Kirill Martynov
Kirill Konstantinovič Martynov (1981 – vivente), giornalista e filosofo russo.
Citazioni di Kirill Martynov
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- [Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Siate lucidi, non lamentatevi, rifiutatevi di aiutare i criminali di guerra in qualsiasi modo, organizzatevi autonomamente. Perderemo i nostri posti di lavoro, le nostre illusioni, la nostra patria, ma non è nulla rispetto a quello che stanno vivendo ora gli ucraini.[1]
Intervista di Massimiliano Coccia, lespresso.it, 4 aprile 2022.
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022]
- I russi sono spaventati e disorientati. Anche se in qualche modo sostieni Putin, è abbastanza difficile abituarsi al fatto che lo stato ti proibisce semplicemente di parlare apertamente e di contare i soldati uccisi o anche di usare il termine "guerra".
- L'oligarchia russa è cambiata negli ultimi decenni. Ora Putin è l'unico "proprietario privato" in Russia, e il grande business può esistere solo perché Putin lo permette.
- Penso che una spaccatura nelle élite sia abbastanza probabile se i costi della guerra per i funzionari corrotti superano significativamente i potenziali guadagni provenienti da questa fedeltà. Ma mi sembra che il destino della Russia sia nelle mani dei suoi cittadini, non delle élite. Affinché le élite si sollevino contro Putin, hanno bisogno di un chiaro sostegno pubblico.
- La società russa non capisce ancora la portata della catastrofe militare in Ucraina. Questo è chiaramente facilitato dal fatto che le autorità russe nascondono i dati sulle perdite - solo una parte di esse è riconosciuta ufficialmente. Quei russi che hanno accesso a informazioni indipendenti e vogliono vedere la verità, capiscono che l'esercito russo è diventato una vittima del piano folle di Vladimir Putin e della sua stessa corruzione che ha prosperato per molti decenni.
- Penso che la propaganda russa in Europa abbia subito un colpo devastante, perché nessuno può più sostenere la guerra folle. Spero che il numero di alleati di Putin in Europa diminuisca. Stiamo vivendo una situazione di una nuova Europa divisa, il ritorno del muro di Berlino, che non è più a Berlino, fortunatamente per i tedeschi, ma purtroppo per gli ucraini. In queste condizioni, concetti come "neutralità" o "comprensione della politica di Putin" non sono più appropriati.
- Il futuro della Russia è tragico. Abbiamo iniziato una guerra senza senso, la pagheremo con un regime fascista nel nostro paese e forse con il collasso dello Stato stesso. Credo che quello che stiamo vivendo ora sia il vero crollo dell'URSS, perché nel 1991 era solo una leggera rincorsa. Sulle rovine della Federazione di Putin, i giovani russi cercheranno di costruire una nuova comunità politica - libera e rispettosa degli altri paesi. Auguriamo loro di avere successo.
Dall'intervento alla Scuola Holden per la Giornata dell'Europa; citato in torino.corriere.it, 9 maggio 2022.
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022]
- Forse una parte della società russa vede l'Europa in maniera diversa, distante dai cosiddetti "valori tradizionali", ma sappiamo che è una questione politica. È come se Putin volesse fermare il tempo.
- Ci sono centinaia di migliaia di giovani russi che ogni giorno discutono dell'Europa e persone molto empatiche, la cui vita è stata distrutta. Ma il governo vorrebbe dire ai giovani come devono vivere, questa cosiddetta "operazione speciale" è solo parte di un sistema.
- Ufficialmente non c'è nessuno che può discutere con Putin perché tutti i politici si mostrano d'accordo con lui. Anche perché se non lo fai vieni perseguito, quindi se vuoi davvero criticarlo finisci per diventare una sorta di criminale. Io penso che in Russia si debba ricreare una classe politica, penso sia questa la missione di un giornale.
internazionale.it, 2 settembre 2022.
- Michail Gorbačëv guidò l'Unione Sovietica per sei anni. Un periodo breve, se pensiamo ai dittatori che sognano il potere eterno. Se ne andò insieme al paese di cui era presidente, per evitare che affogasse nel sangue. È una cosa che molti non possono perdonargli, perché in Russia non c'erano stati governanti come lui prima e non ce ne sono stati dopo. Gorbačëv è stato un estraneo in una società in cui l'ideale di uomo politico è rappresentato da Stalin. Una società malata di paura.
- Gorbačëv credeva che per lui e per il vero socialismo ci fosse un futuro, che la politica onesta non temesse il confronto con gli avversari, che non ci fossero argomenti tabù. In questo senso era europeo, parlava la stessa lingua del resto del mondo.
- La Russia di Gorbačëv poteva discutere e fare politica. Lui stesso subiva critiche durissime, ma sapeva ascoltare ed era più forte di chi invece si circonda di adulatori.
