Wiccio Sandbox (2023 – vivente), pagina orfana italiana.

Questo spazio ha il nefando scopo di raccogliere tutte quelle citazioni che sono giudicate non enciclopediche, legate dunque a personalità ritenute troppo povere di celebrità e/o fama per occupare una pagina nel presente dominio. La speranza è che, in un futuro prossimo, questi link rossi possano nobilitarsi e divenire di sangue blu!

Memorie degli anni 80. La censura giapponese

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  • [...] l'unico motivo per cui le reti televisive trasmettono è "veicolare" merce, e la loro merce di scambio con gli inserzionisti sono i ragazzini in questo caso. Se i genitori proibiscono ai figli di vedere Dragonball o altro, è chiaro che gli inserzionisti insorgono. Quindi niente scambio merce, quindi niente soldini. Fondamentale è prostrarsi slinguazzando le estremità degli arti inferiori di sua maestà il Mercato.

[Silvio Andrei, Memorie degli anni 80. La censura giapponese, in Anime Cult n. 2, Sprea, Cernusco sul Naviglio, dicembre 2022. ISBN 9788862671101.]

Immagini interiori: come pacificarle

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  • La molteplicità di immagini che caratterizzano la nostra epoca, rende più difficile la percezione delle nostre immagini interiori che comunque (e per nostra fortuna), pur sepolte sotto strati di condizionamenti esterni, restano impresse in noi: ne siamo i custodi inconsapevoli; sono ciò che di impalpabile ci cattura quando allentiamo la razionalità; sono ciò che vuole esprimersi e da cui siamo guidati; sono le custodi sapienti della nostra visione, da cui derivano scopo e senso della vita, in ogni suo stadio. Ne troviamo traccia nei sogni, nelle fiabe preferite, nel mondo dell'immaginale. Diventano una sorta di occhiali con cui guardiamo la realtà. Si sono formate sia attraverso la nostra biografia personale, che esperienze di secoli di storia umana, sedimentata nel campo familiare e nel nostro cervello rettile.

[Giovanna M. Bonalume, Immagini interiori: come pacificarle, in Vivi consapevole n. 63, Macrolibrarsi, Cesena, gennaio 2021.]

La fabbrica della nebbia

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Sono nato dentro la nebbia.

Citazioni

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  • Pasolini diceva in quegli anni cose durissime, molte volte incomprensibili, sempre comunque scomode da qualsiasi parte le si ascoltasse. Era una specie di Savonarola: le sue parole, i suoi pensieri acuminati e mai prevedibili li affondava nelle coscienze degli italiani. [...] La verità è che Pasolini colpiva dappertutto, ma più di altri colpiva dritto al cuore l'Italia cattolica da cui, lui per primo, si sentiva tradito. Vedeva quel mondo decomporsi sotto l'effetto del consumismo, dell'edonismo, dell'ipocrisia dell'apparire e non dell'essere. (pp. 45-46)
  • La scarnebbia [...] è qualcosa a metà tra il sottile piovischio e l'umidità brumosa. Intride gli abiti e i capelli, vaporizza le lenti degli occhiali. È quasi impossibile da vedere [...] ma fa vedere le cose che ci stanno dentro in un altro modo, come se all'obiettivo dei nostri sensi percettivi fosse stato applicato un filtro umorale. Un aerosol diffuso. (p. 69)

[Gino Cervi, La fabbrica della nebbia. Piccolo viaggio sentimentale dentro quel che cancella e svela, Ediciclo Editore, Portogruaro, 2021. ISBN 978-88-654-9336-6.]

Perché le Asana si ispirano agli animali?

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  • Fin dall'infanzia, la cultura occidentale ci insegna che gli animali sono "altri" e che l'essere umano è superiore a loro, dimenticando il fatto che anche noi siamo animali, ma che a causa del nostro stile di vita abbiamo dimenticato come muoverci. [...] Lo yoga mantiene i nostri corpi in movimento così come dovrebbero essere in natura e questa è una delle ragioni per cui è così benefico. Gli animali, dal canto loro, possiedono già la saggezza del movimento ed è ciò che li mantiene in equilibrio con l'ambiente circostante e le sue sfide, dobbiamo solo imparare a osservarli e, perché no, provare anche a immedesimarci in loro.

