La mafia non è più quella di una volta

film del 2019 diretto da Franco Maresco

La mafia non è più quella di una volta

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Titolo originale

La mafia non è più quella di una volta

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2019
Genere documentario, grottesco, satirico
Regia Franco Maresco
Soggetto Franco Maresco, Claudia Uzzo
Sceneggiatura Franco Maresco, Claudia Uzzo, Francesco Guttuso, Giuliano La Franca, Uliano Greca
Produttore Rean Mazzone, Anna Vinci
Interpreti e personaggi
Note
Seguito di Belluscone - Una storia siciliana (2014).

La mafia non è più quella di una volta, film documentario del 2019, regia di Franco Maresco.

Letizia Battaglia: Guarda che brutta luce! Ma che cazzo di luce avete! Questo devo dire...
Franco Maresco: Non è vero che fa schifo 'sta luce?
Letizia Battaglia: Ma dai!
Franco Maresco: È quello che gli dico sempre io, vero?
Letizia Battaglia: Ma perché mi fate cominciare e poi parlate?! Siamo pronti?
Fonico #1: Sì, un attimo...
Franco Maresco: Stai registrando?
Fonico #1: Sì, Franco. Partito.
Fonico #2: Ok...
Letizia Battaglia: Franco!
Franco Maresco: Sì, Letizia?
Letizia Battaglia: Ti ricordi la promessa della promessa?
Franco Maresco: "La promessa della promessa" mi fa temere. Quale?
Letizia Battaglia: Ti ricordi che io non continuerò più a lavorare con te se non mi fai fare nel prossimo film la parte della buttana vecchia?
Franco Maresco: Disgraziatamente me lo ricordavo e speravo te lo fossi dimenticato.
Letizia Battaglia: No, per me è una condizione sine qua non.
Franco Maresco: Fare le buttana?
Letizia Battaglia: Fare la vecchia buttana. La vecchia.
Franco Maresco: Io non l'ho mai fatto in nessun film.
Letizia Battaglia: Peggio... Male. Perché ti sei privato di una cosa meravigliosa.
Franco Maresco: Quindi il prossimo film la buttana...
Letizia Battaglia: La buttana vecchia.
Franco Maresco: Con Letizia Battaglia.
Letizia Battaglia: Con Letizia Battaglia.
Franco Maresco: Ma intanto facciamo questo.
Letizia Battaglia: Facciamo ques... Sì, solo a questa condizione.
Franco Maresco: Però impegnati, eh.
Letizia Battaglia: Sono impegnatissima, Franco Maresco.

  • Non mi interessa. (Frase ricorrente) [risposta degli artisti di Ciccio Mira quando viene chiesto di dire "No alla mafia"]
  • Non comment! (Matteo Mannino) [frase ricorrente]


  Citazioni in ordine temporale.

