Giuseppe - Il re dei sogni

film d'animazione del 2000 diretto da Rob LaDuca, Robert Ramirez

Giuseppe - Il re dei sogni

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Titolo originale

Joseph: King of Dreams

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2000
Genere animazione, biblico, drammatico, musicale
Regia Rob LaDuca, Robert Ramirez
Soggetto Genesi (capitoli 37-46)
Sceneggiatura Eugenia Bostwick-Singer, Raymond Singer, Joe Stillman, Marshall Goldberg
Produttore Ken Tsumura
Doppiatori originali
Doppiatori italiani

Giuseppe - Il re dei sogni, film britannico del 2000, regia di Rob LaDuca e Robert Ramirez.

Giacobbe: Perché ci vuole tanto?
Fratello #1: Se ti vedessi padre! Si direbbe che sia il tuo primo figlio! Dimmi, eri così nervoso quando sono nato io?
Giacobbe: Ebbene, sì e no. È stato diverso con tua madre. Ma con Rachele non speravamo più, ci era stato detto che non poteva avere figli.
Fratelli di Giuseppe [in coro]: Padre! È un maschio!
Giacobbe: Mio figlio! [Corre nella tenda di Rachele]
Fratello #2: Non è incredibile? Rachele ha avuto un bambino!
Fratello #1: Direi che è un miracolo!
Giacobbe [vedendo Giuseppe per la prima volta]: Oh, Dio che sei padre di tutto noi, mi hai benedetto con un dono che da più tempo imploro. Entro una moglie sterile mentre sta giungendo il crepuscolo dei miei giorni, tu hai posto un tesoro. Laddove c'era roccia ora c'è un giglio. Ci hai donato un figlio!

  Citazioni in ordine temporale.

  • L'orgoglio come lo usi tu, può fare molti danni. | Da retta a quella voce che ti guiderà negli anni. | Un fiore volto verso il sole ha un dono un po' speciale, | non per questo è migliore di un altro fiore uguale. | Rinasci all'amore, la tua saggezza in fiore | Col tempo crescerai e seguirai il cuore, | ma dovrai capire l'amore non lo fermi mai | Ascolta quella voce, ridona agli altri ciò che hai. (Rachele)
  • Alzate gli occhi sul grande Egitto. | Vivrà negli anni e non verrà distrutto. | Papiro e pietra, per il progresso, | un dono che gli dei hanno concesso. | Terra nobile, terra di asilo, terra fertile grazie al Padre Nilo. [...] Lavora schiavo, per te è normale, | per noi non sei neanche un animale. | È il tuo destino, la tua prigione, | inchinati davanti al tuo padrone. | È il potere che compra la gente, o sei come un dio o non sei niente. | Quanti secoli di annientamenti quante fantasie, quanti sogni spenti. [...] Umiliazione, è il tuo destino. | Adesso sei uno schiavo, un egiziano. | È il tuo futuro, null'altro conta. | Di te non resterà che un'impronta. | Appartieni a noi, sangue e sudore | Tutto è nostro ormai anche il tuo cuore. (Canzone all'arrivo a Menfi)
  • Ed il ragazzo dimostrerà il suo talento | per questo deve sfruttare al meglio le occasioni che gli porta il vento | lenta è la strada per giungere lassù | ma la pazienza è l'arma che ti aiuterà di più | Tu devi scegliere qual è la tua via | non sarà semplice ma ci riuscirai | per farlo usa tutta la tua energia | tu devi scegliere qual è la tua via. (Canzone durante la schiavitù alla corte di Potifar)
  • [Preghiera] Signore, perché mi fai questo? Mi hai sentito? Non hai clemenza verso di me? Sei stato tu a darmi i sogni! Mi hai conferito il dono! Che bel dono, i miei sogni sono bugie! Che ho fatto per meritarlo? (Giuseppe)
  • Avevo agito bene | Avevo le risposte | La strada era quella giusta | Ma mi ha portato qua | Conosci le mie pene | Per questo chiedo aiuto | Adesso che ho rinunciato | Io so la verità
    Tu vedi più lontano di me | Tu sai la via | Non voglio sapere i perché | Tu vedi più lontano di me
    Se questo è un saggio | Non ne vedo la ragione | Ci ho messo tutta l'intenzione | Ma forse no, non basta | Non voglio fare peggio | La fede sai mi aiuta | Ripongo in Te la mia fiducia | È tutto ciò che resta
    Ma tu vedi più lontano di me | Tu sai la via | Non voglio sapere i perché | Tu vedi più lontano di me
    Credevo che una nuvola fosse il cielo | Ho visto un uccello volare | E l'ho seguito | Credevo di poter spiccare il volo | Ma tu puoi plasmarmi | Ed insegnarmi
    Tu vedi più lontano di me | Tu sai la via | Non voglio sapere perché | Ti ascolterò | Io credo in te | Tu vedi più lontano di me (Giuseppe)
  • [Mentre nomina Giuseppe come viceré di fronte al popolo d'Egitto] Grazie a quest'uomo, ho visto il futuro dell'Egitto. E grazie al suo agire, noi prosperiremo. Gli conferisco il potere su tutto l'Egitto! Solo il Faraone sarà più grande! Lo chiamerete "Zaphnath-Paaneah", "il Dio parla ed egli vive"! (Faraone)
  • Ancora porti in te quell'ira | che non ti fa gioire | e la paura che hai nel cuore | ti fa esitare. | Io soffro nel vedere in te | quell'ombra e l'amarezza, | mentre in noi c'è la natura che | invita alla dolcezza. | Rinasci alla vita, la tua saggezza in fiore, | col tempo capirai e seguirai il cuore | che ti mostrerà, la strada della verità | Tu dona il tuo perdono, ritroverai la libertà. (Asenat)

