Il mostro è in tavola... barone Frankenstein
film del 1973 diretto da Paul Morrissey, Antonio Margheriti (solo versione europea; come Anthony M. Dawson), Andy Warhol (solo versione USA)
Il mostro è in tavola... barone Frankenstein
Titolo originale |
Flesh for Frankenstein |
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Lingua originale | inglese e francese |
Paese | Stati Uniti d'America, Italia, Francia |
Anno | 1973 |
Genere | Horror, Fantascienza |
Regia | Paul Morrissey, Andy Warhol (solo versione USA), Antonio Margheriti (solo versione europea; come Anthony M. Dawson) |
Soggetto | Mary Shelley (dal romanzo Frankenstein o il moderno Prometeo) |
Sceneggiatura | Tonino Guerra (non accreditato), Pat Hackett (non accreditato) |
Produttore | Andy Warhol, Carlo Ponti e altri |
Interpreti e personaggi | |
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Note | |
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Il mostro è in tavola... barone Frankenstein, film del 1973, diretto da Paul Morrissey e Andy Warhol.
Frasi
modifica- Dobbiamo trovare la testa adatta a questo torso. Dovrà essere un uomo fortemente incline alle donne. È essenziale che sia sessualmente insaziabile. Se avremo successo nel trovare un cervello con questa idea fissa, avremo delle ottime chances che il maschio che creeremo vada in amore per la mia zombi femmina. Si accoppieranno ed essa mi darà i figli che voglio. Essi saranno la vera sorgente di una nuova razza, interamente creata da me, obbediente soltanto ai miei comandi. (Barone Frankenstein)
- Presto, qui in Serbia, nel mio laboratorio, la perfezione diventerà una realtà. Sì, sì, è così. Materializzerò l'ideale di giovinezza della razza serba. Il mio lavoro è la continuazione di una creazione incompiuta: l'individuo umano, un lavoro di rifinitura. Ma questa volta devo dare la vita. (Barone Frankenstein)
- Noi stiamo per dar vita, Otto, a delle creature destinate a destituire la zozzeria che ora popola e ripopola questo pianeta. Ed esse giureranno fedeltà a me solo. Io solo sarò oggetto della loro obbedienza. (Barone Frankenstein)
- Per conoscere la morte, Otto, devi fottere la vita fino alle budella. (Barone Frankenstein)
- Ho sempre cercato i pezzi rari e i nobili ideali delle antiche civiltà, mio caro. Mia sorella ed io in questo siamo eguali, benché i pezzi rari lei se li è sempre cercati nelle fogne. (Barone Frankenstein)
- Alla scienza ufficiale piacerebbe annunciare la mia conquista come sua conquista e definirla un gigantesco passo avanti della medicina. Ma non può! Gigantesco passo avanti solo per me! Ed ora la sua bellezza verrà apprezzata. (Barone Frankenstein)
- Come hai osato svegliarmi in pieno giorno quando sai che soffro di insonnia?! (Baronessa Katrin Frankenstein)
- [Ultime parole] Mi avete distrutto! Avete messo fine a degli esperimenti, ma il mio lavoro vivrà, ed io non sarò morto in vano. Il mio lavoro non è finito e io so che stavo lavorando nella giusta direzione. Non avevo nessuno, solo un laboratorio e un sogno. La femmina è morta, però lui vive, e testimonierà al mondo il mio genio. Contro di me non potranno più lanciare le loro frecce avvelenate alla perfezione. Io là volevo arrivare. Io non ho rimpianti. Io ho fatto del mio meglio. (Barone Frankenstein)
Dialoghi
modifica- Barone Frankenstein: Sai bene che io voglio tutto terso e brillante. Io non posso lavorare nel caos. Quando studiavo con i professori Blümbach e Frinks, ho dovuto sciacquarli i boccioni per due anni prima di potermi affacciare nel loro laboratorio.
Otto: Barone, lo so, e le sono grato. Io qui con lei sto tanto bene. Con la sua guida, ho fatto grandi cose, e sono felice all'ombra della sua scienza.
