Carlo Rambaldi

artista italiano degli effetti speciali (1925-2012)

Carlo Rambaldi (1925 – 2012), effettista e artista italiano.

Carlo Rambaldi

King Kong

  • Special Achievement Award (1977)

Alien

  • Migliori effetti speciali (1980)

E.T. l'extra-terrestre

  • Migliori effetti speciali (1983)

Citazioni di Carlo Rambaldi

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  • [Su E.T.] Spielberg mi ha detto che voleva una cosa brutta ma innocente. Beh, per farlo brutto bastava mettere molte grinze sul volto. Farlo innocente era più difficile, perché poteva sembrare stupido. Poi un giorno ho guardato il mio gattino aleano, e nei suoi occhi ho visto proprio quell’innocenza che cercavo. Beh, se tagliate le orecchie a un gatto aleano e spostate un po’ più su il naso vedrete molto di quella che è l'immagine di E.T.[1]

Intervista di Federico Guiglia, artribune.com, federicoguiglia.com, 12 giugno 2006.

  • Chi fa il bello, può fare anche il brutto: non c’è alcuna differenza. Anzi, a volte creare il brutto è più complicato, perché la cosa si presta a tante possibilità. C’è il brutto spaventoso, quello simpatico, l’antipatico e via dicendo. Nel caso di Et serviva un personaggio diverso dal terrestre. L’ho potuto fare bruttino, allargandogli gli occhi, portandogli su il naso a patatina, ingrandendogli la bocca. In questo modo ci siamo allontanati dall’umano e dal bello.
  • L'ignoto è sempre affascinante. È l'alleato naturale della spettacolarità.
  • Il mio primo lavoro fu Sigfrido, regia di Giacomo Gentilomo. Dovetti fare un drago di quindici metri con materiali che ancora non conoscevo bene. Un drago che veniva ucciso con un colpo di lancia nell’occhio: come rendere l’idea? Ho realizzato una vescica di gomma piena di carne Simmenthal: l’occhio trafitto col liquame che scendeva. Era la prima volta che nel cinema italiano si creava un effetto speciale tanto grande.
  • Un mostro può essere spaventoso nero o bianco. I colori sono nelle mani dell’artista. È la mano ciò che dà la voce e il volto. E poi spesso è il regista che vuole un colore piuttosto che un altro.

Intervista di Caterina Misuraca, artribune.com, 21 novembre 2012.

  • […] la fantascienza è un filone che funziona sempre. Il guaio però è saper inventare nuovi soggetti, perché ormai tutti copiano tutti! Soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie… Insomma, oggi tutti usano il computer, che aiuta molto, fortunatamente. Il problema però è saperlo usare davvero in modo creativo e non invece per scopiazzare qui e là!
  • Il problema del cinema italiano sono i soldi. Gli americani riescono bene ad ammortizzare i film che fanno. Se i film continuano a essere fatti con costi troppo bassi, il cinema italiano non varcherà mai i confini nazionali. In America il cinema è un’industria. Negli Anni Sessanta anche l’Italia era forte. Oggi invece si fanno troppi pochi film.
  • [Su Steven Spielberg] È un bravo ragazzo, molto allegro e amichevole. Come tutti gli americani.
  • Se l'Europa iniziasse a ragionare come un continente unito, davvero collaborando e senza perdersi in nazionalismi inutili, allora potrebbe avere lo stesso potenziale americano.
  1. Dall'intervista di Arnaldo Casali, E.T. il successo, Pinocchio il rimpianto, reteblu.org, maggio 2003.

Effetti speciali

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