Norma Rangeri

giornalista italiana

Norma Rangeri (1951 – vivente), giornalista italiana.

Citazioni di Norma Rangeri

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [Sul Partito Democratico] La natura irrisolta di quel partito, mascherata per un anno dietro lo schermo del governo Monti, emerge con la virulenza di un'eruzione fuori controllo.[1]
  • Pintor, il nostro maestro, in quanto eretico è stato radiato dal Pci. E per usare una parola di moda, rottamato, perché troppo a sinistra per il partito. Era dunque esattamente il contrario di ciò che oggi rappresenta Renzi, un rottamatore che sta mettendo ai margini gli eretici del suo partito, costringendoli a lasciare un Pd che vira a destra. Pintor inoltre non amava il potere e con il manifesto voleva far vivere una forma originale della politica. Altro che segretario di partito e presidente del Consiglio.[2]
  • Ai vituperati giornalisti, Massimo D'Alema ne regala tali e tante sul Pd da far invidia a Beppe Grillo. Con la differenza che le bordate sparate dal primo rottamato dell'era Renzi non sono affidate al linguaggio urlato del Blog, ma recitate nel freddo e lucido linguaggio della battaglia politica e della lotta di partito.[3]
  • Nessuna informazione si è affacciata a disturbare il faccia a faccia tra Vespa e Riina junior. Per una ragione molto semplice, perché non era l'informazione a regnare in quel salotto ma un’altra cosa, una marmellata che si chiama infotainment, un modo per mescolare informazione e intrattenimento a tutto vantaggio del secondo, un format che in genere a Porta a Porta prende la strada della pornografia dei sentimenti.[4]
  • È noto che in nome dell'onestà e della lotta alla corruzione, in politica, nel passato come oggi, si combattono opache battaglie di potere.[5]
  • [Su Matteo Renzi] Un leader che perde voti, che è sfrattato dalle grandi città, che fallisce nel suo progetto di partito "omnibus", che non sfonda in quell'elettorato di centrodestra che pure si era attribuito nel giudizio sul 40% delle elezioni europee, dovrebbe fare un passo indietro e delegare la ricostruzione del partito a qualcun altro. Ma non sarebbe più l'uomo solo al comando che ogni volta che perde rilancia la posta.[6]
  • Siamo stati inseguiti ogni giorno dalla spada di Damocle, quella che la leggenda legava a un sottile crine di cavallo e che nella nostra realtà rappresentava la minaccia di essere colpiti e venduti al miglior offerente. È la fine, è la fine.. Sì, è la fine davvero. Ma della liquidazione coatta amministrativa. Sì, è la fine ma del piccolo inferno in cui abbiamo vissuto in questi ultimi tre anni e mezzo. Ed è l'inizio di una nuova storia del manifesto.[7]
  • [Su Matteo Salvini] Uno che quando lo vedi in tv (ormai sempre di meno) non vorresti stargli accanto perché pensi sempre che non abbia avuto il tempo di farsi una doccia.[8]
  • [Ultime parole famose] Il capo leghista [Matteo Salvini], cresciuto come un fenomeno mediatico ossessivamente costruito dalle televisioni, in questa fase politica corre il rischio di sgonfiarsi, lui sì, come un bambolotto se le telecamere dovessero trovare un cavallo migliore con cui sostituirlo.[8]
  • Le parole di cordoglio – "l'Italia piange", "il cuore grande dei volontari", "con il cuore in mano voglio dire che non lasceremo da solo nessuno" – pronunciate dal presidente del consiglio [Matteo Renzi] ieri mattina in televisione a poche ore dalla tragedia [terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017], avrebbero dovuto suscitare condivisione se non le avessimo già sentite ripetere troppe volte per non provare, invece, insofferenza, rabbia, indignazione.[9]
  • Non c'è altro evento più del terremoto capace di mettere a nudo lo sgoverno del nostro paese, l'incapacità delle classi dirigenti di mettere in campo l'unica grande opera necessaria alla salvaguardia di un territorio nazionale abbandonato all'incuria, alla speculazione, alle ruberie.[9]
  • [Sul terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017] Il numero delle vittime sale ogni ora, persone uccise dall'incuria di chi aveva il dovere di provvedere e non lo ha fatto, nemmeno per salvaguardare scuole, ospedali, edifici pubblici. Rivedremo le tendopoli, assisteremo allo sradicamento degli abitanti, alla desolazione dell new-town. Speriamo almeno di non dover riascoltare le risate fameliche di chi ora aspetta l'appalto.[9]
  • L'irriverente folletto [Roberto Benigni] fa una acrobatica capriola e si associa alla campagna per il Sì [referendum costituzionale del 2016 in Italia] alla rottamazione di un bel pezzo della Carta, con qualche difficoltà a risultare credibile proprio per averci convinto ad amarla e a difenderla.[10]
  • Dopo l'ultima cena alla Casa Bianca con Renzi, e tripudio di agnolotti, pacche sulle spalle e sorrisi tra leader e first lady, Obama ha indossato la giacca dell'amico amerikano, e noi quella della colonia.[11]
  • Secondo Berlusconi adesso Renzi sarebbe pronto per l'Isola dei famosi. La realtà è sfuggita al premier e il reality è la sua fallace dimensione. Lo dice questo voto [referendum costituzionale del 2016 in Italia], un terremoto politico e non solo per il significato che assume nel contesto italiano.[12]
  • [Sul referendum costituzionale del 2016 in Italia] La vittoria piena e travolgente del No è frutto di una grande partecipazione popolare, di un'affluenza che travalica il confine della consultazione referendaria per assumere i connotati di un'elezione politica. Sfiorare il 70% di affluenza avvicina la prova elettorale di ieri alle elezioni del 2013 (si recò al seggio il 75% degli elettori), e dà la misura dell'opposizione alla riforma certamente, ma anche al governo e alla leadership che lo guida.[12]
