Partigiano

combattente armato appartenente a un movimento di resistenza

Citazioni sui partigiani.

Partigiano seduto (Vito Globočnik, 1945)

Citazioni

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  • A poco più d'un anno dalla Liberazione già la «rispettabilità ben pensante» era in piena riscossa, e approfittava d'ogni aspetto contingente di quell'epoca – gli sbandamenti della gioventù postbellica, la recrudescenza della delinquenza, la difficoltà di stabilire una nuova legalità – per esclamare: «Ecco, noi l'avevamo sempre detto, questi partigiani, tutti così, non ci vengano a parlare di Resistenza, sappiamo bene che razza d'ideali...» Fu in questo clima che io scrissi il mio libro [Il sentiero dei nidi di ragno], con cui intendevo paradossalmente rispondere ai ben pensanti: «D'accordo, farò come se aveste ragione voi, non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili, metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po' storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un'elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere!» (Italo Calvino)
  • C'era nella parola partigiano un remoto significato di difesa della propria terra, a partire dalla guerra di indipendenza degli spagnoli contro Napoleone; ma c'era anche qualcosa di rosso – «à l'appel du grand Lénine se levaient les partisans» – che ne esaltava la componente aggressiva e irregolare, e che destava diffidenza fra i benpensanti. (Claudio Pavone)
  • Ciò che può compiere un partigiano, indipendentemente da valutazioni di valore personale, è differente da ciò che può compiere un soldato di un reparto regolare. Chi crea è diverso da chi esegue, chi fa volontariamente una cosa è differente da chi vi è costretto, chi persegue un ideale costruttivo non è eguale a chi soddisfa un precetto legale. Nel secondo potrà esistere volontà e determinazione, ma difficilmente entusiasmo. (Giorgio Bocca)
  • Dietro il milite delle Brigate nere più onesto, più in buonafede, più idealista, c'erano i rastrellamenti, le operazioni di sterminio, le camere di tortura, le deportazioni e l'Olocausto; dietro il partigiano più ignaro, più ladro, più spietato, c'era la lotta per una società pacifica e democratica, ragionevolmente giusta, se non proprio giusta in senso assoluto, chè di queste non ce ne sono. (Italo Calvino)
  • Ehi tu partigiano!... | pezzente, pidocchioso, lurido | partigiano!... Iena famelica che aggredisci alle spalle e crepi sulla forca. Zingaro | servo di ogni sacrificio. | Ladro di gloria! | Straccione che baratti la madre per un palmo di terra. | Fondatore di immagini notturne. Errabondo amante della notte e della morte. Avventuriero negato alla fede. | Boia! | Bandito! | Comunista! (Carlo Perasso)
  • Il cospiratore sa che nel corso della sua azione solo la sua vita è in gioco. Questa è una sensazione che, con l'orgoglio del sacrificio, esalta chi la prova, e dà una forte carica di coraggio civile. Il partigiano, invece, raggiunge nel combattimento una sorta di equilibrio nei confronti del nemico: educato dalla sua precedente esperienza cospirativa al rischio per sé, sente una profonda ripugnanza per un tipo di lotta in cui sarà costretto ad uccidere. La violenza e gli atteggiamenti dei nemici, anche la loro viltà e i tradimenti di cui si erano macchiati, non riuscirono mai a farci dimenticare (e anche questo ci differenziava da loro) che avevamo di fronte degli uomini, né che spesso quegli uomini - soprattutto i più giovani - contro cui puntavamo le armi erano essi stessi vittime incoscienti, avevano madri e figli, amavano ed erano amati. (Rosario Bentivegna)
  • Il partigiano moderno non si aspetta dal nemico né diritto né pietà. Egli si è posto al di fuori dell'inimicizia convenzionale della guerra controllata e circoscritta, trasferendosi in un'altra dimensione: quella della vera inimicizia, che attraverso il terrore e le misure antiterroristiche cresce continuamente fino alla volontà di annientamento. (Carl Schmitt)
  • L'esercito dei partigiani doveva essere unico. Pluralità dei partiti. Pluralità nei movimenti giovanili e femminili. Autonomia ideologica e d'azione per i partiti. Ma l'esercito, in montagna, doveva e non poteva che essere unico. (Paolo Emilio Taviani)
  • La fedeltà partigiana è socialmente disastrosa; ma per gli individui essa può essere molto redditizia, piú redditizia sotto molti aspetti, anche della concupiscenza e dell'avarizia. Libertini e accumulatori di danaro difficilmente riescono a sentirsi orgogliosi della loro attività, ma la partigianeria è una passione complessa la quale permette a coloro che vi si abbandonano di ricavare il massimo vantaggio da entrambi i mondi. Dato che fanno queste cose per amore di un gruppo il quale è per definizione buono ed anche sacro, essi possono ammirarsi e disprezzare i vicini, possono cercare il potere e il danaro, possono godere i piaceri dell'aggressione e della crudeltà, non soltanto senza sentirsi colpevoli, ma con una luce positiva di virtú conscia. La fedeltà al gruppo trasforma questi piacevoli vizi in atti di eroismo. I partigiani sono consapevoli di sé, non come peccatori o criminali, ma come altruisti ed idealisti. E con qualche riserva, lo sono. L'unico guaio è che il loro altruismo è meramente egotismo promosso di grado, e che l'ideale, per cui essi sono pronti spesso a dare la vita, non è altro che la razionalizzazione di interessi corporati e passioni di parte. (Aldous Huxley)
  • Occorre convincere i giovani di oggi che ognuno di noi [partigiani] fu esattamente un giovane come loro, stretto fra dubbi e paure, convinto di non fare nulla di così eccezionale, di "storico", ma di compiere un dovere civile che ha finito per coinvolgere tutti in una sola volontà, sostenuta dalla speranza di liberazione. (Carla Capponi)
  • Per gli angloamericani il dovere dei partigiani era uno solo: combattere e tacere. Non così la pensavano i partigiani ed i loro comandi i quali non si consideravano agli ordini degli «alleati», e volevano mantenere la loro indipendenza, la loro libertà d'azione. (Pietro Secchia)
  • Sbaglia sia chi pensa che fossimo eroi, sia chi pensa che fossimo violenti bombaroli: la verità è che sapevamo commuoverci e anche piangere, ma la storia ci aveva messo nella condizione di avere una sola scelta, quella di combattere contro la barbarie nazifascista. (Mario Fiorentini)
  • Se ci coglie la crudele morte, | dura vendetta verrà dal partigian; | ormai sicura è già la dura sorte | del fascista vile traditor. (Felice Cascione)
  • Sulla neve bianca bianca | c'è una macchia color vermiglio: | è il sangue, il sangue di mio figlio | morto per la libertà. | Quando il sole la neve scioglie | un fiore rosso vedi spuntare: | o tu che passi, non lo strappare, | è il fiore della libertà. | Quando scesero i partigiani | a liberare le nostre case, | sui monti azzurri mio figlio rimase | a far la guardia alla libertà. (Gianni Rodari)

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