Tazio Nuvolari

pilota motociclistico e pilota automobilistico italiano (1892-1953)

Tazio Giorgio Nuvolari (1892 – 1953), pilota motociclistico e automobilistico italiano.

Tazio Nuvolari

Citazioni di Tazio Nuvolari

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  • [Nino Farina] Avendo portato vittoria macchina con maestra esperienza confermoti asso come pronosticai quando all'inizio conobbi tue doti. Bravo valoroso camerata tuo rivale est stato il cronometro. Sono certo di altre affermazioni che attendo per l'automobilismo italiano.[1]
  • [Rivolto a Enzo Ferrari che gli aveva riservato un biglietto ferroviario di andata e ritorno per andare a correre la Targa Florio del 1932] Dicono che sei un bravo amministratore, ma mi accorgo che non è vero. Dovevi farmi riservare solo il biglietto di andata, perché quando si parte per una corsa bisogna prevedere la possibilità di tornare in un baule di legno.[2]
  • [Rispondendo a chi gli chiedeva se non avesse paura] Dimmi un po', tu pensi che morirai nel tuo letto? E allora come trovi il coraggio di andarci?[3]
  • La morte è la vera compagna del pilota. In corsa, le ho fatto la corte mille volte, ma non mi ha voluto. Mi sa che mi farà morire nel mio letto.[4]

Francesco Carli, La Voce di Mantova, 8 gennaio 1937.

  • [A proposito delle macchine e dei piloti d’America] Quanto a macchine, s'è visto nel recente confronto. Dieci anni dl arretrato nei riguardi della costruzione europea. C'erano alla «Vanderbilt» delle vetture che non mi sarei mai aspettato di incontrare in una corsa. Per quello che riguarda i piloti, tanto di cappello per il fegato che dimostrano. Vanno in gara come ad una battaglia, dalla quale non si sa se si potrà tornare.
  • [Alla coppa Vanderbilt] Oltre al mezzo meccanico superiore, avevamo dalla nostra una più consumata esperienza. Difficile invece per le condizioni d'ambiente: in quella bolgia dannata, Brivio, Farina ed io corremmo ripetutamente il rischio di essere vittime della "spregiudicatezza" altrui.
  • [A proposito del passaggio alla Ferrari di Achille Varzi] Se fosse, ne sarei lieto. «Achille» è uno dei piloti che stimo di più per il suo valore e la sua correttezza. Sarebbe un bell'acquisto per la scuderia.

Citazioni su Tazio Nuvolari

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  • Il "mantovano volante", che iniziò a vincere nel 1921 con la moto e smise nel 1950 sulle auto, quando già aveva 58 anni. Nel 1925, in un test con l'Alfa P2 sulla pista di Monza, andò a sbattere, si ferì gravemente, e dodici giorni dopo (issato a forza, tutto imbottito di feltro e fasciato, sulla sua Bianchi 350 Freccia Celeste) vinceva il GP delle Nazioni. Imprese così lo hanno reso leggendario. (Nico Cereghini)
  • Nuvolari correva anche con il busto di gesso, se ricordate. (Alberto Ascari)
  • Nuvolari è il più grande corridore del passato, del presente e del futuro. (Ferdinand Porsche)
  • Nuvolari è basso di statura, | Nuvolari è al di sotto del normale, | Nuvolari ha cinquanta chili d'ossa, | Nuvolari ha un corpo eccezionale, | Nuvolari ha le mani come artigli, | Nuvolari ha un talismano contro i mali, | il suo sguardo è di un falco per i figli, | i suoi muscoli sono muscoli eccezionali! | Gli uccelli nell'aria perdono l'ali quando passa Nuvolari! | Quando corre Nuvolari mette paura? | Perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura.
  • Nuvolari è bruno di colore, | Nuvolari ha la maschera tagliente, | Nuvolari ha la bocca sempre chiusa, | di morire non gli importa niente, | corre se piove, corre dentro al sole, | tre più tre per lui fa sempre sette, | con l'Alfa rossa fa quello che vuole | dentro al fuoco di cento saette!
  • Quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, | la gente arriva in mucchio e si stende sui prati, | quando corre Nuvolari, quando passa Nuvolari, | la gente aspetta il suo arrivo per ore e ore | e finalmente quando sente il rumore | salta in piedi e lo saluta con la mano, | gli grida parole d'amore | e lo guarda scomparire | come guarda un soldato a cavallo, | a cavallo nel cielo di Aprile!
  • Cinque anni dopo Tazio Nuvolari entrò nella Scuderia Ferrari, della quale doveva divenire in breve il portabandiera. Già allora era quell'uomo spiccio e caustico che in seguito pochi amici poterono conoscere nell'intimo.
  • Nessuno accoppiava, come lui, una così elevata sensibilità della macchina a un coraggio quasi disumano.
  • Non appena mi giunse la notizia della sua fine partii per Mantova. Era un caldo pomeriggio: l'11 agosto 1953. Nella fretta mi persi in un dedalo di stradine della vecchia Mantova. Scesi di macchina, domandai a un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari. Ne uscì un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla mia macchina per leggere la targa. Capì, mi prese una mano e la strinse con calore, si commosse. "Grazie d' essere venuto – mi bisbigliò – come quello là non ne nasceranno più".
  • Su un letto dell'ospitale canonica gli dissi: "Coraggio Tazio, sarà per il prossimo anno". Mi rispose: "Ferrari, giornate come questa, alla nostra età, non ne tornano molte; ricordalo e cerca di gustarle fino in fondo, se ci riesci". In queste parole, che forse erano una umile confessione, era nascosto il dramma di quell' uomo fatto d' un sol fascio di nervi, il dramma di un padre che aveva visto morire entrambi i suoi figli adorati e che invano sperava con tutto il cuore di non dover attendere la morte in un letto. Era un solitario, un uomo amareggiato per la crudeltà con cui il destino lo aveva colpito negli affetti più profondi, tuttavia, e non suoni irriverente questa mia osservazione, non cessò mai di essere un sagace regista di se stesso. Pochi come lui conobbero la folla, capirono quello che la folla voleva, seppero alimentare il proprio mito. Ogni suo atto, ogni suo gesto era previsto e calcolato, pur negli spasimi di una vita di atleta lanciato agli estremi rischi.
  • Sul famoso stile di guida di Tazio Nuvolari se ne sono dette di tutti i colori. Succede del resto sempre così, quando un uomo arriva ai limiti dell'impossibile: si impadronisce di lui il mito e, allora, se faceva il pugile, si racconta che sapeva uccidere un toro con un pugno, e se faceva il pilota, che percorreva le curve su due ruote.
  • Un prodigio insuperato dell'istinto ai limiti delle possibilità umane e delle leggi fisiche.
  1. Da un telegramma inviato a Nino Farina dopo la vittoria nella Coppa Ciano del 1939; citato in Cesare De Agostini, Farina: il primo «iridato», Giorgio Nada Editore, 2007.
  2. Citato in Enzo Ferrari, Il segreto di Tazio, la Repubblica, 27 dicembre 1985.
  3. Citato in Mark Kahn, Il giorno in cui sono morto, traduzione di Marcello Minerbi, Milano, Sperling & Kupfer Editori, 1976, p. 7.
  4. Citato in Gianluigi Vialli, Goals, Milano, Mondadori, 2018, cap. 2.

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