Guerra Hamas-Israele del 2023

conflitto armato nella Striscia di Gaza e dintorni, iniziato il 7 ottobre 2023
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Citazioni sulla guerra Hamas-Israele del 2023.

Rovine in Città di Gaza

Citazioni

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  • Chi c'è dietro Hamas? Credo che la risposta sia molto semplice: chi li sostiene pubblicamente, li sostiene con le armi. E non si tratta di un solo giorno. È una cosa che va avanti da molto tempo. Credo che qui ci sia una risposta dettagliata che potete trovare da soli. E anche sui social media, si può vedere attraverso le griglie chi sta dando i segnali rilevanti. Crediamo che la Russia sia uno di quelli che ha aiutato e che sta dietro. (Volodymyr Zelens'kyj)
  • Coloro che versano lacrime di coccodrillo per i civili uccisi nella guerra tra Ucraina e Russia stanno guardando in silenzio la morte di migliaia di bambini innocenti a Gaza. (Recep Tayyip Erdoğan)
  • Di fronte a tragedie come quella a cui stiamo assistendo oggi nel conflitto tra Israele e Hamas è solo questione di tempo prima che inizino a dilagare le teorie del complotto. Teorie con cui si cercherà di ingrandire le colpe dell’uno a scapito di quelle dell’altro o, anche più probabilmente, a ipotizzare interventi di terze o quarte potenze che agiscono nell’ombra, quando non addirittura di misteriosi burattinai che manipolerebbero dall’alto qualunque evento storico. (Massimo Polidoro)
  • Dire che nessun problema deve essere risolto principalmente con mezzi militari significa iniziare con la condanna di ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre in Israele. Quelle atrocità non possono essere giustificate da nulla, e comprendiamo che Israele debba difendersi da una simile violenza. Lo Stato ebraico sostiene di dover sconfiggere completamente Hamas, almeno la parte militare. La verità è che l’ideologia non può essere sconfitta: in Siria e in Iraq abbiamo sconfitto militarmente l’Isis, ma quella ideologia sopravvive e si è spostata in Africa. E come lo Stato Islamico in Siria e i talebani in Afghanistan, Hamas usa i civili come scudo, li tiene in ostaggio, non protegge la sua popolazione. Noi dobbiamo sostenere Israele, e allo stesso tempo appoggiare le misure per proteggere la popolazione civile palestinese, fornire assistenza umanitaria e, una volta risolta la parte militare del conflitto, fare del nostro meglio per ripristinare una vita dignitosa a Gaza. (Petr Pavel)
  • Gli attacchi di Hamas non sono avvenuti nel vuoto. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione. (António Guterres)
  • Oggi è doloroso vedere che la questione della responsabilità collettiva viene aperta nei confronti della popolazione di Gaza: l'argomento che i palestinesi hanno votato Hamas, non si ribellano, quindi il bombardamento di massa ha una qualche giustificazione, è intollerabile per qualsiasi popolo in qualsiasi circostanza. Per Gaza è intollerabile ancora di più, perché metà della popolazione è composta da minorenni. (Adriano Sofri)
  • Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza non è una guerra, ma un genocidio... Ciò che sta accadendo al popolo palestinese nella Striscia di Gaza non è esistito in nessun altro momento storico. In effetti, esisteva. Quando Hitler decise di uccidere gli ebrei (Luiz Inácio Lula da Silva)
  • Si fa un gran parlare della crisi ucraina. Ma tutto il mondo vede la differenza. Guardate l’Operazione militare speciale e quel che succede a Gaza, dove è in atto una catastrofe, e ve ne accorgete. In Ucraina non accade nulla di simile. (Vladimir Putin)
  • Utilizziamo le foto fornite dai parenti, le immagini dei profili social, i video messi in rete da Hamas e quelli del deep web, i programmi di intelligenza artificiale, mappature e geolocalizzazione. Lo scopo è uno: trovare chi è scomparso, dire alle famiglie quando sono stati visti l'ultima volta, se sono stati portati a Gaza o no. E in caso, in quali condizioni: vivi, morti, feriti. [...] Parliamo di vita e morte. Non sono ammessi errori. (Karine Nahon)

