Gianni Rodari

scrittore e partigiano italiano (1920-1980)
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Gianni Rodari (1920 – 1980), scrittore e pedagogista italiano.

Gianni Rodari

Citazioni di Gianni Rodari

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  • Bisognerebbe vedere oggettivamente, liberandoci dai nostri pregiudizi personali, che cos'è per un bambino l'esperienza di Goldrake [...] Bisognerebbe chiedersi il perché del loro successo, studiare un sistema di domande da rivolgere ai bambini per sapere le loro opinioni vere, non per suggerire loro delle opinioni, dato che noi spesso facciamo delle inchieste per suggerire ai bambini le nostre risposte [...] Invece di polemizzare con Goldrake, cerchiamo di far parlare i bambini di Goldrake, questa specie di Ercole moderno. Il vecchio Ercole era metà uomo e metà Dio, questo in pratica è metà uomo e metà macchina spaziale, ma è lo stesso, ogni volta ha una grande impresa da affrontare, l'affronta e la supera. Cosa c'è di moralmente degenere rispetto ai miti di Ercole? (da Dalla parte di Goldrake, Rinascita, n. 41, 1980)
  • Con te la luna è buona, | mia savia bambina: | se cammini, cammina | e se ti fermi tu | si ferma anche la luna | ubbidiente lassù. || È un piccolo cane bianco | che tu tieni al guinzaglio, | è un docile palloncino | che tieni per il filo: | andando a dormire lo leghi al cuscino, | la luna tutta notte | sta appesa sul tuo lettino. (da La luna al guinzaglio, in Filastrocche in cielo e in terra, 1972. Citato in Lucinda Spera, Gianni Rodari: un classico del Novecento, treccani.it, 14 maggio 2014)
  • È difficile fare | le cose difficili: | parlare al sordo | mostrare la rosa al cieco. | Bambini, imparate | a fare le cose difficili: | dare la mano al cieco, | cantare per il sordo, | liberare gli schiavi | che si credono liberi. (da Parole per giocare)
  • Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo. (da La freccia azzurra)
  • Le fiabe sono alleate dell'utopia, non della conservazione. E perciò [...] noi le difendiamo: perché crediamo nel valore educativo dell'utopia, passaggio obbligato dall'accettazione passiva del mondo, alla capacità di criticarlo, all'impegno per trasformarlo.[1]
  • Nel paese della bugia, la verità è una malattia. (da Le storie)
  • «Quanto pesa una lacrima?» «Secondo: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.» (da Favole al telefono)
  • Sulla Luna, per piacere, | non mandate un generale: | ne farebbe una caserma | con la tromba e il caporale. | Non mandateci un banchiere | sul satellite d’argento, | o lo mette in cassaforte | per mostrarlo a pagamento. | Non mandateci un ministro | col suo seguito di uscieri: | empirebbe di scartoffie | i lunatici crateri. || Ha da essere un poeta | sulla Luna ad allunare: | con la testa nella Luna | lui da un pezzo ci sa stare... | A sognar i più bei sogni | è da un pezzo abituato: | sa sperare l'impossibile | anche quando è disperato. | Or che i sogni e le speranze | si fan veri come fiori, | sulla Luna e sulla Terra | fate largo ai sognatori! (Sulla Luna[2])
  • Sulla neve bianca bianca | c'è una macchia color vermiglio: | è il sangue, il sangue di mio figlio | morto per la libertà. | Quando il sole la neve scioglie | un fiore rosso vedi spuntare: | o tu che passi, non lo strappare, | è il fiore della libertà. | Quando scesero i partigiani | a liberare le nostre case, | sui monti azzurri mio figlio rimase | a far la guardia alla libertà.[3]
  • Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo? Se si mettessero insieme le lagrime versate nei cinque continenti per colpa dell'ortografia, si otterrebbe una cascata da sfruttare per la produzione dell'energia elettrica. Ma io trovo che sarebbe un'energia troppo costosa.
    Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: per esempio la torre di Pisa. (da Il libro degli errori)
  • Via Dante è una delle quarantun strade di Aliminusa, un paese di 1.500 abitanti a 65 chilometri da Palermo. [...] Da soglia a soglia si annodano rapporti, nascono amicizie, scoppiano litigi, anzi "sciarre", che sono vere e proprie guerre di strada, di lunga durata. Una mappa delle "sciarre" di via Dante è stata tracciata da Lillo e Tano Gullo in un loro libro[4]nel quale l'analisi di questo angolo di mondo siciliano è condotta con gli strumenti della sociologia (i fratelli Gullo, oggi giornalisti, si sono laureati a Trento), ma anche con il gusto del narratore.[5]