- Se le idee del Pcus erano giuste, perché doveva aver paura di altri partiti? Gorbačëv la pensava così, demolendo il principio secondo cui il capo ha sempre ragione. Ai suoi tempi si poteva dubitare delle autorità senza rischiare di essere dichiarati agenti stranieri. Scomparve il concetto di nemico del popolo: se ognuno può dire la sua, provare a individuare il nemico non ha più senso, perché semplicemente siamo tutti diversi.
- Propagandisti e ladri stanno costruendo nuovi muri, sperando d'isolare la Russia dal mondo esterno e, in questo modo, di conservare il potere. La proprietà non esiste, perché l'intero paese appartiene a chi ha deciso di servirsene, mentre gli altri pagano le tasse. La libertà di riunirsi è stata dichiarata una minaccia alla sicurezza dello stato, il dibattito politico è un reato. Si è imposto di nuovo il principio secondo cui il capo ha sempre ragione.
- La nostra generazione, quella cresciuta ai tempi di Gorbačëv, è stata fortunata. Abbiamo vissuto in un paese libero, in cui si poteva non indossare un'uniforme militare, non marciare in colonna, usare la propria testa. Questo non può esserci tolto né dalla violenza né dalle leggi. In questo senso siamo gli eredi di Gorbačëv e gli siamo debitori.
internazionale.it, 22 ottobre 2022.
[Sull'annessione dell'Ucraina meridionale e orientale alla Russia]
- Il presidente russo Vladimir Putin sostiene che quattro regioni dell'Ucraina – quelle di Luhansk, Donetsk, Zaporižžja e Cherson – siano entrate a far parte della Federazione russa. Dal punto di vista giuridico e del buon senso quest'annessione ha un valore pari a zero e non fa che aggravare i problemi della Russia. L'economia del paese, sottoposta alle sanzioni e all'isolamento internazionale, non sarà in grado di sostenere la ricostruzione dei territori occupati. C'è poi da dire che per dei funzionari corrotti, come sono quelli russi, non c'è niente di meglio che occuparsi di "ricostruire" città colpite da attacchi militari.
- Nonostante la stagnazione economica e la fuga di centinaia di migliaia di persone dopo l'annuncio della mobilitazione, la vita quotidiana può essere ancora piuttosto gradevole. Quello che non può esistere alle condizioni dettate da Putin – con la violenza e l'illegalità che si sommano al nepotismo e alla corruzione già radicati – è la società. Oggi in Russia qualsiasi progetto o iniziativa può essere bloccato nell'interesse dei "veterani del Donbass", del leader ceceno Ramzan Kadyrov o dell'oligarca putiniano Evgenij Prigožin (fondatore dell'organizzazione paramilitare Gruppo Wagner). L'istruzione è sostituita dalla propaganda e dagli studenti si pretende che facciano il tifo per l'"operazione speciale".
- La guerra ha conseguenze catastrofiche anche sotto il profilo demografico: dopo le morti causate dalla pandemia (si è parlato di un milione di persone), con la mobilitazione militare il Cremlino ha praticamente deciso che era ora di sbarazzarsi dei troppi giovani in età lavorativa. Alcuni muoiono al fronte, altri fuggono dal paese attraverso le frontiere rimaste aperte.
- Nell'ultimo decennio la Russia era particolarmente fiera del tenore di vita nelle sue città, più alto che nella maggior parte delle ex repubbliche sovietiche (come se questo dipendesse dal lavoro e dal talento, e non dai prezzi del petrolio), e aveva sviluppato una precisa prospettiva coloniale, secondo cui i popoli non russi e non slavi erano considerati inferiori. Putin è riuscito a ribaltare la situazione: oggi qualsiasi stato dell'Asia centrale è diventato per i russi un luogo dove trovare protezione da questa guerra assurda.
- Se Putin comincerà davvero una guerra nucleare, e le condizioni ormai ci sono tutte, oltre a causare un immenso numero di vittime, avvicinerà senz'altro la sua fine. Nella storia recente nessuno ha inflitto tanti danni alla Russia come Putin.
- Ilin non ha alcuna influenza sull'ideologia del putinismo semplicemente perché il governo di Putin è radicalmente anti-intellettuale.
Intervista di Micol Flammini, ilfoglio.it, 22 ottobre 2022.
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022]
- Fino a otto anni fa, era ancora possibile essere filorussi e filoucraini, senza contraddizioni. Ucraini e russi avevano le stesse speranze di vivere in pace e in sicurezza. Chi ha ordinato l'invasione non ha capito che ha distrutto il legame tra due popoli in cui gli scambi erano continui.
