Carlo Felice Chiesa
giornalista italiano
Carlo Felice Chiesa (1954 – vivente), giornalista italiano.
Citazioni di Carlo Felice Chiesa
modifica- [Su Giancarlo De Sisti] Regista di centrocampo tutto concretezza e pochi svolazzi.[1]
Citazioni tratte da articoli
modificaCalcio 2000
modificaCitazioni in ordine temporale.
- [Su Carlo Carcano, parlandone da allenatore] Fine psicologo e allenatore tatticamente pragmatico.[2]
- [Su Gianni Rivera] Uno stile inarrivabile: il tocco di velluto, il passaggio rasoterra millimetrico, il senso del gol.[3]
- [Su Gianni Rivera] Piedi da artista, inventiva da grande regista e senso del gol fanno di Rivera uno dei giganti di ogni epoca del calcio mondiale.[4]
Guerin Sportivo
modificaCitazioni in ordine temporale.
- [...] il colore granata. Una specie di categoria dello spirito, una minuscola eresia della ragion pura.[5]
- [Sulla Juventus Football Club 1987-1988] Questa Juve più giù che su [...] si guarda allo specchio. È la Juve che abbiamo imparato ormai a conoscere: una squadra che vince solo per eccezione, che attraversa il campionato con vele spesso ammosciate, che riga la piatta superficie della graduatoria d'una traccia fin troppo rapida a scomparire. La Juve accoccolata sul banco degli accusati sin dall'inizio di questa stagione grama, percorsa tutta alla rovescio, nella goffa ricerca d'una formula che in qualche modo corrispondesse gli sforzi e compiacesse il blasone. [...] una Juve perennemente in ritardo, in debito di personalità, per la prima volta dopo tanti anni priva di difese e perfino di orgoglio.[6]
- [Su Rino Marchesi] [...] un tecnico tanto abile sulla panchina di squadre di media caratura (alla guida delle quali è capace persino di miracoli [...]) quanto impotente di fronte agli obiettivi di vertice, alle prospettive che pretendono il rischio e quel pizzico di spavalderia che probabilmente manca al suo carattere di grande e inflessibile ragionatore.[6]
- Il cuore di Napoli batte forte, per questo bis. È un raddoppio ricco di almeno un paio di novità rispetto alla prima volta. Intanto, la gioia esplode con una vitalità quasi inconsulta, grazie alla sua imprevedibilità: non solo i critici, evidentemente, ritenevano che per un altro scudetto il Napoli avrebbe dovuto attendere... secoli migliori. La Grande delusione dell'88 aveva alimentato uno scetticismo di fondo che in qualche modo avviliva anche il tifo più genuino e ottimista. [...] La scarsa spettacolarità della squadra, raramente dedita a geometrie convincenti e quasi sempre in sella al cavallo bizzarro delle invenzioni dei suoi fantastici offensivi, aveva accentuato il senso di disagio del pubblico. Quando un nuovo sorpasso si è profilato all'orizzonte, con Milan nuovamente scatenato come due anni fa in una folle rincorsa, la sorte è sembrata segnata. Per questo la gioia, oggi, esplode ancora più sentita. [...] L'onta dell'88, finalmente, è lavata. Le bandiere inneggianti al bis, già preparate allora e poi mestamente riposte all'ultimo istante, sono tornate alla luce, mescolandosi coi nuovi stendardi in una felicità orgogliosa di gridarsi in faccia al mondo.[7]
- Ravanelli [...] ha rappresentato e continua a incarnare una vera sorpresa, come se ogni prodezza fosse destinata invariabilmente a far gridare al miracolo. Il fatto è che Fabrizio è un ruspante "muratore del gol", come ebbe lui stesso a definirsi pittorescamente [...]. Mirabile sintesi di un carattere controcorrente: nessuna concessione al divismo, nessun cedimento alla superbia, ma una tenace difesa della propria individualità. Fatta di valori autentici, rivelati con pudore ma con fermezza, difesi con la stessa caparbietà brandita nelle occasioni-chiave della carriera. Già, perché sotto sotto, da buon gladiatore di provincia, Fabrizio Ravanelli è un duro e quei capelli bianchi (gli sono spuntati a otto anni, un fatto ereditario) sono sempre stati in sintonia con una personalità precocemente adulta, indisponibile alla resa quasi la sostenesse una esperienza meno labile. [...] Genuino, senza finzioni, non filtrato dalla popolarità di questi ultimi anni. Uno da catena di montaggio del gol, uno che non tira indietro la gamba, che sa assumersi anche i rischi del tiro sbilenco, della figuraccia da piedi non proprio delicati. [...] Ecco, il goleador ruspante finisce col rivelare doti tecniche fin qui misconosciute, specie perché emarginate dall'irriducibile foga propulsiva che ne rappresenta il dato distintivo più rilevante.[8]
- Gol classico, alla Vialli: gol di potenza e di violenza, uno strappo negli ultimi sfiniti minuti di partita, quando gli altri ansimano e lui, Vialli, estrae gli artigli atletici per confezionare la prodezza.[9]