Filastrocche in cielo e in terra

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  • C'era una volta un punto | e c'era anche una virgola: | erano tanto amici, | si sposarono e furono felici. | Di notte e di giorno | andavano intorno | sempre a braccetto. «Che coppia modello – | la gente diceva – | che vera meraviglia | la famiglia Punto-e-virgola». Al loro passaggio | in segno di omaggio | perfino le maiuscole | diventavano minuscole: | e se qualcuna, poi, | a inchinarsi non è lesta | la matita del maestro | le taglia la testa.[6]
  • Che belle parole | se si potesse scrivere | con un raggio di sole. || Che parole d'argento | se si potesse scrivere | con un filo di vento. || Ma in fondo al calamaio | c'è un tesoro nascosto | e chi lo pesca scriverà parole | d'oro | col più nero inchiostro.[7]
  • Chiedo scusa alla favola antica | se non mi piace l'avara formica | io sto dalla parte della cicala | che il più bel canto non vende... regala![8]
  • Chissà se la luna | di Kiev | è bella | come la luna di Roma, | chissà se è la stessa | o soltanto sua sorella... || Ma son sempre quella! | – la luna protesta – | non sono mica | un berretto da notte | sulla tua testa! || Viaggiando quassù | faccio lume a tutti quanti, | dall'India al Perù, | dal Tevere al Mar Morto, | e i miei raggi viaggiano | senza passaporto. (La luna di Kiev[9])
  • Filastrocca del gregario | corridore proletario, | che ai campioni di mestiere | deve far da cameriere, | e sul piatto, senza gloria, | serve loro la vittoria.[10]