[Sonia Collinelli, Perché le Asana si ispirano agli animali?, in Vivi consapevole n. 63, Macrolibrarsi, Cesena, gennaio 2021.]

Comunicazione intuitiva

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  • Spesso mi chiedono come si faccia a comunicare con gli animali, e la risposta è che dobbiamo cambiare domanda. Dobbiamo chiederci se siamo disposti ad ascoltare quello che ci stanno dicendo. Dobbiamo quindi cambiare approccio e prospettiva nei loro confronti.

[Andrea Contri, Comunicazione intuitiva, in Vivi consapevole n. 63, Macrolibrarsi, Cesena, gennaio 2021.]

Empatia

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IN UN MOMENTO CRUCIALE DELL'INFANZIA, di fronte a una grande sofferenza e in mancanza di aiuto, la maggior parte degli esseri umani decide di proteggersi facendo un gioco. Spesso i giochi a cui si ricorre sono gli stessi: "Chi ha torto e chi ha ragione?", "È giusto o sbagliato?", "La vittima e il carnefice". In molti casi, queste strategie hanno aiutato le persone a sopravvivere, ma comportano anche vari rischi, il peggiore dei quali è forse l'assuefazione: ci si abitua a farvi ricorso e si interpreta la magia dei rapporti solamente attraverso i loro filtri deformati.

Citazioni

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  • [...] l'empatia è una forma di accoglienza dell'altro, attraverso la quale offriamo le due cose più preziose che possono scambiarsi due esseri umani: tempo e attenzione.
  • [...] poiché spesso il "fare" gode di più riconoscimento dell'"essere", a volte dimentichiamo la potenza del semplice fatto di essere presenti.
  • [...] l'empatia [...] è innanzitutto un lavoro di presenza a se stessi, all'altro e alla vita; un lavoro a livello del cuore, che mi aiuta a vivere nel presente e ad accogliere quel che succede, qualunque cosa succeda.

[Jean-Philippe Faure e Céline Girardet, Empatia. Al cuore della Comunicazione nonviolenta, traduzione di Laura Tenorini, Editrice Aam Terra Nuova, Firenze, 2017. ISBN 9788866811824.]

Antefatto

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  • Nei confronti di Polidori, il vampiro esercitò addirittura tutti i suoi poteri distruttivi: dell'autore che lo aveva evocato facendone l'archetipo di ogni vampiro a venire, riuscì quasi a cancellare il nome. La creatura, dopo aver risucchiato nell'ombra il suo creatore, si liberò ben presto anche della modesta trama in cui l'aveva relegata Polidori, per cominciare le sue sanguinarie incursioni nell'immaginario collettivo, pronta ad assumere tutti i nomi e tutte le sembianze, da quelle femminili dell'affascinante e crudele Carmilla a quelle grifagne, ma sempre nobilissime, del conte Dracula. Il vampiro non appartiene a nessun autore.

[Giovanna Franci e Rosella Mangaroni, Antefatto, in John William Polidori, Il vampiro, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, maggio 1995. ISBN 9788876925160.]

Il potere dei sogni

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Intraprendere il viaggio nei sogni è sempre stato un punto di svolta nelle vite delle persone. Possiamo vivere superficialmente oppure possiamo immergerci nelle nostre esperienze. Vivere superficialmente significa vivere senza riflettere, avere bambini, lavorare, preoccuparci, piangere, ridere, essere depressi, pregare secondo una religione, guardare la televisione, telefonare. Queste esperienze sono vere, ma allo stesso tempo spesso si rivivono nei sogni. Questo è ciò che chiamiamo vita interiore in contrasto con la vista esterna.