  • Martedì 23 maggio. Su una Palermo ancora dolcemente addormentata sta per spuntare l'alba di un nuovo giorno. Tra non molto il sole splenderà alto e i suoi allegri e caldi raggi faranno allora capolino nel cuore di ogni palermitano di buona volontà, il quale sulle labbra non avrà che due soli nomi: Giovanni e Paolo. Sì, perché oggi sono venticinque anni che la mafia sanguinaria e bestiale dei corleonesi ha ucciso i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, eroi di Palermo e del mondo intero. Ecco dunque perché, per dare inizio a questo nostro piccolo film, abbiamo deciso di andare alla ricerca del popolo semplice e umile, quello che si appresta al duro ma onesto lavoro quotidiano. E adesso chiederemo un ricordo, una emozione, una delicata parola. (Franco Maresco) [voice-over]
  • Faro luminoso, stella polare di un'antimafia da tempo claudicante - sempre meno efficace nell'azione e sempre più contaminata da loschi figuri che con la loro presenza ne hanno pesantemente offuscato in tempi recenti la credibilità agli occhi della cosiddetta società civile - Letizia è una delle più grandi fotografe del mondo e per cinquant'anni le sue immagini hanno raccontato al mafia come nessuno aveva fatto prima di lei. (Franco Maresco) [voice-over]
  • [...] L'Ora, il quotidiano del pomeriggio che della lotta alla mafia ha fatto la sua ragion d'essere denunciando con eroico coraggio e per primo i rapporti tra mafia e politica, il business dell'eroina, gli appalti corrotti e il disastro del cosiddetto Sacco di Palermo voluto dal sindaco democristiano Vito Ciancimino, uomo di Cosa Nostra. All'alba degli anni 80 su Palermo si abbatte l'infinita carneficina dei Corleonesi di Totò Riina, passata alla storia come la seconda guerra di mafia, che culminerà nelle stragi di Capaci e di Via D'Amelio. Di questa notte senza fine palermitana Letizia Battaglia è testimone affranta e le sue immagini fanno il giro del mondo. (Franco Maresco) [voice-over]
  • [...] ma le speranze della primavera palermitana saranno presto spazzate via nella primavera del 1994 da un uragano chiamato Forza Italia, il cui inarrestabile condottiero è il miliardario Silvio Berlusconi, l'uomo che per quasi vent'anni la Sicilia intera adorerà senza alcuna vergogna. (Franco Maresco) [voice-over]
  • Intanto credo che tu queste persone te le sia cercate con il lanternino! (Letizia Battglia) [a Franco Maresco, fuori campo]
  • Però ascolta, non ti mettere con lo scetticismo così come base. Posso essere critica, ma non sono scettica sul fatto che bisogna continuare a lottare e a ricordare. (Letizia Battaglia) [a Franco Maresco, fuori campo, a proposito della commemorazione in onore di Falcone e Borsellino]
  • [Sulla commemorazione durante il venticinquesimo anniversario delle stragi in cui furono assassinati Falcone e Borsellino] Io sono più che arrabbiata, umiliata, offesa... È ridicolo, una bazelletta, ridurre il ricordo di cose tragiche di cui i giovani d'oggi non sanno quasi niente, ridurla a questa piccola - veramente - sagra. (Letizia Battaglia)
  • Francesco Mira, detto Ciccio, è una nostra vecchia conoscenza il cui nome sarà familiare anche ai pochi affezionati spettatori che da tempo ci seguono per puro masochismo. (Franco Maresco) [voice-over]
  • Quando vede una divisa dei carabinieri per lui è come vedere il... il vampiro che vede la croce. È la stessa cosa. (Carabiniere) [sul rapporto tra Ciccio Mira e le forze dell'ordine]
  • Non l'hanno aggiornato Ciccio Mira. Non gli hanno spiegato che oggi la mafia fa schifo. E quindi lui si è trovato un po' spiazzato, vittima dei mafiosi nuovi vecchi - perché non l'hanno aggiornato e hanno tirato un brutto scherzo a Ciccio Mira - e vittima della cattiveria del regista. (Giornalista)
  • Ciccio Mira, guardi, può essere tutto all'infuori di un uomo d'onore. Non... Cioè, non ha... No, non ha il linguaggio, l'intelligenza e la capacità di un uomo d'onore. Diciamo ha fatto... diciamo... la figura del pupiddu per fare ridere alle persone. (Uomo in incognito)
  • Fate che la mafia non entra nelle vostre vite perché non è più quella di una volta. (Ciccio Mira)
  • [Durante la registrazione di Anime vaganti, canzone su Falcone e Borsellino] Quando specialmente dice "Li abbiamo ammazzati noi". A sentire 'sta parola buona. (Ciccio Mira)
  • [...] lo ZEN, acronimo di Zona Espansione Nord, fin dalla sua nascita risalente alla seconda metà degli anni 60, è stato visto dal resto della città come un inferno a parte, una specie di Bronx palermitano dove perfino polizia e carabinieri entrano mal volentieri. (Franco Maresco) [voice-over]
  • Non mi fare la danza con loro! Che ti scippo la minchia! La minchia te la scippo! (Letizia Battaglia) [a Franco Maresco]
  • Mentre i due giovani talenti arrivano finalmente a toccare i cuori dei pochi spettatori dello ZEN, sempre sensibili alle vecchie care storie di carcere e malavita, noi d'improvviso ci chiediamo dove sia finita la nostra Letizia. Qualche minuto dopo la ritroviamo in mezzo al pubblico e ci sembra che il suo bellissimo volto esprima una qualche forma di frastornamento e forse persino di delusione. (Franco Maresco) [voice-over, durante l'esibizione di Cristian Miscel allo ZEN 2]
  • [Sull'esibizione "Neomelodici per Falcone e Borsellino" allo ZEN 2] Era tenero quel mondo che non era abituato a incontrare Falcone e Borsellino. Era... era tutto così surreale, così fuori dal tempo, da una logica anche. Indignata? No. Indignata proprio per niente, anche se tutto mi sembrava inadeguato alle grandi figure di Falcone e Borsellino. C'erano giù le ragazze che ballavano, sculettavano. C'erano i cantanti improbabili organizzati da poveracci. Però mi crea più indignazione Via D'Amelio, Via Lo Tabalto [???], l'Albero, i politici che arrivano, arrivano da Roma, da fuori e poi... silenzio. (Letizia Battaglia)
  • Non si muore con questa meningite? Ma com'è che non moriva? (Ciccio Mira) [su Matteo Mannino]
  • Scettico di merda, Maresco! (Letizia Battaglia)
  • Non c'è dubbio che il drammatico e pnoso epilogo della vicenda di Cristian Miscel costituisca uno spietato atto d'accusa contro Ciccio Mira, il quale anche questa volta ha dimostrato che pur di realizzare i suoi loschi progetti, sarebbe capace di passare sul cadavere di chiunque. Eppure l'animo puro e profondamente buono di Cristian ha perdonato il suo cinico sfruttatore e così, complice l'immortale spirito del Santo Natale, i due si ritrovano ancora una volta insieme a TSB per annunciare via etere la nascita del Bambin Gesù. (Franco Maresco) [voice-over]
  • Sono contenta che dopo centocinquant'anni finalmente abbiamo una sentenza che dice che [...] lo Stato è stato complice della mafia. (Letizia Battaglia) [20 aprile 2018, dopo la sentenza del processo sulla trattativa stato-mafia]
  • È passato esattamente un anno da quando abbiamo iniziato questo film dedicato alla memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nonché agli uomini e alle donne che perdettero la vita nelle stragi del 1992. All'Albero Falcone c'è come sempre la solita folla e la solita rappresentanza delle istituzioni, ma quest'anno di sente qualcosa di nuovo nell'aria, come una rinnovata primavera. E ne abbiamo la conferma guardando il volto commosso e luminoso di Letizia che sembra essersi riconciliata con questa manifestazione che tra polemiche e consensi dura ormai da ventisei anni. Per quello che ci riguarda noi manterremo vigile il nostro scetticismo, ma di una cosa siamo certi: che la passione politica e civile di Letizia Battaglia è un esempio imprescindibile per chiunque voglia continuare a tenere viva nel tempo la grande lezione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. (Franco Maresco) [voice-over]
  • Buonasera a tutti, benvenuti qui allo ZEN. Sono contento di questa democrazia allo ZEN. Come ogni anno noi facciamo questa grande festa dedicata a Falcone e Borsellino. Questa sera, insomma, abbiamo un altro da, insomma, da... da nominare. Signori, un grande amico, ve lo presento subito, ehm, giustamente... il nostro grande palermitano Sergio Mattarella. A questo punto dedichiamo questo brano che è una cosa favolosa. Da Ciccio Quattrocchi e la sua band. (Ciccio Mira) [presentando la serata "Neomelodici per Sergio Mattarella" nel quartiere ZEN, introdotta dall'inno italiano mixato con La danza delle streghe del DJ Gabry Ponte]

