Giuseppe Tornatore

regista italiano (1956-)

Giuseppe Tornatore (1956 – vivente), regista e sceneggiatore italiano.

Giuseppe Tornatore

Miglior film straniero (1990)

Nuovo Cinema Paradiso

Citazioni di Giuseppe Tornatore

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  • Baarìa è un film fatto con tanta passione, con grande sacrificio perché è costato non solo molti soldi, ma anche tanto dolore, fatica, sacrificio personale. Questo sì. È il mio film più personale e sincero, in cui ho investito più che in qualsiasi altro film, mettendo in gioco tutto me stesso.[1]
  • Bagheria è dove sono nato, Palermo è la mia città e Messina è dove ci sono i miei amici.[2]
  • Cercate di capire se il vostro sogno è un sogno autentico. Se scoprite che lo è, perseguitelo, non guardate in faccia a nessuno.[3]
  • [Su Baarìa] È un film su un paese siciliano che finisce per essere l'allegoria di tutti i luoghi in cui ognuno di noi è nato e ha vissuto. Tutti gli abitanti della provincia vivono il loro paese come centro del mondo, da sempre è così. I piccoli centri di provincia sono uguali dappertutto, un microcosmo che aiuta a capire e a interpretare quanto accade a distanza, nell'universo. Baarìa insomma vuole parlare a tutti.[4]
  • La vera essenza del cinema resta un territorio ancora sconosciuto.[2]
  • [Su Tullio Kezich] Lo stimavo moltissimo, da sempre. I suoi libri e le sue recensioni mi avevano aiutato ad amare il cinema e a saperne di più, pertanto provavo estremo dolore quando i miei film non lo convincevano. È accaduto diverse volte, sfortunatamente. Tuttavia il nostro rapporto di cordiale amicizia non si è mai incrinato, e la mia considerazione per la sua alta statura intellettuale non è mai venuta meno. Cresceva, semmai, il mio senso di inadeguatezza nei confronti delle sue aspettative. Del resto quale regista non ha tremato nel leggere la recensione di Kezich? Ma nessuno ha mai temuto che la sua analisi, per quanto spietata, potesse contemplare l'uso del disprezzo o dell'irrisione. La ragione, semplice, è che Tullio Kezich nutriva il più assoluto rispetto per il mestiere del cinema, e li conosceva bene i tormenti e i drammi che si consumano all'ombra della macchina da presa, essendo stato molte volte dall'altra parte della barricata, come produttore, sceneggiatore e ispiratore di talenti. Per questo motivo giudicava a fondo, con cognizione di causa, costringendoti alla riflessione, e anatomizzava i film insegnandoti. Una figura di critico cinematografico davvero singolare.[5]
  • Dopo Nuovo cinema Paradiso mi sono sentito chiedere se avrei fatto storie fuori dalla Sicilia. Ho girato spesso fuori dalla Sicilia, ma è un tema [la Sicilia] e una realtà alla quale tornerò sempre. Malèna è un soggetto di Vincenzoni, non era ambientato al sud. L'ho rifatto tutto, avevo bisogno di nutrirmi della mia conoscenza e di ciò che ho chiaro nella memoria.[6]
  • Fare un film per Dolce & Gabbana non è come realizzare qualsiasi altro spot o campagna pubblicitaria. Stefano e Domenico non ti danno una trama, ti danno una sensazione: mi hanno chiesto di ricreare un'atmosfera di delicata seduzione. La campagna di Dolce è la storia di un corteggiamento d'amore, un racconto siciliano.[7]
  • Io amo pensare alla Sicilia come un luogo dove puoi trovare qualunque tipo di contraddizioni. Troverai sempre che tutto ha un fondamento. Però certamente il fatto che sia un'isola ha influito moltissimo sulla capacità di ragionare, ma anche, forse, sulla capacità di sragionare, se vogliamo sempre citare Pirandello. Quello che a me sempre ha colpito è che, secondo me, l'isola, l'essere nati in un'isola ha accentuato la vena sognatrice dei siciliani. L'essere costretti ad immaginarsi che cosa ci sia dall'altra parte dell'orizzonte ha accentuato molto questa vena visionaria che mi è molto vicina, in qualche modo.[8]
  • La migliore scuola di cinema sia andare al cinema.[9]
