Aḥmad Ḥusayn al-Sharʿa

terrorista siriano
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Aḥmad Ḥusayn al-Sharʿa, noto anche come Abū Muḥammad al-Jawlānī (1982 – vivente), terrorista siriano.

Al-Sharʿa nel 2018

Citazioni di Aḥmad Ḥusayn al-Sharʿa

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  • [...] i semi della sconfitta del regime [di Bashar al-Assad] sono sempre stati al suo interno... gli iraniani hanno tentato di rianimarlo, facendo guadagnare tempo, e in seguito anche i russi hanno cercato di sostenerlo. Ma la verità rimane che questo regime è morto.[1]
  • Questa vittoria, fratelli miei, è una vittoria per l’intera nazione islamica [...]. Questo trionfo segna un nuovo capitolo nella storia della regione. (Da un discorso pronunciato dopo la caduta di Damasco)[2]
  • Non c’è una sola famiglia in Siria che la guerra non abbia toccato. Il Paese è stato un parco giochi per le ambizioni iraniane, diffondendo settarismo e fomentando corruzione, ma ora viene purificato dalla grazia di Dio Onnipotente. (Da un discorso pronunciato dopo la caduta di Damasco)[2]
  • Ora, dopo tutto quello che è successo, le sanzioni devono essere revocate perché erano mirate al vecchio regime. La vittima e l'oppressore non dovrebbero essere trattati allo stesso modo.[3]

Citazioni su Aḥmad Ḥusayn al-Sharʿa

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  • Abu Muhammad al Golani è un fanatico islamista, un tagliatore di teste (anche se moderato) e leader del Fronte al nusra, una filiale di Al Qaeda classificata dagli Stati Uniti come organizzazione terroristica. Ha trascorso quasi un decennio a uccidere le truppe d'occupazione statunitensi e i civili sciiti in Iraq quando faceva parte dell'organizzazione estremista sunnita nota oggi come Stato islamico (Is), prima di tornare in Siria nel 2011. (Gwynne Dyer)
  • Al-Jawlani è l’erede incontrastato dei due maggiori leader jihadisti degli ultimi vent’anni che lo hanno preceduto: il mujahedin Al Zarqawi, con il quale combatté in Iraq all’inizio degli anni 2000, e l’intellettuale/teologo al Baghdadi che ebbe modo di conoscere durante i cinque anni di prigionia in Iraq. Ma è anche figlio della madre di tutti i conflitti mediorientali, la Palestina: i suoi genitori nacquero sulle colline del Golan da dove vennero cacciati nel 1967 quando Israele le conquistò.
  • Come al Zarqawi, al-Jawlani combatte il nemico vicino, cioè il regime siriano, e non è minimamente interessato a quello lontano, ossia gli Stati Uniti; a differenza di al Baghadi e Osama bin Laden professa la tolleranza religiosa e non considera le donne esseri inferiori; come Mohammed bin Salman, il delfino saudita, è pragmatico e politico: la spada non serve solo per punire, ci si intaglia lo stato di diritto.
  • La sua ascesa, la tolleranza religiosa e sociale con cui ha gestito i territori da lui controllati, il rifiuto di globalizzare la lotta, e quindi di considerare gli Stati Uniti e i suoi alleati come nemici come fece al Qaeda, ci ricordano che la transizione da terrorista a leader è possibile, tutto dipende dalle circostanze storiche: su questo Nelson Mandela docet.
  1. Citato in La jihad verso Damasco. Voci di una fuga di Assad, ilgiornale.it, 7 dicembre 2024.
  2. a b Citato in Inizia l'era di al Jolani il miliziano pragmatico: "Purifichiamo il Paese", repubblica.it, 9 dicembre 2024.
  3. Citato in Al Jolani alla BBC: "Siamo stremati dalla guerra, non minacciamo nessuno", rainews.it, 19 dicembre 2024.

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