- [Sulla rivoluzione ucraina del 2014] Nel 2014 l'Ucraina ci stava mostrando l'esistenza di un futuro migliore, in cui i cittadini erano in grado di chiedere e di ottenere dallo stato.
- Gli ucraini chiedono perché i russi non hanno mai cercato di fermare il governo oppressivo, perché non si ribellano. Vivere in una dittatura vuol dire che le persone iniziano a pensare soltanto alla sopravvivenza e soprattutto a tenere il governo lontano dalla propria vita.
- In qualche modo noi russi abbiamo costruito un nuovo muro in Europa, ed è comprensibile che si pensi che dovremo cavarcela da soli. Il punto è che se ci sarà ancora Putin o qualcuno della sua cerchia, vivremo soltanto una pausa prima del ritorno della guerra. La Russia diventerà un territorio senza diritti umani, senza istituzioni libere, il livello di violenza si alzerà ancora di più come quello della corruzione. Le persone dovranno sopravvivere, adattarsi e l'Europa dovrà domandarsi come coesistere nello stesso continente con questa Russia.
- Quando parlo con i ragazzi in giro per l'Europa, non smetto mai di ripetere che la democrazia è importante e va protetta. Noi russi non l'abbiamo protetta, e questo è quello che è successo.
Intervista di Riccardo Michelucci, gariwo.net, 22 novembre 2022.
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022]
- La nostra linea editoriale è rimasta la stessa, non abbiamo mai smesso e mai smetteremo di denunciare i crimini di Putin e gli orrori di questa guerra.
- Tre o quattro giornalisti sono rimasti in Russia ma lavorano sotto copertura, con un nome falso.
- Nelle prime settimane di guerra, quando lavoravamo ancora in Russia, abbiamo avuto picchi di quattro milioni di visitatori al giorno. Lo stesso abbiamo registrato a settembre, dopo l'annuncio della mobilitazione parziale delle truppe decisa da Putin ma possiamo contare su un flusso enorme e costante di visitatori. Credo sia un dato significativo soprattutto perché dimostra che milioni di russi hanno dei dubbi su quanto sta succedendo, e sono alla ricerca di informazioni.
- Penso che la maggioranza delle persone sia in un certo senso costretta a credere alla propaganda del regime. La nostra società era già molto atomizzata e priva di vere istituzioni. La Russia è anche un paese molto grande con enormi differenze al suo interno. La situazione a Mosca è assai diversa da quella di tante regioni povere nel centro del Paese, o sugli Urali o nel Caucaso del Nord. Ma in generale possiamo dire che gran parte della popolazione non voleva questa guerra, non l'ha mai voluta ma sa di non poter decidere niente, perché Putin tiene il Paese sotto stretto controllo. In ogni caso, chi ha la possibilità di farlo manda i propri parenti all'estero per sfuggire alla leva.
- Penso che il modo migliore per comprendere la situazione della Russia di oggi sia paragonarla a quanto accadeva in Germania e in Italia al tempo di Hitler e Mussolini. In ogni caso non credo che le cose potranno cambiare in seguito a una rivolta popolare. Penso che prima o poi il potere statale russo sarà costretto ad affrontare una serie di gravi problemi strutturali come i conflitti etnici, la povertà, i problemi dell'ambiente e i conflitti tra le singole regioni del Paese. Penso che per l'ennesima volta nella sua storia la Russia stia attraversando un enorme disastro sociale, politico ed economico.
- Putin si aggrappa alla sua posizione di potere e ricatta l'Europa con il gas sfruttando la debolezza dell'UE, il cui primo segnale forte è stato la Brexit. La mia unica speranza è che l'Europa riesca prima o poi a fare a meno delle nostre materie prime. Soltanto quando le economie europee cesseranno di essere dipendenti dal gas russo sarà finalmente possibile impedire a Putin di continuare a dettare le condizioni.
internazionale.it, 23 febbraio 2023.
- A un anno dall'invasione dell'Ucraina, il presidente Vladimir Putin non ha saputo offrire soluzioni alle questioni chiave che la Russia deve affrontare. Qual è l'obiettivo finale della sua "operazione militare speciale"? Come si spiega l'aumento dell'impegno militare e delle vittime nonostante la mancanza di risultati significativi? Quando finirà la guerra? Putin è davvero in grado di mettervi fine? E se tutto sta andando secondo i piani e una guerra infinita ci attende, in base a quali regole vivrà la società russa?
- Il principale risultato ottenuto da Putin sul fronte interno era la cosiddetta stabilità. Ora il caos che da anni semina nel resto del mondo è diventato il fattore dominante della vita in Russia. Nessuno sa quali altri sacrifici saranno richiesti in nome della guerra: le vite dei propri cari, la carriera o le proprietà. In queste circostanze, per molti russi la strategia di sopravvivenza è fingersi morti.