- La rabbia, la grinta e una forza fisica esplosiva animano questo sospiratissimo ventitreesimo scudetto juventino come nervose belve assetate di preda. Il capolavoro di Lippi, a ben guardare, sta proprio qui: nell'essere riuscito a costruire uno squadrone "alla Trapattoni" (dei tempi d'oro), così ricreando il magico clima della Juve dominatrice per un decennio del calcio italiano. [...] La «fame di successi», però, non basta se a innervarla non ci sono la classe individuale e un impianto tattico di prim'ordine. [...] nessuno si sente in riserva, perché la preparazione del «mago» Ventrone garantisce garretti bollenti e vitalità indiavolata anche ai giocatori fin qui teoricamente più spremuti.[10]
- [Sulla Juventus Football Club 1994-1995] È una Juve di duri. Lippi ha montato un telaio tutto a barre d'acciaio e rinforzi in ogni settore. In difesa, Kohler e il rinato Carrera mulinano clave impressionanti davanti a Tyson Peruzzi, mentre Ferrara digrigna tackle taglienti come lame. A centrocampo [...] Paulo Sousa è un gigante, estirpa palloni e li trasforma in fulminanti suggerimenti in verticale a getto continuo, tuffandosi a corpo morto in ogni contrasto come se un fuoco gli ardesse sotto i bulloni. [...] sono ormai mesi che l'asso portoghese impone i diritti della sua regia tutta nerbo, muscoli e fosforo [...]. Infine, i due indemoniati dell'attacco. Lippi ha costruito sull'incerto Ravanelli delle scorse stagioni, perennemente a metà tra la voglia di emergere e l'inciampo su presunti limiti tecnici, un formidabile colosso a tutto campo. Terzino, mediano, ala destra e poi sinistra, centravanti quando occorre, cioè nel momento in cui magari filtra in area un assist e c'è da imporre i diritti del cannoniere di razza: un bel competitore per l'uomo ovunque Vialli, che si trova accanto un partner disponibilissimo a correre le sue stesse trafelate avventure. [...] Più si ragiona di questa Juve, più si corre il rischio di dimenticare Roby Baggio, diventato uno degli undici, non più l'imprescindibile faro. Lippi si era proposto di costruire una Juve non Baggiodipendente: c'è riuscito in pieno. [...] chi l'avrebbe mai detto, solo qualche mese fa?[10]
- [Sulla finale della UEFA Champions League 1994-1995] C'è modo e modo di perdere la Coppa dei Campioni all'ultimo tuffo. Il Milan, cecchè ne dica Capello, ha scelto il basso profilo, una appiccicosa mediocrità, un'astensione poco in linea con i suoi precedenti e forse è stato proprio questo nascondersi dietro le quinte della partita decisiva a indispettire e deludere le colonne del tifo ben oltre la mancata conquista. Un Diavolo accucciato fino al limite della remissività: questa l'immagine dei rossoneri sotto i riflettori del Prater [...][11]
La signora in rosso
Guerin Sportivo nº 6 (680), 10-16 febbraio 1988, pp. 76-81.
- La squadra rossa del Grifone [...] non è nata per le mezze misure: è una bellissima donna che ha fatto ribollire prima d'amore e poi di rabbia i cuori del tifo. Una signora di sogno a passeggio per i fasti di Corso Vannucci, inavvicinabile eppure disponibile, altera eppure gioviale, splendida e dannata a un tempo. Ha dispensato gioie e dolori senza la cautela del risparmio, ha attraversato le stagioni come una folgorante meteora di gioia.
- [Su Franco Vannini] [...] anima lunga, campione di provincia e soldato d'avventura.
- Concreti e realisti, un po' etruschi e un po' francescani, i perugini [...]
La notte della Stella
Guerin Sportivo nº 23 (848), 5-11 giugno 1991, pp. 18-22.
[Sulla finale della Coppa dei Campioni 1990-1991]
- La partita dei fantasmi ha danzato il suo malinconico show nella notte affollata di Bari: non più intenzioni espresse a metà, guizzi brucianti rinfoderati prima ancora di divampare, uno squallido tran tran ritmato unicamente dal continuo sgolarsi del pubblico, appassionato e partecipe fino in fondo a dispetto della sostanza tecnica dell'evento.
- [...] la Stella Rossa [...] puntava decisamente al testa o croce dal dischetto. Per giungere a undici metri dal traguardo, ha azzerato ogni velleità, consegnandosi a un arcigno controgioco, solo per eccezione vivacizzato da qualche timido acuto dei suoi [...] solisti. [...] Il resto del match ha pesato quasi esclusivamente sulle spalle dell'Olympique: e queste si sono rivelate assai fragili. La squadra brillante di altre occasioni era nascosta da uno spesso strato di emozione, timore, insicurezza. Paura di volare [...]; paura di affondare nella voglia di grandeur che premeva soffocante [...]
