Juventus Football Club 1994-1995

Citazioni sulla stagione 1994-1995 della Juventus Football Club.

Marcello Lippi, allenatore della Juventus nella stagione 1994-1995

Citazioni

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  • È una Juve di duri. Lippi ha montato un telaio tutto a barre d'acciaio e rinforzi in ogni settore. In difesa, Kohler e il rinato Carrera mulinano clave impressionanti davanti a Tyson Peruzzi, mentre Ferrara digrigna tackle taglienti come lame. A centrocampo [...] Paulo Sousa è un gigante, estirpa palloni e li trasforma in fulminanti suggerimenti in verticale a getto continuo, tuffandosi a corpo morto in ogni contrasto come se un fuoco gli ardesse sotto i bulloni. [...] sono ormai mesi che l'asso portoghese impone i diritti della sua regia tutta nerbo, muscoli e fosforo [...]. Infine, i due indemoniati dell'attacco. Lippi ha costruito sull'incerto Ravanelli delle scorse stagioni, perennemente a metà tra la voglia di emergere e l'inciampo su presunti limiti tecnici, un formidabile colosso a tutto campo. Terzino, mediano, ala destra e poi sinistra, centravanti quando occorre, cioè nel momento in cui magari filtra in area un assist e c'è da imporre i diritti del cannoniere di razza: un bel competitore per l'uomo ovunque Vialli, che si trova accanto un partner disponibilissimo a correre le sue stesse trafelate avventure. [...] Più si ragiona di questa Juve, più si corre il rischio di dimenticare Roby Baggio, diventato uno degli undici, non più l'imprescindibile faro. Lippi si era proposto di costruire una Juve non Baggiodipendente: c'è riuscito in pieno. [...] chi l'avrebbe mai detto, solo qualche mese fa? (Carlo Felice Chiesa)
  • Gianni cedeva la guida ad Umberto, da tempo critico con Boniperti e Trapattoni e i loro metodi di lavoro. E in una sola stagione il fratello minore riusciva dove il boss della famiglia aveva fallito. Conquistava lo scudetto, riportava la Juve ai vertici, migliorava il bilancio, dimostrava la bravura dei suoi uomini (Giraudi e Bettega), utilizzava al meglio Moggi [...], lanciava un allenatore [Lippi] giovane e ambizioso, valorizzava i giocatori (sia i nuovi, sia quelli ereditati), imponeva criteri amministrativi chiari: la società conta più del campione, chiunque sia e comunque si chiami. Una bella rivincita per l'Agnelli rimasto sempre in panchina. (Giorgio Tosatti)

  Citazioni in ordine temporale.

  • Una Juve spericolata, non tanto nella disposizione tattica, ma piuttosto nella mentalità. È uno dei segreti di questo scudetto, non proprio scontato [...] in sede di pronostico. Marcello Lippi, al suo primo tricolore, ha modellato una squadra atipica, dal punto di vista delle strategie di gioco. Difesa tradizionale, con un libero staccato alle spalle dei compagni di reparto, due marcatori e un fluidificante. Centrocampo a tre e tridente in attacco. Ne sarebbe sicuramente derivato un fatale sbilanciamneto senza la dedizione di tutti al sacrificio e al mutuo soccorso. In particolare le due punte di movimento, Vialli e Ravanelli, si sono sfiancate in un massacrante lavoro di appoggio, iniziando esse stesse il pressing sui propri controllori. Il terzo attaccante, che potremmo definire di fantasia, prima del Piero poi Roberto Baggio, ha rifinito con tranquillità, a favore di compagni così solleciti e abili nello smarcamento.
  • L'arma segreta è stata la panchina lunga e il suo formidabile rendimento. [...] In linea col calcio moderno, la Juventus si è articolata non su undici, ma su diciotto-venti giocatori: anche così si spiega la sua straordinaria freschezza al termine di una stagione impegnativa su tutti i fronti.
  • Certo, non si vince senza i fuoriclasse. E questa Juve ne ha avuti almeno tre, lo splendido Paulo Sousa, sublime orchestratore, nonché Vialli e Baggio riportati agli antichi splendori (specie il primo, che si temeva perduto). Ma il genio dei solisti è sempre stato posto, diligentemente, al servizio della squadra e non viceversa. Questo è stato il decisivo capolavoro di Marcello Lippi.

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