Cupola di San Pietro

elemento architettonico della basilica di San Pietro in Vaticano

Citazioni sulla cupola di San Pietro a Roma.

Cupola della basilica di San Pietro

Citazioni

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  • È sorta nella mirabile forma in cui la vediamo con una lenta preparazione, per una serie di fasi, talune rimaste allo stato di progetto, altre espresse in costruzioni concrete; e miracolosamente si è così composta in un tipo definitivo perfetto, che par nato con la primitiva concezione, preparato fin dalle fondamenta nello schema dell'immenso edificio.
    L'ultima di queste fasi è a tutti nota: la costruzione della cupola vera e propria fatta dal Della Porta e dal Fontana (poi che l'Ammanati fu eliminato dalla direzione dei lavori) al disopra del tamburo eseguito sui disegni di Michelangelo. Ed è anche noto [...] come l'attuale profilo rialzato della cupola sia una felice trasformazione dello schema michelangiolesco. La cupola di Michelangelo sarebbe stata sferica, nell'estradosso e nell'intradosso, appunto come quella di Bramante, sia pur più di quella libera e sporgente all'esterno, e sul tamburo diversamente innestata. (Gustavo Giovannoni)
  • – La cupola di San Pietro poteva farla una donna?
    – L'avrebbe fatta cento volte meglio.
    – Però l'ha fatta un uomo.
    – Ragion per cui è banale. (Aldo Palazzeschi)
  • "Isaac" disse. "Marmaduke. Quale trova più adatto?" rifletté sorridendo fra le fronde dei lecci. Nel cuore della città distesa ai loro piedi, la cupola di San Pietro spiccava come un chicco d'uva sullo sfondo gialloverde del tramonto. (Anthony Burgess)
  • Le circostanze impedirono che la cupola di San Pietro apparisse affiancata da due torri. L'idea si realizzò concretamente in Sant'Agnese[1]. (Rudolf Wittkower)
  • Nulla poteva rendere i disegni immensi e le aspirazioni del Papato in cotesti e in tutti i tempi meglio di quella cupola, il cui profilo è cosi elegante e la mole è tanta, che veduta da lontano apparisce sola a segnare nella vasta campagna deserta il luogo ov'è Roma. (Giacomo Barzellotti)
  • Solo ancora vivente tra i grandi monumenti romani, solo ancora intatto, solo ch'esplichi oggi lo stesso compito assegnatoti nel giorno in cui sorgesti e ospiti i medesimi riti e ascolti i medesimi inni, partecipi però con tutti i monumenti millenari di questa città al compito ammonitore: ricordare agli uomini quale piccola cosa siano i loro contrasti, quanto effimera sia ogni vicenda che abbia come metro generazioni umane. (Arturo Carlo Jemolo)
  • Dall'aver trasmutata la croce greca in latina [nella basilica di San Pietro] n'è nato, che quella superba cupola, che doveva quasi andar a perpendicolo alla facciata, non ha piazza sufficiente (e ne ha una sterminata ) per iscoprirsi tutta. La sua parte più bella, ch'è il tamburo, resta invisibile in una giusta distanza. Questa cupola, che si scuopre maestosa nelle maggiori lontananze di Roma, si entra in Chiesa, e non si vede più; e bisogna camminar un pezzo prima di ritrovarla.
  • Il Panteon alzato e sospeso in aria è lo stupore della cupola di s. Pietro. Ma il Panteon in terra è più stupendo, perché stupisce meno.
  • Michelangelo diede il disegno ed il modello di questa doppia cupola di San Pietro, riunendovi la bellezza, la grandezza, e lo straordinario; i tre pregi di tutte le belle Arti. Sisto V, che tendeva alla celebrità, particolarmente con abbellir Roma, diede l'incombenza a Giacomo della Porta primo Architetto, ed a Domenico Fontana di voltar la cupola. In 22 mesi, lavorandovi continuamente 600 persone, e talvolta anche di notte, fu compita l'opera; ed il Mondo non ha finora avuta l'uguale.
  • Questi due Architetti [Giacomo della Porta e Domenico Fontana] accrebbero più sesto di quel ch'era nel disegno di Michelangelo, tanto nello interiore, come nell'esteriore della cupola, e l'han fatta un tantino più acuta; ma non alteraron già il disegno della lanterna, o sia pergamena. Né serve il dire, che il Bonarroti si era protestato non saperne fare più vaga di quella posta dal Brunelleschi su la cupola di Firenze[2], e che questa lanterna di San Pietro è tanto poco svelta, e d'una proporzione tanto poco adequata, particolarmente per quella corona di candelieri posta sul cornicione, che non si può credere disegno Bonarrotesco. Tale qual è questa lanterna in opera, così esiste nel modello fatto fare da Michelangelo, e che si conserva diligentemente entro la Fabbrica di San Pietro. Il maggior difetto di essa lanterna è in quelle colonne, che posano su la parte più debole della cupola.
  • Espressione magnifica di Roma monumentale, la grandiosa cupola ha le membra possenti, le violente energie delle statue michelangiolesche. La sua mole, che di lontano trova riposo nella maestà delle ampie curve ascendenti, è il sogno della fantasia di Michelangelo verso la grandezza divenuto realtà.
  • La cupola, che Michelangelo elevò nel cielo di Roma sulla chiesa madre della Cristianità, nel cuore della città papale, come gigantesca tiara, tiene delle progettate cupole albertiane la voce sonora, della cupola di Santa Maria del Fiore l'ascensione trionfale; ma questi effetti nascono, non dai rapporti numerici dell'Alberti, non dalla leggiera trama del Brunellesco, bensì da vigorosi contrasti di masse e di chiaroscuro, da vicenda di slanci e di freni, dalla lotta, che è in ogni forma creata dalle appassionate mani di Michelangelo.
  • Non l'interrotto monumento di Giulio II o la mutilata montagna marmorea di San Pietro in Vincoli, ma questa cupola, massima espressione di una forma prediletta e tipica dell'architettura nostra, legame fra l'Italia e l'Oriente, traduce la sete di grandezza dello scultore [Michelangelo], che aveva divisato di trasformare una montagna in gigante, di martellarne il corpo nelle rocce, ergerne il capo nella regione delle nubi.
  1. Nella chiesa romana di Sant'Agnese in Agone in piazza Navona di Girolamo Rainaldi e Francesco Borromini.
  2. Santa Maria del Fiore.

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