possedevano encomiabili virtù. Non so dove e quando avrà fine la sua sete di sangue. Anch'egli è un povero infelice che deve morire per non procurare infelicità ad altri. Il compito della sua distruzione spettava a me, ma ho fallito. Spinto da egoismo, vi chiesi di farvi carico di questa missione incompiuta; indotto dalla ragione e dalla virtù, rinnovo ora la mia richiesta. Non posso chiedervi di sacrificare a questo scopo la vostra esistenza. Ma lascio a voi riflettere e soppesare quelle che ritenete le vostre responsabilità. La mia capacità di giudizio e le mie idee sono ottenebrate dall'insorgere della morte. Non oso chiedervi di adempiere a ciò che ritengo giusto, perché potrei ancora essere tratto in inganno dalla passione. Addio Walton! Mi turba il pensiero che lui possa danneggiare altri. Io non sono riuscito a fermarlo, ma un altro forse, dove io ho fallito, potrà avere successo.
Film
modifica- Sta riposando nell'attesa di una nuova vita.
- È il cervello di un morto che aspetta di rivivere in un corpo che ho creato con le mie mani. Con queste mie mani!
- I raggi ultravioletti sono raggi che, lei diceva, rappresentano l'ultimo colore dello spettro. Be', si sbagliava. Qui, grazie alle mie macchine, io sono andato ben oltre. Ho scoperto il grande raggio che in principio creò la vita in questo mondo. [...] Questa notte avrà le sue prove! All'inizio ho condotto esperimenti sul corpo di animali, in seguito su un cuore umano che ho tenuto in vita per tre settimane, ma adesso io concentrerò il mio raggio sopra quel corpo, e gli infonderò la vita.
- Quel corpo non è un cadavere, quel corpo non ha mai vissuto, l'ho creato io dal niente. L'ho fatto io con le mie stesse mani, con i corpi che ho sottratto dalle tombe, dalle forche, dappertutto!
- Guardate, si sta muovendo! Si sta muovendo! Guardate! È... è vivo! È vivo! È vivo! È vivo! È vivo! È vivo! È vivo! È vivo! È vivo![1]
- "Pericolosa"? Povero professore! Lei non ha mai desiderato fare qualcosa di "pericoloso"? Dove saremmo, se nessuno cercasse di scoprire cosa c'è aldilà? Non ha mai desiderato di guardare oltre le nuvole, le stelle o di scoprire che cosa fa fiorire gli alberi? E cosa trasforma in luce l'oscurità? Ma se uno parla così, la gente dice che è un pazzo. Ebbene, se potessi scoprire anche una sola di queste cose, che cos'è l'eternità per esempio, non mi importerebbe niente se tutti pensassero che sono pazzo.
- L'ho fatta con queste mani e con queste stesse mani devo distruggerla!
- Serbate il vostro conforto spirituale per chi crede di averne bisogno.
- Ma quando incominciò? Immagino che fosse quando andavo ancora a scuola. Ho sempre avuto una brillante intelligenza. Quel povero vecchio del mio maestro riusciva a darla a bere ai miei compagni, ma cosa sapeva? Mi insegnava le stesse scemenze da trent'anni e, secondo me, non aveva più aperto un libro negli ultimi venti.
- La mia prima impressione di Paul ebbe una pronta conferma. Egli si rivelò infatti un eccellente tutore. In due anni, imparai tutto ciò che egli aveva da insegnarmi, ma poi proseguimmo insieme penetrando nell'incognito, investigando, annotando, cercando e ricercando, finché a poca poco la nostra frenetica attività di studio cominciò ad assumere un unica direzione, verso la quale riversammo insieme tutte le nostre energie. Ci vollero anni di lavoro indefesso per scoprire quello che stavamo cercando, finché una notte, fuori dalla vista e dalle indiscrezioni del resto della casa, i nostri sforzi furono colmati dal successo.
- Ciò che abbiamo fatto è nulla in confronto a ciò che faremo. Abbiamo solo cominciato, solo aperto la porta. Ora è giunto il momento di entrare attraverso quella porta e vedere quello che c'è aldilà. Ma non ti rendi conto? Abbiamo scoperto la fonte della vita e l'abbiamo usata per resuscitare un essere morto. Questa è un eccezionale scoperta, Paul. Ma non dobbiamo divulgarla. Bisogna procedere alla fase successiva. Abbiamo restaurato la vita quando ormai era estinta. Non dobbiamo limitarci a riportare i morti alla vita. Dobbiamo creare dall'inizio, fabbricare una creatura nostra, crearla dal nulla.
