AIDS

malattia del sistema immunitario umano
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Citazioni sull'AIDS.

Il nastro rosso, simbolo della lotta contro l'AIDS

Citazioni

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  • [Sull'informazione data sulla malattia nel 1987] Ancora!? Direte voi. Se ne è parlato troppo e male e lo si è visto anche dai suicidi dovuti all'ignoranza. E morire d'ignoranza è tragico. (Guglielmo Zucconi)
  • [Che cosa diresti a chi considera l'Aids una punizione divina?] Che Dio ha già punito lui infettandolo con un pensiero simile. (Aldo Busi)
  • Debbo pregare, debbo pensarci: non so se è cosa buona portare i malati di AIDS in un luogo di grande turismo. E se fossero rifiutati? Soffrirebbero due volte. (Madre Teresa di Calcutta)
  • Dopo aver studiato un ceppo del virus Hiv (il virus dell'Aids) raccolto negli Stati Uniti, decidemmo che il suo lungo periodo di incubazione lo rendeva inadatto a qualunque utilizzo militare. Era impossibile seminare il terrore tra le forze del nemico che contaginadole con una malattia i cui sintomi potevano arrivare dopo parecchi anni. (Ken Alibek)
  • È blasfemo che milioni di persone muoiano ogni anno in Africa di AIDS anche perché la Chiesa condanna l'uso del preservativo. Il condom a quanto pare è contro gli insegnamenti di Cristo. Anche se Cristo non ne ha mai parlato, se non per lamentarsi del fatto che si rompono facilmente durante il sesso anale. (Daniele Luttazzi)
  • Fuori ci sono le categorie a rischio: nel reparto [del Policlinico San Matteo di Pavia] ce n'è una sola. Non c'è in gioco più nulla. I malati sanno tutto, conoscono le cause dell'infezione. Gli effetti li vedono anche su se stessi. E di fronte alla sorte che li attende, appaiono spogliati di tutto, e nella loro verità: deboli o sprezzanti, volubili o vendicativi, quasi attratti dal virus che li fa anche più indifesi, o testardamente aggrappati all'ultima zattera. C'è dell'estremismo, o un senso della fatalità, anche nelle scelte, o nelle decisioni: donne che hanno usato la siringa fino al giorno prima del parto, coppie che, sapendo, hanno desiderato mettere al mondo un figlio. Accada quel che deve accadere.
    Negli ospiti non c'è almeno nell'apparenza, il senso del terrore: piuttosto della rassegnazione. Anche nei casi più avvilenti, si scarta la previsione tragica: in qualunque momento potrebbe arrivare il vaccino. Non è stato così per la tubercolosi o per la polio? Anche la morte è un avvenimento nascosto: chi va a casa si sa, non è mai guarito. La via del ritorno è quasi sempre segnata. Ma nessuno, né medici né ricoverati, si arrende. (Enzo Biagi)
  • Il virus dell'Aids viene dai laboratori americani, malgrado questi smentiscano ed affermino che viene da una scimmia africana. (Muʿammar Gheddafi)
  • La seconda spiacevole verità è che l'Aids, come 7 secoli fa la peste, e 5 secoli fa le malattie infettive euroasiatiche che sconvolsero e quasi distrussero le popolazioni indigene d'America, è un frutto avvelenato della globalizzazione. I microbi non pagano dazio e non s'arrestano alle frontiere. (Massimo Livi Bacci)
  • La sida (cioè la «sindrome da immunodeficienza acquisita» impropriamente detta aids in un lessico volgare che si compiace di americanismi inutili) non ha mutato se non in superficie il costume libertino. Ha seminato il panico fra i turisti del sesso, tra gli apprendisti dell'eros, non tra coloro che dell'amore hanno fatto un esercizio di stile. (Franco Cuomo)
