Città

insediamento umano esteso e stabile

Citazioni sulla città.

Veduta aerea di un tessuto urbano (Toronto)

Citazioni modifica

  • Amo le città, le strade, gli edifici, le finestre, i balconi, i muri, le strutture... La città è un concentrato di energia umana sul punto di esplodere. È lo scontro tra il vecchio e il nuovo, dove passato, presente e futuro sono compressi in un blocco unico. L'architettura per me è un simbolo. Rappresenta lo spirito del tempo, pietrificato nei muri e nelle finestre, fluido invisibile racchiuso nella pietra da misure, proporzioni e forme: gli edifici sono dei perfetti romanzi fatti di pietre e spazi vuoti... ma alla fine è l'energia umana, sono le vite vissute dietro queste pareti che conferiscono loro bellezza. (Danijel Žeželj)
  • Bisogna aver vissuto in una piccola città per sapere come i congegni della società vi giochino allo scoperto e fino a che punto i drammi e le farse della vita pubblica e privata vi siano messi a nudo. (Marguerite Yourcenar)
  • Calore. Ecco che cosa significano per me le città grosse. Si scende dal treno, si esce dalla stazione e si è presi dalla scalmana. Il calore dell'aria, del traffico, della gente. Il calore del cibo e del sesso. Il calore dei grattacieli. Il calore che esce dalla metropolitana e dalle gallerie. Nelle città grosse ci sono almeno cinque gradi di più. Il calore si leva dai marciapiedi e cala dal cielo inquinato. Gli autobus sbuffano calore. Emana dalle folle di acquirenti e impiegati. Tutta l'infrastruttura si basa sul calore, lo usa disperatamente, ne produce altro. La definitiva morte per calore dell'universo, di cui gli scienziati amano parlare, è già ben avviata a verificarsi: in qualsiasi città di dimensioni grandi o medie si sente ovunque che si sta realizzando. Calore e umidità. (Don DeLillo)
  • Cambiare la struttura urbanistica di una città significa cambiarne la morale. (Raffaele La Capria)
  • Chi non ha nel cuore una città [è] una persona da compiangere. (Fouad al-Tikerly)
  • Città s'addimanda una radunanza d'uomini per vivere insieme felicemente. E grandezza di città si chiama non lo spazio del sito o il giro delle mura ma la fortuna degli abitanti e la potenza loro. (Giovanni Botero)
  • Come la natura sensibile ben sottomessa alla ragione è più perfetta sul piano stesso della natura sensibile, così anche in una città bene ordinata il bene singolare dell'individuo sarà più perfettamente realizzato e assicurato. (Charles De Koninck)
  • Di chi è meglio che sia piena la città: di ricchi, che coi loro mezzi aiutano sé e gli altri, o di poveri, che né a sé né agli altri sono di aiuto? (Poggio Bracciolini)
  • Dici: In un altro paese | a un altro mare me ne andrò | una città tanto più bella, di quanto | questa sarà mai o sia stata, troverò... | Ora a ogni passo il laccio stringe il morso: | il cuore è sepolto in corpo e non ha corso: | fino a quando, quanto devo restare qui | recluso in questa tetra periferia sfiorita | della mente qualunque? Dovunque guardi vedo | solo macerie nere della mia vita. | Sono tanti anni, tanti, che sono qui, | recluso in questa tetra periferia sfiorita | della mente qualunque? | Dovunque guardi vedo | solo macerie nere della mia vita. | Sono tanti anni, tanti, che sono qui, | spendere e spandere, senza un costrutto. | No, non ci sono paesi nuovi, amico, né | nuovi mari: la città ti segue dappertutto. | Nello stesso groviglio di vie girerai all'infinito, | gli stessi borghi mentali scivolano | all'età vecchia dall'età bella, | nella stessa casa di sempre incanutisci. | La città è una cella. || Nessun altro posto, sempre questo | tuo ancoraggio terrestre, e nessuna nave esiste | che ti porti lontano da te stesso. Ma non capisci? | La vita che hai rovinato fino in fondo su questo | unico lembo della terra, adesso | è rovinata per ogni parte del mondo. (Konstantinos Kavafis)
  • Dio creò la campagna, e l'uomo creò la città. (William Cowper)
  • – È terribile quello che può succedere in una città.
    – Che vuoi dire?
    – Quando si blocca tutto contemporaneamente. Manca la corrente, non c'è più luce né gas, e anche se il cibo arriva in citta non si riesce a distribuirlo. L'acqua potabile, le fogne... Bleh! Queste cose qua. Non ci avevo mai pensato quando abitavo a Londra. La città è come un enorme bambina viziata. Migliaia di persone che la nutrono, la lavano e fanno in modo che tutto vada bene. (I sopravvissuti)
