Barabba (film 1961)
film del 1961 diretto da Richard Fleischer
Barabba
Barabba, film italo-statunitense del 1961 con Anthony Quinn, regia di Richard Fleischer.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- È lui, proprio lui, quell'anima nera che ritorna a casa! Hai frodato la morte un'altra volta eh, figlio d'un cane! (Sara) [a Barabba]
- Sarà come se la terra diventasse una stella, purificata dal fuoco. E tutto il male sarà spazzato via. Alzando lo sguardo, vedremo gli angeli scendere giù dal cielo, che ci porteranno il nutrimento, e forse degli abiti nuovi, bianchi come i loro, o azzurri come il colore del cielo. Angoscia e dolore sprofonderanno nella terra, e tutto sarà fatto nuovo, perché il Figlio di Dio è risorto alla luce, e il mondo è diventato il suo regno. (Rachele) [profezia]
- Il vero Dio è più grande di quanto il pensiero umano possa immaginare. Creò la vita forte e profonda come il mare. I vostri dèi sono profondi come uno stagno d'acqua marcia. Dio è sopra noi, attorno a noi, in noi, come il respiro nei nostri corpi. E ha una legge che spezziamo a nostro rischio. La legge è l'amore. Tutte le volte che la spezziamo, condanniamo noi stessi. E Dio, per mostrarci quale sia il suo amore, ci ha mandato il Figlio suo, a vivere la vita del'uomo. Questo perché Dio capisce la vita che ha creato. (Sahak)
- Credete che tutte le cose della terra e del cielo siano state create soltanto perché si possa mangiare, guadagnar danaro, fare dei figli, uccidere, morire?! Che nobile scopo per la creazione! Se qualcosa non convince è proprio questo. Dio dice: "Bruciate il vecchio mondo. E dalle sue ceneri fatene sorgere un altro". Come il Figlio di Dio, che morì per noi, risuscitò da morte. (Sahak)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Rachele: Prima si è udita una musica, un suono, poi nell'aria apparve un angelo e tutto il cielo sembrò muoversi col suo mantello. Era bianco, era fuoco, era fuoco bianco. L'angelo tese un braccio, pareva lungo come una lancia, e la punta della lancia penetrò fra la pietra e la roccia, e la pietra girò lentamente. Se fossi arrivato un momento prima avresti visto anche tu.
Barabba: Ho gli occhi buoni, io. Vedo solo la verità.
Rachele: Devi crederlo, Barabba. Il maestro era un uomo di verità, e lui disse che così sarebbe stato.
Barabba: L'hai visto tu il profeta uscire dal sepolcro?
Rachele: I miei occhi erano così abbagliati... che credo di averli chiusi. Ma quando ho potuto guardare di nuovo, un uomo e una donna erano insieme nel giardino. E poi la donna restò sola, e improvvisamente andò via.
Barabba: E l'uomo era lo stesso che era sepolto lì?
Rachele: Era come un'ombra, aveva alle spalle la luce del mattino, ma era lui, ne sono certa!
Barabba: Ombre, luci... tutta qui la verità di questa storia?
Rachele: Lui è la sola verità. Perché credi che mentisse, se per tutto ciò che diceva l'avrebbero ucciso?
Barabba: Ma tu che puoi saperne? I sacerdoti, che ne sanno qualcosa, hanno detto che bestemmiava.
Rachele: Ha detto: "Amatevi l'un l'altro".
Barabba: "Amatevi l'un l'altro"? E l'hanno crocifisso per questo? - Barabba: E tu perché stai lavorando a quella rete, quando il mare più vicino si trova in Galilea?
Pietro: È un'abitudine, le mani lavorano da sole. Le strade e le città saranno il mare per me, ora. Scherzò su questo, quando ci fece lasciare le nostre barche. Disse: "Da ora pescherete uomini, invece di pesci". Ma non era uno scherzo. Intendeva che ci aveva dato il verbo per portare gli uomini dal mare tenebroso alla luce.
Barabba: E tu dici di essere un pescatore? Vuoi sapere cosa succede ai pesci? Quelli si dibattono, boccheggiano e muoiono.
Pietro: Noi ci dibattiamo. Hai detto una cosa giusta. Poveri pesci. Anch'io mi dibatto e soffoco.
Barabba: E muori.
