Trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra
negoziazione tra mafiosi ed esponenti dello Stato
(Reindirizzamento da Trattativa Stato-Mafia)
Citazioni sulla trattativa tra Stato italiano e Cosa nostra.
- È stata una trattativa fondamentale, un atto fondativo della Seconda Repubblica davvero importante per capire quello che è successo in quegli anni e in quelli successivi per capire "passo passo" il progetto di Licio Gelli, i patti con Berlusconi e il fatto che in questo Paese non ci sia stata nessuna opposizione. Anche Matteo Renzi non è altro che il frutto di questo accordo? (Sabina Guzzanti)
- È un fatto vergognoso e sconcertante. Perché Nicola Mancino e altre persone sì e Giovanni Conso no? In questo modo si azzera la credibilità della procura di Palermo. Conso è stato colui che non ha prorogato il 41 bis ai mafiosi in carcere. [...] Se c'è stato un disegno politico come mai colui che lo avrebbe attuato viene escluso dal giudizio? Invece si processano altri e si allungano ombre su chi non ha alcuna responsabilità. Ad esempio Silvio Berlusconi e Dell'Utri non c'entrano niente con la presunta trattativa Stato-mafia, che sarebbe avvenuta nel biennio 93-94 con i governi Amato e Ciampi e con Scalfaro gran cerimoniere di questa vicenda. È su di loro che bisogna puntare l'attenzione e non su altri. (Maurizio Gasparri)
- Ho messo a fuoco i miei ricordi su Schifani e ne ho parlato ai magistrati perché già prima dell'attentato all'Olimpico sapevo che c'era una trattativa Stato-mafia. Quando ho visto Schifani in televisione e con incarichi politici, mi è venuto in mente che frequentava spesso il capannone di Brancaccio a Palermo dove Filippo Graviano si fermava a fare incontri. Ed ho ipotizzato che Schifani poteva essere l'anello di congiunzione per la trattativa. (Gaspare Spatuzza)
- Per Lupo e Fiandaca quel processo è privo di fondamenti giuridici: per loro, infatti, la trattativa fu non solo un'iniziativa legittima, ma addirittura doverosa, utile, benefica, di salvaguardia della sicurezza nazionale trattandosi dello strumento attraverso il quale lo Stato, in quel preciso momento storico, cercò di preservare la vita dei cittadini.[fonte 1] (Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza[1])
- Filippo Facci sa che "Il Processo di Palermo" non andrà da nessuna parte. Filippo Facci sa che non è vero che Totò Riina vuole la morte di Nino Di Matteo. Filippo Facci sa che ormai della strategia stragista dei corleonesi non c'è più traccia. Filippo Facci sa che gli anonimi, in un Paese che si rispetti, andrebbero cestinati. Filippo Facci sa che un eventuale inasprimento del carcere duro per i mafiosi non sarebbe dettato che dalla ricerca di immagine e credibilità dei pubblici ministeri di Palermo ormai caduti in bassa fortuna. (Saverio Lodato)
- "Presunta", io la chiamo "presunta" trattativa tra lo Stato e la mafia. (Nicola Mancino)
- Sento parlare di trattativa e io non so se qualcuno s'è seduto al tavolo con qualcun altro; so però che c'è stato un cedimento oggettivo dello Stato di fronte alla criminalità organizzata nel momento in cui, con la mia rimozione, si passò da un regime carcerario più duro a un altro, enormemente ammorbidito. (Nicolò Amato)
- La tesi, naturalmente, era che il processo dovesse traslocare a Roma, infatti i giudici decisero che restasse a Palermo. Non appena partì, Fiandaca scrisse in fretta e furia un "saggio" con lo storico Salvatore Lupo in cui si rimangiava anni di negazionismo: dopo aver sempre definito la trattativa "cosiddetta" e "presunta", ammise che "la trattativa c'è stata", ma la assolse in quanto "insindacabile penalmente" e "giuridicamente legittima", ispirata dallo "stato di necessità" e "a fin di bene". Quel bene che costò la vita a 16 persone e la salute a una quarantina nelle stragi di via D'Amelio, via dei Georgofili e via Palestro. Effetti collaterali. E soprattutto nessun reato e nessun colpevole.
- La trattativa è anche uno stato di necessità per le nostre classi dirigenti che, invece, di fare la guerra alla criminalità organizzata per vincerla ti dicono "ma che se matto? Quelli ricominciano a sparare". E poco importa che noi abbiamo 350mila uomini in armi che potrebbe sconfiggere camorra, 'ndrangherta e mafia che insieme hanno massimo 40mila uomini. E così ancora oggi il sistema italiano di combattere la criminalità organizzata è solo quello di mettersi d'accordo.
- Presunto sarà lei. Fiandaca parla di "cosiddetta trattativa" e "presunta trattativa". Cominciamo bene. La trattativa Stato-mafia è giudiziariamente indiscutibile in quanto confermata da sentenze definitive della Cassazione sulle stragi del 1992-'93, oltreché dai diretti protagonisti e testimoni, non solo mafiosi: Mori e De Donno parlano a verbale di "trattativa" con i capi di Cosa Nostra tramite Vito Ciancimino, e non di una semplice "presa di contatto", come fa loro dire Fiandaca. Che deve farsene una ragione: se vuol parlare di trattativa, si legga almeno le sentenze.
Note
modifica- ↑ Due giornalisti.
Fonti
modifica- ↑ Da Stato-Mafia: l'inaccettabilità di una trattativa illegittima, Antimafiaduemila.com.
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