  • Il vento della protesta attraversa, una dopo l’altra, le città. Il che non stupisce. La storia dei movimenti rivoluzionari si è sviluppata sempre nel contesto urbano, in cui si concentra il capitale e si condensa il potere politico. (Donatella Di Cesare)
  • I sensi dell'uomo petreo si ravvivano, quand'egli si trova in mezzo al suo vero mondo. Esso è trattenuto tra le pietre dal solo desiderio di guadagno, e la donna e la famiglia sono costrette a rimanervi con lui. Ma il mondo cittadino è per l'uomo ciò ch'è l'acqua dell'acquedotto per il pesce dorato. Il mondo cittadino è per l'uomo ciò ch'è l'acqua dell'acquedotto per il pesce dorato. (Géza Gárdonyi)
  • In una città, come nel mare, bisogna identificarsi, per vedere realmente. Bisogna che qualcuno si dimentichi per quale motivo siete venuto, e vi confonda con un familiare. Allora, mille particolari segreti vengono alla superficie, e in quei particolari si ricompone anche per voi il volto sfaccettato della città, si ricompone in un'immagine unica. (Anna Maria Ortese)
  • Insomma, andammo ad abitare in città, dove gli infelici si trovano meglio. In città si può vivere cento anni senza rendersi conto di essere morti e putrefatti già da molto. Non c'è tempo di riflettere; si è sempre continuamente occupati. Gli affari, le relazioni mondane, la salute dei bambini e la loro istruzione, tutte queste cose ci assorbono continuamente. Bisogna ricevere questo o quell'altro, restituire le visite, vedere quello e ascoltare questo. In città c'è sempre una o due celebrità che non si può fare a meno di conoscere. Poi bisogna pensare a curarsi o cose del genere, infine ci sono i precettori, gli educatori, le governanti: nonostante tutto ciò la vita è vuota, vuotissima. (Lev Tolstoj)
  • Jungla di città | dove il Cristo in croce | è rimasto senza voce | c'è l'industria che produce | troppo cancro per la civiltà | e chi fuma già ce l'ha | e lo sa. (Adriano Celentano)
  • La città è come la donna, ha bisogno di essere bella e per essere più bella entra in ballo il maquillage, la ricerca dell'eleganza, il conforto dell'accessorio. Una situazione identica si verifica per la città, dove il maquillage è compito del solerte netturbino, il capo ricercato è disegnato dall'architetto e l'accessorio diventa l'arredo: quegli elementi semplici o elaborati che ingentiliscono strade, piazze e panorami. (Vito Elio Petrucci)
  • La città è la maestra dell'uomo. (Simonide)
  • La città è per il libertino le donne che la abitano. (Franco Cuomo)
  • La città è qualcosa di più di una congerie di singoli uomini e di servizi sociali, come strade, edifici, lampioni, linee tranviarie e via dicendo; essa è anche qualcosa di più di una semplice costellazione di istituzioni e di strumenti amministrativi, come tribunali, ospedali, scuole, polizia e funzionari di vario tipo. La città è piuttosto uno stato d'animo, un corpo di costumi e di tradizioni, di atteggiamenti e di sentimenti organizzati entro questi costumi e trasmessi mediante questa tradizione. (Robert Park)
  • La città non è la solitudine perché la città annienta tutto ciò che popola la solitudine. La città è il vuoto. (Pierre Drieu La Rochelle)
  • La montagna è piena di insidie | la città è piena di invidie (Jovanotti)
  • La funzione principale di una città è di trasformare il potere in strutture, l'energia in cultura, elementi morti in simboli viventi di arte, e la riproduzione biologica in creatività sociale. (Lewis Mumford)
  • La gloria delle città dipende dall'immaginazione dei cittadini e questa, a sua volta, dai circuiti di esperienze e di scambi di cui sono partecipi: dipende, in definitiva, dalle energie dei luoghi. (Giancarlo De Carlo)
  • "Le città fatte di soli capolavori sarebbero mostruose" diceva. Le città non sono musei congelati nell'azoto liquido. Le città sono organismi viventi. Mutano pelle, svuotano gli intestini, crescono, decrescono, amputano arti, producono scarti che diventano a loro volta materia prima di nuove idee dell'abitare. (Gianni Biondillo)
  • Le città sono il vero motore propulsivo di un territorio. Non c'è provincia o regione che reggano il paragone. E soltanto unendo le città si potranno ottenere risultati ancor più competitivi. (Sergio Chiamparino)