Grammatica della fantasia

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  • [Sui bambini] Qualsiasi parola potrà aiutarli a ricordare «quella volta che...», a scoprirsi nel tempo che passa, a misurare la distanza tra oggi e ieri, sebbene i loro «ieri» siano, per fortuna, ancora poco numerosi e poco affollati.
  • Non si può essere mai sicuri di quello che un bambino impara guardando la televisione. E non si deve mai sottovalutare la sua capacità di reagire creativamente al visibile.
  • Non c'è vita dove non c'è lotta.
  • Nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco. L'idea che l'educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere.
  • Il mondo si può guardare a altezza d'uomo, ma anche dall'alto di una nuvola (con gli aeroplani è più facile). Nella realtà si può entrare dalla porta principale o infilarvisi – è più divertente – da un finestrino.
  • Se un bambino scrive nel suo quaderno «l'ago di Garda», ho la scelta tra correggere l'errore con un segnaccio rosso o blu, o seguirne l'ardito suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo «ago» importantissimo, segnato anche nella carta d'Italia. La Luna si specchierà sulla punta o nella cruna? Si pungerà il naso?
  • Un «libbro» con due b sarà soltanto un libro più pesante degli altri, o un libro sbagliato, o un libro specialissimo?
  • Sbagliando s'impara, è un vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe essere che sbagliando s'inventa.
  • Burattinaio, il più bel mestiere del mondo.
  • Tra il mondo dei giocattoli e il mondo adulto c'è un rapporto meno chiaro di quanto possa sembrare a prima vista: da un lato, i giocattoli vi approdato «per caduta», dall'altro per conquista.
  • Certe cose che nel mondo adulto hanno avuto un tempo grande importanza, accettano la riduzione a giocattoli, pur di non sparire, quando quel tempo viene a finire.
  • Inventare storie con i giocattoli è quasi naturale, è una cosa che viene da sola se si gioca con i bambini: la storia non è che un prolungamento, uno sviluppo, un'esplosione festosa del giocattolo.
  • L'incontro decisivo tra i ragazzi e i libri avviene sui banchi di scuola. Se avviene in una situazione creativa, dove conta la vita e non l'esercizio, ne potrà sorgere quel gusto della lettura col quale non si nasce perché non è un istinto. Se avviene in una situazione burocratica, se il libro sarà mortificato a strumento di esercitazioni (copiature, riassunti, analisi grammaticale eccetera), soffocato dal meccanismo tradizionale: «interrogazione-giudizio», ne potrà nascere la tecnica nella lettura, ma non il gusto. I ragazzi sapranno leggere, ma leggeranno solo se obbligati.
  • L'immaginazione del bambino, stimolata a inventare parole, applicherà ai suoi strumenti su tutti i tratti dell'esperienza che sfideranno il suo intervento creativo. Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all'utopia, all'impegno politico: insomma, all'uomo intero, e non solo al fantasticatore.
  • La mente è una sola. La sua creatività va coltivata in tutte le direzioni.
  • Con un po' di esercizio è possibile prendere lezioni di ottimismo anche da Giacomo Leopardi.
  • Prima di tutto la fiaba è per il bambino uno strumento ideale per trattenere con sé l'adulto. (da Grammatica della Fantasia: introduzione all'arte di inventare storie, p. 150)

Incipit di alcune opere

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C'era due volte il barone Lamberto ovvero I misteri dell'isola di San Giulio

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In mezzo alle montagne c'è il lago d'Orta. In mezzo al lago d'Orta, ma non proprio a metà, c'è l'isola di San Giulio. Sull'isola di San Giulio c'è la villa del barone Lamberto, un signore molto vecchio (ha novantatré anni), assai ricco (possiede ventiquattro banche in Italia, Svizzera, Hong Kong, Singapore, eccetera), sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro. Solo il maggiordomo Anselmo se le ricorda tutte. Le tiene elencate in ordine alfabetico in un piccolo taccuino: asma, arteriosclerosi, artrite, artrosi, bronchite cronica, e così avanti fino alla zeta di zoppìa. Accanto a ogni malattia Anselmo ha annotato le medicine da prendere, a che ora del giorno e della notte, i cibi permessi e quelli vietati, le raccomandazioni dei dottori: «Stare attenti al sale, che fa aumentare la pressione», «Limitare lo zucchero, che non va d'accordo con il diabete», «Evitare le emozioni, le scale, le correnti d'aria, la pioggia, il sole e la luna».

[Gianni Rodari, C'era due volte il barone Lamberto, Einaudi]

Il libro degli errori

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Per colpa di un accento
un tale di Santhià
credeva d'essere alla meta
ed era appena a metà.

[Gianni Rodari, Il libro degli errori, Einaudi, 1993]

I nani di Mantova

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Nel Palazzo Ducale di Mantova, reggia di Gonzaga, c'è un curioso appartamento che sembra stato ideato e costruito per ospitare un popolo di bambole.
Stanzine, salottini, corridoietti, tutto in miniatura, tutto come in un giocattolo.
Capricci di signori del tempo andato, capricci di architetti; ma non è una casa per le bambole, è l'appartamento dei nani di corte.

[Gianni Rodari, I nani di Mantova, Giunti Editore, 1980]

La freccia azzurra

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La Befana era una vecchia signora molto distinta e nobile: era quasi baronessa.
- La gente – borbotta qualche volta fra sé – mi chiama semplicemente «la Befana», e io non protesto, perché bisogna pure compatire gli ignoranti. Ma sono quasi baronessa: le persone per bene lo sanno.
- Sì, signora baronessa – approvava Teresa, la serva, per farle piacere.

