Mantova
comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia
Citazioni su Mantova e sui mantovani.
- Agli occhi del giovane pittore [Correggio], avvezzi alle sottigliezze, alle ondulazioni di linee miti, divote, [...] dovette presentarsi come un nuovo mondo Mantova, impero dello statuario Mantegna. La forma solenne e massiccia di Andrea piombava romanamente sull'altare della Madonna della Vittoria, foggiava un classico scenario coi celebri Trionfi di Cesare, si disponeva in ritmo grandioso sulle pareti della Camera degli sposi, ove i Gonzaga avevan voluto ricordare le feste familiari con una imponenza sorpassante l'avvenimento casalingo. (Adolfo Venturi)
- Alla mostra del Mantegna, a Mantova, si sono portati da Milano torpedoni di lavoratori. Si era stampato un catalogo molto bello. Dissero che ne bastavano 2000 copie e invece se ne sono dovute stampare 22 mila. E tutte sono state vendute. Quel catalogo è stato la base del successo della mostra. (Dino Villani)
- A Mantova, qualche anno fa, andavo cercando bozzetti e piccoli quadri quali mi consentivano le mie modeste sostanze; esigevo però che i pittori fossero anteriori al 1600, perché verso quest'epoca si spense del tutto l'originalità italiana messa in pericolo sin dalla caduta di Firenze nel 1530. (Stendhal)
- A mezza via fra l'età di Vittorino da Feltre e quella della marchesa Isabella e del Castiglione, la stampa mantovana di Dante, alla quale si appaia nello stesso anno una delle pochissime stampe del Decameron, rappresenta bene la svolta decisiva per cui a Mantova, come in quel giro d'anni in altre corti, la cultura umanistica venne a patti con la tradizione trecentesca e si avviò a produrre nella nuova lingua una nuova letteratura cortigiana. (Carlo Dionisotti)
- Bisognerà però che l'Italia cominci col persuadersi che v'è nel seno della nazione stessa un nemico più potente dell'Austria, ed è la nostra colossale ignoranza, sono le moltitudini analfabete, i burocrati macchina, i professori ignoranti, i politici bambini, i diplomatici impossibili, i generali incapaci, l'operaio inesperto, l'agricoltore patriarcale e la rettorica che ci rode le ossa. Non è il quadrilatero di Mantova e Verona che ha potuto arrestare il nostro cammino, ma è il quadrilatero di 17 milioni di analfabeti e di 5 milioni di Arcadi. (Pasquale Villari)
- Da giovane ho abitato vicino a Este, sulla linea ferroviaria da Monselice per Mantova e quindi venivo spesso in questa città, che va vista più volte per la sua bellezza, per la sua relazione con l’acqua che la circonda. (Gaetano Pesce)
- E tu, Mantova, sarai esaltata. Così a Dio piacque; e i voleri divini non posson restare incompiuti. Virgilio mantovano cantò Enea troiano; Enea senese dette ricchezza alla patria di Virgilio. (Papa Pio II)
- Entrando il marzo del 1340, i Gonzaga signori di Mantova avevano aperta una corte bandita nella loro città, con tavole disposte a chiunque venisse, con musici, saltambanchi, buffoni, fontane che sprizzavano vino, tutta insomma la pompa colla quale i tirannelli, surrogatisi ai liberi governi in Lombardia, procuravano di stordire i generosi, allettare i vani, ed abbagliare la plebe, sempre ingorda dietro a queste luccicanti apparenze. (Cesare Cantù)
- Fer la città sovra quell'ossa morte; | e per colei che 'l loco prima elesse, | Mantüa l'appellar sanz'altra sorte. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
- Il lago di Garda non saprei assimigliare ad altro che ad un alto mare chiuso e serrato tra altissimi monti, che stendendosi verso Peschiera, trovate le vie aperte, manda fuori un profondo e largo fiume detto Mincio, che è quello che fa il lago intorno la città di Mantova. (Andrea Minucci)
- (Mantova) Le strade intonacate coi colori delle uova di uccelli. Gentilezza degli abitanti. Loro nomi (sulla guida del telefono): Telemaco, Cleante, Quintilio, Aristodemo, Zaira, Tazio (Nuvolari). Forse anche Virgilio era, ai suoi tempi, un nome fuor dal comune. (Aldo Buzzi)
- Mantova mi generò, la Calabria mi rapì, mi tiene oggi Partenope: cantai i pascoli, le campagne, i condottieri. (attribuita a Publio Virgilio Marone)
- Nel Palazzo Ducale di Mantova, reggia di Gonzaga, c'è un curioso appartamento che sembra stato ideato e costruito per ospitare un popolo di bambole. Stanzine, salottini, corridoietti, tutto in miniatura, tutto come in un giocattolo. Capricci di signori del tempo andato, capricci di architetti; ma non è una casa per le bambole, è l'appartamento dei nani di corte. (Gianni Rodari)
- Non appena mi giunse la notizia della sua fine partii per Mantova. Era un caldo pomeriggio: l'11 agosto 1953. Nella fretta mi persi in un dedalo di stradine della vecchia Mantova. Scesi di macchina, domandai a un negozio di stagnino la via per vill.a Nuvolari. Ne uscì un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla mia macchina per leggere la targa. Capì, mi prese una mano e la strinse con calore, si commosse. "Grazie d'essere venuto – mi bisbigliò – come quello là [Tazio Nuvolari] non ne nasceranno più". (Enzo Ferrari)