  • La terza spiacevole verità è la colpevole inerzia dei paesi africani maggiormente afflitti dall'Aids. Per anni è stato sostenuto, anche da fonti autorevoli, che l'Aids non è generato da un virus, o che è frutto dell'estrema povertà o che è la conseguenza di un complotto dell'occidente. Si sono lasciate circolare le credenze più astruse e fallaci. Ma l'Aids è la nefasta conseguenza di un virus mutevole e mortifero e di comportamenti aberranti o quanto meno imprudenti, che vanno corretti, evitati, imbrigliati. Informazione, istruzione, convinzione – e strumenti appropriati (non la pillola o la sterilizzazione per contenere le nascite ma l'oramai antico preservativo) – sono alla base della prevenzione. Un recente studio mostra che proporzioni molto elevate d'adulti non conoscono né i modi di trasmissione né la gravità dell'Aids, e che questa ignoranza è particolarmente elevata nei villaggi, tra le donne, tra i giovanissimi. Per ignoranza, per malafede o per malinteso orgoglio nazionale (l'Aids è uno stigma) si sono persi anni e decenni, e gran parte dei quasi 30 milioni d'africani ammalati di Hiv-Aids, dei 20 milioni di morti, e dei tanti milioni di minori orfani, sarebbero oggi sani, vivi o con i genitori se governi, opinion leader e capi religiosi si fossero comportati come in altre parti del mondo. Se avessero, cioè, davvero fatto politica. (Massimo Livi Bacci)
  • L'AIDS è una tragedia che non si può superare solo con i soldi, non si può superare con la distribuzione di preservativi, che anzi aumentano i problemi. (Papa Benedetto XVI)
  • L'Aids ha provocato la paura di una malattia sessualmente contagiosa e altrettanto peccaminosa, dalla quale bisognava chiamarsi "fuori" mettendo "dentro", nel sacco delle streghe o del diavolo, tutti quanti i "diversi", minacciosi come alieni. (Giorgio Cosmacini)
  • Noi non giudichiamo queste persone, non domandiamo loro che cosa è successo loro o in che modo si sono ammalati: ci limitiamo a vedere il loro bisogno, e a prenderci cura di loro. Penso che, attraverso l'aids, Dio ci stia dicendo qualcosa, dandoci un'opportunità per mostrare il nostro amore. Le persone affette da aids hanno risvegliato l'amore più tenero in altri che magari lo avevano relegato al di fuori della propria vita, dimenticandolo. (Madre Teresa di Calcutta)
  • Noi dovremmo almeno informare senza allarmare, il male del secolo resta il cancro. (Guglielmo Zucconi)
  • Non aver contratto l'HIV nel periodo in cui mi drogavo è una delle circostanze più fortunate della mia vita. Dio, che ansia e paura avrei provato anni dopo, durante la settimana d'attesa per i risultati del test. Era l'epoca in cui l'HIV era una sentenza di morte. Fiuu, sono davvero fortunato a essere uscito vivo da quella tempesta di merda. (Flea)
  • Non importa se si lotta contro il cancro al seno o contro l'Aids, basta tenere sveglia la coscienza della gente su questi temi. (Anastacia)
  • Veltroni va là e scopre i malati di AIDS. Arriva qui e ci ha la soluzione: dice cazzo, l'Aids, bisogna mettere a tutti il preservativo! E lo dice uno che è dieci anni che il preservativo ce l'ha sulla testa e non se ne accorge. Allora, lui non dice che sull'Aids ci sono dei seri sospetti che sia una bufala. (Beppe Grillo)
  • [Su Ronald Reagan e l'AIDS] Ritengo che non avesse capito la portata di quello che stava succedendo: è stata Liz Taylor a esortarlo a prendere una posizione pubblica in un convegno dove erano presenti molti rappresentanti della comunità omosessuale. Fino a quel momento il silenzio è stato un grave errore di un presidente che ha anche molti meriti in altri campi. (Anthony Fauci)
  • [Nel 1992] Bisogna avere sempre speranza. Io spero che, se non sono ancora possibili dei rimedi per questa malattia, se ne troveranno in futuro.
  • La mia unica preoccupazione è di perdere progressivamente tutte le mie capacità come succede a quelli che soffrono di questa malattia.