[Gianni Rodari, La freccia azzurra, Editori Riuniti, 1964]

La macchina per fare i compiti e altre storie di Gianni Rodari

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La pianta Paolino

Il contadino Pietro rimase molto meravigliato quando gli nacque un bambino con i capelli verdi. Pietro aveva visto gente con i capelli neri, biondi e rossi; aveva anche sentito parlare di una certa fata dai capelli turchini, ma capelli verdi proprio non ne aveva mai visti. Le donne che venivano a vedere il bambino dicevano: — Sembra che abbia in testa l'insalata. — Così il bambino fu battezzato: Paolino lo chiamò il padre, Paolino Insalata lo chiamarono le donne. Furono fatti venire dei dottori a vedere quei capelli: dissero che non era niente, scrissero una ricetta, se ne andarono e i capelli rimasero verdi come prima. Quando il bambino ebbe due anni andò nei prati assieme al nonno a pascolare una capretta. Ed ecco che, ad un tratto, la capretta gli si avvicinò, e sotto gli occhi del nonno gli brucò via in quattro e quattr'otto tutti i capelli, lasciandogli la testa rasata come un prato appena falciato.

[Gianni Rodari, La macchina per fare i compiti e altre storie di Gianni Rodari, Editori Riuniti, 2003]

Le avventure di Cipollino

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Cipollino era figlio di Cipollone e aveva sette fratelli: Cipolletto, Cipollotto, Cipolluccio e così di seguito, tutti nomi adatti ad una famiglia di cipolle. Gente per bene, bisogna dirlo subito, però piuttosto sfortunata.
Cosa volete, quando si nasce cipolle, le lacrime sono di casa.
Cipollone ed i suoi figli abitavano in una baracca di legno, poco più grande di una cassetta di quelle che si vedono dall'ortolano. I ricchi che capitavano da quelle parti torcevano il naso disgustati.[11]

[Gianni Rodari, Le avventure di Cipollino, Editori Riuniti, 2003]

Tante storie per giocare

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C'era una volta un tamburino che tornava dalla guerra. Era povero, aveva soltanto il suo tamburo, ma era contento lo stesso perché tornava a casa dopo tanti anni. Lo si sentiva suonare di lontano: barabàn, barabàn, barabàn...
Cammina e cammina, incontra una vecchietta.
- Bel soldatino, me lo dai un soldo?
- Te ne darei anche due, nonnetta, anche una dozzina, se ne avessi. Ma proprio non ne ho.

[Gianni Rodari, Tante storie per giocare, Editori Riuniti, 1984]