  • Le cose che si fanno a Gerusalemme non sono molto diverse da quelle che si fanno a Roma o New York, a Berlino, a Parigi, ovunque. Ancora cento anni e tutte le città si assomiglieranno tra loro, un grigio uniforme. (Aldo Palazzeschi)
  • Le grandi città sono piene d'imprevisti: vi sono delle opportunità incredibili di fortuna e di favore. (Ferdinando Petruccelli della Gattina)
  • Lo schema delle città americane (il reticolo) è la conseguenza dello spirito americano. Una trama molto semplice su cui ricamare liberamente. Qualcosa che assicuri l'essenziale e che lasci aperte tutte le possibilità. (Michele Valori)
  • Lo sviluppo del capitalismo industriale, contrariamente a una visione naturale troppo diffusa, non provoca il rafforzamento della città ma la sua scomparsa quasi totale in quanto sistema istituzionale e sociale relativamente autonomo, organizzato attorno a obiettivi specifici. Infatti, la costituzione della mercanzia in quanto meccanismo di base del sistema economico, la divisione tecnica e sociale del lavoro, la diversificazione degli interessi economici e sociali su uno spazio più vasto, l'omogeneizzazione del sistema industriale causano il nascere della coincidenza di una forma spaziale, la città, con la sfera del dominio sociale di una classe ben determinata, la borghesia. La diffusione urbana equivale giustamente alla perdita del particolarismo ecologico e culturale della città. (Manuel Castells)
  • Meglio città guasta che perduta. (Niccolò Machiavelli)
  • Nel deserto, dice Balzac, vi è tutto, e nulla: Dio, senza gli uomini. Nel deserto di pietre che è la città moderna, vi è il vuoto assoluto, il terrore senza nome: gli uomini, senza Dio. (Henry Furst)
  • Nelle città nessuno più nota la specificità del morire. Il morire è una componente dell'aria. Si trova ovunque e in nessun luogo. Morendo gli uomini gridano, per farsi notare, per farsi ricordare per un paio di secondi. Morire in un appartamento di città può deprimere l'anima, penso, per diverse vite a venire. Nelle cittadine di provincia invece ci sono le villette, le piante nei bovindi. La gente nota di più la morte. I morti hanno volti, automobili. Se non si sa un nome, si sa però quello di una strada, di un cane. «Aveva una Mazda arancione». Di una persona si sanno un paio di cose inutili che diventano importanti elementi di identificazione e collocazione cosmica, nel caso in cui essa muoia all'improvviso, dopo una breve malattia, nel proprio letto, con trapunta e cuscini rivestiti uguali, in un mercoledì pomeriggio piovoso, febbricitante, un po' congestionata nei seni nasali e al petto, pensando alla lavatura a secco. (Don DeLillo)
  • Non avevano ragione mia nonna, mia madre e la gente del mio isolotto: non è vero che chi sta male in un posto starà male dappertutto, che non si può stare meglio da un’altra parte, che si può viaggiare solo se costretti, solo per lavoro e sempre per tornare. Non tutti quelli che vanno via stanno meglio, ma qualcuno sì, io sì, io sto bene in una grande città, dove posso cenare a qualunque ora, dove incontro visi stranieri, accenti stranieri, donne mai viste e belle e interessanti; dove ho incontrato e conosciuto una francese che ho sposato, e avuto figli che parlano due lingue e hanno compagni di scuola di tutti i posti dell’Europa e africani e indiani e cinesi e pakistani, diversi da loro e uguali. A me piace che nessuno mi conosca quando entro in un locale, o quando rincaso, e saluto il portiere del palazzo che ancora non ha imparato il mio nome, e non sa nulla di mio padre fuggito e mai lo saprà, di mia zia e della sua bottega e di mia madre costretta per anni a lavorare da lei per tirare avanti. (Flavio Soriga)
  • Ogni città è un palinsesto, un documento sul quale si continua a scrivere, giorno dopo giorno, secolo dopo secolo, senza che nulla venga davvero perduto. Magari nel nome di una via, nella pietra angolare di un edificio, nei ricordi dei suoi abitanti; la memoria, nelle città, non si fa tempo, si fa spazio. Ogni città racchiude in sé il passato e il futuro, il suo talento e la sua vocazione. Le città sono la scommessa dell'umanità, il luogo dove tutto può finire o tutto può ricominciare daccapo. (Gianni Biondillo)
  • Perché ogn[i città] ha la sua [anima nascosta] – in un crocevia, in un negozietto, in un museo, ai bordi di un parcheggio, di fronte ad una scuola, alla fermata di un autobus -, basta avere pazienza e la si trova. (Gianni Biondillo)
