Kaja Kallas

politica estone

Kaja Kallas (1977 – vivente), politica estone.

Kaja Kallas nel 2021

Citazioni di Kaja Kallas

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Chi ha vissuto l’occupazione russa sa che Putin deve essere fermato.[1]
  • Il mio governo ha deciso di rimuovere i monumenti sovietici dagli spazi pubblici in tutta l'Estonia. In quanto simboli delle repressioni e dell'occupazione sovietica, sono diventati fonte di crescenti tensioni sociali: in questi momenti dobbiamo tenere al minimo il rischio per l'ordine pubblico. [...] I monumenti di valore storico saranno spostati nei musei, ma non saranno demoliti. [...] Cerchiamo di preservarli il più possibile, in modo che le generazioni future possano imparare da queste dolorose lezioni.[2]

Discorso sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022 tenuto a Londra il 7 giugno 2022 il giorno del ritiro del Premio Grotius, citato e tradotto in linkiesta.it, 7 giugno 2022.

  • Il totalitarismo è fissato sulla distruzione degli individui e sulla libertà. Nell'autocrazia l'individuo non ha importanza. L’individuo non ha alcun diritto.
  • La Russia è la minaccia più diretta alla sicurezza europea in questo momento. In effetti, se dovesse farla franca con la sua aggressività, minerebbe la pace e la sicurezza in tutto il mondo: se l’aggressione paga da qualche parte, diventa un invito a usarla altrove. Questo è il motivo per cui siamo così impegnati ad aiutare l’Ucraina a respingere l’aggressione russa. Ciò che stiamo difendendo è l’idea stessa di libertà, integrità territoriale e sovranità, ovvero il diritto di esistere come Paese e il diritto di vivere liberi dalle repressioni.
  • Il Cremlino sta cercando di costruire un altro muro di divisione in Europa e questa volta l’Estonia ha la fortuna di trovarsi dalla parte giusta. Lo stesso non si può dire per l’Ucraina.
  • Dobbiamo tenere a mente che la pace non significa automaticamente che le atrocità finiranno. Qui parlo dell’esperienza di molti nell’Europa centro-orientale. Per l’Estonia, la pace dopo la seconda guerra mondiale significò l’inizio delle repressioni. Ha comportato un enorme costo umano e ha portato rinnovate sofferenze attraverso uccisioni di massa, repressioni, deportazioni di massa e altri crimini contro l’umanità.
  • L’esperienza di mezza Europa dopo la Seconda guerra mondiale dovrebbe ricordarci che non possiamo dare all’aggressore nulla che non avesse prima, altrimenti l’aggressione prima o poi tornerà. Abbiamo già commesso questo errore diverse volte, sia nel caso della Georgia, della Crimea o del Donbass.
  • Spesso ricevo domande su come possiamo migliorare le relazioni con la Russia. La mia risposta è molto franca: dovremmo essere abbastanza coraggiosi da ammettere che se è necessario fermare l’aggressore, dobbiamo essere pronti ad affrontare una guerra lunga e raccapricciante. Non dobbiamo aver paura di avere una cattiva relazione, o una relazione inesistente, con i criminali di guerra. L’Ucraina non è vittima di un errore di calcolo una tantum da parte di un pazzo. Stiamo assistendo a una campagna a lungo pianificata dal Cremlino per esercitare il controllo sui Paesi vicini con la forza bruta, indipendentemente dal costo umano. Abbiamo bisogno di pazienza e perseveranza a lungo termine con politiche per fermare questa aggressione e anche per prevenire quelle future. Resistere alla tirannia ha un costo per tutti noi. Il gas può essere costoso, ma la libertà non ha prezzo. Spetta a ogni governo decidere quanto del peso del suo popolo è pronto a sopportare. Ma è ugualmente necessario trasmettere il messaggio alla nostra gente: qual è il problema del nostro prossimo oggi sarà il nostro problema domani. Siamo tutti in pericolo quando la casa del nostro vicino va a fuoco.

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