Francesco Càllari (1910 – 1996), saggista, critico teatrale e critico cinematografico italiano.

Citazioni di Francesco Callari modifica

  • [Su Imputato, alzatevi!] È il miglior film comico della rinascita ed è essenzialmente e in tutto e per tutto un film comico. [Con Macario] possiamo dire di avere ora un nuovo attore cinematografico. [...] In certi momenti egli somiglia a Ridolini o si atteggia a Chaplin, ma sono momenti fuggitivi, per il resto egli è Macario e resta Macario. [...] In tutto il film le trovate originali sono molte, anzi troppe, e talora si susseguono senza respiro [mentre] talvolta si insiste troppo su altre. [...] Altro difetto del film è quello di fare l'altalena tra il reale e l'irreale e non tener conto che esiste anche una logica dell'assurdo [...]. Comunque Mattòli è al suo primo film veramente riuscito per gusto e per misura [...]: è stato lì lì per andare a Venezia in agosto, ed è un vero peccato [...] che non sia stato scelto. Ma si può ora accontentare della totalitaria accoglienza entusiastica che ha avuto a Milano e a Roma.[1]
  • [Su Campo de' fiori] Fabrizi da tramviere [in Avanti c'è posto...] è diventato pescivendolo [...]: aspirando ad una vita di lusso egli s'innamora d'una donna molto fine ed elegante che un giorno viene a comprare una spigola da lui, ma una grossa delusione alla fine lo fa ricredere, e preferisce l'amore schietto della sua vicina di banco, una fruttivendola, che gli promette una vita meno brillante ma più propria alla sua condizione sociale. A parte talune incongruenze nel racconto, troppo "facili" e "gratuite" (massime nel primo tempo), gli sceneggiatori hanno risolto con naturalezza e sapore, specie nelle battute, due o tre scenette sul mercato e altre poche col piccolo Cristiano Cristiani [...]. Tutto il resto del film è dolciastro, di maniera o forzato, pur mostrando il regista Bonnard d'avere la mano pronta a manovrare e frenare l'irruenza romanesca di Fabrizi.[2]
  • [Su Il marchese di Ruvolito] Raffaello Matarazzo (anche regista) e Eduardo De Filippo, riduttori e sceneggiatori della commedia omonima di Nino Martoglio, hanno voluto sregionalizzare e spersonalizzare l'ambiente e i tipi spiccatamente siculi e dialettali della commedia martogliana. E hanno creduto di riuscirvi spostando il luogo della vicenda a Napoli facendola interpretare dai due De Filippo (napoletanissimi), all'Anselmi e Pandolfini (sicilianissimi) e a Riento (abruzzese): il "carattere" è diventato colore, il "tipo" macchietta. La buffonata dell'episodio d'ascensione con un pallone è l'unico pezzo cinematografico passabile e dove i De Filippo danno tutto quanto è nelle loro capacità [...].[3]

Note modifica

  1. Da Film, 21 ottobre 1939; citato Savio, p. 175.
  2. Da Film, 3 luglio 1943; citato Savio, p. 52.
  3. Da Cine Illustrato, 27 giugno 1939; citato Chiti, p. 211.

Bibliografia modifica

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