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Fratelli di Giuseppe: Un fratellino, lui è speciale, | da proteggere, è uno di noi | e gli daremo, sempre dargli, | tutta l'istruzione, dovrà distinguersi dagli altri, | saremo sempre al suo fianco per mostrargli il valore della sua famiglia.
    Giacobbe: Oh, sì. c'è un miracolo in te, | sei il prediletto e rifuggente | vedrai il cielo azzurro poiché | sei il benedetto, fra questa gente, | avrai il mondo fra le mani, | tu vivrai con i sovrani, | la fortuna è tua perché, | c'è un grande miracolo in te.
    Rachele: Avrai il sole nel sorriso, | negli occhi la passione, | il cielo donerà al tuo viso | una grande seduzione, | scoprirai oltre il fiume | dell'ansia la tua via
    Giacobbe: E gli angeli ti guideranno è la profezia
    Giacobbe e Rachele: Oh, sì. c'è un miracolo in te, | sei il prediletto e rifuggente | vedrai il cielo azzurro poiché | sei il prediletto, fra questa gente, | con il mondo fra le mani, | vivrai con i sovrani, | la fortuna è tua perché, | c'è un grande miracolo in te.
    Giuseppe: Cara madre, diletto padre, | questa veste colorata servirà | a ricordarmi quale vita io farò, | sono un fiore solitario, | tutto in me è straordinario, | che già so nel mio futuro cosa c'è | perché c'è un miracolo in me, | non avrò mai nessun tormento, | e anche il destino sa che | non può cambiare il mio incanto, | grandi cose costruirò, | la mia stella seguirò, | e avverrà tutto da se, | perché c'è un miracolo in me, | e non mi vedrete piegato, soffrendo | umiliato da chi mi ha voluto lacchè | mi vedrete volare ed il cielo infiammare | perché c'è un miracolo in me.
  • Giacobbe: È così che fai il tuo dovere? Mi aspettavo che badassi a Giuseppe! Hai abbandonato mio figlio! Mio figlio!
    Giuda: E non siamo tuoi figli anche noi?
  • Faraone: So di te che ti basta ascoltare un sogno per interpretarlo subito.
    Giuseppe: Non io, mio signore... La spiegazione viene da Dio.
  • Giuseppe: Il tuo sogno è uno solo. Le vacche sane, le spighe di grano, sono sette anni di abbondanza... ma le vacche magre e le spighe vuote sono i sette anni di carestia che ne seguiranno e consumeranno il paese. L'Egitto potrebbe non sopravvivere.
    Faraone: Ciò può essere impedito? Che si può fare?
    Giuseppe: Devi trovare un uomo di cui fidarti. [Prende cinque bacche da una pianta] Negli anni di prosperità, fà che prenda un quinto del raccolto di ogni anno, e lo metta in depositi sorvegliati. Negli anni di carestia, lo distribuirete al popolo.
    Faraone: Potifar, hai fiducia in quest'uomo?
    Potifar: Gli affiderei la vita, mio signore.
  • Giuseppe: Ad una voce se ne aggiungono altre cento | in ogni verso ci sono armonie che vanno in cielo con il vento | ricca è la terra di chi l'avrà amata | sempre più in alto va l'inno che glorifica la vita | Impara a dare più di quello che prendi | e lascia sempre più di quello che c'era | e non temere quello che intraprendi | ma una cosa è vera. | Sei la pedina di un progetto e lo sai | ma devi dare tutto quello che puoi | risplenderai nel cielo se non ti arrendi | impara a dare più di quello che prendi
