Nilde Iotti
politica italiana (1920-1999)
Nilde Iotti (1920 – 1999), politica e partigiana italiana.
Citazioni di Nilde Iotti
modifica- [Sulla traccia del tema all'esame di maturità nel 1990] Avrei proposto una diversa traccia. Avrei fatto svolgere lo scritto d'italiano della maturità su: "Quali sono gli elementi che – sul piano storico, culturale e istituzionale – definiscono l'unità di un Paese, in un mondo che da un lato valorizza sempre più le realtà particolari (dal punto di vista etnico, tradizionale o culturale) e dall'altro le più ampie dimensioni sovrannazionali".[1]
- [Sulla Bicamerale per le riforme della Costituzione] Ci sono le premesse per un lavoro positivo. Dobbiamo compierlo tutti avendo di mira il preminente interesse del nostro paese. Per questo lavoro saremo e dovremo essere giudicati.[2]
- Credo che siano maturi i tempi per una donna al Quirinale. Questo anche grazie al lungo cammino compiuto dalla donne in questi 50 anni nella lotta per i diritti e per una completa parità.[3]
- [Sul confronto tra Palmiro Togliatti e Massimo D'Alema] D'Alema ha grandissima intelligenza politica, ma ha però meno esperienza e questo porta ad essere più impetuosi e meno attenti alle ripercussioni.[4]
- Dal momento che alla donna è stata riconosciuta nel campo politico la piena eguaglianza col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti campi della vita sociale, e restituita ad una posizione giuridica tale da non menomare la sua personalità e la sua dignità di donna e di cittadina.[5]
- [Sull'incarico esplorativo per la formazione del Governo affidatole da Francesco Cossiga] Forse dire che è un fatto storico è dire troppo. Ma certo, è una novità di non poco rilievo.[6]
- [Su Palmiro Togliatti] Hanno detto dei suoi legami con Stalin e della sua soggezione, anche nei giorni difficili. In realtà lo conosceva poco: si erano incontrati in tre o quattro occasioni. Lo ammirava come lottatore duro e tenace, ma capì le rivelazioni del XX Congresso e ne rimase sconvolto. [...] Aveva una sensibilità viva, una forte propensione a comprendere. So che l'immagine di lui è diversa, ma io l'ho conosciuto in un altro modo. Si difendeva da fatti che lo turbavano profondamente, ma la sua intelligenza gli imponeva di accettarli come momenti nel cammino della civiltà.[7]
- [Sulla sconfitta del Fronte Democratico Popolare alle elezioni del 1948] Il 18 aprile ci trovammo dinanzi ad una popolazione chiamata per la prima volta, a differenza del '46, a scegliere i partiti che avrebbero dovuto governare dopo la rottura dell'unità antifascista. Era una società di cui sapevamo ben poco.[8]
- [Su Massimo D'Alema segretario del Partito Democratico della Sinistra] In un momento come questo c'è bisogno di un capo di partito dotato di molte capacità.[9]
- La Costituzione non ha e non può avere né un'ideologia né una filosofia di parte.[10]
- [Sugli armamenti nucleari] La gara atomica è giunta a un limite pericoloso ed intollerabile, questo lo comprendono i cittadini semplici di ogni paese. È giunto il momento che lo comprendano anche i loro governanti.[11]
- La presenza delle donne in Parlamento ha elevato i problemi delle donne come parte integrante della vita politica italiana. In passato questi problemi venivano tenuti a margine.[12]
- La Resistenza era stata un fatto straordinario. Aveva realizzato una unità veramente eccezionale che andava dagli ufficiali badogliani agli operai comunisti.[8]
- [Riferendosi alla Lega Nord] Le leghe agitano idee vecchie di separazione e di egoismo che rimettono in discussione l'unità nazionale.[13]
- Nel sistema democratico voluto dalla Costituzione il Parlamento, e solo il Parlamento, è l'espressione della volontà popolare. La nostra Costituzione non ammette che il Paese sia privo neanche solo per un giorno di un Parlamento dotato dei suoi poteri.[14]
- Noi chiediamo che sia possibile il riconoscimento a tutti gli effetti dei figli nati fuori del matrimonio, sia in costanza di matrimonio, sia quando quel matrimonio si sia spezzato, perché riteniamo che questa sia l'unica soluzione possibile, la unica soluzione morale giusta. [...] I figli non chiedono di venire al mondo e la responsabilità del fatto che siano venuti al mondo non è loro, è dei genitori che li hanno messi al mondo. Non può quindi ricadere su di loro la responsabilità dei genitori.[10]