- Dobbiamo procurarci i pezzi: gli arti, gli organi. E poi dobbiamo costruire. [...] La cosa più complessa sulla Terra: l'uomo stesso. Noi dobbiamo creare un essere umano, un uomo con un fisico perfetto, le mani di un artista e la materia cerebrale di un genio.
- Non è stabilito che i morti restano morti per sempre? Eppure li abbiamo riportati alla vita. Noi racchiudiamo nelle palme delle nostre mani segreti di cui non si è mai neanche sognato, e se la natura ha innalzato barriere per circoscrivere il campo dell'uomo, noi le abbiamo abbattute. Nulla può fermarci ora.
- I lineamenti non sono importanti. Ciò che conta è che ho creato un essere che vivrà e respirerà. Rimarginate le cicatrici, non sarà poi tanto brutto.
- Non faccio male a nessuno. Ho solo spogliato qualche tomba. Lo fanno barbari, dottori e scienziati. Se no, come conosceremmo la complessità dell'organismo umano?
- Ammetto che non è decisamente un campione di bellezza, ma non dimenticare che i tratti somatici sono in funzione di ciò che c'è dentro, nel cervello. Con un animo nobile, la faccia assume l'espressione di benevolenza. Una mente perversa, una brutta faccia. Per questo useremo il cervello di un genio, e quando il cervello comincerà a funzionare dentro il cranio, allora il viso assumerà i caratteri della saggezza e dell'intelligenza. Ti ho detto che mi mancava l'ultima fase: il cervello, il cervello di un intelletto superiore, con una vita intera di conoscenze acquisite. Immagina, Paul. La mia creatura nascerà con un bagaglio di sapienza.
- È il risultato che conta. Ho creato un essere umano.
- Stammi bene a sentire, quello è tanto il risultato della tua opera quanto della mia. Sì, io gli ho dato la vita, gli ho messo un cervello in testa, avevo scelto un cervello eccezionale, ma tu prima l'hai danneggiato, poi l'hai trapassato con un proiettile. Questa è colpa tua, Paul. Hai capito? Colpa tua. [...] Ma tu non vincerai. E vuoi sapere perché non vincerai? Perché io continuerò. Se non riuscirò a rimediare con la chirurgia, mi procurerò un altro cervello, e un altro, e un altro ancora.
- Il lavoro di tutta una vita andò distrutto, distrutto in un attimo, e dalla stessa mano che gli aveva dato la vita. In mezz'ora non rimase più niente di lui. Questa è la mia storia, la pura e semplice verità. Voi non mi credete, vero? Ma dovete credermi!
- Non sono un ciarlatano, e non posso trovare malattie inesistenti.
- Quando sono venuto a Carlsbruck, senza mezzi ne nome, ed ho cominciato ad esercitare, sono stato osteggiato in tutti i modi da questo vostro consiglio che serve soltanto ad eliminare la concorrenza. Adesso mi sono fatto una clientela senza appoggi e senza alcun aiuto. Mi sono abituato a fare per conto mio e non intendo cambiare.
- Mi chiamo Frankenstein, lo confesso. Ma siamo una vasta famiglia. Siamo sempre stati esageratamente prolifici. Siamo sparsi dappertutto, anche in America mi hanno detto. C'è perfino una città che si chiama Frankenstein. [...] Poi ci sono degli altri Frankenstein che si sono stabiliti in Australia.
- Le dita di un borsaiolo devono essere molto sensibili, e questo può far comodo.
- Doveva essere perfetto, come io l'avevo creato. Il suo cervello subì una lesione, altrimenti sarebbe stata la più spettacolosa scoperta scientifica di tutti i tempi, e Frankenstein sarebbe stato considerato un genio. E invece fu condannato alla ghigliottina. Ma un giorno avrò la mia rivincita.
- Non è ancora nato. Questa volta però e perfetto. Meno qualche cicatrice, è perfetto. [...] Per questo mi è servito molto l'ospedale dei poveri. Ora mi basta un cervello e poi potrò dargli la vita. [...] Il cervello dev'essere vivo. È il solo organo a cui non si può ridare la vita nel corpo umano. E per questo dovrò asportarlo ad un uomo vivo.