    Asenat: Il tempo passa ora il ragazzo è cresciuto | il suo destino è al servizio di un bene grande e assoluto
    Giuseppe e Asenat: Lunga è la strada su cui camminerà | sempre più intenso il messaggio che al mondo porterà | Impara a dare più di quello che prendi | e lascia sempre più di quello che c'era | e non temere quello che intraprendi | ma una cosa è vera. | Sei la pedina di un progetto e lo sai | ma devi dare tutto quello che puoi | risplenderai nel cielo se non ti arrendi | impara a dare più di quello che prendi | risplenderai nel cielo se non ti arrendi | impara a dare più di quello che prendi
  • [Dopo i sette anni di abbondanza, iniziano i sette anni di carestia, e con essi anche la distribuzione del grano]
    Giuda: [Raccoglie da terra una bambola che una bambina aveva perso per strada, e la restituisce alla bambina] Tieni.
    [Giuseppe riconosce subito i fratellastri e rimane sgomento]
    Potifar: Chi è il prossimo?
    Giuda: Noi [Giuda e gli altri fratelli], mio signore.
    Potifar: Voi non siete egiziani.
    Giuda: No, mio signore. Io e i miei fratelli veniamo da lontano, da Canaan. [Giuseppe si allontana terrorizzato dalla folla, visto solamente da Asenat, la quale cerca di ricuorarlo.]
    Asenat: Giuseppe, che cos'hai?
    Giuseppe: Niente.
    Asenat: Ma guardati... stai tremando.
    Giuseppe: Dev-dev'essere il sole... mi passerà.
    Giuda: Per favore, le nostre mogli e i nostri figli hanno fame.
    Potifar: Mi dispiace, ma non avete contribuito all'approvvigionamento.
    Simeone: Non chiediamo la carità. [Prende una borsa con dentro monete d'argento] Paghiamo in argento.
    [Giuseppe riconosce anche l'argento che i fratellastri ottennero quando lo vendettero come schiavo]
    Potifar: Quanti siete?
    Giuda: Dodici in tutto. Qui siamo dieci. A casa c'è nostro padre e un fratello minore.
    Potifar: Molto bene. Date loro-
    Giuseppe: Niente! Dieci stranieri che chiedono grano... non hanno a che fare con l'Egitto. Siete ladri? Volete vedere dove teniamo il grano? Spie. Non so cosa siete, ma certo non vi credo.
    Giuda: Mio signore, abbiamo detto la verità, lo giuro. [Tutti i dieci fratelli si prostano di fronte a lui]
    Giuseppe: Provatelo! Portate questo fratello minore!
    Giuda: Ma perché?
    Simeone: Che cosa proverebbe?
    Giuseppe: Che non mentite. Se dite la verità avrete tutto il grano che volete. Intanto... Arrestatelo! [A Simeone] Resterà prigioniero finché non vedremo l'altro fratello. In carcere! [Due soldati egiziani si portano via Simeone, nonostante Giuda e gli altri fratelli cercano invano di fermarli]