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Palermitano #1: Erano cornuti e sbirri!
    Franco Maresco: "Erano".
    Palermitano #1: Erano. E resteranno!
    Franco Maresco: Falcone e Borsellino. E perché? E perché?
    Palermitano #1: Perché? Perché per iddi erano tutti mafiosi i cristiani. [...] Mafiosi de qua, mafiosi de qua... Ma dove so 'sti mafiosi? [...]
  • [Palermo, commemorazione durante il venticinquesimo anniversario delle stragi in cui furono assassinati Falcone e Borsellino]
    Presentatore: Perché oggi è il venticinquesimo anniversario della scomparsa, come ben sapete [...]
    Letizia Battaglia [indignata]: "La scomparsa"! È scomparso!
    Franco Maresco: Avresti mai pensato venticinque anni fa che potesse realizzarsi questo incubo, che si arrivasse a questo punto?
    Letizia Battaglia: Allora piangevamo, non cantavamo, non... Come facciamo? Non potevo aspettarmelo. Ma forse non dovevo neanche vivere tanto.
  • Franco Maresco: Chi è stato Peppino Impastato?
    Ciccio Mira: Uno che aveva una radio.
    Franco Maresco: Bravo.
    [...]
    Franco Maresco: È un suo collega.
    Ciccio Mira: Chi?
    Franco Maresco: Impastato.
    Ciccio Mira: No-no-no-no...
    Franco Maresco: E come no? Aveva una radio.
    Ciccio Mira: Sì, vabbè, ma non è che io ho radio.
  • Franco Maresco: Ci troviamo a Brancaccio. Sta cantando Vittorio Ricciardi. Ad un certo punto c'è un conflitto a fuoco e mafiosi. Sfortunatamente cade un carabiniere. Voi che cosa fate? Interrompete?
    Ciccio Mira: No, alzano il volume dell'amplificazione.
  • Ciccio Mira: Conosco persone che neanche sono capaci di uccidere una mosca.
    Franco Maresco: E Totò Riina?
    Ciccio Mira: E lui sarà in questa maniera, pure.
  • Franco Maresco: Ciccio Mira, lei ha sessant'otto anni e poco fa mi diceva che dal punto di vista della virilità lei è ancora attivo. Io dubitavo, però lei sostiene che è ancora un vero maschio siciliano.
    Ciccio Mira: Ma non si vede, scusa?
    Franco Maresco: No.
  • Franco Maresco [voice-over]: Cristian ama la musica neomelodica e tutte le settimane non si perde una sola puntata di Cantiamo insieme, il mitico programma di Ciccio Mira. Purtroppo, una brutta sera di alcuni anni fa, mentre ritorna guardacaso da uno spettacolo di Ciccio Mira, succede qualcosa che cambierà per sempre la giovane esistenza del promettente talento.
    Cristian Miscel: Mentre ero con i miei familiari, ero con la macchina, sono andato a sbattere con un palo. [...] Quasi morto, ero morto.
    Franco Maresco: E poi che cos'è successo?
    Cristian Miscel: E poi m'è apparso in sogno mentre ero in coma Falcone e Borsellino.
    Franco Maresco: Chi?
    Cristian Miscel: Falcone e Borsellino. M'è apparso nel sogno.
    Franco Maresco: E che t'hanno detto?
    Cristian Miscel: "Alzati e canta".
    Franco Maresco: E tu sei andato.
    Cristian Miscel: Sì.
    Franco Maresco: Dove?
    Cristian Miscel: M'ha detto di andare nelle feste di piazza, i quartieri, Ballarò, Vucciria, Michelangelo... tutte le feste di piazza.
    Franco Maresco [voice-over]: Nei giorni a venire Cristian racconta a tutti - amici, parenti e semplci conoscenti - la sua miracolosa guarigione avvenuta per intercessione delle anime dei giudici Falcone e Borsellino. Sembra però che l'incredibile notizia non interessi a nessuno. Solo un giornale locale pubblica un trafiletto che praticamente passa inosservato mentre chi ha saputo, ad esempio i vicini di casa, si mostra scettico e quasi infastidito, a dimostrazione che ormai viviamo tutti quanti in un mondo amterialista e senza più fede.
  • [I conoscenti di Cristian Miscel sono scettici riguardo l'apparizione di Falcone e Borsellino]
    Vicina di casa: Ci fosse questo miracolo questo ragazzo così non ci fosse.
    Barista: Quale miracolo? Ci dà pure fastidio co' 'sta voce che canta sempre.
  • Franco Maresco: Ecco, quali sono i pregi di Cristian Miscel? Entri nel merito. Uno.
    Ciccio Mira: Allora "uno" che... ha delle carenze bellissime.
    Franco Maresco: Delle?
    Ciccio Mira: Delle carenze bellissime.
    Franco Maresco: "Carenze"?
    Ciccio Mira: Carenze.
    Franco Maresco: Cioè gli manca qualcosa.
    Ciccio Mira: No, le carenze sono nella musica.
    [...]
    Franco Maresco: Passiamo ai difetti. Uno.
    Ciccio Mira: Difetti... Che non ha... Non lo so i difetti... Comunque io dico...
    Franco Maresco: Passiamo al secondo difetto.
    Ciccio Mira: Che lui è un po', come dire, s... un po' squadratello.
    Franco Maresco: Un po'?
    Ciccio Mira: Un po' squadrato. Però è una cosa...
    Franco Maresco: Non va a tempo?
    Ciccio Mira: Non va a tempo, però non è...
    Franco Maresco: Terzo difetto.
    Ciccio Mira: ...non è tanto importante.
    Franco Maresco: Terzo difetto.
    Ciccio Mira: Terzo difetto: è un po' s... un pochettino stonato a volte. Sa com'è...
    Franco Maresco: Poco.
    Ciccio Mira: Poco.
    Franco Maresco: Poco stonato.
    Ciccio Mira: Pochissimo.
    Franco Maresco: Ma si può correggere.
    Ciccio Mira: Sì.
    Franco Maresco: Quarto difetto?
    Ciccio Mira: Quarto difetto... Ma che le voglio dire?
    Franco Maresco: Scusi...
    Ciccio Mira: Piccoli difetti...
    Franco Maresco: Quinto difetto.
    Ciccio Mira: N-non...
    Franco Maresco: Non ci arriviamo a cinque.