  • Non esiste in tutto il mondo un'altra regione, altrettanto piccola come la Sicilia, ad avere ispirato tanto cinema quanto quello che ha ispirato la Sicilia. È quasi un caso, ed è stato studiato molte volte. Perché il cinema si innamora sempre della Sicilia e non smette di desiderare di raccontarla? E per quanto l'argomento possa cinicamente sembrare ormai logorato e compiuto, invece si trovano sempre nuovi modi di osservarla, di tornare a narrarla, a raccontarla. Perché? È un interrogativo rispetto al quale sono state tentate diverse risposte, ma nessuna è riuscita a svelare il mistero. Una volta l'ho chiesto a Leonardo Sciascia, che se ne intendeva. Mi disse: "Si è sempre fatto e sempre si farà cinema sulla Sicilia perché la Sicilia è di per sé cinema". È un luogo cinematografico, come in geometria e in matematica si chiamerebbe luogo geometrico l'insieme di tutte le cose che hanno la stessa caratteristica. In Sicilia trovi tutto ciò che può servire per raccontare qualunque tipo di storia. [...] Il motivo per cui il cinema non ha mai smesso è perché è una terra di grande fantasia, una terra che ti offre storie tragiche, come quella di Salvatore Giuliano, però è anche la regione in cui si può fare un film bellissimo come Kaos dei fratelli Taviani, attiggendo alle novelle di Pirandello. Si può fare tutto in Sicilia, si può girare qualunque tipo di storia, e saranno sempre storie universali, che possono essere capite e amate ovunque. Si può scherzare, si può fare la tragedia, si può scherzare sulla tragedia, come ha fatto Germi. Si può fare tutto. Tutto. Questo spiega, secondo me, il caso.[10]
  • [Sulla Sicilia] Non smetteremo mai di pensare che sia una terra meravigliosa, dalla quale però, prima o poi, sei costretto a fuggire, e dopo la fuga, come dice Dacia [Dacia Maraini], sei costretto a non smettere mai di chiederti perché sei fuggito. Che poi non è una fuga. Per me è un ricorrere forse alla condizione ideale per capire la Sicilia, e Bagheria ovviamente, cioè la distanza. È la distanza che ci aiuta a capire bene ciò che vivendo per le vie di questa terra meravigliosa non riesci a mettere a fuoco. La distanza invece aiuta.[11]
  • Premesso che di Baarìa mi restano la dolcezza e l'orgoglio di averlo fatto e la grande soddisfazione per come in fondo è andata, la ferita riguarda la speculazione che si è fatta sopra quel film. Tutti quei veleni, quelle cose dette in malafede... Tutto è nato quando Berlusconi, la sera prima che fosse proiettato alla Mostra di Venezia, ha detto che Baarìa è un capolavoro. Un errore che nessun produttore avrebbe commesso. Il suo giudizio ha alzato un muro. E dunque, dei soldi dati da Berlusconi al mio film si doveva diffidare, ma erano apprezzabili per tutti gli altri venti progetti da lui finanziati. Un critico, ancora prima di vederlo, disse: può essere Kubrick, io lo faccio a pezzi. Un altro scrisse: il film, ovviamente, non parla di mafia. A parte il fatto che non è vero, cosa si vuole insinuare con ovviamente? Va detto che la maggioranza dei recensori giudicò liberamente, senza farsi condizionare. Ma non riesco a dimenticare certe porcherie.[12]
  • Sicuramente la figura di Dacia Maraini e tutta la sua opera hanno avuto un ruolo decisivo negli anni della mia formazione, insomma. Da ragazzo, le figure di cui si parlava a Bagheria – Guttuso, Buttitta, Dacia Maraini – erano proprio dei punti di riferimento fondamentali, quindi sono cresciuto in questo contesto di ammirazione per queste figure così importanti che avevano saputo approfondire, attraverso la loro intelligenza, attraverso la loro produzione artistica, un rapporto col nostro paese che a noi risultava difficile da decriptare, ecco. E quindi erano veramente dei punti di riferimento imprescindibili. Ma anche figure come Ferdinando Scianna, un fotografo noto in tutto il mondo. Ecco, erano numerose queste figure di siciliani, e di bagherioti aggiungerei, che hanno accresciuto il mio desiderio di saperne di più e forse hanno affilato la mia capacità di guardare alle cose siciliane, bagheriote in modo particolare, dopo gli anni del mio espatrio. Poi è una caratterista questa che accomuna un po' tutti questi personaggi.[13])
  • Vorrei fare tutto, dall'operatore di macchina al fonico, dal produttore alla comparsa. L'attore no: ci ho provato al liceo, con Pirandello, ed ero un cane.[9]

