Frontiera

linea stabilita per convenzione fra governi
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Citazioni sulla frontiera.

  • Come se fossero assodate le frontiere, come se fosse ovvia una comunità retta da discendenza genetica. Si assumono tali questioni come dati naturali, e così vengono espulse dalla politica, o meglio, depoliticizzate. (Donatella Di Cesare)
  • Con quale facilità le popolazioni si spostavano nelle antiche terre greche, nel mondo conquistato ed ellenizzato da Alessandro, nel vasto spazio di Roma e dell'Impero Bizantino! Senza documenti, libera, senza pastoie, la gente errava a suo piacimento fra il Tamigi, il Danubio, L'Eufrate e l'alto Nilo – in ogni luogo insomma, esente dalla minaccia barbarica, e spesso al di là. Oggi ognuno è numerato, inanellato come un piccione, rinchiuso in una gabbia di frontiere. Sul saldo telaio di popolazioni sedentarie si tesseva sempre, costante e irregolare nella trama e nell'ordito, un movimento spicciolo generato da irrequietezza, da intenti commerciali, sete di bottino, ricerca di colonie, fughe o esilii; oppure un vero e proprio trapianto, dovuto forse a motivi politici alla ricerca di un rifugio. (Patrick Leigh Fermor)
  • Cos’è un confine in mezzo a un deserto? Una linea invisibile oltre la quale c’è chi ti picchia, chi ti dà da bere, chi ti ruba i soldi e chi fa un po’ tutte queste cose insieme. Oppure, ancora, dove non c’è più nessuno perché l’autista ha perso la pista e allora si muore. (Francesca Melandri)
  • Da ragazzino andavo a giocare sul Carso. E spesso arrivavo alla Cortina di ferro. Oltre c'era un mondo misterioso, inquietante. Il mondo di Tito e di Stalin. Qualcosa di conosciuto e sconosciuto, familiare e impressionante. Un Paese chiuso dalla frontiera. E che mi portava a interrogarmi sulla mia identità: quando cessiamo d'interrogarci sull'identità, andiamo verso la fossilizzazione. (Claudio Magris)
  • È affascinante la rapidità, la leggerezza con cui s'è abbandonato il concetto di frontiera, e quindi d'identità e di responsabilità. La letteratura ha partecipato a questa rottura: smettendo l'impegno, qualsiasi tensione morale. Per paura d'essere antiquata. (Abraham B. Yehoshua)
  • E il resto del mondo che attraversa il confine, ma il confine è rotondo, si sposta man mano che muoviamo lo sguardo. (Fiorella Mannoia)
  • È la frontiera.
    Per molti è sinonimo di impazienza, per altri di terrore. Per altri ancora coincide con gli argini di un fortino che si vuole difendere. Tutti la mettono in cima alle altre parole, come se queste esistessero unicamente per sorreggere le frasi che delineano le sue fattezze.
    La frontiera corre sempre nel mezzo.
    Di qua c'è il mondo di prima. Di là c'è quello che deve ancora venire, e che forse non arriverà mai. (Alessandro Leogrande)
  • Io penso che le frontiere vadano superate, ma anche mantenute assieme alla propria identità. Un modo corretto di viverle è sentirsi anche dall'altra parte. (Claudio Magris)
  • Il tentativo di conformare le frontiere degli Stati europei alle nazioni fece emergere una contraddizione profonda: l'impossibilità di assicurare diritti a chi non fosse cittadino di una nazione. Il che era paradossale, dato che chi veniva condannato a essere apolide, privato dei diritti garantiti dalla cittadinanza, avrebbe avuto semmai bisogno di essere più difeso e protetto. (Donatella Di Cesare)
  • La frontiera è responsabile della politica, morale, economia. La tv, la letteratura, l'arte, l'economia, i realty che confondono vita e finzione, tutto oggi è globale, senza confini. (Abraham B. Yehoshua)
  • La frontiera è un teatro immunologico in cui ogni corpo è percepito come un potenziale nemico, e noi siamo disposti sui due lati di questa soglia per giocare al gioco dell’identità e della differenza. (Paul B. Preciado)
  • La prima frontiera che l'uomo supera, è quando lascia il padre e la madre. Ma non li rinnega. (Claudio Magris)
  • Le frontiere, materiali o mentali, di calce e mattoni o simboliche, sono a volte dei campi di battaglia, ma sono anche dei workshop creativi dell'arte del vivere insieme, dei terreni in cui vengono gettati e germogliano (consapevolmente o meno) i semi di forme future di umanità. (Zygmunt Bauman)
  • Nel corso degli anni, la frontiera europea è andata moltiplicandosi in una panoplia di sottofrontiere. Come una cipolla, la fortezza si è coperta di diversi strati: c'è il nucleo dei paesi di Schengen, all'interno dei quali si circola liberamente; ci sono gli aspiranti Schengen, i membri dell'Unione sotto osservazione, ancora non ammessi nel club esclusivo della libera circolazione. E ci sono poi i paesi della prefrontiera: l'Ucraina, il Marocco, la Libia, la Turchia. A questi, con politiche diverse, Bruxelles promette aiuti e fondi. Con questi firma accordi di vario tipo, chiedendo in cambio di svolgere per lei i compiti più sgradevoli: bloccare i flussi, respingere gli immigranti con ogni mezzo. L'obiettivo non dichiarato è creare un cordone sanitario, una zona grigia talmente estesa e poco vivibile che la meta diventa irraggiungibile, che il gioco finisce per non valere più la candela. È in questi paesi, nei ghetti che si trasformano in parcheggi per uomini in transito, che spesso gli immigrati si ritrovano bloccati, ad accarezzare un'idea d'Europa del tutto immaginaria ma che per loro diventa una fissazione. (Stefano Liberti)
Frontiera Brasile-Uruguay

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