Umberto I di Savoia
secondo re d'Italia (r. 1878-1900)
Umberto Rainerio Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio di Savoia, noto come Umberto I (1844 – 1900), re d'Italia.
Citazioni di Umberto I
modifica- [Ultime parole, dopo l'attentato] Avanti, credo di essere ferito.[1]
- [A Monza durante una manifestazione, poco prima di morire] Fra questi giovanotti in gamba mi sento ringiovanire.[2]
- [Pochi secondi prima dell'attentato] Era molto tempo che non assistevo in mezzo al mio popolo a una dimostrazione di simpatia così cordiale.[3]
- [Lodando Bava Beccaris per la sanguinosa repressione dei Moti di Milano] Grande servizio reso alle istituzioni e alla civiltà. [4]
- [Al momento dell'incoronazione] Italiani, il Vostro primo Re [Vittorio Emanuele II di Savoia] è morto. Il suo successore vi proverà che le istituzioni non muoiono.[5]
- [Sul Teatro Massimo] Palermo aveva forse bisogno d'un teatro così grande?[6]
- [Su Giovanni Passannante, dopo l'attentato, poco prima di un pranzo] Signori, pensiamo ai poveri digiuni, andiamo a desinare... anche per un po' di riguardo ai cuochi... che vedete cosa fanno!...[7]
- [Roma] Suggello infrangibile dell'unità italiana.[8]
Citazioni su Umberto I
modifica- Bresci era stato portato all'azione [del regicidio] proprio dal fatto che il suo Re non amava i suoi sudditi, non amava il suo popolo. Infatti aveva premiato il generale Fiorenzo Bava Beccaris, che aveva ucciso duecento scioperanti a Milano, e il generale Robero Morra di Lavriano, che aveva represso nel sangue i contadini siciliani organizzati nei Fasci. (Enrico Deaglio)
- È noto come il povero Re Umberto s'ingerisse personalmente di tutta l'amministrazione della Sua Casa; che sapeva, conosceva tutto, che nulla gli sfuggiva.
Semplice nei gusti, frugale e astemio, non beveva che acqua pura in grandi bicchieri sempre pieni di ghiaccio. Aveva però una speciale predilezione, una specie di passione per le pere, ch'egli a Monza coltivava con molta cura e che, con grande piacere affettava, sbucciava, e assaporava, per quanto fossero grosse. Anzi, in fatto di pere, S. M. non ammetteva rivali!... Le sue di Monza, per sapore e per volume, volere o volare, dovevano battere tutte le pere del mondo! (Leopoldo Pullè) - [Riferendosi a Vittorio Emanuele II] Le lagrime che proruppero dal cuore del popolo furono il tributo della sua gratitudine al Re, che ne aveva ascoltato il primo grido di dolore, cimentando pace, vita e trono in quella lunga epopea, che finì in Campidoglio ma incominciò sul calvario. Il suo nome più che nella pietra sta nell'opera eterna affidata alle vostre cure, sta nella sacra eredità raccolta dal figlio, che già sul campo di battaglia si mostrò degno di lui. (Benedetto Cairoli)
- No, Umberto non ha mai perdonato a nessuno e quando graziò qualcuno, lo fece perché il popolo ve lo forzò. Passannante, verso il quale non gli sarebbe costato nulla, essere buono, lo lasciò impazzire e sono 22 anni che langue nelle celle. (Amilcare Cipriani)
- Non nutro rancori contro Umberto I, ma ho un odio innato contro tutti i regnanti. (Giovanni Passannante)
- Umberto è un uomo che non manca di garbo aristocratico, e che assai più del padre sa muoversi nei salotti nobiliari e nelle corti. Ai modi genuini e talvolta popolani del predecessore, sostituisce un'immagine fredda e compassata, più vicina ai modelli regali consacrati: se Vittorio Emanuele ha rappresentato il re del sentire comune che si trova a proprio agio tra militari e cacciatori, Umberto è l'espressione dell'autorità monarchica, che si avvicina al popolo senza mai mescolarsi con esso e che nel portamento e nella forma conserva sempre un forte tratto distintivo. (Gianni Oliva)
- Umberto [dopo il regicidio di Gaetano Bresci] fu pianto ma non rimpianto. (Romano Bracalini)
- Umberto morì all'età di soli 56 anni. Venerato dai fedelissimi della monarchia come il «re martire» e «Umberto il buono», aveva cercato di fare il proprio dovere, ma senza un gran talento per quel lavoro e senza molto entusiasmo per i valori di libertà e le sottigliezze del governo parlamentare.
Guardando le cose retrospettivamente e di là dai miti della propaganda ufficiale, la sua personalità sembra stranamente incolore. (Denis Mack Smith) - Umberto sapeva ben poco di qualche cosa e quasi nulla di moltissime cose. (Robert Katz)
- Una sera, come al solito, Umberto dopo la toilette uscì dalla villa con il paltò di mezza stagione sul braccio; una filata di lampadine elettriche illuminava il viale che conduceva alla stanza della favorita [la duchessa Litta]. A sua insaputa, Margherita lo aveva seguito. Forse voleva ufficializzare l'adulterio con un gesto clamoroso, ma che restasse in famiglia. In piena luce levò la mano che stringeva una pistola e fece fuoco. Non si sa se Margherita avesse sparato in aria. Si sa che Umberto non smise di percorrere il sentiero che portava all'alcova dell'amante. (Romano Bracalini)
Note
modifica- ↑ Gianni Oliva, I Savoia: novecento anni di una dinastia, Mondadori, Milano, 1998, p. 434.
- ↑ Citato in Ugoberto Alfassio Grimaldi, Il re buono, Feltrinelli, Milano, 1970, p. 446.
- ↑ Citato in Assassinio di Umberto I, Cinquantamila.it, a cura di Giorgio Dell'Arti, Corriere.it, 29 luglio 1900.
- ↑ Citato in Umberto I, re d'Italia, treccani.it.
- ↑ Citato in La Civiltà Cattolica, volume 5, 1878, p. 251.
- ↑ Citato in L'Illustrazione Italiana, 6 giugno 1897; citato in La nascita del Teatro Massimo V. E. di Palermo, morfoedro.it.
- ↑ Citato in Giuseppe Galzerano, Giovanni Passannante, Galzerano, 2004, p. 77.
- ↑ 4 febbraio 1875; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 323.
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