- Non dovrei parlare dato che sono stata presidente della Camera, ma il difetto principale di de Mita è che vuole rispondere a tutti quelli che prendono la parola, ad uno ad uno. Non aspetta mai che si esaurisca la discussione su un punto.[15]
- [Sull'attentato a Palmiro Togliatti] Non si riesce a comprendere quel drammatico evento se con la memoria non si torna al clima arroventato seguito alla clamorosa vittoria elettorale democristiana del 18 aprile 1948. Quel clima contò molto, fu determinante. Nessuno poteva immaginare che la campagna elettorale guidata dalla chiesa di Pio XII e dai comitati civici di Luigi Gedda potesse raggiungere un tale grado di violenza. Una violenza che da parte dei vincitori non si allentò neppure dopo il loro schiacciante successo. Quella atmosfera, ripeto, fu indubbiamente all'origine dell'attentato a Togliatti.[16]
- [Sul rapporto con Palmiro Togliatti] Pensare che fosse possibile da parte mia un aut-aut sentimentale del tipo "se tu resti in Russia ti pianto" equivale a ignorare quali fossero i nostri rapporti e quale fosse il temperamento di Togliatti.[17]
- [Sugli impegni delle donne oltre al lavoro] Quando ho cominciato la vita politica, allora ho avuto una casa e dovevo pensare anche a quella, oltre ai mille impegni che la vita politica comporta.[18]
- [Sull'attentato a Palmiro Togliatti] Quando qualche giorno dopo l'intervento chirurgico gli fu permesso di scorrere i giornali, Togliatti volle leggersi le cronache dell'attentato. Lo colpì, proprio sull'Unità, un titolone a nove colonne: "Via il governo della guerra civile". Ricordo il suo commento: se avessero scritto "Via il ministro dell'Interno", questa sì che sarebbe stata una richiesta non solo plausibile ma anche accettabile! E infatti più tardi si seppe che in Consiglio dei ministri, riunito d'urgenza lo stesso giorno dell'attentato, il ministro degli Esteri Carlo Sforza ed il suo sottosegretario, un giovanissimo Aldo Moro, avevano posto il problema delle dimissioni del ministro dell'Interno.[19]
- [Sulla richiesta di una nuova Assemblea Costituente durante Tangentopoli] Un'assemblea costituente si convoca quando c'è una tale rottura all'interno del Paese, come avvenne dopo la guerra e dopo la caduta del fascismo, e ciò fu indispensabile. Pur in presenza di fatti gravissimi, di una degenerazione del sistema politico pericolosissima, non siamo nella situazione del dopoguerra, e ricorrere ad una costituente mi pare davvero eccessivo.[20]
- [In questi ultimi mesi, Lei è diventata ancora più popolare perché è autrice di una proposta per ridurre drasticamente – addirittura se non dimezzandoli – i deputati e i senatori. Perché?] Nel '48 quando entrò in vigore la Costituzione, uscivamo dal fascismo e c'era la necessità di ristabilire un rapporto, un tessuto democratico con la società. Ma adesso ci sono: Consigli Regionali, che sono stati eletti nel '70, Consigli Provinciali, Consigli Comunali. Siamo di fronte ad una società molto più articolata, ad una democrazia più articolata. Allora, io ritengo che il numero di Parlamentari sia davvero troppo alto.[21]
Intervista di Alfonso Madeo e Alberto Papuzzi, La Stampa, 13 agosto 1994
- La montagna ci piaceva tantissimo. Togliatti era un gran camminatore, io pure.
- [Sul memoriale di Togliatti] Non è vero che Togliatti fu strumentalizzato, che il memoriale fu usato contro Chruščёv. Io non vedo un collegamento tra il memoriale e la caduta di Chruščёv. Il grande processo che avrebbe portato a questo evento era già in corso, in URSS.
- [Sul suo ultimo viaggio in Russia] Togliatti era preoccupato per i rapporti fra URSS e Cina, e per la situazione fra il partito e gli intellettuali che si era creata dopo che Chruščёv aveva assunto posizioni assai rigide e dure.
Intervista di Gad Lerner, La Stampa, 4 luglio 1997
- [Sull'Amnistia Togliatti del 1946] L'amnistia fu un contributo a rompere la continuità con un regime che continuamente predicava la vendetta.
- [Sulla mancata partecipazione di Togliatti alla Resistenza] Le assicuro che Togliatti non era lontano dalla Resistenza. Di carattere era un uomo freddo, d'accordo. Ma lui, che odiava i distintivi, l'unico che ci teneva ad esibire sempre era quello che gli aveva donato il Corpo volontari della libertà. Se avesse potuto, si sarebbe fatto paracadutare nel nord Italia. Freddo sì, ma l'utopia ce l'aveva dentro.
- Parlare di amnistia, nel caso degli anni di piombo, sarebbe fuori luogo. Non dimentichiamoci che la lotta armata fu scatenata contro uno Stato democratico, non contro un regime fascista.
