Un garibaldino al convento
film del 1942 diretto da Vittorio De Sica
Un garibaldino al convento
Leonardo Cortese e María Mercader nel film
Titolo originale |
Un garibaldino al convento |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1942 |
Genere | drammatico, commedia, storico, sentimentale |
Regia | Vittorio De Sica |
Soggetto | Renato Angiolillo |
Sceneggiatura | Vittorio De Sica, Adolfo Franci, Margherita Maglione, Giuseppe Zucca |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Un garibaldino al convento, film italiano del 1942 con Carla Del Poggio, María Mercader e Leonardo Cortese, regia di Vittorio De Sica.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Non donna, dea tu m'apparisti in sogno | sciolte le chiome sopra il latteo seno | divina imago ch'io sospiro e agogno | e al cui pensier mi sento venir meno. (Giacinto) [poesia]
- Esser vorrei quel pargoletto Iddio | che dal cor amato può ferirti il core | per dirti o dea tutto l'affanno mio | e sussurrarti amore amore amore. (Giacinto)
Citazioni su Un garibaldino al convento
modifica- 3ª regia di V. De Sica che s'è riservata la piccola parte di Nino Bixio, è un film medio assai piacevole che evita gli scogli del patetismo, raccontato con mano agile e leggera, molto curato tecnicamente e ben recitato. (il Morandini)
- Un garibaldino al convento è il nuovo film di De Sica regista; come attore vi appare soltanto per pochi istanti. Il regista questa volta non si è evidentemente troppo impegnato; forse anche perché tre film di seguito, e tutti dedicati a scuole o collegi o conventi femminili, costituiscono un susseguirsi di temi e di motivi e di ambienti un po' troppo simili, e tale da limitare automaticamente parecchie risorse. Ora è tempo che De Sica lasci tutte queste ragazze più o meno in uniforme e vada tra gli uomini e tra gli uomini del nostro tempo; allora la sua attenta e saporita regia troverà altri volti da colorire, altri animi da rivelare. (Mario Gromo)
- Un garibaldino al convento [...] è un film da segnalare per la grande passione e la schietta sincerità con la quale De Sica si è accinto a dirigerlo. Una mano leggera, fantasiosa, sempre capace di giovarsi di tutti gli elementi per inventare situazioni, per immaginare spunti [...]. Toni patetici troppo forti, talora; ma evviva, una volta tanto, al coraggio che De Sica ha dimostrato. Egli ha saputo darci un film tecnicamente a posto, recitato bene, pieno di sole e di fantasia. Non è un film sul piano dell'arte, ma questa è una strada che un giorno De Sica potrebbe anche raggiungere. Ricordando anche Teresa Venerdì non possiamo fare a meno di incoraggiarlo, questo regista italianissimo, che senza dubbio ha scelto una strada giusta. (Massimo Mida)
- Una rivisitazione storica ilare e leggera, che si colora, nel finale, di toni satirici (gli opportunisti che accolgono Garibaldi a braccia aperte) che richiamano La kermesse eroica di Feyder. [...] Non banali alcuni richiami alla pittura italiana di soggetto risorgimentale – Lega e Fattori in particolare. Originale, per il cinema italiano del tempo, la costruzione a flashback (è Caterina vecchia che racconta la storia). (Il Mereghetti)
- Vittorio De Sica ha fatto un altro ottimo film, in cui dimostra le sue solite doti, l'accuratezza, la finezza, lo zelo, il giusto orecchio, la compiuta misura, e questa volta qualche cosa di più. [...] Il film è buono per la delicata pittura delle due famiglie avverse, dei familiari, del pietismo conventuale, dei soldati borbonici (se mai ha un difetto è di essere fin troppo bello, troppo finito e levigato); è buono per le figure minori, vivaci e di fresca invenzione; è buono per il dialogo al quale hanno collaborato scrittori, per esempio Adolfo Franci; nelle ultime scene poi, l'assedio, la fuga a cavallo, l'inseguimento e la carica dei garibaldini, incalzanti, piene di ansia, De Sica trova il suo meglio. (Guido Piovene)
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