La fiamma del peccato

film del 1944 diretto da Billy Wilder

La fiamma del peccato

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Walter Neff (F. MacMurray) e Phyllis (B. Stanwyck)

Titolo originale

Double Indemnity

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1944
Genere thriller, noir
Regia Billy Wilder
Soggetto James M. Cain (romanzo)
Sceneggiatura Billy Wilder, Raymond Chandler
Produttore Buddy G. DeSylva, Joseph Sistrom
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La fiamma del peccato, film statunitense del 1944 con Fred MacMurray e Barbara Stanwyck, regia di Billy Wilder.

Frasi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

 
«L'ho ucciso per denaro e per una donna. E non ho preso il denaro... e non ho preso la donna. Bell'affare.» (Walter Neff)
  • Promemoria. Walter Neff a Barton Keyes, reparto inchieste. Los Angeles, 16 luglio '38. Caro Keyes, immagino dirai che è una confessione. Detesto le confessioni. Voglio solo che tu sappia che qualcosa di importante t'è sfuggita. Tu credi di essere un portento come investigatore, una specie di Sherlock Holmes. Può darsi, ma diamo uno sguardo alla pratica dei Dietrichson: infortunio e doppia indennità. Fosti bravo all'inizio, Keyes. Dicesti: "Niente infortunio". Esatto! Dicesti: "Niente suicidio". Esatto! Dicesti: "Omicidio". Esatto! Credevi d'avere in pugno la faccenda, come si trattasse di un piccolo giocattolo a sorpresa. Era perfetto, o quasi, perché hai commesso uno sbaglio, un leggero sbaglio: al momento di prendere l'assassino hai fatto cilecca. Sai chi ha ucciso Dietrichson? Tieniti aggrappato al tuo sigaro, Keyes: io ho ucciso! Massì, Neff: assicuratore, ed a trentacinque anni, scapolo, salute buona, almeno fino a poco fa. L'ho ucciso io. L'ho ucciso per denaro e per una donna. E non ho preso il denaro... e non ho preso la donna. Bell'affare. (Neff) [al dittafono]
  • C'erano anche la vasca coi pesci rossi sul tavolo sul tavolo. Ma ti assicuro, Keyes, che in quel momento non mi interessavano i pesci rossi né la polizza da rinnovare, nemmeno Dietrichson né sua figlia Lola. Pensavo a quella donna lassù e a come mi aveva guardato. E volevo vederla ancora, da vicino, senza quell'odiosa scala tra di noi. (Neff) [voce fuori campo, al dittafono]
  • Era un pomeriggio caldissimo e io ricordo ancora il profumo del caprifoglio lungo tutta la strada. Come potevo sapere che il delitto ha qualche volta il profumo del caprifoglio? (Neff) [voce fuori campo, al dittafono]
  • Sei tanto pignolo che finirai per perder la testa. Non giureresti che oggi è martedì senza guardare il calendario! E poi indagheresti se il calendario è proprio di quest'anno, e poi cercheresti chi l'ha stampato e se è d'accordo con l'Almanacco universale! (Neff) [a Keyes]
  • Non se c'è di mezzo una compagnia d'assicurazioni. Sono più furbi di un branco di scimmie. In caso di morte non faresti in tempo a dire una preghiera. Ti impiccherebbero come è vero che due e due fanno quattro. (Neff) [a Phyllis]