Citazioni

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  • I sogni non sono al servizio dell'io, è l'io che deve servire i sogni e la fonte da cui hanno origine. (pp. 1-2)
  • La coscienza è il risultato dell'esperienza e non può precederla. (p. 2)
  • Sogniamo per risvegliarci alla vita, perché la vita ci addormenta con il peso delle sue esigenze. (p. 2)
  • [...] il viaggio è non ciò che vi aspettate ma ciò che ottenete. (p. 7)
  • Liberate ciò che vi fa paura, non vi spaventerà più. Rinchiudete ciò che vi fa paura, vi terrorizzerà per sempre. (p. 10)
  • I sintomi fisici spesso simbolizzano altre dinamiche attive in noi stessi. Se riusciamo ad arrivare a esse, i nostri sintomi spariscono. (p. 12)
  • I missili nucleari sono stati costruiti da una coscienza mascolinizzata a dismisura che ha sempre considerato il potere e il dominio i modi giusti per proteggere le nazioni, anziché utilizzare i valori femminili della creatività della relazione per legarle insieme. (p. 17)
  • Notate che i sogni non danno risposte. I sogni sono domande che richiedono risposte, non risposte che danno sicurezza. Questo lavoro tocca a noi. (p. 30)
  • Pensare che la maniera migliore di gestire la vita sia quella di controllarla è un errore. (p. 43)
  • Gli atteggiamenti sono delle regole create da schemi inconsci che hanno reagito a eventi passati. Quando siamo feriti, assumiamo un atteggiamento per giustificare la nostra chiusura nei confronti della vita. Ma perché bisogna agire nel presente basandosi su come si è funzionato nel passato? (p. 49)
  • Le persone si identificano come americani, cattolici, negri e così via, ma cosa vuol dire tutto questo? Ciò che sentiamo e pensiamo come persone è determinato principalmente dalle nostre esperienze interiori e non da dove viviamo, in quale chiesa preghiamo o dal colore della nostra pelle. Le persone hanno problemi d'identità perché cercano di identificarsi con cose esterne che non soddisfano il bisogno di scoprirsi come persone dotate di individualità ed esperienze interiori. (p. 51)
  • Una religione è un sogno collettivo dal quale bisogna svegliarsi. (p. 55)
  • Se reprimiamo i problemi, i sentimenti, le emozioni nella vita esterna, questi appariranno nei sogni come avversari che ci insidiano. Ciò che cerchiamo di evitare nella vita esterna sarà riproposto dalla fonte dei sogni per essere affrontato a livello interiore. (p. 81)
  • Noi temiamo il possibile, non l'attuale. Abbiamo paura di ciò che potrebbe succedere, di fatti non ancora successi! [...] Le persone non allenate a lavorare su ciò che è ostile reagiscono alla paura con l'evitare tutto. (p. 84)
  • Resistere al male lo incoraggia ad avvicinarsi. Accogliendolo, si accetta la sua forza distruttiva nello schema della propria esistenza. Escludendolo, esso si prenderà tutto. Quello che più temiamo è quel che ancora deve arrivare. Includiamolo, e sarà soltanto una parte del tutto. (pp. 89-90)
  • La consapevolezza, non la tecnologia, contraddistingue la maturità di una cultura. (p 95)

[Strephon Kaplan-Williams, Il potere dei sogni, traduzione di Christina Kutulaki e Anna Lamberti-Bocconi, Xenia Edizioni e Servizi, Milano, 2008. ISBN 978-88-727-3060-7.]

Rinne. Uno shinigami come amico

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  • Se però l'eroe mezzo sangue [Inuyasha] aveva riscontrato unanimi consensi, Rinne è stato accolto con meno entusiasmo e accusato di ripetitività. In realtà, seppure alcuni punti di contatto e analogie siano evidenti, e non potrebbe essere neppure diversamente, considerando che la creatività che li ha generati è la medesima, le differenze sono molte e decisive, a cominciare dal registro, drammatico nella saga del mezzo demone, assolutamente leggero in quella del semidio.