  • Per quanto si pubblichino statistiche e le popolazioni vengono contate a centinaia di migliaia di individui, per ogni uomo una città consiste soltanto in poche strade, in poche case, in poche persone. Se si eliminano queste poche cose, una città non esiste più, se non come una sofferenza nel ricordo, qualcosa di simile al dolore di una gamba amputata. (Graham Greene)
  • Salvare una città vale più che fondarla. (Jean Bertaut)
  • Se il Signore non custodisce la città, | invano veglia il custode. (Salmi)
  • Si sa com'è nelle piccole città: ti spiano da dietro le tende. La grande città è molto meglio, almeno lì ti accorgi quando ti fissano! (Ai confini della realtà)
  • Tutti parlano dell'asprezza delle periferie, ma a mio parere vi sono parti della città che esprimono la stessa durezza in maniera diversa. (...) E mi opprimono le noiose palazzine cubiche dei quartieri della media borghesia, con gli alberi malati sui marciapiedi, le facciate dai colori spenti, le portinerie con gli ottoni e le stampe antiche. Vi si avverte un'ansia di rispettabilità, un'ossessiva rivendicazione di decoro che in molti casi è l'involucro della diffidenza e del rancore. (Stefano Brusadelli)
  • Un'assuefazione perfetta alla vita urbana odierna è segno di gravissimo squilibrio. È sano soltanto chi ne soffre. (Guido Ceronetti)
  • Una città è come una donna: ha soltanto l'età che dimostra. (Jerome K. Jerome)
  • Una città è come una moglie: o la sposi per amore o fai il matrimonio d'interesse. Allora, in quel caso, la subisci. (Compagni di scuola)
  • Una città, grande o piccola che sia, è sempre e nient'altro tutti gli uomini che l'abitano e la dirigono. È strumento, e direzione dello strumento. La sua importanza segreta non le viene dall'essere ricca, per esempio, o intelligente: ma dai fini che, misteriosamente, si propongono questa ricchezza e questa intelligenza. È come un bastimento, il cui valore è riconosciuto dalla bandiera che batte, ma soprattutto dal numero dei porti che raggiunge, dai Paesi che serve, che unisce. Potenza e finalità della potenza, ecco una grande nave, ecco una grande città. Senza finalità non esiste vera potenza. Una nave deve raggiungere dei porti, una città deve raggiungere l'uomo. (Anna Maria Ortese)
  • Una grande città è quella che ha gli uomini, le donne più grandi, | anche con poche meschine capanne resta la più grande città della terra. (Walt Whitman)
  • Uscire dalla città, a piedi, è faticosissimo. T'investe la lava bollente del brutto, del rumore, strade sopra strade, tremendi ponti di ferro, treni, camion, Tir, corsie con sbarramenti, impraticabili autostrade, un vero teatro di guerra. (Guido Ceronetti)
  • Vivere in montagna senza avere un rapporto con il Creatore e la creazione è impossibile, mentre abitare in città ci fa condurre un'esistenza allo stesso livello dell'asfalto. (Giovanni Lindo Ferretti)

Italo Calvino modifica

  • D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
  • Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure.
  • Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone.
  • Viaggiando si può realizzare che le differenze sono andate scomparendo: tutte le città tendono ad assomigliarsi l'una all'altra, i posti hanno mutato le loro forme e ordinamenti. Una polvere senza forma ha potuto invadere i continenti.

Carlo Maria Martini modifica

  • Le città, dunque, a partire dalla prima, sono fondante sulla paura e si difendono facendo paura, imponendosi con l'altezza delle loro muraglie e la forza delle loro guarnigioni.
  • Per superare le maledizioni e le fatiche della città e per leggere dentro di essa la presenza di non poche benedizioni come pure di non poche gioie sincere, non occorre necessariamente avere davanti agli occhi una città ideale, ma almeno un ideale di città.
  • Spesso la paura non si prova di fronte a un pericolo o di fronte alle urgenze, anche gravi, se prese una per una; la paura coglie e sorprende quando ci si trova di fronte alla città non nei suoi elementi singoli, così come li scomponiamo ogni giorno per riuscire a ordinare le nostre azioni in maniera efficace, ma di fronte alla città allo stato puro, massiccia, inattaccabile.

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