- [Su Mani pulite] Quel che mi fa paura e mi preoccupa è la lentezza dei procedimenti giudiziari di fronte a un intreccio perverso tra politica e affari che sempre più ha assunto la configurazione di un sistema vasto, diffuso, ramificato.
Discorsi di insediamento alla Presidenza della Camera dei deputati
modifica- Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione. Essere stata una di loro e aver speso tanta parte del mio impegno di lavoro per il loro riscatto, per l'affermazione di una loro pari responsabilità sociale e umana, costituisce e costituirà sempre un motivo di orgoglio della mia vita. [...] Il momento che attraversiamo è drammatico e difficile, ne siamo tutti consapevoli. Il terrorismo continua nella sua opera nefasta e delittuosa. Pochi giorni fa a Roma si è tentata ancora una volta «la strage» su pacifici lavoratori riuniti in una loro sede, nell'espressione del primo e più alto diritto democratico e costituzionale, quello della libertà di associazione e di espressione. Questa nostra stessa Assemblea ha dovuto ricorrere a misure di sicurezza, senza alcun dubbio necessarie. Ma guai a noi, onorevoli colleghi, se non avvertissimo con tutta la nostra forza e con tutto il nostro senso di responsabilità che le assemblee parlamentari esprimono al più alto grado la sovranità popolare.[22]
- La crisi economica, con i suoi preoccupanti aspetti dell'inflazione e della disoccupazione, minaccia il futuro di intere generazioni, soprattutto di giovani e di donne che reclamano una adeguata collocazione nella società, resi più coscienti dei loro diritti dalle grandi battaglie di libertà e di emancipazione di questi decenni. Accanto ad essi milioni di lavoratori sono impegnati ad avanzare nelle loro conquiste, a difendere ed attuare gli strumenti di mediazione e di accordo che hanno fatto dei conflitti nel mondo del lavoro una componente essenziale della nostra democrazia, una riprova della sua qualità civile e moderna. [...] La democrazia italiana ha conosciuto in questi anni e conosce tuttora nemici accaniti che vanno combattuti, e sconfitti, con la forza della Costituzione e delle leggi, con la partecipazione ed il sostegno dei cittadini; con la dedizione di tutti coloro che credono nei valori democratici, impegnandosi, ciascuno nel proprio posto di responsabilità sovente fino al limite del massimo sacrificio. Ad essi va la nostra riconoscenza; alla loro testimonianza deve corrispondere da parte nostra, in piena libertà di giudizio, l'adozione delle decisioni necessarie per la difesa e lo sviluppo delle istituzioni repubblicane.[23]
Citazioni su Nilde Iotti
modifica- [Durante il funerale] Aveva una concezione della democrazia in cui l'avversario politico è un amico. Guardava sempre alle ragioni dell'altro. (Tina Anselmi)
- [Durante il funerale] Bisogna prendere esempio dallo spessore e dalla coerenza di persone come lei. (Gigi Proietti)
- Furono i discorsi in piazza, gli incontri con il popolo emiliano, semplice ma dal palato fine in materia di politica, a fare la fortuna di Nilde. Il partito cercava una donna da mandare alla Costituente, il 2 giugno di quel fatidico '46. Per quanto potesse apparire strano, non era così facile trovarne una, nella regione rossa per eccellenza.
Quella giovane professoressa attenta e schiva, figlia di un ferroviere socialista, laureata all'Università Cattolica, che aveva dato una mano nella Resistenza ma senza azioni eroiche e clamorose, quella giovane donna dal fisico un po' massiccio e dalle buone letture apparve a qualcuno la scelta giusta. (Stefano Folli) - In particolare c'era la sinistra comunista dove regnava un'ipocrisia identica a quella cattolica. Basterebbe ricordare il rapporto tra Togliatti e Nilde Iotti, assolutamente emblematico. Avevano le loro motivazioni: in Russia gli omosessuali venivano condannati a dieci anni di carcere duro, cioè di gulag. Quando a sinistra furono costretti dalle manifestazioni del 1972 a parlare di omosessualità, ricorsero all'espressione "terzo sesso". Solo tempo dopo arrivò "diversi". (Angelo Pezzana)
- La figura di Nilde lotti è già nella storia del Parlamento italiano come prima donna eletta Presidente della Camera dei deputati, e come Presidente rimasto per più lungo tempo alla guida dell'Assemblea. [...] Sarebbe però riduttivo e fuorviante ridurre la figura di Nilde lotti in Parlamento all'esercizio della sua funzione presidenziale. Ella fu protagonista della vita parlamentare anche prima e dopo le tre legislature vissute in qualità di Presidente della Camera. (Giorgio Napolitano)
- [Durante il funerale] La tua eredità politica e civile è un tesoro prezioso. Lo porteremo con noi nell'Italia che comincia il nuovo secolo. (Walter Veltroni)
- L'Italia seppe di lei per la prima volta la mattina del 15 luglio 1948. I giornali che raccontavano dell'attentato a Palmiro Togliatti, riferivano tra l'altro che una giovane deputata emiliana ventottenne, una "ragazzona dall'aria stravolta", tale Leonilde Jotti, s'era gettata sul corpo del leader comunista. Nessuno sapeva chi fosse. Nessuno, beninteso, tranne il gruppo dirigente del Pci. (Paolo Mieli)
- Nilde Iotti, è stata una figura carica di umanità e di impegno civile, una dirigente politica che ha dato una spinta decisiva alla battaglia per l'emancipazione delle donne, una delle figure più prestigiose dell'Italia repubblicana. (Laura Boldrini)
- Una storia straordinaria la sua che ha costituito, a partire dalla presenza e dal suo lavoro nell'Assemblea Costituente e nella Commissione dei 75 – incaricati della stesura della Carta Costituzionale – un punto di riferimento per tanta parte di noi, anche nello svolgimento concreto del lavoro di sindacaliste impegnate a lottare per realizzare, attraverso il lavoro, emancipazione, libertà e autonomia di tutte le lavoratrici. (Valeria Fedeli)
Note
modifica- ↑ Citato in Noi non ce la saremmo cavata, La Stampa, 22 giugno 1990.