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  • Ci sono momenti in questa vita – e lo dico letteralmente – in cui il male puro e semplice si scatena su questo mondo. Il popolo di Israele ha vissuto uno di questi momenti questo fine settimana.
  • È stato un atto di pura malvagità. Più di 1.000 civili massacrati – non solo uccisi, massacrati – in Israele. Tra questi, almeno 14 cittadini americani uccisi. Genitori massacrati mentre usavano i loro corpi per cercare di proteggere i propri figli. Rapporti che fanno rivoltare lo stomaco su bambini uccisi. Intere famiglie uccise. Giovani massacrati mentre partecipavano a un festival musicale per celebrare la pace. Donne stuprate, aggredite e fatte sfilare come trofei.
  • La brutalità di Hamas, questa sete di sangue, ci ricorda il peggio: la peggiore furia dell'Isis.
  • Siamo al fianco di Israele. E faremo in modo che Israele abbia tutto ciò di cui ha bisogno per prendersi cura dei suoi cittadini, difendersi e rispondere a questo attacco.
  • Se gli Stati Uniti avessero vissuto ciò che sta attraversando Israele, la nostra risposta sarebbe stata rapida, decisa e schiacciante.
  • Permettetemi di dire ancora una volta: a qualsiasi paese, a qualsiasi organizzazione, a chiunque stia pensando di approfittare di questa situazione, ho una sola parola: Don't. Non fatelo. I nostri cuori possono essere spezzati, ma la nostra determinazione è chiara.
  • Ieri, quando ero in Israele, ho detto che quando l'America ha vissuto l'inferno dell'11 settembre, anche noi ci siamo sentiti infuriati. Pur avendo cercato e ottenuto giustizia, abbiamo commesso degli errori. Ho quindi ammonito il governo di Israele a non farsi accecare dalla rabbia.
  • Più di 30.000 palestinesi sono stati uccisi. La maggior parte di loro non è di Hamas. Migliaia e migliaia sono donne e bambini innocenti. Bambine e bambini rimasti orfani. Altri 2 milioni di palestinesi sono sotto bombardamento o sfollati. Case distrutte, quartieri in macerie, città in rovina. Famiglie senza cibo, acqua, medicine. È straziante.
  • Alla leadership di Israele dico questo. L'assistenza umanitaria non può essere una considerazione secondaria o una merce di scambio. Proteggere e salvare vite innocenti deve essere una priorità. Guardando al futuro, l'unica vera soluzione è quella dei due Stati.
  • Israele è responsabile in molti modi, ma la sua colpa principale è l’occupazione dei Territori palestinesi che continua. [...] Hamas ha commesso un crimine di guerra contro civili innocenti che non possiamo accettare; bisogna ora considerare il contesto, non per giustificare l’ingiustificabile, ma per capire e per far sì che quello che è accaduto non si ripeta.
  • L’unica via percorribile è smantellare del tutto gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania, porre fine al regime di apartheid e alle violenze nei confronti dei palestinesi e poi stoppare subito l’assedio imposto alla Striscia di Gaza.
  • Sappiamo che adesso l’apparato delle forze di occupazione israeliane pianifica di distruggere parte di Gaza. [...] Nella regione vivono più di due milioni di persone e i morti saranno migliaia: l’Ue e gli Stati Uniti avrebbero potuto fermare tutto questo, ma non lo hanno fatto.
  • Israele ha diritto a difendersi come ovvio così come l'attacco terroristico di Hamas non ha nessuna giustificazione, è stato un attacco terroristico bestiale. Dopo quell'attacco bisognava capire come uscire da quella situazione. E invece America, Europa, Nato arrivano sempre in ritardo, sono arrivati in ritardo in Ucraina, dove da otto anni era in corso una guerra civile, sono arrivati tardi in Medio Oriente.
  • La guerra come temevamo dopo l'attentato terroristico di Hamas ha avuto un'estensione drammatica. Biden quando è andato in Israele aveva suggerito al governo israeliano di non ripetere gli errori fatti dagli americani dopo l'attacco alle Torri Gemelle ma quel suggerimento non è stato accolto. Abbiamo davanti scene di un vero e proprio genocidio.
  • La scelta fatta da Israele non mi pare la più utile per arrivare alla pace. Proprio perché Israele è una democrazia, possiamo dire che Netanyahu non è Rabin e non è Peres, ha favorito l'insediamento dei coloni israeliani nell'illusione coltivata dai fondamentalisti israeliani di poter risolvere il problema palestinese in maniera demografica, cioè di avere un numero tale di coloni da pareggiare il numero dei palestinesi.