  • [Giuseppe guarda Simeone nelle segrete, quando Asenat lo chiama con tono da rimprovero]
    Asenat: Giuseppe, che cos'hai fatto? Vogliono solo dar da mangiare ai loro cari.
    Giuseppe: Sono ladri! Venuti a rubare il nostro grano!
    Asenat: Avevano bisogno di cibo, ed erano disposti a pagare. Come puoi chiamarli ladri? A te non hanno fatto niente, Giuseppe.
    Giuseppe: "Niente"? [Pausa e sospiro] Sono i miei fratelli.
    Asenat: Cosa?!
    Giuseppe: Mi hanno venduto. Sì, mi hanno venduto come schiavo. Mi hanno strappato dalla mia casa. Non ho potuto dire addio a mia madre. Non ho potuto vedere mio padre invecchiare.
    Asenat: Giuseppe, io... io non lo sapevo... Ma ora sei qui. Hai una casa, una sposa che ti ama... tutto ciò che desideravi.
    Giuseppe: No... non tutto.
    Asenat: Credevo avessi imparato qualcosa in quella cella. Ricordi quando ti portavo da mangiare?
    Giuseppe: Sì... Mi hai dato la forza per andare avanti. [La abbraccia]
    Simeone: Ehi! Io qui non ci resterò molto! I miei fratelli mi libereranno! [Giuseppe, rabbioso, si ricorda le medesime parole dette in precedenza, quando fu buttato nel pozzo dai fratellastri, e se ne va correndo, lasciando Asenat da sola.]
  • Giuseppe: Bentornati! Lo avete portato? [Il fratello minore]
    Giuda: Nostro fratello, Beniamino.
    Giuseppe: [Va di fronte a Beniamino, e, notando una tremenda somiglianza tra lui e sè stesso, crede ai fratelli] Siete stati di parola. Liberate l'altro fratello [Simeone]! Dunque, Beniamino... raccontami di tua madre e tuo padre.
    Beniamino: Mia madre non è più in vita.
    Giuseppe: Oh... mi-mi dispiace... E tuo padre?
    Beniamino: È... preoccupato per me.
    Giuseppe: Perché mai?
    Beniamino: Sono molto lontano da casa.
    Giuseppe: Oh! Non confida che i tuoi fratelli ti proteggano?
    Beniamino: Preferisce che gli resti vicino.
    Giuseppe: Uhm, davvero? E come mai?
    Beniamino: Tanti anni fa... perse il figlio più giovane.
    Giuseppe: Oh, una cosa molto triste... Come accadde?
    Beniamino: Fu ucciso.
    Giuseppe: Ucciso? Da chi?
    Beniamino: Dai lupi.
    Giuseppe: Lupi?
    Beniamino: Sì. A mio padre si spezzò il cuore.
    Giuseppe: Ah... sarà stato molto brutto anche per i tuoi fratelli, immagino.
    Beniamino: Loro non ne parlano mai.
    Giuseppe: Non ne parlano?
  • Giuseppe: Un brindisi. Ai fratelli!
    Fratelli di Giuseppe: Ai fratelli!
  • Potifar: Avanti! Dentro! [Gli undici fratellastri vengono tutti portati al cospetto del Faraone con la forza da Potifar e dalle guardie, nonostante le proteste dei fratelli]
    Simeone: Non potete, non abbiamo fatto niente!
    Asenat: [Terrorizzata, raggiunge Giuseppe, ignara delle sue vere intenzioni, e lo incontra sulle scale] Che cosa succede? Perché sono stati arrestati? Giuseppe, che cosa stai facendo?
    Giuseppe: Vedrai. [Ai fratelli] Vi ho dato cibo, vi ho ospitato in casa mia, ed è così che mi ripagate? Derubandomi?
