Caduta di Damasco
Citazioni sulla caduta di Damasco.
Citazioni
modifica- Assad oggi si è arreso e ha chiesto, e ottenuto, asilo politico a Mosca, perché – dopo il pogrom di Hamas del sette ottobre 2023 e gli attacchi missilistici di Hezbollah e Iran – Israele ha cancellato vertici e manovalanza di Hezbollah e ha indebolito l’Iran degli Ayatollah; ma il regime di Damasco è caduto anche perché l’Ucraina ha resistito all’invasione russa, rendendo così impossibile o insostenibile il sostegno della Russia, oltre che di Iran ed Hezbollah, al dittatore siriano. (Christian Rocca)
- Assad se n'è andato. È fuggito dal suo paese. Il suo protettore, la Russia, guidata da Vladimir Putin, non era più interessato a proteggerlo. Non c'era motivo per cui la Russia dovesse essere lì. Hanno perso ogni interesse per la Siria a causa dell'Ucraina, dove circa 600.000 soldati russi giacciono feriti o morti, in una guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare e potrebbe continuare per sempre. (Donald Trump)
- Dopo 14 anni di guerra brutale e la caduta del regime dittatoriale, oggi il popolo siriano può cogliere un'opportunità storica per costruire un futuro stabile e pacifico. (António Guterres)
- Dubito che i fatti siriani, e la fuga a gambe levate del dittatore, degli iraniani e dei russi da Damasco e dintorni, riusciranno a fare chiarezza sulla posta oggi in gioco in Europa, e quindi in Italia, anche perché nella cloaca pubblica televisiva che offre il conduttore collettivo unico delle coscienze troveremo sempre i soliti screditati “esperti” a spiegare che cosa sta succedendo, e sono gli stessi che dicevano che la Russia non avrebbe mai attaccato l’Ucraina, che Mosca avrebbe conquistato Kyjiv in pochi giorni, così come già aveva già vinto in Siria. (Christian Rocca)
- È un giorno storico per il Medio Oriente: il regime di Assad è un anello centrale della catena del male di Iran, questo regime è caduto. Questo è il risultato diretto dei colpi che abbiamo inflitto all'Iran e a Hezbollah, i principali sostenitori del regime di Assad. Questo ha creato una reazione a catena in tutto il Medio Oriente di tutti coloro che vogliono liberarsi da oppressione e tirannia. (Benjamin Netanyahu)
- Gli eventi in Siria hanno fatto sì che il mondo si rendesse conto ancora una volta, o almeno dovrebbe, che anche il regime più crudele può cadere e che la Russia e i suoi alleati possono essere sconfitti. (Donald Tusk)
- Gli eventi in Siria sono l'esempio concreto che spiega perché l'Ucraina ha bisogno del fermo sostegno e della fiducia dei nostri partner. Il regime di Assad è caduto non solo a causa della forza dell'opposizione. Quello che è successo è legato anche all'assenza di truppe russe lì. [...] Perché? Perché l'intero esercito russo pronto al combattimento è sul territorio dell'Ucraina. E questo significa esattamente che l'intero esercito di questo pseudo-impero sta combattendo contro il popolo ucraino oggi. Ecco perché oggi è molto importante che tutti i paesi che vogliono un mondo senza guerra e che giudicano importante la sicurezza - i paesi europei, gli Stati Uniti, gli altri paesi del mondo, i leader mondiali - capiscano questa prospettiva: qui e ora, si stanno decidendo molte cose. (Volodymyr Zelens'kyj)
- Il popolo siriano ha sofferto troppo a lungo sotto il regime barbaro di Assad e accogliamo con favore la sua partenza. (Keir Starmer)