    Ciccio Mira: Non ci arriviamo...
  • Franco Maresco: Visto che siamo di fronte al Sacro Monte, se Santa Rosalia ti chiedesse di gridare "No alla mafia"...
    Cristian Miscel: Mi spiace per Santa Rosalia perché Santa Rosalia fa miracoli, fa tante cose...
    Franco Maresco: Però...
    Cristian Miscel: ...però non lo posso fare.
    Franco Maresco: Nemmeno se è Santa Rosalia.
    Cristian Miscel: No, mi spiace...
    Franco Maresco: Santa Rosalia!
    Cristian Miscel: Mi spiace perché io credo a Gesù, che sono credente. Però non lo posso fare.
    Franco Maresco: Senti, allora diciamo un'altra cosa. Se te lo chiedesse Gesù in persona.
    Cristian Miscel: Mi spiace per Gesù perché Gesù fa tanto per noi... C'è la salute... Però non lo posso fare.
    Franco Maresco: Niente?!
    Cristian Miscel: Niente.
    Franco Maresco: Nemmeno se lui ti dice "Grida no alla mafia"?
    Cristian Miscel: No, non lo posso fare.
    Franco Maresco: Senti, saliamo più in alto. Se te lo chiede il Padre Eterno, Dio in persona, "Grida no alla mafia"?
    Cristian Miscel: Mi spiace, non lo posso fare.
    Franco Maresco: Ma dici sul serio?
    Cristian Miscel: Sì, sì.
    Franco Maresco: Niente?!
    Cristian Miscel: Niente.
    Franco Maresco: Ma perché?
    Cristian Miscel: Perché non lo posso fare.
    Franco Maresco: Ma perché?
    Cristian Miscel: Perché... c'ho i miei motivi.
    Franco Maresco: Uno qual è?
    Cristian Miscel: Perché... non lo posso fare.
    Franco Maresco: Grazie lo stesso. Ciao.
    Cristian Miscel: Ciao.
  • [Palermo, quartiere Brancaccio. Statua di Don Pino Puglisi]
    Letizia Battaglia: È impressionante.
    Franco Maresco: Somiglia a qualcuno...
    Letizia Battaglia: Sì, strano. Somiglia a Berlusconi.
    [...]
    Franco Maresco: Tu come te lo spieghi?
    Letizia Battaglia: Io come faccio a spiegarmelo? Però mi sembra incredibile... capelli attaccati nello stesso modo... anche gli occhi sono... È incredibile.
  • [Palermo, Catacombe dei Cappuccini]
    Letizia Battaglia: Io non vorrei mai, mai essere appesa come questi con un vestito vecchio di cento anni. Mai.
    Franco Zecchin: Vorresti che si rinnovassero il vestito?
    Letizia Battaglia: Guarda io prendo e ti infilo in una nicchia lì dentro!
  • [Palermo, quartiere ZEN 2]
    Franco Maresco: Cosa sono questi fischi?
    Ciccio Mira: Quali fischi? Qua ci vogliono bene, non c'è problema... Tipo America: i fischi sono appalusi.
  • [Palermo, quartiere ZEN 2]
    Franco Maresco: Una pernacchia ho sentito.
    Ciccio Mira: No, no...
    Franco Maresco: Lei no?
    Ciccio Mira: Non le fanno qua pernacchie.
    Franco Maresco: Cioè, lei ha la capacità unica di negare l'evidenza!
  • Franco Maresco: Ma come mai lei è così omertoso?
    Ciccio Mira: Omertoso? Perché sono omertoso? Come fosse una festa per Borsellino, la posso fare anche per un apo mafia. Qual è il problema? Io l'ho fatto, anche.
    Franco Maresco: Mi scusi, lei mi sta dicendo che potrebbe fare...
    Ciccio Mira: No, l'ho fatto. L'ho fatto.
    Franco Maresco: Lei ha fatto una festa per chi?
    Ciccio Mira: Per persone... Non è che... Questo si sa perché è Borsellino, ma non è che le posso dire chi sono le persone che ho fatto le feste. Ne ho fatte tante, non è che...
    Franco Maresco: Ma tutta gente nell'ambito della legalità o no?
    Ciccio Mira: Noi siamo legali... e non legali.
    Franco Maresco: Cioè, lei è un prefessionista.
    Ciccio Mira: Chi ci chiama, noi siamo a disposizione. [...] È una cosa normale questa.
    Franco Maresco: Cioè in pratica come gli impresari di pompe funebri.
    Ciccio Mira: Appunto.
  • Ciccio Mira: Ho avuto l'onore di fare questo grande spettacolo per i venticinque anni di Falcone e Borsellino che insomma, il Signore li ha voluti. Eh, che vuoi? E questa è la vita... E comunque devo dire una cosa che... Chiamiamo...
    Franco Maresco: No, scusami, a parte gli scherzi, "il Signore li ha voluti"... [...] Allora, di solito "il Signore li ha voluti" si dice quando uno c'ha ottant'anni, novant'anni, è morto naturale... Sono morti ammazzati! Però se tu dici, scusami... Se tu dici "il Signore li ha voluti" vuol dire che il Padre Eterno era d'accordo con Totò Riina.
  • [Parlando di Falcone e Borsellino]
    Franco Maresco: Avete stabilito che costoro avevano fatto delle cose buone in vita.
    Matteo Mannino: Sì.
    Franco Maresco: Uno.
    Matteo Mannino: Eh... illuminazione.
    Franco Maresco: Due.
    Matteo Mannino: Eh... Fognatura.
    Franco Maresco: Tre.
    Matteo Mannino: Eh... Campi di calcetto.
    Franco Maresco: Quattro.
    Matteo Mannino: Eh... Giardinaggio.
    Franco Maresco: Cinque.
    Matteo Mannino: Asili nido.
    Franco Maresco: Sei. Lotta alla mafia.
    Matteo Mannino: No... Non comment... Non comment...
  • Franco Maresco [a Ciccio Mira e Matteo Mannino]: Aspetta, Ciccio. Chi è che di voi due sa scrivere?
    Ciccio Mira: Io!
    Franco Maresco: E lo scrive lui! E lui lo deve dire il discorso.
    Ciccio Mira: Cosa scrive? Non sapeva scrivere!
    Franco Maresco: Come "non sapeva scrivere"?
    Ciccio Mira: Non sapeva a leggere e manco a scrivere.
    Franco Maresco: Mi pare difficile...
  • Ciccio Mira [scrivendo il discorso da fare allo ZEN 2]: "Abbasso la mafia"...
