Stoicismo

scuola filosofica fondata nell'età ellenistica da Zenone di Cizio
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Citazioni sullo stoicismo.

La morte di Seneca (Joseph-Noël Sylvestre, 1875)

Citazioni

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  • Che se la natura nel tessere la sua tela della benevolenza, v'ha intrecciate alcune trame di desiderio e d'amore — si dovrà dunque per istrapparle lacerar tutta quanta la tela? — Flagella codesti stoici, diss'io nel mio cuore, o grande Rettore della natura! flagellali! (Laurence Sterne)
  • Contro gli stoici.
    Se ci educhiamo a diventare indifferenti alle cose che non dipendono da noi e riusciamo a sopportarle senza affliggercene né rallegrarcene, che ci rimane da fare, da provare, visto che quasi ogni avvenimento è indipendente dalla nostra volontà?
    In teoria gli stoici hanno ragione. In pratica tutto gioca contro di loro. Dalla mattina alla sera non facciamo che prendere posizione pro o contro cose su cui non abbiamo alcun potere. La «vita» è questo, è un folle tentativo di uscire dalla nostra impotenza; la «vita» è una corsa allo stesso tempo voluta e inevitabile verso (... è squillato il telefono e ho dimenticato che cosa volevo dire). (Emil Cioran)
  • Distinta dal Cristianesimo per varie e fondamentali discrepanze, [la filosofia stoica] avea nondimeno con esso molti punti di contatto. L'una e l'altro spostavano il centro di gravità della vita, l'una nella vita interiore dello spirito, l'altro in cielo. Entrambi rinunciavano alla lotta, talora appartandosi dal campo delle sofferenze umane, tal'altra portandovi – l'una meno e l'altro più – una voce consolatrice; e tutti, ignari del loro tempo e dell'avvenire, rinunziavano, in teoria, ad ogni efficace sforzo per mutare le condizioni della passeggiera vita presente e, in pratica, finivano col soggiacere alla tirannia del mondo esterno, alla forza degli eventi e alla necessità delle cose, malamente e imprudentemente rinnegate. (Ettore Ciccotti)
  • Gli stoici amano i grandi obiettivi posti al di là della vita e per questi obiettivi loro sono disposti a morire [...]. I cristiani sono stoici, eh sì, perché i cristiani che cosa vogliono? Vogliono la felicità eterna e come dicono i cristiani: siamo nati per soffrire. [...] I marxisti sono stoici perché vogliono la giustizia per tutti e per questa giustizia sono disposti a sopportare la dittatura del proletariato e la rivoluzione, che detto tra di noi sono cose scomodissime. Cazzaniga è stoico, si alza alle sei e mezza alla mattina perché vuole diventare direttore generale dell'Alfa Romeo. (Così parlò Bellavista)
  • Gli stoici [...] credevano e dicevano che nel mondo, dopo Dio, non v'è nulla di più importante dell'uomo, e che nell'uomo nulla è più importante dello spirito [...]. Essi sottoponevano la loro natura umana a digiuni e patimenti poiché non davano alla passione alcuna funzione nel perseguimento del loro ideale etico di saggezza apatica. Chiudevano gli occhi di fronte a fatti evidenti dell'esperienza pretendendo di considerare insignificanti gli eventi esterni e la sofferenza come se non fosse un male. Mettevano a tacere la voce dell'umanità nei loro cuori indulgendo in un crudele disprezzo per il debole e il folle. (Alexander Balmain Bruce)
  • – Hai qualche altro tenebroso insegnamento da impartirmi, Attico?
    – Non li definirei tenebrosi. Lo scopo della filosofia stoica è dissipare le tenebre.
    – Tu e la tua filosofia alla moda! Soltanto i piaceri dei sensi sono in grado d'alleviare le pene dello spirito.
    – I sensi tradiscono, come ben sai, alla tua età. Alla nostra età.
    – Parla per te. E anche la tua filosofia stoica puoi tenerla per te.
    – Ah, noi romani agiamo sempre troppo e pensiamo poco. La mia è una filosofia che insegna il coraggio nelle avversità, il perseguimento della virtù solo per sé stessa, l'equanimità. Non è quel che serve a Roma? (A.D. - Anno Domini)
  • Il programma degli Stoici, di soddisfare i nostri bisogni, eliminando i desideri, è come tagliarsi i piedi, quando abbiamo bisogno delle scarpe. (Jonathan Swift)
  • Io non esito a dire, mio caro Sereno, che tra gli Stoici e i filosofi delle altre scuole passa la stessa differenza che tra gli uomini e le donne: i quali e le quali contribuiscono in egual misura alla vita della società, ma gli uni sono fatti per comandare, le altre per obbedire. (Lucio Anneo Seneca)
  • L'atteggiamento di superiorità degli Stoici [...] produce soltanto uomini irrequieti e ambiziosi. (Publio Cornelio Tacito)