  • In questa professione tu pensi sempre ai trucchi che ti possono fare. Sei come il biscazziere alla roulette che sorvegli i giocatori, che non barino. Ma una sera ti viene in mente che potresti tu stesso barare, ma con sicurezza, perché conosci tutti i trucchi. Nessuno lo saprebbe. Tutto quello che occorre è la decisione per fare un colpo maestro. E a un tratto ecco che l'occasione si presenta e non ti tiri indietro. Senti Keyes, non voglio discolparmi. Ho lottato, ma non ho lottato abbastanza. La posta era cinquantamila dollari, più la vita di un uomo, un uomo che non conoscevo. Solo che era sposato a una donna che non amava e che io volevo ad ogni costo. (Neff) [al dittafono]
  • E quella firma era una condanna: significava che egli era già un uomo morto. Era solo questione di tempo e di poco tempo. (Neff) [voce fuori campo, al dittafono]
  • Ah, è quello che credi: solo una sedia da scaldare dalla mattina alla sera – eh? – solo una pila di pratiche da sfogliare, qualche matita per disegnare pupazzi e magari un sonnellino ogni tanto. Bene, toglitelo dalla testa! Il mio è il mestiere del chirurgo: è un tavolo operatorio, il mio, e le penne sono scalpelli e bisturi. E quelle pratiche non sono pezzi di carta e fredde statistiche, o reclami d'indennità: sono vive, cariche di drammi, di sogni, di speranze malvagie. [...] Un investigatore, Walter, è un dottore, un poliziotto, un cane da caccia, un giudice, un confessore... tutto insieme! E tu vuoi dirmi che non ti interessa? Tu non hai voglia di pensare, ti va soltanto di suonare campanelli per quattro sporchi soldi! (Keyes) [a Neff]
  • Avevo pensato a te perché credevo che tu fossi non dico molto intelligente, ma almeno un pochino meno stupido degli altri. Ho avuto torto: sei soltanto un poco più alto. (Keyes) [a Neff]
  • Sembra una pazzia, Keyes, ma è vero quanto è vero Iddio: non sentivo più i miei passi. I miei erano i passi di un morto. (Neff) [voce fuori campo, al dittafono]
  • Vedete, dovreste dare un'occhiata alle statistiche dei suicidi una volta. Imparereste tante piccole cose sulle assicurazioni. [...] Suicidio per razza, per sesso, per stagione, per anno, ore e giorno! Suicidio per veleno, suicidio per arma da fuoco, per annegamento! Suicidi per veleno suddivisi per tipo di veleno e cioè corrosivi, irritanti, gassosi, narcotici, alcaloidi, proteici e solforici! Suicidi per caduta, caduta da grandi altezze, sotto le ruote del treno, sotto le zampe dei cavalli, da piroscafi, da auto! Ma signor Norton, di tutti i casi mai conosciuti non ce n'è uno di suicidio per salto dalla parte posteriore da un treno in corsa. E sapete a che velocità andava il treno dove viaggiava Dietrichson? Quindici miglia l'ora! Come può una persona saltare da un treno a una velocità così ridotta e aspettarsi di restare ucciso? (Keyes) [al signor Norton]
  • Solo ventisei anni di esperienza e tutto quello che ci ricavo è un blocco di cemento sullo stomaco! (Keyes)
  • Un omicidio non è mai perfetto, prima o poi qualcosa deve scoppiare. (Keyes)
  • Hanno commesso un omicidio, e non è come salire su un tram dal quale ognuno può scendere a piacimento, sono legati l'un l'altro, odio o amore non importa, dovranno fare l'intero viaggio insieme, fino al capolinea. E il loro capolinea sarà il cimitero. (Keyes)
 
