Giulio Romano
architetto e pittore italiano (1499-1546)
Giulio Pippi de' Jannuzzi o Giannuzzi, detto Giulio Romano (1499 circa – 1546), architetto e pittore italiano.
Citazioni su Giulio Romano
modifica- Giulio, detto Romano dalla città nella quale nacque, col frequentare la scuola del Sanzio era giunto ad imitare talmente il maestro che le opere dell'uno si scambiavano con quelle dell'altro; né Raffaello si restò talvolta da permettere che il pennello di lui compisse alcune opere che senza di ciò sarebbero state imperfette, tanti erano gl'incarichi ai quali doveva soddisfare. (Amico Ricci (storico dell'arte))
- Giulio Romano o Pippi, come era più famigliarmente chiamato, dotato di un bell'ingegno, di una indole vivace e geniale, di un fisico piacevole, era assai popolare tra gli artisti di Roma, sua città nativa. [...] Valentissimo disegnatore e dotato di una fantasia vivace ed esuberante, egli riuscì più specialmente nell'affresco, ove occorre sicurezza di matita e rapidità di pennello, e lavorò molto insieme col maestro [Raffaello] al Vaticano ed alla Farnesina[1]. (Evelyn Franceschi Marini)
- Il sovrabbondare delle storie della pittura e della scoltura, su quelle dell'architettura, è stato, ed è forse ancora, cagione d'ingiustizia sull'apprezzamento del valore d'alcuni artisti. La critica, infatti, s'è più spesso abbandonata a dir male del Vasari come pittore e dell'Ammannati come scultore, che a dir bene dell'uno e dell'altro come architetti. È così avvenuto per Giulio Pippi detto Giulio Romano (1492–1546) che a me veramente sembra un grande architetto, e sino a un certo punto, rispetto a singolari forme compatte, solide, piene d'espressione, che poi piacquero al Vignola e a Michelangelo, e a certi aspetti dello stile rustico, anche un precursore. (Corrado Ricci)
- La sala [nel palazzo Te di Mantova] ove il pittore sfogò maggiormente la sua fantasia bizzarra ed ingegnosa fu quella dei Giganti, ove rappresentò i Titani i quali volendo prendere d'assalto l'Olimpo, vengono respinti e fulminati da Giove.
Difatti, in alto, sul trono, siede Giove e scaglia i suoi fulmini contro i giganti che precipitano a basso, mentre che a quello spettacolo terribile tutte le Dee e le ninfe della corte celestiale, guardano spaurite e fuggono chi di qua, chi di là, per mettersi al riparo. E per rendere più orribile quella scena, Giulio ebbe la strana idea di fare costruire la sala con le porte e le finestre fuori piombo, come se davvero i muri stessero per crollare per effetto del terremoto! Non sappiamo a quale uso fosse destinata quella sala – certo per il suo tetro aspetto non doveva invogliare di starvi a lungo – ma essa rimane tuttora quale testimonianza curiosa della fantasia esuberante e si direbbe Michelangiolesca, del grande pittore romano. (Evelyn Franceschi Marini)
Note
modifica- ↑ Nella villa Farnesina di Roma fatta costruire dal banchiere senese e mecenate Agostino Chigi (1466 – 1520).
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Opere
modifica- Architettura
- Villa Lante (1518-1531)
- Palazzo Maccarani Stati (1519-1524)
- Palazzo Te (1524-1534)
- Pittura
- Deesis con i santi Paolo e Caterina (1520 circa)
- Madonna col Bambino (Madonna Hertz) (1522-1523)
- Sala dei Giganti (1532-1535)