- Sa che nei primi esperimenti che facevo usavo i rettili? Una volta misi il cervello di una rana ad una lucertola. La lucertola tentava di saltare, naturalmente senza riuscirci. Ma io capì che il cervello funziona sempre nello stesso modo, in qualunque corpo si trovi.
- C'è nessuno che abbia consultato un elenco anagrafico qui? Un elenco anagrafico di qualsiasi città dell'Europa centrale? Ci sono decine di Frankenstein, e io sono uno di loro. Sapevo di quel Frankenstein che aveva creato un mostro circa tre anni fa e, naturalmente, non potevo incominciare ad esercitare con un nome così compromesso, e me lo sono cambiato.
- Gli estraggo il cuore. [...] Perché no? A lui non serve più.
- [Sull'avere sempre ragione] Non sempre, Hans. Di frequente, ma non sempre.
- Perché ce l'hanno tanto con me? Perché non mi lasciano in pace?
- È mia intenzione confutare le vecchie teorie sulla concezione della vita e dell'origine delle forze vitali, ristabilendo la verità nei suoi termini bio-psicochimici come semplici azioni e reazioni controllate da impulsi esterni. E mi resi conto che l'unico modo di dimostrare le mie teorie era quello di creare nel mio laboratorio qualcosa di veramente vivente. Non te l'ho mai detto, Hans, ma mi riuscii una volta. Il risultato fu piuttosto rozzo, un rudimentale essere vivente malformato con un abbozzo di cervello. Funzionava, Hans. Almeno credo che funzionava. Non ebbi mai il tempo di controllare questo primo risultato. Loro lo distrussero.
- C'era un temporale quella notte, un temporale di inaudita violenza. Si era perparato per giorni, e infine era scoppiato. Nel cielo c'era tutta l'energia che io avessi mai sognato di poter avere a disposizione. Dovevo soltanto raccoglierla. Io ero perfettamente pronto, lo ero per settimane. Avevo anche un cadavere conservato nel ghiaccio per la bisogna. Però, fino a quel giorno non avevo trovato il modo di produrre l'energia elettrica sufficiente per creare la scintilla della vita. Quel temporale era la soluzione, la risposta ai miei sogni più audaci.
- Venni arrestato e accusato di sacrilegio contro Dio e di resistenza ad un ufficiale. Mi ordinarono di lasciare la città. Non avevo denaro. Arrivai a piedi alla frontiera. [...] Lavoravo e risparmiavo fino al ultimo soldo in modo da poter ricominciare. Il resto lo sai, un insuccesso dopo l'altro e sempre perseguitato da questi... da questi miscredenti. Ma non sono ancora vinto. È solo questione di tempo, e mosterò la mia teoria.
- Quei maledetti gli hanno distrutto il cervello con quelle pallottole. [...] Ho cercato di rimettere insieme quel che restava, ma la scintilla vitale... La scintilla vitale è andata distrutta. Egli è vivo ma il suo cervello dorme. Qualsiasi cosa che non capiscono, qualsiasi cosa che non si adatti al loro piccolo, stupido conformismo la distruggono!
- Il cervello è intatto, ne sono certo. La struttura cellulare è perfetta, tutto il metabolismo è in ordine. E allora perché? Perché il suo cervello non funziona? Una volta avviato, continuerebbe a funzionare. Ma come? [...] Ho fatto passare l'energia di un fulmine attraverso il suo cranio, non ti sembra abbastanza?!
- Ha un buon cervello e ottimi occhi. Non le dirò dove li ho presi, ma le assicuro che sono perfetti.
- Non capisco questa tua costante sfiducia nella mia scienza.
- Il mio corpo è rimasto senza vita, ma l'anima non se n'è staccata. Come mai? Era sempre rinchiusa prigioniera dentro di me? Potrebbe restarlo in eterno? Solo per forza di volontà?
- Tutto ciò che non comprendiamo è magia finché non lo comprendiamo.
- Ci siamo riusciti, Hertz. [...] Una struttura tale che niente vi può penetrare, e niente può sfuggirne! [...] A quale scopo? Ma è ovvio, ridare la vita dopo la morte. Dopo la morte! La grande nemica è vinta.
- Prima di tutto, mi occorreva una prova concreta che l'anima non lascia il corpo al momento della morte. [...] In secondo luogo, sono riuscito a creare un elemento così solido e compatto da risultare inattaccabile. Nulla che possa entrarvi, ripeto, niente che possa uscirne. [...] Si muore perché il corpo muore, non l'anima. La morte è un fatto fisico, non dello spirito. L'organismo perisce sia perché decade con l'età sia per malattie, ma lo spirito gli sopravvive. Perciò se io riesco a trasferire l'anima in questo impianto, a risanare il corpo e a ridargli l'anima, ho vinto la morte.