- [...] identici apici di noia si erano toccati, negli ultimi anni, nelle finali tra Steaua e Barcellona e tra PSV e Benfica, entrambe ugualmente protratte fino ai penalty. Questa volta, per soprammercato, le emozioni hanno latitato persino dal dischetto. Stojanovic ha irretito la serata mettendo in campo l'evidente esperienza specifica: spesa prima andando a disturbare psicologicamente il battitore del tiro [...], poi respingendo l'unico penalty sbagliato, cioè quello, invero centrale, di Amoros. Il suo dirimpettaio Olmeta, invece, si è arreso prima ancora di combattere: sull'esecuzione decisiva di Pancev ha addirittura alzato le braccia con largo anticipo. Niente suspence, dunque, nemmeno nell'atto conclusivo, degno suggello a un'autentica celebrazione della noia.
Il secolo azzurro
modifica- [Su Luigi Bertolini] Formidabile difensore, dalla tipica benda sulla fronte, con la quale pareva calamitare i palloni, tanto facile e perentorio gli riusciva il colpo di testa. (pp. 78-79)
- [Su Luigi Bertolini] Uno degli uomini chiave della leggenda del quinquennio juventino e del periodo d'oro della nazionale di Pozzo. (pp. 78-79)
- Se fosse possibile una graduatoria assoluta dei grandi registi del calcio mondiale di ogni epoca, probabilmente Adolfo Baloncieri, atleta di un tempo tanto remoto rispetto al nostro, finirebbe tra i primi, se non il primo in assoluto. (pp. 165-166)
- [Su Carlo Carcano, parlandone da calciatore] Fisicamente prestante, tecnicamente dotato, trovò la naturale collocazione al centro della mediana, abile a sradicare palloni come a rilanciare l'azione, grazie alla sua intelligenza tattica. (pp. 204-205)
- [Su Giovanni Ferrari] Una della più complete mezzali sinistre della storia. (p. 253)
- [Su Luis Monti] Fisicamente massiccio, dotato di una naturale predisposizione al tackle [...]. La durezza dei suoi interventi era proverbiale, come la sua resistenza al dolore. (pp. 323-324)
- [Su Bruno Pesaola] Geniale nel pennellare cross millimetrici. (p. 354)
- [Su Silvio Piola] Il classico ariete da area di rigore, ma la completezza tecnica gli consentiva di partecipare alla manovra, la classe gli apriva le porte di ogni tipo di conclusione a rete: formidabile il tiro dalla distanza, spettacolare la rovesciata. [Con la maturità] il suo fisico si irrobustì [...] compensando con potenza ciò che perdeva in agilità pura. Fu a quel punto che emerse la qualità dei piedi, capaci di "tagli" raffinati, di dai e vai in corsa con l'esterno, completandone il ritratto di fuoriclasse. (p. 358)
- [Su Pietro Rava] Fisicamente prestante, forte di testa, capace di colpire con entrambi i piedi, abile nell'anticipo [...] asciutto nel gesto, spiccio nelle entrate, agile nelle incursioni offensive ma sempre con la sbrigatività dell'interdittore di vocazione. (pp. 370-371)
- [Su Enrico Rivolta] Insofferente alle regole, spirito libero fino all'eccesso. (p. 377)
Note
modifica- ↑ Citato in Giancarlo De Sisti, cinquantamila.corriere.it, 5 ottobre 2008.
- ↑ Da La grande storia dello scudetto, 1ª puntata, Calcio 2000, dicembre 2001, pp. 54-70.
- ↑ Da Due stagioni da gran Signora in Il grande romanzo dello scudetto, 15ª puntata, Calcio 2000, maggio 2003, p. 78.
- ↑ Da Milan Story. L'avventura tricolore da Kiplin a Sheva, Calcio 2000, giugno 2004, p. 41.
- ↑ Da Il colore granata, Guerin Sportivo nº 51 (673), 16-22 dicembre 1987, pp. 68-72.
- ↑ a b Da Son finiti i tempi Magrin?, Guerin Sportivo nº 5 (679), 3-9 febbraio 1988, pp. 14-17.
- ↑ Da Pazzi da novanta, Guerin Sportivo nº 18 (793), 2-8 maggio 1990, pp. 4-9.
- ↑ Da Il muratore del gol, Guerin Sportivo nº 3 (1029), 18-24 gennaio 1995, pp. 8-9.
- ↑ Da SuperVialli, Guerin Sportivo nº 9 (1035), 1º-7 marzo 1995, p. 8.
- ↑ a b Da I duri di Lippi, Guerin Sportivo nº 14 (1040), 5-11 aprile 1995, pp. 6-7.
- ↑ Da Mai più piccolo Diavolo, Guerin Sportivo nº 22 (1048), 31 maggio – 6 giugno 1995, p. 25.
Bibliografia
modifica- Carlo Felice Chiesa, Il secolo azzurro. 1910-2010, statistiche di Lamberto Bertozzi, Bologna, Minerva, 2010. ISBN 978-88-7381-310-1
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