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  • Netanyahu ha paragonato gli omicidi di Hamas al festival musicale all'"Olocausto dei proiettili". Questo paragone, ripreso e fatto circolare dai leader mondiali, compreso il presidente Biden, serve a rafforzare le ragioni di Israele per infliggere una punizione collettiva ai residenti di Gaza. Allo stesso modo, quando Putin dice "nazista" o "fascista", intende dire che il governo ucraino è così pericoloso che la Russia è giustificata a bombardare a tappeto, assediare le città ucraine e uccidere i civili ucraini. Ci sono differenze significative, naturalmente: la Russia sostiene che l'Ucraina l'ha attaccata per prima e dipinge il governo ucraino come fascista, ma Hamas è una potenza tirannica che ha attaccato Israele e commesso atrocità che non possiamo ancora comprendere appieno. Ma queste differenze hanno importanza quando si tratta di uccidere dei bambini?
  • Così come gran parte della pretesa di impunità di Israele risiede nello status di vittima perpetua degli ebrei, molti critici del Paese hanno cercato di giustificare l'atto terroristico di Hamas come una risposta prevedibile all'oppressione di Israele sui palestinesi. Al contrario, agli occhi dei sostenitori di Israele, i palestinesi di Gaza non possono essere vittime perché Hamas ha attaccato Israele per primo. La lotta su una legittima rivendicazione di vittimismo si protrae all'infinito.
  • Nei due mesi successivi all'attacco di Hamas contro Israele, tutti i gazawi hanno sofferto per l'assalto appena interrotto delle forze israeliane. Migliaia di persone sono morte. In media, a Gaza viene ucciso un bambino ogni dieci minuti. Le bombe israeliane hanno colpito ospedali, reparti di maternità e ambulanze. Otto gazawi su dieci sono ormai senza casa, si spostano da un luogo all'altro, senza mai riuscire a mettersi in salvo.