    Fratello 1: Non ti deruberemmo mai, devi credermi!
    Giuseppe: E ora mi insultate mentendo...
    Fratello 1: Come?
    Giuseppe: [Sfodera un pugnale] Uno di voi mi ha derubato. [e inizia ad aprire, uno dopo l'altro, i sacchi di grano di quattro dei fratelli, fino ad arrivare a Beniamino] Beniamino... [sventra anche il sacco di Beniamino, dal quale esce la coppa d'oro, sotto lo sguardo soddisfatto di Giuseppe e quello terrorizzato dei fratelli] ... il prediletto.
    Beniamino: Io non l'ho presa!
    Giuseppe: Arrestatelo! Sarai punito per ciò che hai fatto.
    Beniamino: Ce l'ha messa qualcuno! [Le guardie lo immobilizzano]
    Giuda: Fermo! Lascialo! Prendi me! Te ne prego!
    Simeone: No, prendi me!
    Fratello 2: Prendi me!
    Fratello 1: Prendi me! [Tutti i fratelli lo implorano per prendere il posto di Beniamino]
    Giuda: Prendi pure chiunque di noi... ma ti prego, lascia andare il ragazzo!
    Giuseppe: Così, vi sacrifichereste per un fratellastro che vostro padre ha viziato?
    Giuda: Sì.
    Giuseppe: Perché, cosa vi importa se lo prendo [Afferra Beniamino per il colletto], lo bastono e lo faccio schiavo?
    Giuda: Non vogliamo essere causa di sofferenza per nostro padre... di nuovo.
    Giuseppe [Lascia il colletto di Beniamino]: "Di nuovo"? Perché dici "di nuovo"?
    Giuda [Sospira]: Perché nostro fratello non fu ucciso dai lupi. Eravamo accecati dalla gelosia, e lo vendemmo come schiavo. Abbiamo vissuto vent'anni con questa colpa. [Giuseppe lascia cadere il pugnale] Non possiamo tornare senza di lui. Mio padre non lo sopporterebbe un'altra volta... e noi neppure. Se qualcuno dev'essere punito, quelli siamo noi. [Si inchina e prende il lembo della tunica di Giuseppe in segno di supplica]
    Giuseppe: [In lacrime, vede che i suoi fratellastri chinano il capo, e capisce che sono davvero cambiati. Si toglie dunque il copricapo, rivelandosi così a tutti i fratelli] Non farò del male a nessuno di voi... nè a nostro padre. [I fratelli si accorgono del suo vero volto] Sono vostro fratello Giuseppe.
    Giuda: Giuseppe?
    Simeone: Come può essere?
    Beniamino: Giuseppe?
    Giuseppe: Ho tante cose da dirvi, tante domande da fare.
    Giuda: Oh, Giuseppe... [I due si abbracciano] Potrai mai perdonarci?
    Giuseppe: L'ho già fatto. Voi potrete perdonarmi per aver creduto di essere un miracolo divino?
    Giuda: Ma tu sei un miracolo. Dio ti ha mandato per salvare la nostra famiglia e l'intero Egitto, e l'hai fatto.
    Giuseppe: Asenat... vieni. Vieni a conoscere i miei fratelli. [Finalmente, i fratelli e Asenat si abbracciano tutti] Verrete a stare con me... tutti quanti, con le vostre famiglie!

Tu vedi più lontano di me | Tu sai la via | Non voglio sapere perché | Ti ascolterò | Io credo in te | Tu vedi più lontano di me

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