    Matteo Mannino: No, non ce mette' 'sta cosa, mi'...
    Ciccio Mira [tira una riga]: L'ho cancellato.
  • Franco Maresco: Ma ce l'hanno con Orlando? Ce l'avevano con Orlando?
    Letizia Battaglia: Ce l'hanno sempre con tutti.
    Franco Maresco: Ma tu come spieghi... Come lo spieghi?
    Letizia Battaglia: Perché sono impotenti di fronte alla situazione.
    Franco Maresco: Non riescono a vedere la grandezza del progetto.
    Letizia Battaglia: [Vaffanculo in palermitano]
    Franco Maresco: Grazie.
  • Franco Maresco: Tu avresti dovuto cantare Anime vaganti del matesro Mario D'Annunzio, in onore di Falcone e Borsellino. Come mai non l'hai cantata?
    Cristian Miscel: No, non l'ho potuta canta'.
    Franco Maresco: Non l'hai potuta cantare. Motivi di salute?
    Cristian Miscel: No.
    Franco Maresco: Motivi... morali?
    Cristian Miscel: No.
    Franco Maresco: Motivi tecnici?
    Cristian Miscel: No.
    Franco Maresco: E perché?
    Cristian Miscel: Fatti miei.
    Franco Maresco: Per motivi tuoi?
    Cristian Miscel: Sì.
    Franco Maresco: Che adesso puoi svelarci?
    Cristian Miscel: No.
    Franco Maresco: Niente? Ma perché?
    Cristian Miscel: Perché non ho potuta cantarla. Non c'è in scaletta. L'ho 'scita co' O Sarracino. [???]
    Franco Maresco: L'hai sostituita...?
    Cristian Miscel: Co' O Sarracino.
    Franco Maresco: Ma se fosse stata in scaletta, l'avresti cantata?
    Cristian Miscel: No.
    Franco Maresco: Quindi sarebbe stato inutile se stava in scaletta.
    Cristian Miscel: Sì.
  • Franco Maresco: Senta, dica "no alla mafia" velocemente.
    Ciccio Mira: Ma no, che c'entra la mafia? Io ho tanto rispetto per tutti sia alla mafia e sia la politica.
  • Franco Maresco: Ma lei come fa ad organizzare serate così indegne?
    Ciccio Mira: Ma io sono uno che organizza sempre serate, teatro...
    Franco Maresco: Lei sa che questa serata è indecente?
    Ciccio Mira: Come?
    Franco Maresco: Lei sa che questa serata è indecente?
    Ciccio Mira: Ma...
    Franco Maresco: Passiamo alla prossima domanda: come mai non la si vede da tempo a TSB?
    Ciccio Mira: Perché giustamente, eh...
    Franco Maresco: Giustamente perché?
    Ciccio Mira: Sarebbe per mancanza di soldi.
    Franco Maresco: Cioè, lei non fa più la trasmissione per mancanza di soldi.
    Ciccio Mira: Eh, no... Se non si paga non è che uno può fare...
    Franco Maresco: Cioè in altre parole l'uomo che lei sfrutta da decenni, Matteo Mannino, non le passa più soldi.
    Ciccio Mira: Provvisoriamente no. Ma diciamo che la cosa si sta riprendendo con cene spettacolo, teatro...
    Franco Maresco: [...] Senta, Mira, lei è un millantatore, no?
    Ciccio Mira: Come?
    Franco Maresco: Lei è un millantatore, no? Lei conosce il significato della parola "millantatore"?
    Ciccio Mira: Uno che... Brilla, brilla... Brilla sempre! È un brillantatore!
    Franco Maresco: Un...?
    Ciccio Mira: Uno... uno che... va... eh... come dir... Dà spettacolo... È uno che... uno vivo.
    Franco Maresco: No, lei è un millantatore.
  • Franco Maresco: Matteo, chi sono stati Falcone e Borsellino? Te lo ricordi?
    Matteo Mannino: Totò e Peppino!
  • Franco Maresco: Ma scusi, non è TSB che deve pagare lei?
    Madre di Cristian Miscel: No, sono io che pago a TSB.
    Franco Maresco: E lei i soldi dove li prende?
    Madre di Cristian Miscel: Lavorando. E con l'aiuto di mio padre che è pensionato. [si sentono degli insulti provenienti dall'altra stanza] Zitto te!
    Franco Maresco: Chi è?
    Madre di Cristian Miscel: Mio padre. Ha l'arteriosclerosi. Da me non c'è niente da invidiare, proprio, mi creda.
  • Franco Maresco: Senta, ma questa storia del coma e di Falcone e Borsellino che gli sarebbero apparsi per dirgli "Vai a cantare"... Cosa c'è di vero?
    Medico: Niente.Perché il ragazzo, Cristian Miscel, non è mai stato in coma. Quindi sono sicuramente delle storie inventate da qualcuno. Forse dal signor Ciccio Mira per potere... non so cosa... ma cercare di lucrare su Cristian Miscel. Nient'altro.
    Franco Maresco: Vedo che qui conoscete il signor Mira.
    Medico: Sì, lo conosciamo abbastanza perché Cristian Miscel se è in queste condizioni possibilmente è anche per colpa sua.
  • Franco Maresco: Ciccio Mira, nei giorni scorsi alcuni giornali hanno commentato polemicamente il silenzio del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella riguardo alla sentenza sulla trattativa stato-mafia. Lei invece va controtendenza e apprezza questo silenzio. Come mai?
    Ciccio Mira: L'apprezzo perché Mattarella non parla essendo palermitano.
    Franco Maresco: Ma perché, scusi, i palermitani non parlano?
    Ciccio Mira: Quelli veri non parlano.
    Franco Maresco: Quelli?
    Ciccio Mira: Quelli veri non parlano.
    Franco Maresco: I veri palermitani non parlano.
    Ciccio Mira: ...non parlano.
    Franco Maresco: Ma lei come se lo spiega?
    Ciccio Mira: È una cosa genetica questa.
    Franco Maresco: Prego?
    Ciccio Mira: Una cosa genetica... che ci esce così.
    Franco Maresco: Cioè è inscritta nel patrimonio genetico...
    Ciccio Mira: Sì-sì-sì, appunto.
    Franco Maresco: ...di ogni palermitano.
    Ciccio Mira: Di quelli... quelli veri.
