Lillo Gullo e Tano Gullo

Voci principali: Lillo Gullo, Tano Gullo.

Aliminusa. Strada, donna, religiosità modifica

Incipit modifica

  • Oggi una comunità non è più (se mai lo è stata) un mondo a sé stante, con uno sviluppo armonioso e sufficientemente autonomo dall'esterno. Questo vale ancora di più per le comunità siciliane che hanno sempre mantenuto stretti contatti con le città vicine, spesso fornendole dell'abito culturale. Nella nostra indagine, quindi, legare la comunità (Aliminusa) a Palermo, e al più ampio contesto siciliano e italiano, non è solo adottare una comoda metodologia, ma è anche assumere un corretto atteggiamento politico, un prendere atto dell'oggettiva situazione, poiché Aliminusa – a prescindere della nostra ricerca e della nostra metodologia – è ormai di fatto trainata dal carro dello sviluppo nazionale; unificazione burocratica, coscrizione e istruzione obbligatoria, emigrazione, infrastrutture, TV e gli altri mass media hanno fatto bene il loro lavoro.

Citazioni modifica

  • Quarantun strade, collegate da tre assi principali paralleli e da una piazza, sono tanti centri di produzione culturale e teatro delle complesse relazioni tra gli abitanti di Aliminusa, in particolare delle donne. Ma solo una quindicina di esse, per dimensione e per densità di residenti, sono "grandi strade", cioè capaci, mediante collegamenti più estese delle famiglie che vi abitano, di appropriarsi in poco tempo delle elaborazioni e degli accadimenti che interessano le altre strade, e di immettervi al contempo i propri contenuti e l'essenza delle proprie vicende. (p. 35)
  • Una donna è capace di ricostruire decenni di vita della propria strada, citando morti, nascite, fidanzamenti, rotture di fidanzamenti, emigrazioni, trasferimenti, malattie, litigi, riconciliazioni, eredità, comparsa di una innovazione, di un certo oggetto. (pp. 36-37)
  • La strada è il luogo dove la donna attua il maggior numero di interazioni significative. Possiamo dire che non c'è una sola donna che non abbia molteplici rapporti di vario tipo con una qualunque altra donna della stessa strada, e tutti intersecati con i nodi e gli intrecci delle relazioni delle altre donne. La frequenza e l'intensità dei rapporti generalmente decresce con il crescere della distanza tra le abitazioni. (p. 38)
  • La relazioni tra due donne non sono un fatto privato e sono solo un segmento della vasta e complessa trama di rapporti che avviluppa la strada e la comunità. L'inesistenza di uno spazio casalingo propriamente privato e lo svolgimento della maggior parte delle occupazioni e delle interazioni femminili nella strada (le donne di Aliminusa potremmo definirle "stradalinghe"), non fa che accrescerne il carattere pubblico. (p. 38)
  • Come il contadino conosce fino nei minimi particolari la composizione della campagna comunale (e anche oltre), la proprietà e le caratteristiche di ogni singolo campo, i punti di riferimento (casolari, pozzi, alberi e pietre particolari) e la storia delle varie contrade, così la donna sa tutto del centro abitato e dell'interno delle case. Per quanto concerne le abitazioni della propria strada la conoscenza si fa più approfondita e scende nei più minuti dettagli. Ed è questo il motivo per cui le varie modificazioni delle case o l'acquisto di mobili e oggetti hanno nelle donne un valido veicolo di diffusione. (p. 39)
  • Il santo per la famiglia contadina della comunità è uno di casa, uno che si vede ogni giorno accanto ai vecchi ritratti sgualciti dei genitori e alle istantanee dei figli. Il santo è uno a cui ci si rivolge continuamente per risolvere guai e problemi che il "terrestre" non è stato capace di evitare. (p. 77)
  • Anche i palermitani non si sono mai considerati abitanti di una città. Giuseppe Pitrè nel 1904, in Palermo cento e più anni fa, avendo colto questo, scriveva che Palermo era divisa in tanti quartieri, tutti fortemente caratterizzati; ognuno aveva il suo stemma, la sua santa patrona, prediligeva certe attività, esprimeva un certo comportamento; inoltre, in questi quartieri-paese era presente un campanilismo accentuato che sfociava spesso in violente risse. (p. 131)