[Pier Luigi Manieri, Rinne. Uno shinigami come amico, in Anime Cult n. 2, Sprea, Cernusco sul Naviglio, dicembre 2022. ISBN 9788862671101.]

Ranma ½. Una storia stramba "iappapà-iappappà-asciantè!"

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  • [...] la Takahashi con Ranma riesce anche a proseguire il suo percorso di riscrittura dei ruoli di genere, iniziato con Lamù. Dietro al dipanarsi delle situazioni non sense, l'autrice nasconde nelle pieghe della narrazione la rielaborazione del canone femminile nella narrativa (non solo a fumetti) giapponese: le donne vengono presentate in modo realistico, con i loro presunti difetti, come la permalosità, una certa pigrizia, il rifiuto del romanticismo, ma anche con la propria risolutezza e le proprie pulsioni, che non sono poi così diverse da quelle degli uomini. Insomma, siamo ben lontani dall'immagine, forse tutta europea, della servizievole geisha.

[Giorgio Messina, Ranma ½. Una storia stramba "iappapà-iappappà-asciantè!", in Anime Cult n. 2, Sprea, Cernusco sul Naviglio, dicembre 2022. ISBN 9788862671101.]

Speciale Go Nagai. UFO Robot Goldrake: il primo in Italia

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  • [...] Go Nagai non si è mai veramente ispirato al movimento hippie, dilagante in quegli anni tra i giovani occidentali, ma certo il suo messaggio positivo in qualche modo lo rispecchia, in particolare quando parla di una vita in armonia con la natura, che va preservata, e con tutte le creature che popolano il pianeta, e quando promuove il dialogo e la reciproca comprensione, alla ricerca delle somiglianze più che delle diversità, che in ogni caso non vanno considerate a priori come qualcosa di negativo, pericoloso e ostile.

[Andrea Mortati, Speciale Go Nagai. UFO Robot Goldrake: il primo in Italia, in Anime Cult n. 1, Sprea, Cernusco sul Naviglio, novembre 2022. ISBN 9788862671002.]

Sogni lucidi e onironautica

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  • [...] il sogno è certamente un'attività nella quale tutto il nostro organismo, tutto il nostro sistema psicofisico, viene ripulito dalle scorie della vita da svegli, però con un intento, che è quello di riportare la persona a essere più aderente al proprio codice originario, cioè a quell'informazione di identità che è sancita dal suo connettoma, dal suo genoma o epigenoma. Durante la notte, quindi, si ricostruisce l'essenza dell'individuo e questo proprio attraverso l'attività immaginativa di visualizzazione, che permette di riportare il più possibile il soggetto alla sua identità.

[Erica Francesca Poli, Sogni lucidi e onironautica, in Vivi consapevole n. 74, Macrolibrarsi, Cesena, novembre 2023.]

Costruiamo insieme un futuro migliore

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  • L'ingrediente fondamentale affinché il cambiamento verso una società più equa, ecologica e solidale si possa realizzare è la fiducia. Dobbiamo iniziare a fidarci del nostro vicino, a fidarci di chi vuole migliorare la terra, a fidarci del fatto che, operando insieme, possiamo veramente far sì che il territorio in cui viviamo, e la comunità di cui facciamo parte, diventino un esempio di economia a misura d'uomo per tutto il mondo.

[Angelo Francesco Rosso, Costruiamo insieme un futuro migliore, in Vivi consapevole n. 63, Macrolibrarsi, Cesena, gennaio 2021.]