Intervista di Vito Magno, raivaticano.blog.rai.it, 2 giugno 2010.

  • Il segreto del successo di "Nuovo Cinema Paradiso" è dovuto al fatto che generazioni di persone in tutto il mondo ritengono la sala cinematografica un luogo di educazione.
  • Un piccolo centro di provincia è una nazione in scala ridotta!
  • Il siciliano ama Dio, ama i santi, ma in un rapporto di simpatica familiarità.
  • Se dicessi di credere in Dio direi una bugia, ma se dicessi di non credere direi una bugia ancora più grande!
  • La Chiesa si muove, è articolata, è attenta alle novità del mondo, dell'uomo, alle loro inquietudini. Questo rende la Chiesa importante per tutti noi, anche per coloro che non credono o si rammaricano di non credere.
  • L'arte e la cultura rimandano ad un concetto di bellezza che serve a fornire all'uomo strumenti migliori per la convivenza sociale e civile.
  • Non so neanche se ho un talento! Qualcuno dice che ce l'ho, ma io non lo so. E spero di non saperlo mai.

Intervista di Mario Di Caro, la Repubblica.it, 3 gennaio 2013.

  • Chiudere un ciclo non significa che non farò più film sulla Sicilia, anche perché non so dove mi porterà il mio girovagare cinematografico. Quando finivo di girare i miei film "siciliani" sentivo che nel mio cassetto c'era ancora del materiale sulla Sicilia: all'indomani di Baaria, invece, ho avuto la sensazione di essermi svuotato. Nuovo cinema Paradiso o Malena sono parti di un unico film, che poi è diventato Baaria. Dopodiché il mio essere siciliano c'è in tutti i miei film, anche ne La migliore offerta: magari in futuro ci sarà un nuovo modo per affrontare la Sicilia, un modo diverso per sublimare la mia memoria.
  • [Cinema e Sicilia] È un fermento che c'è sempre stato. Solo che lo diciamo noi siciliani e allora può sembrare un vanto, gli altri se ne accorgono ma non lo dicono nel timore di fare un complimento. È un fermento che ora si manifesta nel cinema, altre volte nel teatro o nella letteratura. Il mio Schermo a tre punte, il documentario sul cinema girato in Sicilia, ormai è vecchio perché sono stati fatti tanti altri film: se avessimo avuto la filosofia di dare mezzi opportuni e incentivi, oggi questo fermento sarebbe più forte. Questa è stata la terra più amata dal cinema, e lo siamo tuttora: negli anni Sessanta c'era una troupe ogni due mesi ma era un cinema che arrivava da fuori, girava e andava via, noi davamo solo le comparse. Nessuno ha pensato di costruire una realtà, una scuola di cinema, qualcosa che riducesse i costi delle produzioni, che cogliesse l'opportunità di lavoro.
  • Sciascia disse che il film deve essere un tradimento rispetto al libro, altrimenti il regista diventerebbe "un volgarissimo illustratore". Disse di più, contro i suoi interessi, come specificò, che "da un brutto libro si può fare un buon film". Mi fece capire che i rapporti tra cinema e letteratura devono essere provocatori al punto da accettare che Elio Petri in Todo modo, più interessato alle pagine sugli esercizi spirituali dei democristiani che alla totalità del romanzo, fu più fedele a Pasolini che all'autore del libro. Fu una grande lezione, quella di Sciascia.

