Leopoldo Pullè
drammaturgo e politico italiano
Leopoldo Pullè (1835 – 1917), politico, scrittore e drammaturgo italiano.
Patria Esercito Re
modifica- Il soldato volontario Guido Visconti[1], anima delicata per natura e per educazione, non fece mai sfoggio, in mezzo agli altri, delle sue ricchezze: benché fosse allora in quella fase giovanile della vita dove è tanto facile perdere la misura delle cose.
Aitante della persona, bellissimo per linee ed espressione del volto, egli ci dormiva vicino di branda, nel camerone che raccoglieva tutt' i volontari. Cotesta branda era corta corta, così ch'egli, il più alto di tutti noi, era costretto a tenere fuori di quella i piedi, se non voleva dormire acciambellato come in una cuccia.
Quella branda poteva paragonarsi ai famosi letti del masnadiero Damaste Procuste, ucciso da Teseo, il quale tagliava le gambe, o allungava il collo a' suoi ospiti, per ridurli alla misura dei letti. (parte prima, pp. 53-54) - Adua? – Una follia, cambiata in un disastro militare, per insufficienza di mezzi, mancanza di preparazione, incoscienza di ministri e di capi supremi, impari al loro compito... Un disastro militare, il quale, come prima Dogali, servì però a provare al mondo meravigliato e commosso, come non siano soltanto leggende, dovute ai tempi di Roma e di Sparta, le gesta delle Termopili; e che i nomi del Toselli, del Dabormida, del Galliano, dell'Arimondi[2], e di tanti altri, a noi giunti sull'ali della fama, nulla abbiano a invidiare ai nomi dei Trecento soldati di Leonida... a noi mandati dalla leggenda. (parte prima, p. 266)
- È noto come il povero Re Umberto s'ingerisse personalmente di tutta l'amministrazione della Sua Casa; che sapeva, conosceva tutto, che nulla gli sfuggiva.
Semplice nei gusti, frugale e astemio, non beveva che acqua pura in grandi bicchieri sempre pieni di ghiaccio. Aveva però una speciale predilezione, una specie di passione per le pere, ch'egli a Monza coltivava con molta cura e che, con grande piacere affettava, sbucciava, e assaporava, per quanto fossero grosse. Anzi, in fatto di pere, S. M. non ammetteva rivali!... Le sue di Monza, per sapore e per volume, volere o volare, dovevano battere tutte le pere del mondo! (parte seconda, p. 297) - Insieme con essi [il ministro della guerra Ettore Bertolè-Viale e il generale Giuseppe Salvatore Pianell] è pure il biondo generale Fiorenzo Bava Beccaris, un eroe di quattro campagne, la più dolce creatura del mondo, divenuta a un tratto, per uso e consumo dei fabbricatori di rivoluzioni, dopo le dolorose giornate del maggio 1898[3], il Giulay, il Radetzki, l'Hainau d'Italia... o giù di lì. (parte seconda, pp. 302-303)
- Bisogna notare che il marchese Di Rudinì, a Corte, non aveva che pochi amici. La morte del conte Visone[4] gli avrebbe offerto forse l'occasione di nominare – come avrebbe tentato Crispi – un ministro politico di sua fiducia presso la persona del Re; ma lui, anima troppo superiore di fatalista, non pensò mai all'opportunità di coprire quel vuoto... anche per evitare una noia a S. M. [Umberto I], che non amava vedersi intorno visi nuovi.
Rudinì, a chi ripetutamente gli consigliava tale nomina, rispondeva, a propria scusa, che non si sentiva abbastanza forte per imporsi alla Corona... E, fra una stretta di spalle e l'altra, non ne fece mai nulla. (parte seconda, p. 368)
Note
modifica- ↑ Guido Visconti di Modrone fu volontario nella seconda guerra d'indipendenza del 1859.
- ↑ Il maggiore Pietro Toselli, il generale di divisione Vittorio Dabormida, il tenente colonnello Giuseppe Galliano, il generale Giuseppe Arimondi: ufficiali morti nella guerra di Abissinia.
- ↑ Nel maggio 1898, a Milano, il generale Bava Beccaris, represse duramente la rivolta di una parte della popolazione che protestava per le condizioni di lavoro e l'aumento del prezzo del pane. Tra la popolazione civile si contarono più di ottanta morti.
- ↑ Giuseppe Visone, ministro della Real Casa di Umberto I di Savoia.
Bibliografia
modifica- Leopoldo Pullè, Patria Esercito Re. Pagine del Risorgimento italiano, Ulrico Hoepli, Milano, 19082.
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