  • [Sulle dimissioni del Governo Renzi] La pagliacciata delle dimissioni televisive, offerte al pubblico di terza serata, hanno imbarazzato e intralciato il lavoro del presidente della Repubblica, l'unico che le avrebbe dovute ricevere in prima battuta, senza lacrimucce e abbracci. E purtroppo non sarà questo l'ultimo strappo che il rottamatore [Matteo Renzi], l'uomo del cambiamento, il rinnovatore della politica italiana, il riformatore della Costituzione, ci lascia come pesante eredità da smaltire.[13]
  • [Sul referendum costituzionale del 2016 in Italia] Molti di quelli che hanno votato Sì, da ultimo Romano Prodi, si sono turati il naso pur giudicando la riforma un vero obbrobrio. Se malauguratamente avessero anche vinto, oltre al loro trascurabile mal di pancia, ci avrebbero regalato molti anni di futurismo renziano.[13]
  • Gentiloni veste i panni dello zio che vuole evitare liti in famiglia, si preoccupa per noi cittadini irrequieti, capaci, appena ce ne viene data l'occasione, come con il referendum costituzionale, di andare in massa alle urne a bocciare le grandi riforme del renzismo.[14]
  • [Su Stefano Rodotà] Il tuo essere di sinistra ha marcato una differenza rispetto alla cultura marxista e a quella radicale che pure ha avuto grande importanza nella tua esistenza. Nella cultura marxista sei riuscito a infondere il valore fondamentale dei diritti civili che, ai tempi del Pci, erano praticamente sotto traccia. Invece al mondo radicale hai saputo trasmettere la necessità di impegnarsi anche per le lotte sociali.[15]
  • Il segretario del Pd [Matteo Renzi] voleva scassare la Costituzione [referendum costituzionale del 2016 in Italia] a colpi di "o me o il diluvio", "se perdo lascio tutto". Obiettivo fallito. Ma è riuscito invece pienamente nell'impresa di annullare il parlamento soffocandolo con il record di due leggi elettorali ottenute a colpi di voti di fiducia. Quel che non ha potuto cancellare ha tentato di svilirlo.[16]
  • La democrazia oggi non si abbatte col cannone ma sfibrandone le istituzioni rappresentative.[16]
  • [Su Piero Grasso] Resta presidente del senato per quel poco tempo che ci separa dallo scioglimento delle camere, ma si dimette dal Pd perché evidentemente mettere la faccia su questa ingloriosa pagina parlamentare è stato un prezzo troppo alto da pagare. E forse un partito così ridotto gli fa anche un po' schifo.[17]
  • L'immagine offerta dal capo del governo [Paolo Gentiloni] – all'Italia e all'Europa – durante gli ultimi mesi, non è stata evanescente e tantomeno impalpabile, e ha dimostrato che i danni prodotti dall'arroganza politica renziana si potevano in parte evitare. Forse sarebbe bastato che Renzi mantenesse la parola data un anno fa, dopo la batosta del referendum: lasciare la politica.[18]
  • La critica che colpiva al cuore dell'istituzione accademica era anche una rivolta contro il sistema sociale ed economico, ed è per questo che quel movimento [il Sessantotto] traeva subito un terreno di lotta comune con i giovani operai della fabbrica. All'ordine del giorno c'era la liberazione dell'uomo (meno delle donne).[19]
  • Renzi lascia la segreteria e un partito stremato ma non abbandona l'idea di essere ancora lui la carta vincente, di essere colui che possiede la giusta linea e, proprio per questo, punta tutta la posta che ha davanti sull'ingovernabilità.[20]
  • La politica messa in campo allora [nel Sessantotto] dal movimento femminista ha dato buone idee e buoni frutti, testimoniati dalle leggi (divorzio, aborto, violenza sessuale) che oggi sono patrimonio collettivo del Paese, anche di quella parte che non le condivise.[21]
  • Fu proprio quella rivoluzione culturale [il Sessantotto], che univa una generazione di ragazzi e ragazze, a innescare poi la consapevolezza dei limiti politici e teorici del movimento dove, nonostante tutto, si riproducevano le odiose gerarchie patriarcali e sessuali.[21]
  • Valentino, il brillante giornalista, il fine intellettuale, il forte economista.[22]
  • Il perdente di successo dimostra di portare il Pd dove vuole. Probabilmente alla stazione finale, al fallimento della ditta, vista la lunga teoria di sconfitte incassate in questa legislatura. Prima o poi questo lutto andrà elaborato, ma niente del genere è neppure iniziato alla direzione del Pd. Dove purtroppo si è replicato il solito copione: Renzi comanda, gli altri obbediscono.[23]
  • Il governo pentastellato si presenta dunque innovativo, e su diversi altri aspetti. Eppure è al tempo stesso vecchio. E malato. Sia culturalmente che politicamente.[24]
  • [Su Virginia Raggi] Una donna, soprattutto se di potere, dovrebbe essere solidale con le altre.[24]
  • [Sul Partito Democratico] Il partito che ha tentato la rottamazione delle istituzioni, che ha provato a scassare parlamento, governo e rappresentanza con una legge elettorale che si chiamava Italicum e una riforma costituzionale nefasta, bastonato per questo dagli elettori di sinistra, si propone come l'alfiere della difesa della Carta e degli equilibri istituzionali.[25]
  • [Sul discorso di insediamento alla Presidenza del Consiglio] Il professore si è fatto aiutare dalle citazioni, l'avvocato ha fatto la relazione sul contratto, il politico ha guadagnato qualche punto nella replica. Ma è evidente che con Giuseppe Conte, il 65° governo della Repubblica cambia registro rispetto alle stagioni dei presidenti del consiglio leader unti dal popolo.[26]
  • [Sulla composizione del governo Conte] La voce grossa di Salvini sovrasta quella dei 5Stelle sull'immigrazione, e non solo.[27]

Intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Sette, citato in Interviste.sabellifioretti.it, 2 maggio 2002.

  • A me Fede non fa ridere. È un caso umano e lo capisco. Però parla a 2 milioni di persone che non leggono i giornali.
  • Fede sposta consensi, quelli che servono, in un sistema bipolare, per far vincere uno o l'altro.
  • Prendere sottogamba Fede è da sciocchi, è non capire come funziona il sistema.
  • [Su Bruno Vespa] È un vero maggiordomo. Il Re. Sotto braccio a Forlani o in bicicletta con Prodi, per lui non cambia niente. È il solo a poter pubblicizzare le sue fatiche letterarie con 20 apparizioni promozionali. L'unico che va a promuovere il suo libro da Raffaella Carrà davanti a 10 milioni di persone.
  • Costanzo è quello che rappresenta la cerniera che tiene tutto insieme. E pensare che era uno della P2.

Editoriale, Ilmanifesto.it, 7 novembre 2017.

  • Non lo farà, non farà un passo di lato così come non accetterà i buoni consigli che alcuni commentatori gli inviano a mezzo stampa (fai autocritica, buttati a sinistra), perché, molto semplicemente, certi suggerimenti vanno a sbattere contro il progetto e la cultura politica di Renzi.
  • Il giovane leader [Matteo Renzi], ha perseguito e affermato una linea politica neocentrista e, coerentemente, lavorato alla rottamazione della sinistra interna, volendo portare a termine una profonda metamorfosi del Pd.
  • [Matteo Renzi] Ha costruito un partito sulla sua persona, contro sindacati e forze intermedie. Solo che così, come all'indomani delle primarie del 2013 scrivevamo "di un uomo solo al comando", oggi, 5 anni dopo, è ormai ora di cambiare definizione perché con tutta evidenza siamo di fronte a un uomo solo allo sbando.

Editoriale, Ilmanifesto.it, 1º giugno 2018.