  • L'etica stoica, presa nel suo insieme, è in effetti un pregevolissimo e rispettabilissimo tentativo di utilizzare il grande privilegio dell'uomo, la ragione, per uno scopo importante e salutare, cioè per elevare l'uomo al di sopra delle sofferenze e dei dolori, a cui ogni vita è commessa [...] e per renderlo appunto con il sommo grado partecipe della dignità che gli spetta, come essere razionale, in contrasto con l'animale, e della quale comunque si può parlare in questo senso, ma non in un altro. [...] Ma per quanto raggiungibile sia in certo grado quello scopo, con l'impiego della ragione e con un'etica meramente razionale [...]; moltissimo tuttavia manca perché si possa addivenire in tale modo a qualcosa di perfetto e perché la ragione rettamente usata possa realmente sottrarci a tutto il peso e a tutte le sofferenze della vita e condurci alla beatitudine. [...] [N]eanche nella sua stessa rappresentazione il suo ideale, vale a dire il sapiente stoico, poté mai acquistare vita o intima verità poetica; egli rimane un rigido manichino di legno, di cui non si sa cosa fare, che non sa egli stesso che cosa farsi della sua saggezza, e di cui la perfetta calma, contentezza e beatitudine contraddicono addirittura la natura dell'umanità e non ci fanno pervenire a nessuna rappresentazione intuitiva di essa. (Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione)
  • La dottrina stoica ha un non so che di rischioso e audace per gli animi grandi e impetuosi, ma se si unisce a profondità di sentimento e mitezza di carattere, contribuisce moltissimo allo svolgersi della bontà naturale. (Plutarco, Vite parallele)
  • La dottrina stoica non poteva proporsi il problema della eguaglianza sociale e quindi dell'abolizione della schiavitù. Per essa tal problema non esisteva. La vita morale doveva pur essa svolgersi all'infuori di ogni azione esteriore. Pure nella schiavitù, pure nei tormenti l'uomo poteva esser libero e felice. La libertà non era nelle condizioni accidentali dell'esistenza, era anzi nella piena indipendenza dell'uomo dal mondo esterno. (Carlo Pascal)
  • La massima stoica per la quale dobbiamo rassegnarci senza protestare alle cose che non dipendono da noi, e anzi esservi del tutto indifferenti, tiene conto solo delle disgrazie esterne, che arrivano indipendentemente dalla nostra volontà; ma come farsi una ragione di quelle che provengono da noi stessi? Se noi soltanto siamo la fonte dei nostri mali, con chi prendercela? Con noi stessi? Ma dimentichiamo presto di essere i veri colpevoli, e non aspettiamo altro che di scaricare su qualcuno o su qualcosa il peso della nostra responsabilità. (Emil Cioran)
  • Lo stoicismo è quando uno ha talmente paura di perdere tutto che perde tutto apposta, per non aver più paura. (Romain Gary)
  • Lo stoicismo influì sulla vita degli uomini e lo svolgimento degli stati assai più che l'Accademia [di Platone] o il Liceo [di Aristotele]. (Ernest Barker)
  • Lo stoicismo, religione che ha un solo sacramento, – il suicidio! (Charles Baudelaire)
  • Nel pieno disfacimento d'ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi. (Francesco De Sanctis)
  • Non si può accettare l'atteggiamento di certi stoici che dicevano: «Cosa ho a che fare io se la mia famiglia soffre? Io posso essere ancora virtuoso». Il principio cristiano: «Amate i vostri nemici» è buono, ma il principio stoico: «Siate indifferenti verso i vostri amici» è cattivo. (Bertrand Russell)
  • Pascal diceva che Epitteto conosce la grandezza dell'uomo, non ne conosce la debolezza. C'è troppa tensione in lui, un predominio assoluto della ragione fino a diventare innaturale: egli ha la forza in sommo grado, ma gli manca la grazia, la tenerezza, gli manca soprattutto la pietà, ch'è la grande lacuna di tutto lo stoicismo. (Giuseppe Melli)
  • So per esperienza che la virtù stoica e la virtù cristiana sono una sola e medesima virtù. Intendo la virtù stoica autentica, che è prima di tutto amore, non la caricatura che ne hanno fatto alcuni brutali Romani. (Simone Weil)
  • Stoicismo. – Agire è il vero e il bene: il noo poietico è l'uomo libero e perfetto, il vero uomo. E però il Saggio pratica la virtù, perché la virtù è la forma e la legge della sua libera attività; e d'altro non cura. Egli basta a sé stesso; ciò che non è sé non ha per lui valore. Il che fa ch'ei viva in una completa assoluta atarassia. (Angelo Camillo De Meis)
  • Gli Stoici erano filosofi pratici, per loro la teoria è importante solo se guida la pratica in maniera effettiva, altrimenti si tratta solo di disquisizioni "accademiche", nel senso peggiorativo della parola. Uno Stoico moderno cerca di assorbire e di mettere in pratica le lezioni impartite due millenni orsono, tra gli altri, da Seneca, Epitteto e Marco Aurelio. Due sono i principi fondamentali: primo, ci si deve continuamente chiedere se una cosa è sotto il nostro controllo oppure no. Se lo è, allora vi si dedica tutta la nostra attenzione per farla al nostro meglio; se non lo è, allora smettiamo di preoccuparcene. Per Epitteto, le uniche cose veramente sotto il nostro controllo sono i nostri valori, i nostri giudizi, e le nostre azioni. Di quelli e solo di quelli siamo veramente responsabili. Secondo, lo Stoico moderno – come del resto quello antico – cerca di applicare in ogni circostanza le quattro virtù cardinali: prudenza (nel senso di imparare a navigare situazioni difficili), coraggio (non solo fisico, ma soprattutto morale), temperanza (quindi auto-controllo, specialmente nell'evitare eccessi), e giustizia (nel senso di trattare tutti in modo equo). Sembra facile, ma non lo è.