Citazioni su Gianni Rodari

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  • La natura di Gianni Rodari è interessante: | barbe-capanne e orsi pescatori, | pantofole che crescono su piante | nuvole pazze e neve a colori, | monti in cammino e isole che vanno, | stelle di gatti e fulmini scagliati, | corse di tartarughe lunghe un anno, | cammelli saggi e nasi scambiati. | E mentre leggi, la tua mente ride, | danza e corre e vola qua e là, | immagina, partecipa, decide, | e inventa il gioco della libertà. (Roberto Piumini)
  • Gianni Rodari, vincitore del Premio Andersen nel 1970, autore di numerosi libri di favole e di filastrocche tradotti in tutto il mondo, è convinto che il processo dell'invenzione fantastica sia insito nella natura umana; con questa Grammatica – intaccando il culto e il mistero creatogli dal Romanticismo cerca di spiegare i meccanismi del processo creativo che nel bambino «anticipa quelli del pensiero logico e li rafforzano».
  • Secondo Rodari, la scintilla di una storia è data dall'accostamento insolito di due parole (ad esempio: cane, armadio), che «liberate dalle catene verbali di cui fanno parte quotidianamente», estraniate, danno luogo a un binomio fantastico: «Il cane dell'armadio»; e così via, con tutti i possibili e immaginabili accostamenti. Poi viene l'ipotesi fantastica, con la tecnica del «che cosa succederebbe se la Sicilia perdesse i bottoni, se la città di Reggio Emilia (a cui è dedicato il libro, ndr) si mettesse a volare, se un coccodrillo di presentasse a Rischiatutto?», eccetera. Un'altra operazione proficua è l'utilizzo del prefisso arbitrario, con cui si trasformano le parole: ad esempio, un attaccapanni può diventare uno «staccapanni», che, «in un paese di vetrine senza vetri, negozi senza cassa e guardaroba senza scontrino, serve per staccare gli abiti quando se ne ha bisogno». Si avranno così: lo «scannone» per disfare la guerra, la «bispipa» per fumatori accaniti, la «bispenna» per scolari gemelli, il «trinocolo», la «trimucca», eccetera.
  • Le favole, per Rodari possono anche essere messe al servizio della matematica. Ad esempio, la storia del Brutto anatroccolo di Andersen – cioè del cigno capitato per errore in un branco di anatre – ha un struttura insiemistica, e può diventare «l'avventura di un elemento A capitato per errore nell'insieme degli elementi B, che non trova pace fino a quando non rientra nel suo insieme naturale, quello degli elementi A...»
  1. Citato in La fiaba nel Terzo Millennio. Metafore, intrecci, dinamiche, a cura di Angela Articoni e Antonella Cagnolati, FarenHouse, Cabrerizos, (Salamanca, Spagna), 2019, p. 143. ISBN 9788412031751
  2. Citato in Ersilia Vaudo Scarpetta, La luna, i banchieri e i sognatori, eticaeconomia.it, 17 aprile 2017.
  3. La madre del partigiano. Citato in Gianni Rodari: una biografia, a cura di Marcello Argilli, 1990, p. 86. ISBN 9788806117016
  4. Lillo Gullo e Tano Gullo, Aliminusa. Strada, donna, religiosità. Prospettive socio-antropologiche della cultura contadina, Savelli Editore, Roma, 1977.
  5. Da Vita di "stradalinghe", Paese Sera, 11 novembre 1977.
  6. Da La famiglia Punto-e-virgola; citato in Anna Ranon, Poeti sui banchi di scuola, Franco Angeli, 2012, p. 100, nota 5.
  7. Citato in I grandi libri: antologia italiana per la scuola media con letture epiche, Zanichelli, Bologna, stampa 1971, vol. I, p. 289.
  8. Citato in Francesca Radaelli, Gianni Rodari e la fantasia nelle parole dei bambini, ildialogodimonza.it.
  9. Citato in La luna di Kiev, testo e significato della poesia di Gianni Rodari contro la guerra, sky.it, 25 febbraio 2022.
  10. Citato in I versi parisillabi, culturaitalia.info.
  11. Questo è lo stesso incipit del volume Il gatto viaggiatore ed altre storie, antologia di racconti favole filastrocche, Editori Riuniti, il cui primo racconto è "Schiaccia un piede Cipollone al gran Principe Limone".

Bibliografia

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  • Gianni Rodari, La freccia azzurra, Editori Riuniti, Roma, 1964.
  • Gianni Rodari, Il libro degli errori, Einaudi.
  • Gianni Rodari, La macchina per fare i compiti e altre storie di Gianni Rodari, Editori Riuniti, 2003.
  • Gianni Rodari, C'era due volte il barone Lamberto ovvero I misteri dell'isola di San Giulio, Einaudi, Milano, 1983.
  • Gianni Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi Ragazzi.
  • Gianni Rodari, Le storie, a cura di Carmine De Luca, Editori Riuniti, 1992.
  • Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi Ragazzi, 2010, ISBN 978-88-7926-833-2

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