- Qui non esistono supposizioni, ma solo fatti, constatati.
- [Sulla stregoneria] Non mi risulta che negli atenei esista questa facoltà, ma se verrà istituita, io avrò diritto alla prima laurea.
- Morale? Scrupoli senza fondamento!
- Cadaveri se ne trovano, anime no.
- Vuole insinuare che Hans è stato richiamato in vita con pratiche di stregoneria? [...] E lo stregone sarebbe il sottoscritto, immagino.
- Christina! Ti prego! C'è qualcosa che devi sapere. Non li hai uccisi tu, quei tre uomini. Un altro guidava la tua mano. È il momento di dirti chi sei.
- Scusatemi, non sapevo che foste tutti dottori. [...] Ah, mi dispiace. Credevo che sapeste quello che stavate dicendo. [...] A sentire certe stupidaggini, esplode il lato peggiore del mio carattere.
- Sono gli sciocchi come voi che hanno ostacolato il progresso in tutte le epoche. Voi fate delle osservazioni su dei fatti che non riuscite neanche a comprendere.
- Se l'uomo non si fosse dedicato alle innovazioni e agli esperimenti, questa sera lei avrebbe mangiato in una caverna, avrebbe seminato le ossa sul pavimento e si sarebbe pulito le dita con una pelle di animale. Comunque, il suo abito non è immacolato.
- Non invochi l'Onnipotente, dott. Holst. Credo che ora sia molto in collera con lei.
- Avevamo trovato entrambi un sistema di trapianto immediato da un corpo all'altro, e ci tenevamo in corrispondenza sull'argomento. Ma nessuno dei due era riuscito a congelare i cervelli senza distruggere le cellule vitali e conservarli per un uso futuro. Le mie ricerche fallirono, invece Brandt scoprì la tecnica. Mi scrisse, ci accordammo di incontrarci per la prima volta e lui mi avrebbe svelato il segreto. Disgraziatamente, due giorni prima del nostro incontro egli impazzì. Il troppo lavoro lo aveva distrutto e scomparve. Subito dopo, io venni espulso dal paese.
- Il nostro scopo era quello di conservare all'infinito i grandi talenti e i geni del mondo. Quando muoiono, i loro cervelli sono all'apice della potenza creativa, e noi li facciamo marcire sottoterra perché i corpi che li ospitano si sono deteriorati. Noi vogliamo asportare questi cervelli nell'istante della morte e ibernarli, preservando così per i posteri tutto ciò che contengono.
- Ricordati, il dott. Knox aveva Burke e Hare ad assisterlo. Pensa a che cosa fecero per la chirurgia fra tutti loro.
- Il trapianto di tutti gli organi umani è una logica evoluzione della chirurgia, ma te e quei testardi dei tuoi contemporanei rifiutate l'evidenza dei fatti.
- [Ultime parole] A che serve morire?! Lavoreremo insieme, lascerò tutta la gloria a te! No!
- Se io le permettessi di picchiarmi, sarebbe come ammettere che lei è superiore a me. E poiché le cose non stanno così, non lo permetto.
- È naturale invece per un uomo della tua età interessarsi a una cameriera di sedici anni?
- Così risolvi i problemi, vero? Vuoi aver ragione con la frusta.
- Vieni a vedere. [mostra un braccio attaccato a degli elottrodi] L'ho rubato da un'aula d'anatomia. [attiva gli elettrodi] Attento, eh. Guarda! [il braccio fa il gesto delle corna] Lo manderò al preside con i miei saluti.
- Ti ricordi che guaio all'università durante le lezioni di anatomia? [...] Non c'erano mai abbastanza cadaveri. [...] Una testa come questa sarebbe stata divisa tra duecento studenti. E così invece è tutta per noi.
- Lasci da parte i suoi dettagli autobiografici e mi dica cos'ha a disposizione.
- È lo scopo della scienza venturarsi nell'ignoto.
- Non vorrai che mi addolori per tutti quelli che vengono uccisi dai briganti?
- Ormai ho la formula e lo farò perfetto.
- Malgrado li mandino qui come pazzi criminali, spesso trovo che i loro crimini sono meno evidenti della malattia stessa.