«Abbiamo cominciato insieme, insieme finiremo, insieme fino in fondo.» (Phyllis)
  • Abbiamo cominciato insieme, insieme finiremo, insieme fino in fondo. (Phyllis) [a Neff]

Dialoghi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Phyllis: Signor Neff, tornate domani sera alle otto e mezza. Sarà in casa.
    Neff: Chi?
    Phyllis: Mio marito. Non volevate parlargli?
    Neff: Già-già, ma... ora mi pare d'aver cambiato idea, capite?
    Phyllis: C'è un limite di velocità, signor Neff: 45 miglia
    Neff: A quanto andavo, brigadiere?
    Phyllis: Intorno ai 90.
    Neff: Supponiamo che mi fermiate per arrestarmi.
    Phyllis: Supponiamo che vi lasci andare per questa volta.
    Neff: Supponiamo che sia recidivo.
    Phyllis: Supponiamo che vi picchi sulle mani.
    Neff: Supponiamo che io mi metta a piangere sulla vostra spalla.
    Phyllis: E supponiamo che la spalla sia quella di mio marito.
  • Neff: Chi credevi che io fossi? Una carogna che va in casa delle belle signore e dice: "Buongiorno, avete un marito troppo noioso? Vorreste epr caso cambiarlo subito con un bel gruzzoletto? Siate buona con me e vi aiuterò"? Bella, mi prendevi per uno scemo?
    Phyllis: Sei un vigliacco.
    Neff: E tu una perla. Purché non sia io tuo marito.
  • Neff: Senti, bella. C'è una clausola in ogni polizza infortuni chiamata "doppia indennità". Le compagnie ce la inseriscono più per pubblicità che per altro. Pagano doppio per certi infortuni... quelli che non succedono quasi mai. Ecco, per esempio, se uno è ucciso da un treno pagano centomila invece di cinquantamila.
    Phyllis: Ah, sì?
    Neff: Dobbiamo giocare forte, bella. Ecco perché deve essere il treno!
    Phyllis: Sarà il treno, sarà come tu vuoi. Fino in fondo!
  • Neff: Hai paura?
    Phyllis: Sì, ho paura. Non di Keyes, ma di noi. Non siamo più gli stessi. L'abbiamo fatto per stare insieme e invece è quello che ci separa. È vero, Walter?
    Neff: Di che cosa parli?
    Phyllis: E a te non importa niente se ci vediamo o no!
    Neff: Sta' zitta, bella. [la bacia]
  • Jackson: Signor Keyes, io sono di Medford. Medford, Oregon. Noi a Medford riflettiamo sempre molto a lungo.
    Keyes: Ah, ma qui non siamo a Medford, siamo in un guaio. Parlate.
    Jackson: Le fotografie sono proprio di Dietrichson?
    Keyes: Sì.
    Jackson: Allora rispondo no.
    Keyes: In che senso "no"?
    Jackson: Proprio non è l'uomo del treno.
    Keyes: Lo giurereste?
    Jackson: Signor Keyes, sono di Medford. Medford, Oregon. Se lo dico lo penso, se lo penso posso giurarlo.
  • [Phyllis punta una pistola contro Neff]
    Neff: Allora, non ce la fai? Perché non provi ancora? Non dirmi che non puoi perché mi hai amato.
    Phyllis: No, non ti ho mai amato. Né te, né nessuno. Sono guasta dentro. Mi eri utile, come hai detto. Solo questo eri per me. Fino a un minuto fa. Ma ora sento che è diverso. Non credevo potesse accadermi.
    Neff: Non la bevo.
    Phyllis [ultime parole]: Non importa. Stringimi, caro!
    [Lei lo abbraccia, ma lui la uccide con due colpi di pistola]
    Neff: Addio, bella.

Citazioni su La fiamma del peccato modifica

  • La fiamma del peccato, con la sua cupa ambientazione urbana, è sicuramente uno dei film più rappresentativi del cinema noir. [...] si caratterizza per la predilezione per gli interni, per i netti contrasti tra ombra e luce, per la ricostruzione in studio degli esterni e per l'intensa caratterizzazione dei personaggi, a cominciare dalla perfida "dark lady" Barbara Stanwyck con sensuale catenella alla caviglia, divenuta in breve oggetto di culto. [...] Ambientato a Los Angeles, strutturato a flashback come il successivo Viale del tramonto, sempre di Wilder, quasi tutto il film si svolge di notte, con dialoghi scarni ed asciutti, che contribuiscono a incalzare il ritmo serrato della vicenda fino alla tragica conclusione. (Piero Di Domenico)

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