- L’esplosione siriana ha alleggerito la Russia dal peso di mantenere una pesante guarnigione a sostegno di Assad, ora esule a Mosca. In Siria, se tutto va bene, Putin manterrà le forze indispensabili per la sicurezza delle sue basi, ma è sicuro la presenza americana garantita nel Medio Oriente cercherà di logorare il più possibile i russi in Siria, con l’aiuto degli alleati curdi, così da costringere Putin a sottrarre brigate dal fronte ucraino. Una nuova guerra dei nervi è cominciata e la Russia è in svantaggio. (Paolo Guzzanti)
- La cacciata di Assad dalla Siria è o non è l’inizio della catastrofe russa? [...] La Russia, dai tempi dell’Unione Sovietica di Breznev, cominciò a insediarsi con due basi navali, con un contratto d’affitto a Damasco. La Siria è il suol piede in Medio Oriente e la presenza militare russa ha determinato uno smussamento tra le posizioni di Mosca e di Gerusalemme. La Russia non è un protettore della Siria ma si vuole tenere ben strette le sue due basi. (Paolo Guzzanti)
- La crudele dittatura di Assad è crollata. Questo cambiamento storico nella regione offre opportunità, ma non è privo di rischi. (Ursula von der Leyen)
- La fine della dittatura di Assad è uno sviluppo positivo e atteso da tempo. Dimostra anche la debolezza dei sostenitori di Assad, Russia e Iran. (Kaja Kallas)
- Questa vittoria, fratelli miei, è una vittoria per l’intera nazione islamica [...]. Questo trionfo segna un nuovo capitolo nella storia della regione. (Aḥmad Ḥusayn al-Sharʿa)
- Volete dipingere tutto ciò che sta accadendo in Siria come una sorta di fallimento, una sconfitta per la Russia. Vi assicuro che non è così. E vi dirò perché. Siamo venuti in Siria 10 anni fa per impedire la creazione di un'enclave terroristica, [...] nel complesso, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Non per niente oggi molti paesi europei e gli Stati Uniti vogliono stabilire relazioni con loro [i nuovi governanti siriani]. Se sono organizzazioni terroristiche, perché voi [l'Occidente] andate lì? Quindi significa che sono cambiati. (Vladimir Putin)
Citazioni in ordine temporale.
- Innanzitutto, la mia partenza dalla Siria non è stata pianificata né è avvenuta durante le ultime ore delle battaglie, come alcuni hanno affermato. Al contrario, sono rimasto a Damasco, svolgendo i miei compiti fino alle prime ore di domenica 8 dicembre 2024. Quando le forze terroristiche si sono infiltrate a Damasco, mi sono trasferito a Latakia in coordinamento con i nostri alleati russi per supervisionare le operazioni di combattimento. All’arrivo alla base aerea di Hmeimim quella mattina, divenne chiaro che le nostre forze si erano completamente ritirate da tutte le linee di battaglia e che le ultime posizioni dell'Esercito erano cadute. Mentre la situazione sul campo nell'area continuava a deteriorarsi, la stessa base militare russa è stata oggetto di attacchi intensificati da parte di droni. Non avendo mezzi validi per lasciare la base, Mosca ha chiesto al comando della base di organizzare un'immediata evacuazione in Russia la sera di domenica 8 dicembre. Ciò è avvenuto il giorno dopo la caduta di Damasco, in seguito al crollo delle ultime posizioni militari e alla conseguente paralisi di tutte le restanti istituzioni statali.
- In un momento così critico nella storia della Nazione dove la verità deve avere la precedenza, è essenziale affrontare queste distorsioni. Sfortunatamente, le circostanze prevalenti in quel momento, incluso un totale blackout delle comunicazioni per motivi di sicurezza, hanno ritardato il rilascio di questa dichiarazione. Ciò non sostituisce un resoconto dettagliato degli eventi accaduti, che verrà fornito quando l'occasione lo consentirà.