- Lei è in possesso del cervello di un genio, ed ora ha le mani di un artigiano. Che meravigliosa combinazione! Dovrà solo far pratica per coordinarli, un poco ogni giorno.
- Il corpo non accetta il nuovo cervello. Sta cercando di rigettarlo, e tra pochi giorni ci riuscirà. Il cervello comincerà a deteriorarsi giorno dopo giorno, e poi più niente. La mia creatura diventerà un vegetale e poi morirà. Un altro fallimento.
- Pensavo che il suo corpo stesse rigettando il cervello. Non è così. Sta prendendo il sopravvento sul cervello!
- Abbiamo molto lavoro arretrato. Stavo pensando a cosa abbiamo sbagliato. Forse troppa fiducia nella chirurgia e troppo poca nella biochimica.
- [Sulla morte della sua creatura] Oh, non è molto importante. È la cosa migliore per tutti. Non serviva più a noi né a sé stessa. Ma la prossima...
- Mi hai portato dei buoni pezzi. Quella manus era perfetta. [...] Ma quello che ci serve ora è un perfetto... nasum. Sì! Qualcosa che rappresenterà l'ideale serbo di perfezione somatica.
- La razza serba discende per rami diretti dai perfetti e gloriosi antichi greci.
- Io mi ricordo quando andavo a scuola, la governante accompagnava me e mia sorella, e vedevo ogni giorno questi altri esseri per la strada. Non ci era permesso giocare con loro. Erano esseri inferiori, dei bifolchi, dei paria. Ma più di una volta io riuscivo a scappare, e stavo là per ore nei campi ad osservare quegli esseri. Ora i nostri studi sono finalmente alla conclusione: abbiamo una bellissima femmina, e sono sicuro che fra questa gente di paese, riusciremo a trovare il perfetto... nasum.
- Dobbiamo trovare la testa adatta a questo torso. Dovrà essere un uomo fortemente incline alle donne. È essenziale che sia sessualmente insaziabile. Se avremo successo nel trovare un cervello con questa idea fissa, avremo delle ottime chances che il maschio che creeremo vada in amore per la mia zombi femmina. Si accoppieranno ed essa mi darà i figli che voglio. Essi saranno la vera sorgente di una nuova razza, interamente creata da me, obbediente soltanto ai miei comandi.
- Presto, qui in Serbia, nel mio laboratorio, la perfezione diventerà una realtà. Sì, sì, è così. Materializzerò l'ideale di giovinezza della razza serba. Il mio lavoro è la continuazione di una creazione incompiuta: l'individuo umano, un lavoro di rifinitura. Ma questa volta devo dare la vita.
- Noi stiamo per dar vita, Otto, a delle creature destinate a destituire la zozzeria che ora popola e ripopola questo pianeta. Ed esse giureranno fedeltà a me solo. Io solo sarò oggetto della loro obbedienza.
- Per conoscere la morte, Otto, devi fottere la vita fino alle budella.
- Ho sempre cercato i pezzi rari e i nobili ideali delle antiche civiltà, mio caro. Mia sorella ed io in questo siamo eguali, benché i pezzi rari lei se li è sempre cercati nelle fogne.
- Alla scienza ufficiale piacerebbe annunciare la mia conquista come sua conquista e definirla un gigantesco passo avanti della medicina. Ma non può! Gigantesco passo avanti solo per me! Ed ora la sua bellezza verrà apprezzata.
- [Ultime parole] Mi avete distrutto! Avete messo fine a degli esperimenti, ma il mio lavoro vivrà, ed io non sarò morto in vano. Il mio lavoro non è finito e io so che stavo lavorando nella giusta direzione. Non avevo nessuno, solo un laboratorio e un sogno. La femmina è morta, però lui vive, e testimonierà al mondo il mio genio. Contro di me non potranno più lanciare le loro frecce avvelenate alla perfezione. Io là volevo arrivare. Io non ho rimpianti. Io ho fatto del mio meglio.
- Nessuno mai dovrebbe morire. A questo metterò fine... a questo metterò fine. Lo prometto.
- Prendiamo il vaccino per esempio. Trent'anni fa l'intero concetto della vaccinazione era inaudito e ora salviamo delle vite ogni giorno. Ma non è tutta qui la risposta. [...] Prima o poi il modo migliore per ingannare la morte sarà creare la vita.