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  • In Israele lo shock è enorme. Alcuni commentatori ritengono che si tratti del più grave trauma dall'indipendenza dello stato nel 1948. In nessun momento della storia soldati di paesi arabi hanno messo piede nel territorio israeliano su scala paragonabile a quanto successo il 7 ottobre.
  • Il prezzo politico degli errori dell'apparato di sicurezza sarà enorme e lo pagheranno i vertici militari. Tuttavia, Benjamin Netanyahu e i suoi alleati di estrema destra non potranno sfuggire al disastro provocato dalle loro scelte ideologiche: sono stati loro a dividere Israele e a far salire alle stelle la tensione nei territori palestinesi. La loro leadership ha fallito. La stagione delle responsabilità si aprirà quando cesseranno i combattimenti.
  • Sul fronte palestinese bisogna sottolineare che gli islamisti di Hamas, attraverso un attacco tanto pianificato quanto sanguinoso, hanno mandato un doppio messaggio: prima di tutto a milioni di palestinesi, rivendicando così la loro leadership a spese dell'Autorità nazionale palestinese e di Al Fatah; e poi anche ai paesi della regione, a cominciare dall'Arabia Saudita, che ha voltato le spalle ai palestinesi.
  • La superiorità militare di Israele gli permetterà certamente di distruggere buona parte delle infrastrutture di Hamas, dalle fabbriche dei razzi che piovono sulle città del paese ai tunnel verso l'Egitto o Israele, usati da Hamas per comunicare con l’esterno, fino agli arsenali del movimento.
  • Cosa fare della Striscia una volta eliminato Hamas, per quanto temporaneamente? Israele ha già vissuto l'esperienza dell'occupazione di Gaza e non conserva buoni ricordi. Una nuova occupazione non è sicuramente nei desideri dei militari. Ma davvero si possono lasciare due milioni di persone in stato di abbandono? Significherebbe rischiare di far emergere qualcosa di ancor più pericoloso di Hamas dal punto di vista di Israele.
  • Gli occidentali si ritrovano relativamente isolati in quella che considerano una posizione logica dal punto di vista morale, considerata la barbarie dei terroristi che hanno preso di mira i civili. Ma in realtà questa posizione non è affatto scontata agli occhi di buona parte del mondo, anzi risulta ipocrita.
  • Privare i palestinesi degli aiuti per le cure sanitarie o per l’istruzione significherebbe fare il gioco degli estremisti, anche se alcuni in Europa non lo capiscono. Per non parlare del rischio di allargare il fossato con il resto del mondo, uno dei segnali più inquietanti di quest’epoca.
  • La Russia, dal canto suo, ha di che rallegrarsi. C’è ancora qualcuno che parla dell’Ucraina? A questo punto per gli Stati Uniti diventa problematico sostenere contemporaneamente Israele e Kiev, come dimostra il fatto che alcuni missili da inviare all’Ucraina siano stati destinati allo stato ebraico. Una questione di priorità.

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  • È possibile che l'Iran abbia fornito dei missili, non escludo che quel Paese fondato su un fondamentalismo fanatico abbia svolto una funzione, ma questo avviene in un contesto che favorisce il peggio del peggio. Che cos’hanno da perdere i palestinesi di Gaza e quelli della Cisgiordania? Cosa!? Sono sottoposti ad arresti continui, a invasioni delle loro case, alla distruzione dei loro ulivi, all’espropriazione delle loro terre, delle loro risorse idriche. Io non ho mai visto niente di così brutale sotto il cielo del pianeta, da decenni e decenni.
  • È successo perché gli israeliani - io parlo sempre dei governanti e dell'autorità militare - hanno interiorizzato un'arroganza così spaventosa e ripugnante da non rendersi più neanche conto di quello che accade intorno a loro, capisce? I palestinesi vivono in una scatola di sardine da 75 anni, per un sorso di libertà hanno deciso di rischiare qualsiasi cosa.
  • La responsabilità è totalmente dell'arroganza perpetrata da decenni dai governi israeliani che si sono succeduti. Sottopongono i palestinesi a ogni forma di prepotenza, vessazione, colonizzazione, occupazione, arresti illegali, arresti amministrativi: ammazzano a sangue freddo i loro figli. Che cosa ci si può aspettare?

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  • I carnefici di Hamas erano ben organizzati. Alcuni si sono finti soldati israeliani e hanno intimato alle vittime in fuga di radunarsi in un punto preciso. Poi li hanno falciati di colpi. Questi assassini addestrati sono stati subito seguiti da uomini di Gaza, «gente comune», a bordo di jeep e motociclette, che hanno proceduto a spingere i ragazzi rimasti in vita dentro i loro veicoli, pestandoli e umiliandoli, prima di portarli via con loro nella Striscia di Gaza.
  • Mai l'esercito israeliano è stato chiamato a raccolta per scannare i civili palestinesi, i disabili e gli anziani, i ragazzini, i neonati al seno delle madri, sterminandoli a colpi d'arma da fuoco. Mai sono stati massacrati deliberatamente i civili, senza che ci fosse traccia di un obiettivo militare nella zona. Mai la morte accidentale degli innocenti è stata accolta con grida di giubilo e manifestazioni di esultanza. 
  • Mi impongo di non guardare i video delle esecuzioni, così perversamente girati e messi in onda da Hamas, ma ho visto un bambino israeliano di cinque anni malmenato dai ragazzi di Gaza mentre piangeva e chiamava sua madre. Coloro che giustificano «la guerra di liberazione» di Hamas e tracciano paralleli tra i bombardamenti israeliani su Gaza e il massacro dei civili nel sud di Israele non fanno altro che sostenere sfacciatamente questi nuovi nazisti. E molti di questi presunti pacifisti sono americani. Non è più il tempo di misurare le parole: i sicari di Hamas sono la feccia della terra. 
  • Credo che una nuova elezione sia l’unico modo per consentire un processo decisionale sano e aperto sul futuro di Israele.
  • La coalizione di Netanyahu non è più adatta alle esigenze di Israele dopo il 7 ottobre.
  • Sono angosciato dal fatto che la campagna di guerra israeliana abbia ucciso così tanti palestinesi innocenti.