- In nessun momento di questi eventi ho preso in considerazione l'idea di dimettermi o di cercare rifugio, né una proposta del genere è stata fatta da alcun individuo o partito. L'unica soluzione possibile era continuare a combattere l'assalto terroristico. Ribadisco che colui che, fin dal primo giorno di guerra, rifiutò di barattare la salvezza della sua Nazione per un tornaconto personale, o di compromettere il suo popolo in cambio di numerose offerte e lusinghe, è la stessa persona che si trovava al fianco degli ufficiali e soldati dell'Esercito in prima linea, a pochi metri dai terroristi nei campi di battaglia più pericolosi e intensi.
Citazioni in ordine temporale.
- In un quarto di secolo al potere, a cui aggiungere i trent'anni precedenti in cui il Paese era in mano a suo padre Hafez, [Bashar al-Assad] ha avuto tutto il tempo di nascondere all'estero capitali sufficienti ad assicurarsi un agiato futuro. Ma per lui e per il Medio Oriente è la fine di un'era: "Non ci può essere guerra senza l'Egitto, non ci può essere pace senza la Siria", si diceva un tempo dei conflitti del Levante, a questo punto potrebbe non essere più vero.
- Come che sia, Teheran e Mosca sono distratti dai conflitti in Libano e Gaza, da un lato, in Ucraina dall'altro: e i ribelli di Hts ne hanno approfittato. Fra dipendenze da fuori e minacce da dentro, il risultato è che il regime di Bashar si è dissolto in pochi giorni, come non era avvenuto di fronte alle grandi manifestazioni di protesta della Primavera Araba di un decennio fa.
- Malpagato e corrotto, l'esercito siriano si è dimostrato incapace di difendersi da sé. Pochi giorni or sono, ricevendo a Damasco il ministro degli Esteri iraniano, Bashar si è sforzato di apparire al comando. Ma in molti scommettevano che preparasse già la fuga, come è avvenuto mentre i ribelli si avvicinavano a Damasco.
Citazioni in ordine temporale.
- Le immagini che arrivano dalla Siria sono tipiche dell’uscita di scena di un tiranno: statue abbattute, prigioni svuotate e palazzi aperti a tutti. Considerando la natura del regime in questione, la gioia appare assolutamente legittima, a prescindere da quali saranno gli sviluppi.
- Per Vladimir Putin si tratta di una pessima notizia in un momento in cui si apre una partita delicata con la futura amministrazione Trump sulla guerra in Ucraina. Un primo atto in questo senso è andato in scena il 7 dicembre a Parigi, con l’incontro fra Trump e Zelenskyj. Putin ama far credere di essere in controllo degli sviluppi nell’Europa dell’est, in Africa e Medio Oriente, ma la realtà è ben diversa.
Per l’Iran la situazione è ancora più grave. Da decenni Teheran lavora per costruire un asse della resistenza che va dagli huthi nello Yemen ad Hamas in Palestina, passando per Hezbollah e la Siria di Assad. Già indebolito da Israele, Hezbollah vede sparire la sua rotta di approvvigionamento di armi attraverso la Siria e sarà sicuramente ridimensionato sulla scena interna. - La Turchia è sicuramente tra i vincitori del momento, perché sostiene attivamente alcune delle fazioni che hanno detronizzato Assad. Ankara ha approfittato immediatamente dell’occasione lanciando un gruppo armato sotto il suo controllo in direzione delle zone ancora in mano ai curdi, nel nordest della Siria. Non bisogna dimenticare che la Turchia non frena mai la sua ostilità contro i curdi siriani, alimentata dai loro legami con i curdi turchi del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk).
- Il grande errore commesso dagli statunitensi dopo aver rovesciato Saddam nel 2003 è stato quello di emarginare chiunque avesse fatto parte dell’esercito e dell’amministrazione del regime. Il risultato è stato che le stesse persone sono entrate a far parte del gruppo Stato islamico e hanno seminato il terrore. La Siria si ritrova alle prese con un dilemma simile dopo decenni di clientelismo e nepotismo.
Voci correlate
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