- Se amassi qualcuno che ha il cuore malato non vorresti fargliene uno sano? [...] Non è impossibile. Si può fare. Ci siamo vicini. E se possiamo sostituire una parte di un essere umano, possiamo sostituirle tutte e se possiamo fare questo, possiamo plasmare una vita. Possiamo creare un essere che non invecchierà e non si ammalerà. Un essere più forte di noi, migliore di noi. Un essere più intelligente di noi... più illuminato di noi!
- Io credo che per sconfiggere la morte e la malattia, per dare ad ogni uomo su questa terra la possibilità di vivere una vita lunga, una vita sana, per permettere alle persone che si amano di restare insieme per sempre. Per tutto questo credo che valga la pena di rischiare.
- Dunque gli organi in tal maniera ricomposti abbisognano del nutrimento e del calore sufficienti e soprattutto di una maggiore quantità di energia diretta... maggiore energia diretta... Il liquido amniotico è l'elemento biogeno essenziale. Viene iniettato nel soggetto con gli aghi di rame dall'agopuntura, infissi nella carne nei punti chiave di massima energia. Ora, dopo l'interruzione della corrente il rospo morto dovrebbe conservare l'animazione, ma indipendentemente da fonti esterne di energia. [elettrizza il rospo, che si rianima] Sì, esatto! Ecco la combinazione! Ecco la combinazione! Esatto!
- [scrivendo nel diario] "Massime malformazioni congenite. Forze fisiche enormemente accresciute. Ma il soggetto rianimato è subfunzionale, è miserevole... ed è morto."
- C'è qualcosa che consuma la mia anima e che io non riesco a comprendere.
- [Ultime parole] Tutto ciò che un tempo ho amato giace in una fossa che ho scavato con le mie mani. Ho seguito il sentiero che lui mi ha tracciato. Nord, sempre a Nord, da mesi ormai con un solo scopo: ucciderlo. Ora sono stanco. Sono... tanto... troppo stanco.
Citazioni su Victor Frankenstein
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Egli suscita in me una stupefacente ammirazione e pietà. Come posso vedere una creatura tanto adorabile dilaniata interiormente senza soffrirne a mia volta? È costui un uomo di grande cultura e, quando parla, le sue parole fluiscono con un'eloquenza senza pari.
- Oh, Frankenstein, non puoi essere equanime con tutti e calpestare solo me, al quale più che a ogni altro, devi giustizia, clemenza e persino affetto! Rammenta che tu mi hai generato: dovrei rappresentare il tuo Adamo e invece sono l'angelo caduto che tu hai allontanato senza che avessi compiuto alcun misfatto. (La creatura)
- Mi vendicherò delle offese subite e, se non posso ispirare amore, allora seminerò il terrore. Soprattutto a te che sei il mio creatore, giuro un eterno rancore che concretizzerò adoprandomi in ogni modo per procurarti sofferenza, affinché anche tu maledica il giorno che sei venuto al mondo. (La creatura)
- Oh, Frankenstein! Essere generoso fino all'estremo! A che serve adesso chiedere il tuo perdono! Io, che ti ho distrutto privandoti di tutti coloro che amavi. (La creatura)
Film
modifica- – Come vorrei che tu non lavorassi per lui!
– Ma anch'io devo guadagnare da vivere!
– Questo è vero, ma...
– Ma?
– Sai quali voci corrono.
– No. Cosa mormorano quando volta le spalle?
– Lo sai.
– Non lo so, ma posso immaginarlo. Che è una specie di mostro che ha fatto un patto col Diavolo. Che pratica la stregoneria e celebra messe nere. Non è vero?
– Sì, pressapoco.
– E divora bambini appena nati e certe volte si trasforma in rospo. Allora sta' bene a sentire: dovendo scegliere fra lui e loro, sceglierò sempre lui! (La maledizione dei Frankenstein) - Lo psicanalista austriaco spiega al famigerato barone Frankenstein che la sua Creatura era tanto sanguinaria perché non poteva fare l'amore. Il libido fu strazioso e quindi pluriomicida. Il barone, abbagliato dalla chiarezza del ragionamento, fa ritorno ai suoi antri, e questa volta fornisce il mostro di una dose di sessualità. Ma il barone esagera sempre in dosi e misure, e il mostro sessualmente dotato tenta di violentare proprio lui. Il barone sfugge per un pelo l'oltraggio ed è tormentato da un dubbio: che il mostro sia una checca? Ma non è così. L'orrenda notizia circola nel villaggio: "Una creatura abominevole violenta chiunque incontri". Gli uomini si armano per punire lo stupratore mentre la governante, che ha appena compiuto settantacinque anni, si sfila mutande e reggiseno, sperando di incontrarlo, di sacrificarsi per amore della scienza. (4 mosche di velluto grigio)
- Sei uno strano tipo, Victor. [...] A volte sai essere gentile, umano. E altre volte invece sei freddo come il ghiaccio. Talvolta mi chiedo qual è il vero Frankenstein. (Gli orrori di Frankenstein)
- – Abbiamo già dei precedenti del suo caso. Qualche anno fa, un certo barone è stato condannato da questa Corte per un crimine simile.