  • Gli Stoici pensavano che occasionalmente dobbiamo volontariamente e temporaneamente privarci di qualcosa che ci dà piacere o ci sta a cuore, sia per apprezzarne meglio la presenza quando ne godiamo, sia perché uno di questi giorni la Fortuna potrebbe cambiare e potremmo trovarci a doverne in effetti fare a meno. E, infatti, ci sono altri esercizi che faccio di tanto in tanto durante la settimana, per esempio quelli di auto-deprivazione. Tra i miei preferiti un digiuno di una giornata, l'astinenza dall’alcol per una sera o due, e il finire la doccia con l'acqua fredda. Non si tratta di cose radicali, ma non ti dico quanto apprezzi il pasto successivo quando sei stato a digiuno, o quanto sei grato per il semplice fatto di avere l'acqua calda quando sperimenti una doccia fredda...
  • Gli Stoici svilupparono una serie di esercizi per affrontare la vita quotidiana, ed io ne pratico diversi durante la settimana, anche se non tutti ogni giorno. Tipicamente inizio la giornata con una meditazione mattutina, che consiste di due parti. Per primo mi rileggo e medito su un breve passaggio di uno degli stoici classici [...]. [«E poi?»] Nella seconda parte della meditazione mattutina immagino potenziali situazioni difficili o delicate che potrei dover affrontare durante la giornata, pensando a quale possa essere la cosa peggiore che potrebbe succedere, e a come reagire al meglio. Gli Stoici credevano che una mente preparata riesce ad affrontare le difficoltà meglio di una non preparata, e ho trovato che questo è vero in diverse occasioni. [«Immagino non sia tutto qui...»] Durante la giornata cerco semplicemente di prestare attenzione a quello che sto facendo, vivendo nel "hic et nunc", qui e ora. A sera poi mi prendo dieci minuti per scrivere il mio "diario filosofico". Passo in rassegna gli eventi più significativi della giornata e – come consigliato da Epitteto, nel terzo volume delle sue Diatribe – mi domando: dove ho errato? Cosa ho fatto bene? Cosa avrei potuto far meglio? L'idea è quella di imparare dalle proprie azioni, archiviare la giornata, e prepararsi a mente distesa per quella successiva.
  • Lo Stoicismo è una filosofia che esiste da ventitré secoli, fu una delle forme di pensiero dominanti nell'antica Grecia e durante l'Impero Romano, e moltissimi ne sono stati influenzati negli ultimi due millenni. Oggi sta tornando in voga perché ti prepara a vivere in un mondo in cui senti che le cose cambiano rapidamente e che tu hai ben poco controllo su quello che succede.
  • Lo Stoicismo insegna che la saggezza consiste nel saper separare le cose che controlliamo da quelle che non sono sotto il nostro controllo, occupandosi poi solo delle prime. "Vincere" non è sotto il nostro controllo, solo fare del nostro meglio per raggiungere un determinato obiettivo lo è. Per esempio, io posso essere considerato per una promozione al lavoro. Ebbene, quello che posso controllare è la qualità del mio lavoro, la mia preparazione, la mia serietà, ecc.. Ma la decisione di promuovermi o meno sta al mio capo, e può essere influenzata da tanti fattori (concorrenza di colleghi, antipatie o simpatie personali, ecc.) che sono al di fuori del mio controllo. La pratica stoica ci insegna a fare del nostro meglio, ma anche ad accettare con equanimità qualunque risultato finale, per poter mantenere una serenità interiore che è condizione necessaria per essere felici. Non solo. Una delle dottrine stoiche più importanti è l'idea che lo scopo della vita umana è di usare la ragione – l'attributo più peculiare della nostra specie – al servizio del miglioramento della vita sociale. "Vincere a tutti i costi" non è consono a questo atteggiamento. Cooperare con gli altri lo è.
  • Per certe persone leggere i testi Stoici la prima volta è una sorta di rivelazione, accompagnata da un "ah! Mi pareva le cose fossero così!" Credo lo Stoicismo sia particolarmente attraente per persone che sono rimaste deluse dalla vacuità di molta letteratura self-help, ma anche da gente che magari sarebbe interessata, che so, a una pratica Buddista, ma la trova troppo aliena da un punto di vista culturale, o troppo orientata al misticismo. In un certo senso, in effetti, lo Stoicismo è la risposta occidentale al Buddismo, ci sono molte similarità tra le due filosofie.

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