- Putin ha evitato le domande cruciali e si è concentrato su argomenti familiari. Non ha citato i costi della guerra, anche se si è dilungato sulle misure di sostegno sociale, in realtà piuttosto modeste. Il governo russo non può più permettersi la generosità dei progetti nazionali e dei sussidi concessi durante la pandemia. Ha parlato di piani infrastrutturali e ha promesso una grande alleanza orientale, ma nessuno sa bene cosa aspettarsi. Quello che è successo il 24 febbraio 2022 ha mostrato anche ai russi più leali che qualunque programma per il futuro può essere rovinato da un'improvvisa convulsione geopolitica.
- Putin non solo sta conducendo una guerra criminale contro l'Ucraina, ma sta anche riportando il mondo agli anni peggiori della guerra fredda, quando due superpotenze minacciavano di distruggere l'intera umanità. La differenza è che oggi il presidente russo non ha alcun superpotere. Sotto di lui la Russia sta distruggendo il suo futuro in termini demografici, sociali ed economici.
internazionale.it, 28 marzo 2024.
[Sull'attentato al Crocus City Hall]
- La notte del 24 marzo, giorno di lutto nazionale, undici vecchi bombardieri strategici Tu-95 si sono alzati in volo per attaccare le città ucraine di Kiev, Odessa e Leopoli. Questo lutto a suon di bombe mostra con grande chiarezza la trappola in cui il presidente Vladimir Putin ha trascinato la Russia. I piloti, con al braccio bende di lutto in memoria dei moscoviti uccisi dai terroristi, hanno lanciato una raffica di missili sulla popolazione ucraina. Nelle strade di Mosca il lutto sincero convive con gli appelli del governo a unirsi alle file degli assassini.
- Nei venticinque anni di potere di Putin ci sono stati molti attacchi terroristici, ma quello al Crocus è diverso dagli altri: l'unica ragione di tanta efferata violenza è la "guerra contro i cristiani". Dal punto di vista dei fondamentalisti dell'Isis, la Russia è un paese occidentale come gli Stati Uniti o la Francia: tutti meritano di essere distrutti per consentire la nascita di un califfato globale.
- [...] le ambasciate degli Stati Uniti e di altri paesi, evidentemente in possesso d'informazioni d'intelligence, il 7 marzo avevano avvertito Mosca del rischio di un imminente attacco terroristico a raduni di massa, come concerti. Il Servizio federale russo per la sicurezza (Fsb, i servizi segreti interni) ha però ignorato l'avvertimento, preferendo concentrarsi sui sabotatori ucraini e le cellule estremiste lgbt.
- [...] è già chiaro che questa tragedia è stata resa possibile dal grandioso fallimento dei servizi antiterrorismo russi, negli ultimi anni impegnati in tutto tranne che in quelli che dovrebbero essere i loro compiti: si sono occupati soprattutto di svolgere indagini politiche e di coprire le atrocità commesse dai russi nei territori occupati dell'Ucraina.
- [...] oggi le autorità russe si trovano in un vicolo cieco, perché è impossibile stabilire la differenza tra i propagandisti del Cremlino, come il politologo Aleksandr Dugin e il politico Dmitrij Medvedev, e i predicatori fondamentalisti. Anche se ovviamente combattono sotto bandiere diverse, sia i sostenitori della guerra in Ucraina sia i jihadisti pensano che il mondo moderno debba essere distrutto dalla legge del più forte e dicono di voler costruire una società nuova, fondata sulla lotta contro quelli che sono percepiti come infedeli. Per il Cremlino l'attentato al Crocus è stato un brutale scontro con la realtà.
- I russi ricordano ancora tutti i dubbi sulla reale responsabilità degli attentati del 1999, che Putin usò per vincere le sue prime elezioni presidenziali promettendo una lotta senza quartiere al terrorismo. Il dittatore russo è direttamente responsabile di aver scatenato una guerra con i vicini della Russia prima nel 2014 e poi nel 2022, e di aver così privato il paese delle risorse necessarie per proteggere i propri cittadini dalle minacce reali.
- Sullo sfondo della guerra e del terrorismo già si vede arrivare una tremenda ondata di xenofobia. La Russia si sta avviando verso la catastrofe, in onore degli eroi dell'operazione militare speciale. Le autorità hanno un'unica possibilità per uscire da questo vicolo cieco e non mettersi sullo stesso piano dei terroristi: mettere fine alla guerra in Ucraina.
Note
modifica- ↑ Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 25 febbraio 2022; citato in "In Russia anche un fiammifero può scatenare l'incendio", dice il direttore europeo di Novaya Gazeta, ilfoglio.it, 12 settembre 2022.
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