Saverio Lodato

giornalista e saggista italiano (1951-)

Saverio Lodato (1951 – vivente), giornalista e saggista italiano.

Citazioni di Saverio Lodato modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Filippo Facci sa che "Il Processo di Palermo" non andrà da nessuna parte. Filippo Facci sa che non è vero che Totò Riina vuole la morte di Nino Di Matteo. Filippo Facci sa che ormai della strategia stragista dei corleonesi non c'è più traccia. Filippo Facci sa che gli anonimi, in un Paese che si rispetti, andrebbero cestinati. Filippo Facci sa che un eventuale inasprimento del carcere duro per i mafiosi non sarebbe dettato che dalla ricerca di immagine e credibilità dei pubblici ministeri di Palermo ormai caduti in bassa fortuna.[1]
  • Nicola Mancino non era presente ai funerali di Agnese Borsellino.[2]
  • Quando lo intervistai, Andreotti mi voleva convincere di non essere mafioso.[3]
  • Nicola Mancino era presente ai funerali di Giulio Andreotti.[4]
  • Giuliano Ferrara in tv: "È una guerra santa, lo capite?". Ha parlato l'ultimo Cavaliere del Santo Sepolcro ancora in vita. Ma statte zitto, dicono a Roma.[5]
  • Secondo Matteo Renzi, Giovanni Falcone lavorava poco e aveva troppe ferie.[6]
  • Sarebbe bene che sul caso di Antonello Montante l'antimafia, per rispetto della magistratura, tacesse. E sarebbe ancora meglio che solo la magistratura fosse chiamata a pronunziarsi.[7]
  • Calogero Mannino: "A me Renzi piace. L'ho anche votato alle Europee, è al momento l'unica scelta possibile". Parole innocenti di un innocente.[8]
  • Ettore Rosato (PD): "Il PD non ha paura del voto". Sono gli italiani che cominciano ad avere paura del PD.[9]
  • Enrico Zucca, sostituto procuratore generale a Genova: "Chi torturò al G8 oggi è ai vertici della Polizia. Come possiamo chiedere giustizia all'Egitto"? Apriti cielo. Non l'avesse mai detto. Contro di lui si stanno scatenando polemiche feroci. Ma cosa ha detto di male? Non ha forse detto la verità?[10]

Maxi processo in ferie. Bilancio positivo dopo 85 udienze

l'Unità, 5 agosto 1986; in archivio.unita.news.

  • Innanzitutto alcune cifre: 85 udienze, di cui 56 anche pomeridiane, qualche volta serali o notturne, 270 gli imputati interrogati, non considerando la lettura dei verbali di interrogatorio, 450 i testi citati, 200 quelli ascoltati. Sono 400 i provvedimenti assunti dalla Corte più i numerosissimi provvedimenti di competenza del presidente.
  • Il processo è iniziato il 10 febbraio, in un clima diffuso di riserve sul suo futuro svolgimento. Da più parti si considerava letteralmente utopica la pretesa di processare finalmente un pezzo consistente di Cosa nostra negli anni ottanta, quella dedita a grandi delitti, grandi traffici di eroina. Il processo «mastodonte» — dicevano in tanti — non reggerà a dimensioni mai praticate prima, mentre scetticismo ed ironia circondavano le dichiarazioni dei pentiti al centro di una violentissima campagna già molto tempo prima che iniziasse il dibattimento. Ora è possibile un primo e parziale bilancio. Gli inquirenti si ritrovano in una sottolineatura comune; si è data fin qui prova di «laboriosità» ed «efficienza»; il che non è secondario dovendo ancora oggi misurarsi con il Codice Rocco vecchio di cinquantanni, con la proverbiale lentezza della nostra giustizia.
  • Ma al di là dei «numeri», il primo dato di rilievo, acquisito in sei mesi di processo è rappresentato dall'eccezionale tenuta del fenomeno del pentitismo mafioso. Poco a che vedere a tale proposito con il processo alla camorra o quello di Messina contro le cosche mafiose di quella provincia. La triade Buscetta, Contorno, Sinagra, ha già fatto trascorrere brutti quarti d'ora a capi mafia di spicco o semplici gregari. Si favoleggiava nei giorni di vigilia: il pentito? Chi è costui? Chi tira le sue fila? Avranno il coraggio di ventre in aula-bunker? E quello di ribadire al pretorio le sue «infamità»? Per la difesa, una delusione dietro l'altra. Sono venuti, e come. Hanno ripetuto tutto ciò che avevano detto ai giudici istruttori, hanno «vinto» perfino qualche faccia a faccia.
  • Più in generale il processo costituisce una robusta spallata ad anni ed anni di indolenza dello Stato. Ma oggi la lotta alla mafia sembra progredire soprattutto per ciò che è accaduto «fuori» dall'aula-bunker. Il sostegno di massa a questa battaglia, pur con alti e bassi inevitabili, è comunque discorso finalmente aperto.

Note modifica

  1. Da Lui sa!, antimafiaduemila.com, 28 dicembre 2013.
  2. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 6 maggio 2013.
  3. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 7 maggio 2013.
  4. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 8 maggio 2013.
  5. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 9 gennaio 2015.
  6. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 25 gennaio 2015.
  7. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 12 febbraio 2015.
  8. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 6 novembre 2015.
  9. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 10 marzo 2018.
  10. Da Gli aforismi di Saverio Lodato, antimafiaduemila.com, 21 marzo 2018.

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