Giorgio Forattini
disegnatore italiano
Giorgio Forattini (1931 – vivente), vignettista satirico e giornalista italiano.
Citazioni di Giorgio Forattini
modifica- La satira è una grande dimostrazione, la più alta espressione, di libertà e di democrazia.[1]
- Parlare senza dir niente mantiene giovani.[2]
Il Tempo, 6 settembre 2009.
- [Massimo D'Alema] C'è sempre stata una timidezza reverente nei suoi confronti da parte dei giornalisti.
- In tanti anni ho ricevuto querele solo da esponenti della sinistra. Non mi ha mai difeso nessun esponente di sinistra [...] perché gli uomini di sinistra sono nemici della satira.
- I direttori dei giornali, negli anni, hanno maturato la convinzione che la satira è un rischio per le querele miliardarie dei politici. In tanti anni di pressioni, la sinistra ha ottenuto quello che voleva: si sono fatti la loro satira, la loro cultura. La televisione è dominata da loro. Io non vado mai in televisione. Ma quando ci vado sono dolori. Dopo la prima puntata della trasmissione arrivano le telefonate dei politici e io sparisco. Ricordo le telefonate di Enrico Berlinguer e io sparivo. Repubblica era quasi un giornale liberale nel 1976. Poi sono arrivati questi ragazzi del '68 e il clima è diventato più difficile per me che non amavo girare per le redazioni perché il clima non era dei migliori. Le mie vignette venivano messe sotto processo e Repubblica non mi ha mai difeso come avrebbe dovuto. Ed era dovere di Ezio Mauro farlo perché erano d'accordo con D'Alema per farmi fuori.
- Questa situazione ha creato una situazione di autocensura nella satira verso la sinistra. Ma se attacchi Silvio Berlusconi diventi un eroe....
Il Sussidiario, 5 ottobre 2009.
- Vedere D'Alema manifestare in piazza per la libertà di stampa mi fa ridere, amaramente. La loro filosofia è sempre quella: "scherzate su tutti, tranne che su di noi".
- [Stalin] È il padre di cui i comunisti non si sono mai liberati. In Italia hanno commesso il tragico errore di non fare i conti con il proprio passato e con le vittime del comunismo. Se lo avessero fatto a quest'ora l'Italia sarebbe tutta con loro.
- È da quei tempi [della Prima Repubblica] che si è creato un equivoco: il potere era nelle mani della Dc e di Craxi, e si pensava che la satira, essendo contro il potere, non poteva che essere di sinistra. Purtroppo questa idea è rimasta anche con la sinistra al governo e la satira si è ritrovata con le armi spuntate.
- Quando Berlusconi comprò Mondadori cominciò il bombardamento delle querele di molti personaggi che sognavano una vecchiaia felice. Il ritornello era: "tanto questo paga".
Ansa, 10 marzo 2011.
- Fini lo vedo male: deve la sua fortuna al fatto che ha ereditato tutto da Almirante che però non cambiava opinione. E non mi piacciono i politici della scuola bolognese, Prodi, Bersani, Casini. Non mi dispiace Veltroni, però rappresenta poco. E D'Alema è una jena, quelli che predicano odio prima o poi cadono.
- Professionalmente guardo al futuro, mi sento figlio di ogni giorno, ma per il resto il mio è un inno al passato. Il fatto è che mi sento sempre superiore a qualunque politico, sono così "straccioni".
- La tragedia italiana è rappresentata dal comunismo, dal '68 e dalla magistratura che si è impossessata del potere. Il paese è diviso in due dai comunisti, se non sei con loro sei di destra. Sono i maggiori conservatori e sono letteralmente i fascisti di ora. Anche la satira è tutta di sinistra. Se non sei di sinistra non lavori in tv. Non credo a chi dice che c'è la censura: basta guardare uno come Vauro, bravissimo, lo considero un mio figlioccio. Lavora in tv e non mi sembra sia di destra.
- In realtà la satira ha poca cittadinanza in Italia, fa paura a questo paese e i politici sono tutti permalosi. Anche qui in Francia sono stupiti del fatto che querelino i vignettisti e i giudici diano [loro] retta, invece di prendere "il corpo del reato" e mettersi a ridere. Io sono sempre stato uno scomodo e ho procurato delle cause e allora gli editori si chiedono: "Perché devo spendere soldi per quest'uomo?".
- Prima c'era un grande senso della Patria, ora si parla solo di paese.
Il Tempo, 21 giugno 2011.
- [«Di querele ne ha ricevute venti.»] Tutte da esponenti di sinistra. Eppure io prendo di petto tutti, bipartisan. Perché il progetto della sinistra è la distruzione dell'avversario attraverso l'odio, l'invidia, la menzogna. E la svalorizzazione dell'individuo. A casa propria non si deve aver paura di essere spiati. A casa propria si può andare con le mignotte. Io non lo farei, ma ognuno nel privato sceglie quello che vuole. Il politico si giudica per quello che fa in politica. Berlusconi pensa un po' troppo agli affari suoi, ma il legittimo impedimento è una legge sacrosanta. E poi le tangenti le hanno prese anche a sinistra.
- [Berlusconi] non l'ho mai sentito parlare con livore. Sì, abbonda in barzellette, ma l'odio mai.
- Io adoro essere italiano, sentirmi erede del Rinascimento. E del Risorgimento. E non capisco la testardaggine per lo scontro, per la lotta politica cattiva, tra fazioni miserabili. Anche Bersani è della stessa pasta. A Milano sono incappato in un tizio dei centri sociali: ha fatto il gesto di tagliarmi la gola col coltello. Vede, se c'è qualcosa da cambiare è la Costituzione. È troppo intrisa di Resistenza. I fascisti non ci sono più. Però rimangono i comunisti. Succede solo qui.
Citazioni su Giorgio Forattini
modifica- Bravo, bravissimo, intelligente. A volte le sue vignette valgono più di un articolo di fondo. Credo che abbia avuto qialche difficoltà a riprodurmi. [...] Non penso sia colpa sua; probabilmente sono io che non riesco ancora ad apparire come sono. (Ciriaco de Mita)
- Forattini fa schifo. Io voglio sapere il nome e il cognome di uno a cui piacciono le vignette di Forattini. Voglio vederlo. Voglio fargli l'esame: spiegami questa battuta. Perché ti sembra bella? Che cosa vuol dire? (Filippo Facci)
- Forattini mi sembra eccezionale. Quanto a me ho un gran vantaggio. Nessuno, nemmeno Forattini, potrebbe imbruttirmi. (Giulio Andreotti)
- Il presidente della Fiat [Gianni Agnelli] convocò a villa Frescot Forattini, fresco di assunzione a La Stampa, Giorgio entrò nel salotto e vide l'Avvocato accanto a due bicchieri e una bottiglia di champagne, pensò a tanto onore, si gonfiò di orgoglio, Agnelli lo sgonfiò immediatamente: «Venga Forattini, festeggiamo insieme, abbiamo appena preso Michel Platini!». Cin cin, amarissimo. (Tony Damascelli)
Note
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