  • Non sono malato, non sono mai stato così attivo. Mi sono quasi abituato a convivere con il virus. E sono contento di me.
  • [Su se l'Hiv fu formato in laboratorio] È inconcepibile. Si sa che il virus esisteva in Africa Centrale nei primi Anni Sessanta. E a quell'epoca la biologia molecolare non era così avanzata da poterlo produrre.
  • Guardiamo chi contrae l'Aids. Può averlo un neonato: gliel'hanno trasmesso i genitori. La percentuale diminuisce nei bambini in età prepuberale, risale negli adolescenti sessualmente attivi. Negli Usa dovrebbero esserci insetti davvero stravaganti, tanto da pungere in prevalenza gli omosessuali.
  • Il principale obiettivo scientifico e di salute pubblica della ricerca nel campo dell'AIDS e del virus HIV ci sfugge ancora: lo sviluppo di un efficace vaccino contro il virus HIV. Questa sfida si è rivelata particolarmente difficile a causa della natura del virus, in particolare della sua capacità di integrarsi nel genoma delle cellule ospiti, di mutare rapidamente e di nascondere quella parte del suo rivestimento esterno che potrebbe produrre anticorpi protettivi.
  • Non penso che l'Aids spazzerà via l'umanità dalla Terra.
  • Qui [in Italia] la maggior parte dei malati di Aids sono tossicodipendenti che hanno usato siringhe infette. E si ipotizza una maggiore diffusione del contagio attraverso rapporti eterosessuali.
 
Robert Gallo nei primi Anni Ottanta
  • C'è sempre un lato positivo nella tragedia. Con l'Hiv ci sono stati molti lati positivi a livello scientifico, ma anche sociale: il maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti con l'Africa in fatto di salute pubblica per prima cosa, poi la maggiore compressione e tolleranza verso le diversità nella sfera sessuale delle persone.
  • Il ruolo della scimmia verde è scientificamente provato. Ci sono anche coincidenze tra un retrovirus delle scimmie e uno umano per quanto riguarda la leucemia.
  • Il virus può rimanere nel corpo dell'individuo per tutta la vita. Ci può essere un lungo periodo in cui la cellula è esposta al virus, e poi improvvisamente e rapidamente c'è la degenerazione e la perdita dell'immunità. Per l'Aids, comunque, non si può parlare come alcuni hanno fatto di peste: la peste era veloce e facile a diffondersi, e non avviene così con l'Aids.
  • Io penso che la variabilità di Hiv sia un ostacolo allo sviluppo del vaccino, ma non il principale ostacolo. A mio avviso, l'ostacolo principale è rappresentato dal fatto che Hiv è un retrovirus. I suoi geni si installano nell'organismo con estrema velocità, immediatamente dopo l'infezione. In due giorni al massimo dopo il contagio, Hiv si è già diffuso in tutto l'organismo. Questo crea un enorme problema di blocco.
  • L'agente infettivo della tubercolosi sta ritornando a colpire soprattutto a causa del virus dell'Hiv. Senza l'Hiv il ritorno della tubercolosi sarebbe stato certamente meno importante. Certo ci sono anche altri problemi.
  • La variabilità di un virus dell'influenza è nulla rispetto alla capacità di variare del virus Hiv. Il virus dell'Hiv cambia in maniera straordinaria e quasi imprevedibile. E questo costituisce un ostacolo allo sviluppo di un vaccino.
  • Non c'è nessun motivo per attuare una quarantena sul malato perché, fra l'altro, l'infezione dura tutta la vita. E il virus non si trasmette con contatti casuali, esterni. Posso però dire che esiste un grande problema: una prostituta malata, che trasmette il contagio, commette un atto criminale. Potenzialmente si tratta di un omicidio.