    Franco Maresco [voice-over]: Giunti a questo punto il poco pubblico rimasto in sala si chiederà: ma come mai uno come Ciccio Mira sta dalla parte del Presidente Sergio Mattarella, cioè il simbolo dei più alti valori della Repubblica Italiana? Per risponde a questa più che legittima domanda è necessario fare un salto nel passato, nella Palermo dei felicissimi anni 60. Qui, una calda sera d'estate, il poco più che adolescente Ciccio Mira insieme alla mamma si reca al Cinema Massimo, dove il padre Camillo lavora come caposala. Il film è appena finito e papà Camillo propone di andare nella vicina Mondello per cercare di contrastare il terribile caldo palermitano. Arrivati a Piazza Leoni, all'imbocco del regio Parco della Favorita, la famiglia Mira ha l'inaspettato piacere di imbattersi in un suo eccentrico consanguineo: l'indomito Zio Michele, che tra le mani tiene un oggetto non bene identificato.
    [...]
    Franco Maresco: Lei per "polpo" cosa intende?
    Ciccio Mira: Un puipo che se mangia.
    [...]
    [Ciccio Mira spiega come il polpo di Zio Michele venga rifiutato da uno dei cuochi vicino alla spiaggia perché ormai la bancarella ha chiuso e i fornelli sono spenti]
    Ciccio Mira: Una mancanza di rispetto. [...] Zio Michele [...] si trova una pistola là, sul tavolo...
    Franco Maresco: Scusi, non l'aveva con sé?
    Ciccio Mira: No, non le porta mai mio zio pistole. Pigghia 'sta pistola...
    Franco Maresco: Per caso era lì?
    Ciccio Mira: Per caso era in mezzo ai pulpi! In mezzo ai cosi lu mare.
    Franco Maresco: Ma di chi era?
    Ciccio Mira: Mah, non lo so di chi era... [...]
    [Ciccio Mira racconta di come lo Zio Michele abbia sparato al cuoco di polpi e siano poi scappati in auto per tornare a Palermo]
    Ciccio Mira: Papà sbanda...
    Franco Maresco: Emozionato.
    Ciccio Mira: Emozionatissimo! Pam! Macello! Sbatte in un cancello.
    Franco Maresco: E di chi era questo cancello?
    Ciccio Mira: Era della famiglia Mattarella.
    Franco Maresco: Cioè la famiglia dell'attuale...
    Ciccio Mira: ...Presidente della Repubblica.
    Franco Maresco: Di fronte a cotanto spavento, a cotanto incidente...
    Ciccio Mira: Esce tutta la famiglia Mattarella.
    Franco Maresco: E cioè...
    Ciccio Mira: E c'è la mamma, poi c'era Piersanti.
    Franco Maresco: Chi?
    Ciccio Mira: Piersanti. Eh, il fratello.
    Franco Maresco: Ma mi scusi, Piersanti quello che...
    Ciccio Mira: Escono... Piersanti, eh non lo so. Piersanti.
    Franco Maresco: Ma Piersanti chi?
    Ciccio Mira: Piersanti è il figlio dei... della famiglia Mattarella.
    Franco Maresco: Il martire di Cosa Nostra!
    Ciccio Mira: Boh, non lo so...
    Franco Maresco: E lo dica!
    Ciccio Mira: No, eh... Quale martire? Non so niente di questa situazione.
    Franco Maresco: Vabbè.
    Ciccio Mira: Poi esce pure Sergio... E insomma...
    Franco Maresco: E dulcis in fundo...
    Ciccio Mira: Esce il nostro grande della Democrazia Cristiana Bernardo Mattarella. Poi insomma, mio padre ha detto: "Io ti pago tutti i danni". Lui ha detto: "No, no, per carità..."
    Franco Maresco: Ah, gli dava del tu, già subito?
    Ciccio Mira: Sì, sì, si conoscevano perché lui... papà votava sempre lui.
    Franco Maresco: Quindi si sentiva autorizzato...
    Ciccio Mira: Sì, sì... Allora ha detto: "Senti, Berna', io ti pago tutto quello che è successo..." "No, no, fammi questo favore: non pagare niente..." Dice: "Allora mi vieni a trovare al cinema così insomma, cerchiamo insomma, di risolvere questa situazione." E così sono rimasti.
    Franco Maresco: Vabbè. E comunque quella sera nasce...
    Ciccio Mira: ...nasce questa grande amicizia...
    Franco Maresco: ...tra la famiglia Mattarella...
    Ciccio Mira: ...e quella nostra...
    Franco Maresco: E cioè la famiglia...
    Ciccio Mira: ...la famiglia Mira.
    [...]
    Franco Maresco: E dunque possiamo dire, Mira, praticamente la famiglia Mattarella tutti i giorni festivi e le domeniche era in prima fila al Cinema Massimo. Ma, una rivelazione, che film guardava il giovane Sergio Mattarella?
    Ciccio Mira: Boh, film difficili, diciamo... Non è che erano film norm...
    Franco Maresco: Impegnati.
    Ciccio Mira: Impegnat... Sì, film impegnativi.
    Franco Maresco: Si può fare un esempio?
    Ciccio Mira: Sì, lui era amante di un... di un regista. Di Ingman Beggman...
    Franco Maresco: Un regista arabo?
    Ciccio Mira: Sì, un regista importante.
    Franco Maresco: Ciccio, Ingmar Bergman! Me l'hai detto!
    Ciccio Mira: Eh, Ingman Beggman.
    Franco Maresco: Ingmar Bergman!
    Ciccio Mira: Bergman.
    Franco Maresco: Sì, vabbè. Rifacciamo.
    Franco Maresco [voice-over]: Questo curioso racconto di Ciccio Mira potrebbe spiegare l'origine della nota cinefilia del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma da fonti molto attendibili abbiamo invece appreso che l'appassionato elogio di Mira per la più alta carica dello Stato sarebbe tutt'altro che disinteressato. Sembra infatti che l'inossidabile impresario sia profondamente legato a un suo giovane nipote che si chiama Giannino, detto Tiramisù, attualmente "ospite dello Stato" al 41bis del supercarcere dell'Aquila, e per lui vorrebbe chiedere la grazia all'illustre concittadino che oggi risiede al Quirinale. Ma questo è un particolare che ci porterebbe lontani dalla nostra storia.