Barone Frankenstein: Ma sì, lo so, lo so, Otto. Sei stato un ottimo assisstente. Mi hai portato dei buoni pezzi. Quella manus era perfetta.
Otto: Oh, grazie Barone.
Barone Frankenstein: Ma quello che ci serve ora è un perfetto... nasum. Sì! Qualcosa che rappresenterà l'ideale serbo di perfezione somatica.
Otto: Come sarebbe l'ideale serbo? Questa non glielo mai sentita dire.
Barone Frankenstein: Ma Otto, tu non capisci. La razza serba discende per rami diretti dai perfetti e gloriosi antichi greci.
Otto: Con lei si impara sempre. Ma dove si trova questo tipo di naso?
Barone Frankenstein: In paese, Otto. In paese. Io mi ricordo quando andavo a scuola, la governante accompagnava me e mia sorella, e vedevo ogni giorno questi altri esseri per la strada. Non ci era permesso giocare con loro. Erano esseri inferiori, dei bifolchi, dei paria. Ma più di una volta io riuscivo a scappare, e stavo là per ore nei campi ad osservare quegli esseri. Ora i nostri studi sono finalmente alla conclusione: abbiamo una bellissima femmina, e sono sicuro che fra questa gente di paese, riusciremo a trovare il perfetto... nasum.
Explicit
modificaSacha: La morte è terribile, ma non c'è vita per me.
Nicholas: Ma che dici? Io sono il tuo migliore amico.
Sacha: Mi conoscevi prima, ma ora no. Io devo morire.
Citazioni su Il mostro è in tavola... barone Frankenstein
modifica- Andy Warhol ha cambiato assai due dei più celebri miti della letteratura e del cinema «neri»: il suo Frankenstein girato in tre dimensioni non crea un orrendo mostro ma una bellissima coppia, il suo Dracula ambientato negli Anni Trenta è sempre in frac e si porta dietro la bara sul tetto della Mercedes. [...] I due film non mostrano il minimo rispetto per i loro eroi. (Lietta Tornabuoni)
- Era come la famiglia Addams. Già il film era macabro, poi tutti erano particolari, anzi, strani strani. Tutto era strano. Poi non avevano coscienza. Nel film per creare la creatura perfetta si prendevano le gambe di una, le braccia dell'altra e così via, insomma, un assemblaggio. Mi dovevo alzare alle 4 del mattino e per truccarmi con cicatrici e altro ci volevano cinque ore! Ma ti trattavano come un oggetto. A un certo punto avevano sbagliato a farmi un bisto e facevo fatica a respirare. Io stavo zitta perché per me era un'occasione importante, però svenivo spesso e allora volevano sostituirmi. (Dalila Di Lazzaro)
- I finanziamenti per il film erano italiani, quindi dovevano far comparire un regista italiano. In realtà, il vero regista, Paul Morrissey, era americano, io ero tedesco e Joe Dallesandro era americano. Eravamo tutti stranieri. (Udo Kier)
- In Frankenstein, io ero il protagonista, quindi ho voluto un vero dottore per imparare la terminologia. (Udo Kier)
- L'epopea del male non regge il confronto con la nera realtà contemporanea, i miti ottocenteschi si sfaldano di fronte ai nuovi riti di sangue. L'intervento di Andy Warhol può apparire il segno definitivo del tramonto di Frankenstein e Dracula: quando arriva Warhol il distruttore, estetizzante imbalsamatore del reale, geniale seppellitore di vitalità creativa, vuol proprio dire che tutto è finito. (Lietta Tornabuoni)
- La combinazione tra tradizionale e trasgressione avrebbe dovuto innescare una bomba commerciale che il tridimensionale avrebbe potuto valorizzare. In realtà, le cose non vanno come sperato. L'approccio di Morissey è raffinato e raggelante, non induce suspense né a risate, ma suscita un intermittente interesse intellettuale per l'irreverente genialità di alcuni spunti e l'accuratezza della confezione. (Rudy Salvagnini)
- Tutti hanno sempre etichettato il dittico Dracula-Frankenstein come film di Andy Warhol. Se ti sente Morrissey, ti prende a sberle! (Stefania Casini)
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