  • Ripeto, sono ottimista. Per almeno tre buone ragioni. La prima è che la ricerca a tutt'oggi dispone di più fondi e che alcuni paesi - l'Italia è tra i primi nella spesa pro capite per la lotta all'Aids - dimostrano molta attenzione al problema. La seconda riguarda le nazioni più povere che ora sembrano determinate a sconfiggere il flaggello e si mostrano più collaborative con gli scienziati, promuovendo nuove ricerche. La terza è la sensazione che la scienza stia veramente facendo grandi passi avanti, soprattutto nella conoscenza della replicazione del virus.
  • Se ben utilizzato il profilattico certamente è un mezzo efficace di prevenzione del contagio e diminuire sensibilmente l'infezione per via sessuale. Ci sono, tuttavia, alcuni studi che dimostrano come forzando troppo l'uso del profilattico fa sì che le persone diventino sessualmente più attive e tendano ad assumere atteggiamenti poco corretti, dimenticando, per esempio, di usare in maniera appropriata il profilattico. Ma ripeto, non c'è dubbio alcuno che usando in maniera appropriata il profilattico si fa una prevenzione efficace e si diminuisce la diffusione dell'infezione.
  • Il peggior momento di tutti questi fu mentre tornavo dallo studio del dottore, per andare a dire a mia moglie che ero sieropositivo.
  • [Commentando le circostanze nelle quali contrasse il virus dell'HIV] La vera storia è che non facevo del sesso sicuro. È solo questo. È semplice.
  • Ti dirò, è buffo, perché l'unico momento in cui penso all'HIV è quando devo prendere le mie medicine due volte al giorno.
  • [Nel 1987] L'Aids, dunque, che cos'è se non una costruzione sociale? È una malattia che si contrae soltanto per contatto diretto con sangue infetto. Diretto significa: sangue con virus. Sui trecento malati di Aids, ci sono 11 (undici) casi di persone che sono state sottoposte a trasfusione. Tutti gli altri sono omosessuali di sesso maschile (che possono essere bisessuali e soltanto in questo caso e sempre che abbiano rapporti che causino lacerazioni possono contagiare un partner femminile); omosessuali che sono anche tossicodipendenti, sempre di sesso maschile.
  • [Nel 1987] Non esiste nessun caso di infezione da paziente a medico o a infermiere, e viceversa. Ma la paura coinvolge tutti: medici, infermieri, giornalisti, operatori sociali di qualsiasi genere. Dunque un fattore sociale sommerso predispone all'allucinazione: la sessualità, che nel caso specifico è comunque percepita come trasgressiva e che suscita o ripugnanza o sensi di colpa abnormi. Il fatto che l'Aids sia stato equiparato alla peste ne è un sicuro indizio. L'Aids non ha nulla a che fare con la peste, sia perché il contagio è soltanto diretto e attraverso il sangue sia perché i numeri non sono minimamente confrontabili. Ma nessuno chiama l'Aids come la nuova sifilide, perché la gestione della sessualità è fatta al maschile, e la sifilide non è mai stata oggetto libero di discorso. Basti una prova.
  • [Nel 1987] Prima deduzione: è falso etichettare l'Aids come la nuova peste, la malattia che non perdona, la malattia terribile. SIAMO di fronte ad incidenze mortali non superiori, ed anzi, in alcuni casi inferiori, a quelle del cancro, con la differenza che il cancro è la seconda causa di morte in Italia (circa novantamila in un anno).
  • [Nel 1987] Spero che sia ben chiaro: è un fenomeno assolutamente impercettibile, e che non avrebbe di per sé mai potuto raggiungere e colpire, come ha colpito, l'opinione pubblica e gli istituti politici, se non fossero stati convergenti diversi fattori che ora tenterò di analizzare. Rimane, comunque, chiaro un fatto: diffondere notizie, opuscoli (penso con terrore a quello predisposto dal Pci) o informazioni nelle scuole, dove penso si passerà dal nulla dell'educazione sessuale, ai rapporti ano-linguali (espressione simpatica dell'assessorato alla Sanità del Comune di Roma), serve, ormai, soltanto ad accrescere il timore e costituisce un vero pericolo e una aggressione criminosa agli individui.

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