Siamo cambiamento

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  • È vero che nella società in cui ci troviamo oggi abbiamo la possibilità di sopravvivere da soli, ma vivere in comunità è parte della nostra natura, ci permette di fare cose enormemente più grandi e di sentirci maggiormente realizzati. Dobbiamo tornare a festeggiare e celebrare la natura. Ballare, cantare, mangiare e giocare insieme sono alla base di una vita degna di essere vissuta.
  • La gravidanza viene, sempre più spesso, medicalizzata e vissuta come malattia, che si conclude con un parto in ospedale — luogo di malattia che nella nostra società è anche quello in cui si viene al mondo — che in molti casi richiede interventi medici. Si procede dopo la nascita con vaccini, farmaci, maschere di plastica, pesticidi per le mani e una vita passata prevalentemente da soli davanti a dei monitor. Una vita da malati anche se siamo sani.
  • Lo sforzo della ricerca e della medicina dovrebbe essere quello di mantenere il nostro sistema immunitario e il nostro corpo sano senza uso di farmaci, vaccini, mascherine o altri mezzi sintetici con effetti collaterali.

[Angelo Francesco Rosso, Costruiamo insieme un futuro migliore, in Vivi consapevole n. 63, Macrolibrarsi, Cesena, gennaio 2021.]

Il culo è lo specchio dell'anima

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  • [Sulle tematiche del cinema di Tinto Brass] L'eros che irrompe all'improvviso e non accetta limiti e regole, la tragedia dei diversi e della reclusione, usata come strumento repressivo insieme alla negazione della sessualità, e poi la generosità, l'allegria, il gusto di cogliere l'attimo e infine una visione della donna che molte e molti hanno considerato orribilmente maschilista, donna come oggetto e niente più, mentre Tinto ne rivendica invece il ruolo di musa, ispiratrice e complice che tale può essere solo in quanto libera e capace di vivere liberamente la propria sessualità.

[Susanna Schimperna, Il culo è lo specchio dell'anima, in Heavy Metal n. 1, Sprea, Cernusco sul Naviglio, novembre 2022. ISBN 9788862670999.]

C, D e A: vitamine della salute

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  • Gli antibiotici non hanno alcuna utilità, se non nelle complicanze, e gli antivirali, oltre ad avere pesanti effetti collaterali, hanno dato spesso risultati alternanti. Tantomeno serve (ed anzi fa danno) sopprimere un'eventuale febbre con analgesici o antipiretici. La febbre è infatti la prima difesa naturale antibiotica e antivirale organizzata dal corpo, e andrebbe, salvo casi estremi, lasciata lavorare.

[Luca Speciani, C, D e A: vitamine della salute, in Vivi consapevole n. 63, Macrolibrarsi, Cesena, gennaio 2021.]

La medicina che non vogliamo

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  • Come è stato possibile che in solo pochi decenni la fiducia media delle persone verso i medici e la medicina sia calata a livelli bassissimi? Tante situazioni hanno contribuito al danno: i protocolli sempre più vincolanti che hanno tolto libertà decisionale; i valori degli esami sempre più ristretti per poterci definire tutti malati; la medicina difensiva; l'ingerenza sempre più invadente delle aziende farmaceutiche sulla ricerca e sulle prescrizioni; l'iper specializzazione dei laureati e chi più ne ha più ne metta. Oggi il paziente si trova a essere palleggiato tra un medico di base che spesso - per quanto esperto e preparato - ha da dedicare in media tre minuti a ciascuno, e uno specialista - talvolta indicato dallo stesso medico di base per un approfondimento - che si occuperà di un solo pezzo del corpo del paziente malato, spesso ignorando altre aree e altri sintomi, di evidente competenza di altri specialisti, in totale assenza di un "coordinatore" centrale in grado di orientare il paziente verso le cure complessivamente e individualmente più idonee alla sua situazione. E che dire di un sistema in cui se chiedi una TAC o una risonanza ti fissano un appuntamento un anno dopo quando, se sussiste il problema oncologico per il quale l'esame è richiesto, probabilmente sarai già morto? Oggi accade che il cardiologo, come da protocollo, prescriva un antidepressivo, l'urologo un alfa1 inibitore per la prostata (che è anche antipertensivo e rischia di mandare il paziente in ipotensione) ed entrambi si offendono se uno cerca di ridurre o deprescrivere il farmaco prescritto dall'altro.

[Luca Speciani, La medicina che non vogliamo, in Vivi consapevole n. 74, Macrolibrarsi, Cesena, novembre 2023.]