  • [Sulla formazione del Governo Conte] Nasce il governo gialloverde figlio del terremoto elettorale del 4 di marzo. Un esito che proietta il paese in una fase difficile e densa di incognite.
  • [Sulla formazione del Governo Conte] A decidere tutto alla fine è stato Salvini, il leader leghista, capace di gestire il rischio di un'alleanza così sbilanciata nel rapporto di forza elettorale [Col Movimento 5 stelle], capitalizzando ruoli chiave nell'organigramma di palazzo Chigi.
  • [Sulla formazione del Governo Conte] Di Maio con il suo partito diventato di maggioranza relativa, grazie ai voti di sinistra, esce ferito da mosse autolesioniste e da una forte contestazione interna che non digerisce l'alleanza con la destra lepenista.

Editoriale, Ilmanifesto.it, 26 giugno 2018.

  • Il Pd ha compiuto errori madornali, non affrontando una discussione di fondo, non scegliendo un percorso, e lasciando a bagnomaria un reggente [Maurizio Martina] che quando parla non si sa a nome di chi.
  • La crisi del Pd è contagiosa. Il suo fragoroso smottamento, verso la Lega, verso i 5Stelle e verso l'astensionismo, coinvolge anche le forze alla sua sinistra, che o si uniscono in modo strumentale o si dividono in modo autolesionistico.
  • La sinistra che non si riconosce nel Pd, non ha bisogno di un leader solitario. Ha urgenza di mettersi insieme, di qualcuno capace di prendere per mano questo mondo disorientato. Un compito che, in questa fase, non può essere assolto dal presidente Grasso, perché si tratta di riavviare tanto una riflessione teorica quanto un riassetto politico.
  1. Da Rodotà per cambiare, Ilmanifesto.it, 16 aprile 2013.
  2. Da La nuova Unità. Eretico chi?, Ilmanifesto.it, 1º luglio 2015.
  3. Da Il bazooka di D'Alema, Ilmanifesto.it, 12 marzo 2016.
  4. Da Quel bravo figlio del boss, Ilmanifesto.it, 8 aprile 2016.
  5. Da Lo sguardo corto dei 5 stelle, Ilmanifesto.it, 14 maggio 2016.
  6. Da Renzi non lascia e raddoppia, Ilmanifesto.it, 20 giugno 2016.
  7. Da Il nostro giornale, Ilmanifesto.it, 15 luglio 2016.
  8. a b Da Salvini bambolotto sgonfiato, Ilmanifesto.it, 26 luglio 2016.
  9. a b c Da Le nostre macerie, Ilmanifesto.it, 25 agosto 2016.
  10. Da Un Benigni non fa primavera, Ilmanifesto.it, 6 ottobre 2016.
  11. Da Una casetta bianca, Ilmanifesto.it, 18 ottobre 2016.
  12. a b Da Vince il no e la sinistra alza la bandiera, Ilmanifesto.it, 5 dicembre 2016.
  13. a b Da L'ultima pagliacciata renziana, Ilmanifesto.it, 6 dicembre 2016.
  14. Da Testa coda del governo, Ilmanifesto.it, 17 marzo 2017.
  15. Da Un'eredità preziosa, Ilmanifesto.it, 23 giugno 2017.
  16. a b Da Renzi regala il megafono a Grillo, Ilmanifesto.it, 11 ottobre 2017.
  17. Da Un atto politico e di libertà, Ilmanifesto.it, 26 ottobre 2017.
  18. Da L'ordinato esecutore testamentario, Ilmanifesto.it, 28 dicembre 2017.
  19. Da Il 1968 raccontato dal manifesto, Ilmanifesto.it, 5 febbraio 2018.
  20. Da La ruota bucata di Renzi, Ilmanifesto.it, 13 marzo 2018.
  21. a b Da 1968, la scissione di massa delle cattive ragazze, Ilmanifesto.it, 12 aprile 2018.
  22. Da Con Valentino, compagno di tutti, Ilmanifesto.it, 1° maggio 2018.
  23. Da Renzi comanda, il Pd obbedisce, urne più vicine, Ilmanifesto.it, 4 maggio 2018.
  24. a b Da Editoriale Con chi sta la sindaca di Roma, editoriale, Ilmanifesto.it, 22 maggio 2018.
  25. Da Dal dramma alla farsa dei frontisti, editoriale, Ilmanifesto.it, 31 maggio 2018.
  26. Da I paradisi artificiali del cambiamento, editoriale, Ilmanifesto.it, 6 giugno 2018.
  27. Da Destra mutante, M5S sotto schiaffo, Sinistra in apnea, Ilmanifesto.it, 12 giugno 2018.

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