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  • L’attacco di Hamas contro Israele deve essere condannato in modo incondizionato, senza se e senza ma. Se si pensa all’uccisione di 260 tra i ragazzi e le ragazze che partecipavano a un rave, si capisce che non si è trattato di un atto di “guerra” ma di un massacro; e che l’obiettivo di Hamas, la distruzione dello stato di Israele, comprende l’assassinio di massa di civili israeliani.
  • Quando sui giornali leggiamo titoli come “Questo è un incubo per Israele e il suo popolo” o “È l’11 settembre di Israele: il terrore inimmaginabile colpisce il cuore della nazione”, viene da pensare: è vero, ma i palestinesi della Cisgiordania vivono in un incubo da decenni.
  • Se tendessi di più a credere alle teorie complottiste, esprimerei sicuramente il mio dubbio sul fatto, molto pubblicizzato, che i servizi segreti israeliani non sapessero davvero niente dell’attacco del 7 ottobre. Trovo falsa la sorpresa del “come è potuto passare inosservato”. Non è vero che Gaza era totalmente sotto il controllo di Israele, con tanti informatori e sofisticati sensori terrestri e aerei al confine? Forse bisognerebbe sollevare una questione: chi ha tratto maggior profitto dall’attacco di Hamas?
  • Per dirla in modo un po' stalinista, l’attacco di Hamas fa oggettivamente l'interesse degli integralisti israeliani che ora governano lo stato (per non parlare dell’interesse della Russia: la guerra ha già distolto l’attenzione globale dalla guerra in Ucraina). Tuttavia, anche se Netanyahu sapeva che Hamas stava preparando qualcosa, non avrebbe potuto prevedere il numero di israeliani uccisi, quindi l'attacco di Hamas potrebbe anche significare la fine di Netanyahu, che non può più presentarsi come "mister Sicurezza".
  • Invece di perdersi in teorie complottiste, dovrebbe essere sufficiente sottolineare che entrambe le parti (Hamas e il governo Netanyahu) sono contrarie a qualsiasi opzione di pace e invocano la lotta fino alla morte.
  • Hamas e gli integralisti israeliani sono le due facce della stessa medaglia: la vera scelta non è tra loro, ma tra i fondamentalisti della linea dura e quelli aperti alla coesistenza da entrambe le parti. Anche in questo caso bisogna opporsi al doppio ricatto: se si è sostenitori della causa palestinese si è implicitamente antisemiti, e se si è contro l’antisemitismo si deve implicitamente essere sostenitori di Israele. La soluzione non è un compromesso, una "giusta misura" tra i due estremi: si dovrebbe invece andare fino in fondo in entrambe le direzioni, nella difesa dei diritti dei palestinesi e nella lotta all’antisemitismo.
  • Sostengo incondizionatamente il diritto di Israele a difendersi da questi attacchi terroristici, ma allo stesso tempo simpatizzo incondizionatamente con il destino disperato e sempre più senza speranza dei palestinesi nei territori occupati. Le persone convinte che ci sia una “contraddizione” in questa mia posizione sono quelle che effettivamente rappresentano una minaccia alla nostra dignità e libertà.

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