Franco Maresco: Ma, dica la verità... A noi c'è stato sussurrato che lei vorrebbe chiedere al Preseidente Mattarella un favore da palermitano a palermitano. Di che si tratta?
Ciccio Mira: No, è un favore mio che debbo chiedere a lui. Cose personali mie.
Franco Maresco: Ma per lei o per un persona a lei...?
Ciccio Mira: Per una persona a mia cara.
Franco Maresco: Per una persona a lei cara.
Ciccio Mira: Sì.
Franco Maresco: Molto cara?
Ciccio Mira: Cari... Carissima. Eh...
Franco Maresco: Possiamo sapere come si chiama?
Ciccio Mira: Si chiama Nessuno.
Franco Maresco: Prego?
Ciccio Mira: Nessuno.
Franco Maresco: "Nessuno"?!
Ciccio Mira: Nessuno. Sì.
Franco Maresco: "Nessuno".
Ciccio Mira: Si ricorda lei Ulisse? Si ricorda l'Ulisse? Insomma, quando è accecato il ciclope...
Franco Maresco: Eh?
Ciccio Mira: Il ciclope... la gente gli chiedeva "Chi è stato? Chi è stato?" rispondeva "Nessuno". Perché Ulisse ha inventato si chiamava Nessuno.
Franco Maresco: Ah, quindi la nostra omertà è antica.
Ciccio Mira: Eh, siamo naturali noi.
Franco Maresco: Ed è per questo motivo che quando per esempio si va per strada e un palermitano vede un omicidio al carabiniere che gli chiede chi è stato risponde...
Ciccio Mira: ..."Nessuno".
Franco Maresco: Ah, è così?
Ciccio Mira: Eh... E che debbo di'? "Nessuno. Non è stato Nessuno."
Franco Maresco: "Chi ha rubato in quella tabaccheria?"
Ciccio Mira: "Nessuno".
Franco Maresco: Quindi è dritto dritto da Ulisse?
Ciccio Mira: Appunto. È una cosa che viene da Uli... [...]
Franco Maresco: Si chiude il cerchio.
Ciccio Mira: Si chiude il cerchio.
Franco Maresco: Grazie, Mira.
Ciccio Mira: Prego. Arrivederci.

