Finale della Coppa dei Campioni 1990-1991
Citazioni sulla finale della Coppa dei Campioni 1990-1991.
Citazioni
modifica- [Nel 2022, «è vero che quando venne assegnata la finale di Coppa dei Campioni del '91, e le chiesero "perché Bari?", lei rispose "perché è la mia città"?»] Quando si decise per la finale di Coppa dei Campioni, mi ricordo che nel comitato esecutivo della Uefa dissi che era giusto così, dopo i Mondiali di calcio a Bari e l'impegno di forti risorse per realizzare lo stadio. Però non c'era un aeroporto adeguato, insomma è stata una forzatura. Mi ricordo che l'allora direttore della Gazzetta dello Sport, Candido Cannavò era piccato. Gli risposi "che Bari merita rispetto per quello che da al calcio. Io sono nato in questa terra". Ma è stata un battaglia facile da vincere. (Antonio Matarrese)
Citazioni in ordine temporale.
- La partita dei fantasmi ha danzato il suo malinconico show nella notte affollata di Bari: non più intenzioni espresse a metà, guizzi brucianti rinfoderati prima ancora di divampare, uno squallido tran tran ritmato unicamente dal continuo sgolarsi del pubblico, appassionato e partecipe fino in fondo a dispetto della sostanza tecnica dell'evento.
- La Stella Rossa [...] puntava decisamente al testa o croce dal dischetto. Per giungere a undici metri dal traguardo, ha azzerato ogni velleità, consegnandosi a un arcigno controgioco, solo per eccezione vivacizzato da qualche timido acuto dei suoi [...] solisti. [...] Il resto del match ha pesato quasi esclusivamente sulle spalle dell'Olympique: e queste si sono rivelate assai fragili. La squadra brillante di altre occasioni era nascosta da uno spesso strato di emozione, timore, insicurezza. Paura di volare [...]; paura di affondare nella voglia di grandeur che premeva soffocante.
- Identici apici di noia si erano toccati, negli ultimi anni, nelle finali tra Steaua e Barcellona e tra PSV e Benfica, entrambe ugualmente protratte fino ai penalty. Questa volta, per soprammercato, le emozioni hanno latitato persino dal dischetto. Stojanovic ha irretito la serata mettendo in campo l'evidente esperienza specifica: spesa prima andando a disturbare psicologicamente il battitore del tiro [...], poi respingendo l'unico penalty sbagliato, cioè quello, invero centrale, di Amoros. Il suo dirimpettaio Olmeta, invece, si è arreso prima ancora di combattere: sull'esecuzione decisiva di Pancev ha addirittura alzato le braccia con largo anticipo. Niente suspence, dunque, nemmeno nell'atto conclusivo, degno suggello a un'autentica celebrazione della noia.
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