Citazioni su Aliminusa. Strada, donna, religiosità modifica

  • Dal quadro dipinto dai fratelli Gullo, appare chiaro che la figura dominante di Aliminusa è il piccolo coltivatore diretto, succube della Coldiretti, della "bonomiana". La polverizzazione delle aziende (su 355, 308 sono a condizione diretta, 150 sono di meno di tre ettari), la rudimentalità delle colture (frumento, quasi esclusivamente), la povertà dei mezzi (il mulo è ancora preferito, e non a torto, dato lo stato dei viottoli d'accesso) sono i tratti d'una realtà agraria assai arretrata. Alla arretratezza economica fa riscontro la povertà delle articolazioni sociali e politiche. Dei 481 occupati, la grande maggioranza lavora nell'agricoltura. Si tratta soprattutto di lavoratori in proprio. Poverissimo è il ceto operaio, professionale e imprenditoriale. (Tullio De Mauro)
  • Il vecchio contadino, l'immutabile uomo della cautela e delle attese, della pazienza e della rassegnazione, è in via di estinzione. L'allarme, il primo avviso di questo cambiamento lo avevano lanciato, nel '77, due giovani sociologi siciliani, Lillo e Tano Gullo. [...] I padri andavano ancora, col buio a lavorare in campagna, e le madri vivevano tutte insieme nella strada ch'era un pezzo di casa comune: raccoglievano il latte per il formaggio in un solo tino per tante famiglie e la parte di ognuno si segnava con una «tacca» sul bordo del secchio. Ma la televisione era in tutte le case, e le città, le discoteche, le automobili esercitavano sui loro coetanei una forte attrazione. C'erano i carciofeti che davano ricchezza, ma non si trovava la gente per farli coltivare e i giovani – disoccupati – passeggiavano lungo il corso. Da quelle osservazioni e dopo una una riflessione approfondita, i Gullo ricavarono un libro sulle prospettive difficili della cultura contadina. (Marcello Sorgi)
  • Lillo e Tano Gullo, gli autori di Aliminusa: strada, donna, religiosità. Prospettive socio-antropologiche della cultura contadina, Ed. Savelli, hanno vissuto, studiato e si sono laureati a Trento negli anni migliori di quell’Università, quando la sociologia era, in qualche modo, anche per i professori che la insegnavano, una scoperta, come una macchina di cui non si conoscono bene le prestazioni. Sono tornati a provarla qui in Sicilia. C'era, nei ricordi dei Gullo, il paese, Aliminusa, così antico; una strada ch'era un mondo, tutta la gente del mondo; un mucchio di umori, di colori, di gesti, di immagini legate ad orari. I padri che se n'andavano in campagna a cavallo la mattina col buio e tornavano, col buio, la sera. Era cambiato niente in quel paese? Davvero tutto si ripeteva, uguale, di stagione in stagione? Lillo e Tano, tornati ad Aliminusa, lo hanno studiato con gli strumenti acquisiti a Trento. Ne è uscito questo libro: un'indagine curiosa, dove tutto, anche le sciarre di za' Rosalia con za' Liboria, hanno una loro economia, e la realtà contadina, apparentemente statica, si rivela piena di mutamenti e contraddizioni. (Marcello Sorgi)
  • Specialmente nei paesi meridionali è nelle vie e nelle piazze che si dispiegano le interazioni sociali, la dinamica dei rapporti interpersonali, specialmente extrafamiliari. Si pensi, ad esempio, alla lite popolare, alla sciarra siciliana, nella quale attorno alle protagoniste si sviluppa un intero movimento partecipativo coreografico. Anche se occasionata da episodi contingenti, la lite si sviluppa secondo moduli predeterminati e vincolanti; l’interazione che sollecita obbedisce a precise norme culturali che vengono fedelmente eseguite, pur con minime variazioni puntuali; Lillo e Tano Gullo, per esempio, nella loro ricerca su Aliminusa, in Sicilia, hanno messo in luce, fra gli altri tale aspetto. (Luigi Lombardi Satriani)
  • Tano Gullo è cronista di razza, il suo libro Aliminusa, scritto a quattro mani con il fratello Lillo, è raro ritratto di storia orale in Italia. (Gianni Riotta)
  • Via Dante è una delle quarantun strade di Aliminusa, un paese di 1.500 abitanti a 65 chilometri da Palermo. [...] Da soglia a soglia si annodano rapporti, nascono amicizie, scoppiano litigi, anzi "sciarre", che sono vere e proprie guerre di strada, di lunga durata. Una mappa delle "sciarre" di via Dante è stata tracciata da Lillo e Tano Gullo in un loro libro nel quale l'analisi di questo angolo di mondo siciliano è condotta con gli strumenti della sociologia (i fratelli Gullo, oggi giornalisti, si sono laureati a Trento), ma anche con il gusto del narratore. (Gianni Rodari)