Citazioni su La mafia non è più quella di una volta

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  • È un film abbastanza nichilista, una versione molto per i poveri della Società dello spettacolo di Guy Debord, un mondo dove tutto si è azzerato. È un film su una tragedia in corso, la mafia, di cui non si parla più, se non nelle fiction: nella più felice delle ipotesi (ti prego di cogliere l’ironia) l’antimafia ha il volto di Pif. L'idea, insomma, è che tutto si può fare, tutto è allo stesso livello: le fiction, le cerimonie istituzionali, i neomelodici. Nel film precedente, Belluscone, raccontavo i giovani sottoproletari che intendevano la parola "carabiniere" come un insulto. Oggi non c'è nemmeno più questo problema. E non perché sia penetrata chissà quale cultura della legalità. I ragazzi ti rispondono: "Mi piacerebbe fare il killer, ma se non posso, anche il carabiniere va bene". Tanto sono comunque eroi da fiction, di un super-Blob.
  • Effettivamente il film senza Letizia sarebbe stata l'apoteosi della canaglieria, della crudeltà, un film forse troppo duro, troppo cattivo. E invece Letizia con la sua ironia, con la sua autoironia mitica, un po' [attenua] l'orrore che c'è in quel film. [Si rivolge a Letizia] Senza di te sarebbe un film dell'orrore.
  • [Sulla polemica nei confronti di Sergio Mattarella] La polemica era un po’ pretestuosa. A un certo punto, nel corso dell’anno raccontato, c’è la sentenza del processo sulla trattativa e io chiedo a Letizia come mai la cosa sia caduta nel silenzio di tutti, compreso il presidente della repubblica. Ora, è vero che le sentenze non si commentano, ma qui non siamo nello specifico di un fatto criminoso. Io mi riferivo a quello che la sentenza implicava, raggiungendo la conclusione che ci fu una trattativa tra una parte dello stato e Cosa Nostra. Più che una polemica, poi, era uno spunto narrativo per passare la palla a Ciccio Mira. Perché subito dopo gli faccio la stessa domanda e lui parte con un’apologia di Mattarella e un racconto scombinatissimo, su uno zio, un incidente d’auto, le passioni cinefile del presidente. Poi si scopre che in realtà vuole probabilmente chiedere la grazia per un congiunto che sta in carcere. Comunque, se fossi andato a Venezia mi avrebbero fatto domande solo su quello, spostando l’attenzione dal film.
  • Io dico che il film ha una verità sua, e poco importa, a cose fatte, se una cosa è stata “incoraggiata” o si è presentata spontaneamente. La cosa paradossale è che le scene “documentarie” sono in realtà quelle a cui è più difficile credere.
  • Questo film tenta di essere [...] una riflessione, un viaggio, dentro un mondo che non ha più senso né nella mafia né nell'antimafia.

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