- Ogni volta che torno, chiedo all'autista di fermarsi prima del ponte di San Giorgio, per osservare la silhouette di Mantova, la vista che mi piace di più. L'altra cosa su cui posare il mio sguardo è la basilica di Sant'Andrea, dove la luce entra in modo indiretto, l'esito è magico e dà un'atmosfera quasi divina, in senso metafisico.(Eduardo Souto de Moura )
- Per uno che scrive a Milano non ci dovrebbe essere questo bisogno di dire che maniera di città sia Mantova; ma che volete, miei cari? questo bisogno c'è, e a Milano più che altrove. Tre cose han valso a radicar l'idea che la mia povera città la fosse un piccolo inferno: l'aria, i fortilizi, l'ergastolo. Or andate mo' a ficcar nella testa a certi ambrosiani incocciati che, malgrado il suo ergastolo, i suoi fortilizi, la sua aria, a Mantova ci si stesse a meraviglia ... (Paride Suzzara Verdi)
- Pur Virgilio si trasse a lei, pregando | che ne mostrasse la miglior salita; | e quella non rispuose al suo dimando, | ama di nostro paese e de la vita | ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava | "Mantüa ...", e l'ombra, tutta in sé romita, | surse ver' lui del loco ove pria stava, | dicendo: "O Mantoano, io son Sordello | de la tua terra!"; e l'un l'altro abbracciava. (Dante Alighieri, Divina Commedia)
- Quando giocavo i miei colleghi mi chiedevano perché tornavo sempre a Mantova. Non l'avete ancora vista, gli rispondevo, altrimenti non me lo chiedereste. (Roberto Boninsegna)
- Quest'anno infrangerò la sana regola (Greta docet) di arrivare in treno. Ma sento proprio il bisogno di stupirmi, come sempre mi accade, quando in automobile, dopo le ultime curve, si inizia ad intravedere il Ponte di San Giorgio e con lui, soprattutto, si scorge quasi d'un tratto l'immagine della città, sempre magica e sorprendente, come la visione di un arcobaleno. Durante gli 800 metri del ponte guido ancora più piano del dovuto, per allungare il più possibile quel tempo, pensando alla storia che mi attende, alla magia della corte dei Gonzaga, a Giulio Romano, e a quel tipo di primati tra architettura e pittura che oggi sembrano impossibili, mentre l'emozione, e la sensazione, sono quelle di entrare in una cartolina (chissà se si usano ancora?). (Beppe Finessi)
- «Sa lei, signor mio, come la pensi l'imperatore, in questo momento? Crede lei che non ci sia altro che Mantova a questo mondo? le cose a cui si deve pensare son molte, signor mio.» (Alessandro Manzoni, I promessi sposi)
- Sono rimasto alquanto scosso ieri (non sono molto forte in minuzie geografiche) nello scoprire che Romeo venne bandito a sole venticinque miglia. Tale è la distanza fra Mantova e Verona. [...] La prima ha una gran quantità di farmacisti, tutt'oggi, che potrebbero interpretare la parte shakespeariana al naturale. Di tutti i piccoli stagni immobili visti finora, è il più verde e il più coperto d'erbacce. (Charles Dickens)
- Tazzoli Enrico delli furono Pietro e Nobile Isabella Arrivabene nato a Canneto Provincia di Mantova il 17 Aprile 1812. Consecrato Prete il 19 Aprile 1835. Arrestato come reo d'alto tradimento il 17 Gennajo 1852. Fu condannato a morte il 4 Dicembre 1852. Perdona a tutti. Dio a lui perdoni. (Enrico Tazzoli)
- Un giorno, pur che mi basti la vita, io tornerò nella mia patria, traendo meco le Muse: e le palme del mio trionfo poetico io renderò a te, Mantova: e un tempio di marmo inalzerò sulla verde prateria presso l’acqua, là dove il Mincio scorre con lenti avvolgimenti e copre tutt’intorno le ripe di flessibili canne. (Publio Virgilio Marone)
- Era un affanno indigeno affatto, anzi Mantovano, uno di quei sentimenti tristi ma sacri, de' quali é origine la nostra nebbiosa città - Immaginati un veglione nelle gemonie, una mascherata sul Calvario.
- Oggi voleva andarmene al Castelletto [Castelletto Borgo]: ma ho cambiato parere, perchè non voglio passare il ponte S. Giorgio fin che non son certo che tu [Matilde Ferrari] sia in campagna. Cos'è per me la campagna senza di te? Precisamente quello che mi sembrerà Mantova dopo la tua partenza! Una solitudine, un deserto.
- Quanto a me se non ha mai saputo nulla le darò in quattro tocchi la mia biografia presente e quasi anche futura. Fui letterato a Milano fino all'aprile, soldato con Garibaldi fino ad ora, e d'ora in poi imbecille campagnolo fino a nuovo ordine. Credo che quando sarò stufo di spaventare a fucilate le passere del vicinato prenderò la via di Modena, intanto faccio compagnia alla mamma che appunto per questo è uscita da Mantova e scrivacchio versi a ore perdute.
- Quell'ammasso di case di torri di cupole in mezzo all'acqua del Mincio mi fece pensare a Venezia: cosa volete? Invece di sorridere, sospirai; il passato poteva sopra di me assai piú del futuro, o lo stesso futuro mi traspariva qual doveva essere, di gran lunga diverso dalla creatura prediletta dell'immaginazione. Cionullameno quella festa d'una città italiana, già signora di sé, con corte, con leggi, con privilegi proprii, la quale si metteva uguale colle altre per esser libera o serva, felice od infelice insieme alle altre, mi saldò nel cuore un bel germoglio di speranze.
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