Intervista di Federico Pace, repubblica.it, 13 agosto 2022.

  • Noiret recitava in francese, ma fu molto generoso. Accettò di fare il film, non per mestiere. C'era qualcosa in più che gli dava una grazia particolare. Totò [Salvatore Cascio] era piccolissimo, difficile dirigerlo. Però appena si riusciva, si capiva. Si avvertiva dalla reazione della troupe.
  • [Dopo la prima proiezione a Bari, all'Europa Cinema] Il film durava due ore e cinquanta minuti e ci fu una reazione entusiastica del pubblico. Il distributore si persuase che il film avrebbe camminato da solo.
  • Subito dopo l'Oscar, da Cecchi Gori, con cui ero d'accordo per il film seguente, arrivò un fax speciale per me. Era un fax di Gabriel Garcia Marquez. Cito a memoria: Caro Giuseppe, Nuovo Cinema Paradiso è il film che io avrei voluto fare se fossi riuscito a diventare regista. Se un giorno dovessi passare da Città del Messico, sappi che a casa mia si fanno degli ottimi spaghetti al pomodoro. Vienimi a trovare quando vuoi.

Citazioni su Giuseppe Tornatore

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  • Tornatore è un regista incredibile. Ogni movimento, ogni lampo negli occhi, ogni battito del cuore. A volte stavamo girando e lui si alzava per cambiare le posizioni degli oggetti sul tavolo. Sta lì con te, come se stesse recitando anche lui. Sembra quasi un condottiero. Ama dare le più piccole indicazioni, anche cinque secondi prima di girare... ed è bello, perché con lui una parola è sufficiente. A volte lo vedi dietro la cinepresa che esulta, e per un attore quello è un grande momento. (Sylvia Hoeks)
  • Tornatore è una persona tranquilla, gentile e molto siciliano. Ma non dimentichiamo che nella Leggenda del pianista sull'oceano l'altro personaggio straordinario è Morricone, perché protagonista è la musica. (Tim Roth)
  1. Citato in Intervista a Giuseppe Tornatore: Baarìa è il mio film più personale e sincero, nonsolocinema.com, 3 ottobre 2009.
  2. a b Citato in Il regista Giuseppe Tornatore sale in cattedra «Film su Sicilia? Evito formule preconfezionate», meridionews.it, 24 gennaio 2016.
  3. Citato in “Baarìa, il film della mia vita” Libro-intervista di Tornatore, livesicilia.it, 15 ottobre 2009.
  4. Citato in Giuseppe Tornatore: la mia Sicilia che parla al mondo, news.cinecitta.com, 2 settembre 2009.
  5. Da Ciak, settembre 2009.
  6. Dall'intervista di Maria Pia Fusco, la Repubblica, 9 giugno 2000.
  7. Citato in Dolce. Lo spot di D&G girato da Peppuccio Tornatore, a Noto, ragusanews.com, 2 marzo 2014.
  8. Dal documentario di Marc Evans, Giuseppe Tornatore, Un sogno fatto in Sicilia, 2000.
  9. a b Citato in Giuseppe Tornatore, il siciliano che ha incantato Hollywood, corriere.it, 26 maggio 2016.
  10. Dall'incontro Sud e Regia, coordinato da Mario Sesti nell'ambito del Taormina Film Fest 2013; audio disponibile in Tornatore: "Il Cinema si innamora sempre della Sicilia", youtube.com.
  11. Da una video intervista condotta da Giorgia Pacino per Reporter Nuovo, 2016; visibile al minuto 04:15 di La Sicilia secondo Giuseppe Tornatore, youtube.com, 23 giugno 2016.
  12. Dall'intervista di Valerio Cappelli, Tornatore: quante invidie soffro ancora per «Baarìa», Corriere della Sera, 30 luglio 2012, p. 27.
  13. Da una video intervista condotta da Giorgia Pacino per Reporter Nuovo, 2016; visibile al minuto 00:10 di La Sicilia secondo Giuseppe Tornatore, youtube.com, 23 giugno 2016.

Filmografia

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Sceneggiatura

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Produttore

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Altri progetti

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