Pietro: E muoio. Ma per rivivere nella luce. In questo gli uomini hanno un vantaggio sui pesci.
Barabba: Eh?
Pietro: Possono morire per il mondo e per il mare tenebroso, e ricominciare a vivere nella luce. - Lazzaro: Sì, è vero: ero morto. E so che lui è il Cristo, il Figlio di Dio, e ha potere sulla vita e sulla morte.
Barabba: Che c'è laggiù? Tu ci sei stato... Dimmi, com'è?
Lazzaro: "Com'è"?
Barabba: Sì, com'è fatto? Che cosa c'è, cos'hai visto? Cos'hai provato?
Lazzaro: Non ho provato niente, solo la morte. E la morte non è nulla.
Barabba: Nulla?
Lazzaro: Nulla. E che cosa dovrebbe essere? Vuoi che ti parli del regno dei morti... Non mi è possibile. Come potresti far capire a un bambino non ancora nato che cos'è la vita? Esiste, ma non è nulla. Ma per chi ci è stato, anche tutto il resto è nulla. Finora nessuno me l'aveva chiesto. Mi chiedono tutti come la vita è tornata in me e se ne vanno soddisfatti. Solo tu mi hai domandato della morte.
Barabba: Perché ho ammazzato. - Barabba: Quante volte ti hanno imbrogliato nei porti stranieri? Devi essere stato giocato molto facilmente.
Sahak: Perché lo dici?
Barabba: Perché ti basta un gioco di luce, o un sorriso, e ti fidi di uno che ti ha mezzo ammazzato.
Sahak: Sì, ho fiducia. È una cosa difficile, lo so. Ma se no come faresti a dimostrate la forza che Dio ti chiede?
Barabba: Dio dovrebbe essere più chiaro, o lasciarmi in pace.
Sahak: Chi di noi si lascia più imbrogliare, io o tu? Ogni volta che ti è stato vicino, hai rifiutato di credere. Ma non sei mai riuscito a scordarlo. Nessun'altra morte ti avrebbe turbato per tanto tempo. - Barabba: Come sono finite tutte le speranze, le trombe, gli angeli... Tutte le promesse... si sono sempre risolte nello stesso modo: con dolore, con uccisioni, non una cosa buona. Tutto per niente.
Pietro: E ci perseguitano per non distruggere niente? Oppure credi che tutto ciò che ha tormentato il tuo spirito per vent'anni non sia stato niente? E che Gesù Cristo sia morto per nulla? L'umanità non è nulla? Ogni uomo agli occhi di lui è il mondo intero. Dio ci ama come se ognuno di noi fosse solo sulla terra.
Barabba: Io allora era il contrario di ciò che desiderava. Ma perché ha lasciato che lo uccidessero al mio posto?
Pietro: Perché eri il più lontano da lui. E proprio per questo più vicino di ogni altro.
Barabba: Ora non lo sono più di prima.
Pietro: Ma nemmeno più lontano. In verità egli non si è mai allontanato dal tuo fianco. Questo posso dirti: una durissima lotta c'è stata nel tuo spirito per tutta la vita, lotta che è già conoscenza di Dio. Proprio in questo conflitto l'hai riconosciuto. Posso dirti anche questo: che così inizierà l'avvento del suo regno, con un continuo tormento, un dolore infinito nello spirito del mondo, come avviene a donna che partorisce. Noi siamo solo il principio, non vedremo il tempo in cui la terra sarà piena del regno di Dio, sebbene anche qui, anche ora, noi siamo la fine, perché il regno è in noi. E non c'è più nulla da temere. Sopra di noi si accumuleranno gli anni, molti anni e molti tormenti, perché la terra degli uomini matura lentamente. Ma gli uomini guarderanno ai nostri giorni, si porranno delle domande, ricorderanno le nostre speranze. È la fine del giorno, affidiamo noi stessi a un lieve dolore, al sonno, dicendo al mondo: Dio ti accompagni nel tuo viaggio.
Citazioni su Barabba
modifica- La non disprezzabile risposta del produttore De Laurentiis ai kolossal hollywoodiani: il gigantismo è utilizzato al meglio da Fleischer per sottolineare le contrapposizioni simboliche che attraversano l'esistenza di Barabba – la luce e le tenebre, la morte e la resurrezione – e che danno al film un autentico spirito religioso, praticamente unico in superproduzioni di questo tipo. (Il Mereghetti)