Comandiera o subalterna? modifica

Citazioni modifica

  • L'ambiente rurale è pervaso da una stridente lacerazione dovuta alle nuove generazioni di donne, alle mogli e alle figlie degli emigrati, nonché a quelle più attente all'informazione, alle studentesse e alle operaie. Queste ultime, pur figurando come casalinghe, prestano lavoro a domicilio o in piccole industrie (tessili e alimentari e fin dai primi censimenti del 1871 subiscono [...] sperequazioni nella retribuzione e nel riconoscimento ufficiale del loro lavoro, regolarmente occultato o considerato secondario a quello casalingo. (p. 65)
  • Nei piccoli centri, mancando un servizio pubblico di nettezza urbana, le donne provvedono esse stesse a pulire la strada, ognuna il tratto prospiciente la propria abitazione. È notevole l'importanza che ha la strada nella rete comunicativa dei paesi. Contrariamente al comparaggio, che si sviluppa altrove (nei bar, nei luoghi di lavoro), è qui che si forma il commaraggio. Esiste una cooperazione informale tra le vicine della strada consistente nello scambio di servizi e nella "mpristatina", cioè il prestito alla bisogna di utensili o generi alimentari. (p. 67)
  • In questo spazio fisico dalle intense interazioni, nasce la "sciarra", che si diversifica dal litigio per il rituale, la ripetitività e le motivazioni apparentemente banali. [...] La sciarra è circoscritta alla strada, e particolarmente si sviluppa tra donne con abitazioni dirimpettaie o limitrofe. Viene sancita urlando nella strada, in modo ritmato e accompagnato da una gestualità adeguata, tutto il risentimento nei confronti dell'altra, coinvolgendo tutto il vicinato. La sciarra tra donne resta un fatto privato, i mariti non se ne curano. Qualche volta essa è lo sfogo di tensioni accumulate precedentemente, credere pertanto alla motivazione occasionale può essere falsante. La riconciliazione, la "mpaciatina", avviene soltanto in occasione di eventi speciali: malattie gravi, morti e, secondariamente, nascite, fidanzamenti, matrimoni. (pp. 67-68)

Citazioni su Comandiera o subalterna? modifica

  • «L'omu porta beni, ma la fimmina lu manteni». La divisione dei ruoli tra uomo e donna, in una concezione di questo tipo, è un elemento indispensabile, mutando il quale crolla la costruzione complessiva. È proprio la donna tra l'altro, notano due giovani sociologhi sui Quaderni siciliani che tiene i fili delle relazioni parentali, annota le ricorrenze che servono a consolidare questi vincoli, conteggia i servizi dati e ricevuti. Ma in tal modo la donna non esiste per se stessa, ma solo in quanto fa parte di una famiglia; succube o dominatrice dentro di essa, non importa, o almeno è un elemento secondario. Il fatto decisivo è che la donna siciliana al di fuori della famiglia non può essere concepita. (Simona Mafai)

Bibliografia modifica

  • Lillo Gullo e Tano Gullo, Comandiera o subalterna?; in Quaderni Siciliani, Palermo, nn. 9-10, ottobre-dicembre 1974, pp. 65-69.
  • Lillo Gullo e Tano Gullo, Aliminusa. Strada, donna, religiosità. Prospettive socio-antropologiche della cultura contadina, Savelli editore, Roma, 1977.

Voci correlate modifica