Moti di Milano

proteste popolari del 1898 con intervento del Regio Esercito

Citazioni sui moti di Milano del maggio 1898.

  • Di fronte ad un movimento che assume il carattere insurrezionale, il comandante della piazza, generale Fiorenzo Bava Beccaris, ordina alla truppa di sciogliere tutti gli assembramenti sparando ad altezza d'uomo e ricorrendo, se necessario, all'uso delle artiglierie. In poche ore, la strage si compie: secondo le cifre ufficiali, restano sul terreno 82 morti e 503 feriti; secondo le stime dell'opposizione, i morti sono oltre trecento e i feriti superano abbondantemente il migliaio. In ogni caso si tratta dell'eccidio popolare più drammatico della storia nazionale. (Gianni Oliva)
  • I fatti del '98, [...], non furono soltanto una rivolta della fame, poiché ebbero anche alcuni caratteri politici abbastanza evidenti. Infatti i tumulti contro il caropane si accompagnarono dovunque alla richiesta, essa pure diffusa dai socialisti, della gestione municipale dei forni; inoltre di fronte alla reazione generalmente molto dura della forza pubblica, i tumulti assunsero il carattere di una lotta elementare per la libertà, tanto è vero che raggiunsero il punto culminante proprio a Milano, dove il rincaro del pane era stato nel complesso meno gravoso che altrove, perché i salari erano un po' più elevati e la disoccupazione un po' meno diffusa; infine l'estrema durezza della repressione governativa, assolutamente sproporzionata alla gravità dei tumulti, accentuò in modo drammatico il carattere politico degli avvenimenti novantotteschi rendendoli memorabili come esempio di operazione reazionaria di vasta portata attuata col pretesto di reprimere un preteso tentativo rivoluzionario. (Giorgio Candeloro)
  • Il saccheggio e la devastazione di Milano ricca e colta [nei moti del 1898] furono inventati per suscitare l'indignazione contro i barbari contemporanei; ma queste menzogne forse non erano sufficienti per determinare l'azione energica del governo.
    Chi poteva assicurare che al Ministero stessero proprio a cuore gl'interessi delle civiltà! Bisognava creare il pericolo delle istituzioni; inventare, perciò, o esagerare le forze e la resistenza dei tumultuanti. Presto fatto: donne e bambini, uomini inermi furono tramutati in combattenti, cui onestamente accordossi anche l'eroismo che faceva comodo. (Napoleone Colajanni)
  • In quanto alle sozze calunnie di chi disse i moti di Milano e del resto d'Italia voluti e preparati dai socialisti e repubblicani agli ordini ed agli stipendi del Papa e della Francia, esse non meritano che il più profondo disprezzo. (Napoleone Colajanni)
Moti di Milano: le truppe schierate di fronte alla Galleria Vittorio Emanuele
  • Non un soldato fu ucciso in quell'incontro, mentre non meno di cento popolani – fra cui fanciulli di otto e dieci anni – eran stati colpiti dai fucili dei nostri soldati. L'unico soldato morto in quella circostanza, fu colpito da una palla di rimbalzo dei suoi stessi compagni. La Storia dirà poi – se il nostro esercito sarà un giorno chiamato a scendere in campo contro un esercito nemico – che servizio gli abbiano reso quei conservatori, che lo hanno abituato a vincere senza ostacoli e combattere senza pericoli! (Arturo Labriola)

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