- ↑ Dal discorso alla Camera sulla Bicamerale, citato in E Iotti la costituente chiede più federalismo, la Repubblica, 30 gennaio 1998.
- ↑ Citato in Bonino: "Sì alla sfida per il Quirinale", La Stampa, 7 marzo 1999.
- ↑ Citato in Iotti attacca il leader: Togliatti non avrebbe candidato Di Pietro, la Repubblica, 7 ottobre 1997.
- ↑ Da un intervento all'Assemblea Costituente della Repubblica Italiana, 1946; citato in Tiziana Bagnato, Nilde Iotti, Una pioniera della politica al femminile, Instoria.it, n. 17, ottobre 2006.
- ↑ Citato in "Accendo un cero, che non sia io", La Stampa, 28 marzo 1987
- ↑ Citato in Enzo Biagi, La vita è stare alla finestra. La mia storia, Rizzoli, 2017.
- ↑ a b Dall'intervista rilasciata a l'Unità; citato in Nilde Iotti rievoca il 18 aprile '48. "Allora il Pci non capì la società", La Stampa, 16 aprile 1988.
- ↑ Citato in Federico Geremicca, Un campo minato per D'Alema, la Repubblica, 24 marzo 1997.
- ↑ a b Da Nilde Iotti, Sul divorzio, Discorsi parlamentari, Perlaretorica.it, 25 novembre 1969.
- ↑ Dal discorso agli operai della Michelin; citato in Un messaggio di pace e speranza da Nilde Iotti in visita alla "Granda", La Stampa, 18 marzo 1985.
- ↑ Dal discorso al convegno Violenza e solidarietà; citato in Iotti, donne, votate le donne, La Stampa, 6 marzo 1992.
- ↑ Citato in "Una Camera delle regioni", La Stampa, 30 marzo 1992.
- ↑ Citato in "Il Parlamento resta sovrano", La Stampa, 23 febbraio 1992.
- ↑ Citato in Iotti:"de Mita non sa fare il presidente", La Stampa, 19 novembre 1992.
- ↑ Citato in Quattro colpi di pistola per uccidere il Migliore, la Repubblica, 14 luglio 1998.
- ↑ Citato in Una storia d'amore e di politica, La Stampa, 28 marzo 1987.
- ↑ Citato in Le camere festeggiano i 70 anni di Nilde Iotti, La Stampa, 10 aprile 1990.
- ↑ Citato in Togliatti, il senso politico di un attentato, libertaegiustizia.it, 13 luglio 2010
- ↑ Dal discorso all'Università di Firenze; citato in "Eccessivo ricorrere ad una Costituente", La Stampa, 16 marzo 1993.
- ↑ Intervista a cura di Raffaella Carrà, Pronto Rafaella?, 23 gennaio 1984. RVM riproposto da Mirta Merlino nella videointervista a Luciano Violante dal titolo Taglio dei parlamentari, Luciano Violante: "Rischiamo di eleggere i ricchi o coloro che sono sostenuti dalle lobby", in onda su L'aria che tira, La7, 8 ottobre 2019 (dal minuto 1:30 al minuto 2.20). URl archiviato l'8 ottobre 2019.
- ↑ Dal Discorso di insediamento alla Presidenza della Camera, VIII legislatura, 20 giugno 1979; disponibile su Camera.it.
- ↑ Dal Discorso di insediamento alla Presidenza della Camera, IX legislatura, 12 luglio 1983; disponibile su Camera.it.
Voci correlate
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