– Un barone? Chi?
– Non credo che ciò la riguardi.
– Frankenstein.
– Vedo che ha sentito parlare di lui. Non ne sono sorpreso.
– Ho tutti i suoi libri e le sue dispense dell'Accademia. (Frankenstein e il mostro dell'inferno) - Siete un folle, Victor Frankenstein di Ginevra! Come potevate immaginare quel che avreste liberato! Come l'avete messo insieme? Con pezzi di ladri, pezzi di assassini? Il male cucito al male, cucito al male, cucito al male! Credete veramente che questa cosa vi sarà grata della sua mostruosa nascita? Il male avrà la sua vendetta! Possa Iddio aiutare coloro che amate. (Frankenstein di Mary Shelley)
- Mi rammarico che il tuo momento di gloria debba essere rovinato per una cosuccia come depredare una tomba. (Conte Dracula, Van Helsing)
- Più di un secolo fa, in un villaggio di montagna, in Svizzera viveva un uomo i cui strani esperimenti con i morti sono diventati leggenda. La leggenda si è tramandata con orrore fino ai giorni nostri. È la leggenda de "la maschera di Frankenstein".
- Si rinchiude la dentro per ore ed ore, Professore. Non dorme e non mangia. Secondo me, il mondo sarebbe molto meglio senza tante ricerche ed esperimenti, almeno il mio mondo.
- – Siete mai entrata nel suo laboratorio? No, non è possibile concepire le cose orribili che si è promesso di fare.
– Cosa state cercando di dirmi, Paul? Che Victor è un pazzo? Un malvagio?
– Né l'uno né l'altro. È talmente preso dal suo lavoro che non ne afferra le conseguenze che potrebbero risultarne.
- Nell'anno 1860, il barone Frankenstein fu condannato a morte per i brutali omicidi commessi dal mostro da lui creato. L'intero continente tirò un sospiro di sollievo, quando la ghigliottina fu chiamata a mettere fine alla sua vita di ignominia.
- – Insomma signori, che cosa ne sappiamo di quest'uomo? Chi ne sa niente di lui? Nessuno. Nessuno ne sa niente. È venuto qui tre anni fa, e a cominciato all'esercitare e senza dire da dove veniva. Di dov'è? Dove ha studiato medicina? Che precedenti ha? Lo sapete voi? No! No, e io nemmeno. Eppure è qui, ha una clientela ed è considerato il miglior medico di tutta Carlsbruck. Non ha nemmeno chiesto di essere iscritto all'albo dei medici, e va dicendo che lui può farne benissimo a meno.
– E lo dimostra con i fatti. A me ha portato via un bel po' di clienti.
[...]
– A tutti, anche a me.
– Fra gli altri, anche sua moglie se non sbaglio.
– Sì, ma questo finirà, e presto! - Voglio che lei mi insegni quello che nessuna scuola può insegnarmi. Voglio diventare il discepolo di colui che io considero il genio del secolo. Il suo discepolo, Barone.
Persone
modifica- La condizione umana di Frankenstein risiede in quella del Mostro, e quella del Mostro in Frankenstein. Che questo fatto abbia ricevuto un ampio, anche se involontario, riconoscimento è confermato dall'errore molto comune di chiamare «Frankenstein» il Mostro, e scaturisce dal fondamentale principio del romanzo: Frankenstein si perpetua nel Mostro. (Muriel Spark)
Voci correlate
modificaNote
modifica- ↑ Dopo un sondaggio tenuto negli USA nel 2005 dall'American Film Institute, che è andato a comporre l'AFI's 100 Years... 100 Movie Quotes, questa citazione è stata inserita al quarantanovesimo posto nella classifica AFI delle cento battute più celebri della storia del cinema.
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