State buoni se potete

film del 1983 diretto da Luigi Magni

State buoni se potete

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Titolo originale

State buoni se potete

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1983
Genere biografico, storico
Regia Luigi Magni
Soggetto Luigi Magni, Bernardino Zapponi
Sceneggiatura Luigi Magni, Bernardino Zapponi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note

State buoni se potete, film italiano del 1983 con Johnny Dorelli, regia di Luigi Magni.

  Citazioni in ordine temporale.

  • Ma che fai, ti schifi? Rubi e ti schifi? Di questi poveracci, rottami, detriti del grande naufragio della vita. Ma lo sai che aiutare i poveri è come accogliere Gesù? (Filippo)
  • Erasmo scrive troppo bene, tanta eleganza fredda la devozione. Io ho letto appena venti pagine e l'ho buttato di sotto. (Ignazio)
  • Comunque l'importante è mortificare la ragione, perché chi ragiona non vuol bene a nessuno. (Filippo)
  • Nella guerra dei sensi vince chi scappa. (Filippo)

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Cirifischio: A don Fili', ma questa che liturgia è?
    Filippo: No no, non è niente, è una cosuccia che ho inventato io: si chiama "oratorio". Tanto per stare insieme. Ci raccontiamo la vita dei santi, cantiamo una lauda... insomma, stiamo allegri. Così il Signore è contento pure lui.
  • Ignazio: Gesù non sta lassù! Ma perché, pensate che Gesù sta seduto in cielo, senza fare niente, a radiare gloria da uno stuolo di angeli e di santi?
    Bambina: E 'ndo sta?
    Ignazio: Gesù sta nella mischia, sulla terra!
  • Filippo: È gente timorata, che non va in giro di giorno. Perché hanno sempre paura di fare qualche brutto incontro.
    Sisto V: De giorno?
    Filippo: E be', potrebbero incontrare papa Sisto, quello che non perdona manco Cristo.
  • Filippo: Vi ricordate quando qui c'era un casino?
    Sisto V: No, io non frequentavo. Ma perché, voi ci andavate?
    Filippo: Chi non va all'inferno da vivo, ci va da morto.
  • Filippo: Invece certe colpe dovrebbero essere derubricate come peccati.
    Sisto V: Pure?
    Filippo: Be', insomma, l'uomo è poco: non ce la fa. È per questo che io dico sempre: "State buoni, se potete". Perché se non potete, io non posso farci niente. L'uomo si educa da solo, con la fiducia in se stesso.
  • Cirifischio: Ma perché er diavolo s'è accanito proprio contro de me? C'è tanta gente che non lo incontra mai pe' tutta la vita, a me m'è stato addosso fin da quando ero ragazzino. Perché, don Fili'? Perché proprio a me?
    Filippo: Perché sicuramente tu eri il migliore di tutti noi. Eri il più buono. E il diavolo lo sente quando uno è pericoloso per lui, e quello attacca.
  • Leonetta: È vero, don Fili', che Cirifischio non se perde?
    Filippo: Be', San Pietro rinnegò Gesù Cristo tre volte, e San Paolo perseguitò i cristiani fino a quando non cadde da cavallo. Se si son salvati loro, ci salveremo tutti.
  • Sisto V: Io ho costruito l'acquedotto e dopo secoli che andavate all'abbeverata al Tevere come le bestie, v'ho portato l'acqua. Io lavo, pulisco, bonifico, apro strade e piazze, dove la gente s'incontra, si saluta. Alzo obelischi, così i romani le notti d'estate ci si mettono a sedere intorno, a pigliare il fresco e vanno a spasso tranquilli, senza paura. Io mi sono impegnato con il Padreterno a non morire finché San Pietro non è finito. E quando avranno messo la lanterna e la palla, io me ne vado.
    Filippo: Se n'annamo tutti.
    Sisto V: Insomma, io a Roma le do un ordine urbano tutto mio, che è lo specchio dell'ordine morale tutto tuo.

Citazioni su State buoni se potete

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  • Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di P. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla Crosby (La mia via). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda Buñuel di La via lattea. (il Morandini)
  • Tacendo le ragioni toscane del suo scetticismo, e mettendolo in situazioni da sketch romanesco, Magni lo spicciola per le grandi platee di un Anno Santo ambientato al Teatro Sistina: non corre il rischio dell'agiografia ma della commedia parrocchiale. Con tutto ciò il film si vede con piacere, perché Magni ha l'avvertenza di introdurre qua e là elementi macabri e tragici, perché molte scenette hanno un ritmo vivace, e perché la fotografia di Danilo Desideri e le scene di Lucia Mirisola gli danno una grande prestanza figurativa. (Giovanni Grazzini)
  • Un San Filippo Neri in chiave di ballatella romanesca raccontato da un Luigi Magni non più anticlericale ma sempre fedele ai limiti del suo bozzettismo semplice. Il titolo lo dice subito: riferendosi ad una esortazione di San Filippo Neri ai bambini turbolenti che catechizzava nel suo Oratorio, suona la nota di un umanesimo comprensivo e alla buona da contrapporsi, nella Roma cinquecentesca della Controriforma, al rigore dell'insegnamento di Sant'Ignazio di Loyola e dei suoi esigenti ed inflessibili Esercizi Spirituali. (Gian Luigi Rondi)

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