Kenneth "Ken" Alibek (1950 – vivente), nato Kanatžan "Kanat" Alibekov, microbiologo kazako.

Ken Alibek nel 2003

La peste del dottor Alibek

Da La guerra dei germi, sul programma di armamento biologico sovietico; citato in La Stampa, 29 ottobre 2001, p. 7.

  • Dal 1988 al 1992 sono stato vicedirettore a Biopreparat, il servizio federale di ricerca farmaceutica, la cui missione principale era concepire e produrre armi a partire dai virus, dalle tossine e dai batteri più pericolosi che si conoscessero. Biopreparat era il cuore di un impero clandestino di laboratori di ricerca, terreni sperimentali e unità di produzione sparsi su più di quaranta siti in Russia e in Kazakhstan. Tutte le istituzioni importanti dell'Urss hanno avuto un ruolo essenziale nel programma sovietico di armi biologiche: i ministeri della Difesa, dell'Agricoltura e della Salute, l'Accademia delle Scienze, il Comitato Centrale del partito comunista e, ovviamente, il Kgb. Il successo del «Sistema», come spesso veniva chiamato Biopreparat, andò ben oltre le speranze del Cremlino.
  • In un arco di vent'anni, che si è aperto - ironia della sorte - con la ratifica da parte di Mosca del trattato di interdizione delle armi biologiche del 1972, l'Unione Sovietica ha costruito il sistema di guerra batteriologica più importante e più perfezionato del mondo. Eravamo uno dei cento firmatari del trattato, che si erano impegnati a non «sviluppare, produrre, creare riserve né acquisire o conservare con qualunque mezzo» agenti batteriologici a fini militari. Al tempo stesso, grazie al nostro programma segreto, immagazzinavamo vicino a Mosca e ad altre città russe centinaia di tonnellate del bacillo del carbonchio e decine di tonnellate di peste e vaiolo, da usare contro gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali. Ciò che accadeva nei laboratori di Biopreparat era uno dei segreti meglio custoditi della guerra fredda.
  • Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, il pericolo un tempo costituito dai nostri lavori è nettamente diminuito. Biopreparat sostiene di aver smesso le sue ricerche sulle armi offensive e gli stock di microbi e di virus conservati in Russia sono stati distrutti. Ma la minaccia di un attacco batteriologico è aumentata quando la tecnologia sviluppata nei nostri laboratori - quelle formule mortali che i nostri esperti avevano messo a punto per anni - è passata nelle mani di regimi devianti e di gruppi terroristici. Le armi batteriologiche non sono più controllabili dal mondo bipolare della guerra fredda. Non costano care, sono facili da fabbricare e da utilizzare. Nei prossimi anni avranno un ruolo sempre più importante nelle nostre vite.
  • Da quando ho lasciato Mosca, ho constatato un'ignoranza allarmante per tutto ciò che concerne le armi batteriologiche. Alcuni dei migliori esperti che ho incontrato in Occidente dicono che è impossibile modificare geneticamente i virus per farne armi affidabili, immagazzinare un agente patogeno in quantità sufficiente a fini strategici o liberarlo fornendogli il massimo di potenza omicida. La mia conoscenza dell'argomento e la mia esperienza mi permettono di sostenere che sbagliano.
  • Nel momento culminante del loro programma strategico di riarmo batteriologico, i ricercatori americani si vietarono di sviluppare armi che non potessero essere controllate da antibiotici o vaccini: la loro preoccupazione era proteggere le truppe e i civili da incidenti. Invece il governo sovietico stabilì che i migliori agenti patogeni erano quelli per i quali non si conosceva alcun rimedio.
  • Il Kgb era il più affidabile tra i nostri fornitori di materie prime. Quasi ogni mese arrivavano in Russia ampolle piene di liquidi esotici, di polveri e di colture batteriologiche raccolte ai quattro angoli del mondo dai nostri servizi di spionaggio e spedite a Mosca nelle valigie diplomatiche.
  • A metà degli Anni 80 tutti i laboratori, gli istituti di ricerca e le unità di produzione che dipendevano da Biopreparat lavoravano a pieno ritmo. Ogni mese dovevamo testare nuovi ceppi di virus e nuove tecniche di dispersione. Ci dedicammo anche all'Aids e alla legionella. Entrambi si rivelarono però troppo instabili per essere utilizzati sul campo di battaglia o contro le popolazioni civili. Dopo aver studiato un ceppo del virus Hiv (il virus dell'Aids) raccolto negli Stati Uniti, decidemmo che il suo lungo periodo di incubazione lo rendeva inadatto a qualunque utilizzo militare. Era impossibile seminare il terrore tra le forze del nemico che contaginadole con una malattia i cui sintomi potevano arrivare dopo parecchi anni.

Citazioni su Ken Alibek modifica

  • La maggior parte delle conoscenze occidentali sulle armi biologiche di Mosca proviene dalle rivelazioni di Alibekov, per anni a capo di Biopreparat, un'agenzia del governo sovietico ufficialmente destinata a produrre farmaci per uso civile, in realtà il principale centro militare di ricerca avanzata sulle armi biologiche, con trentaduemila dipendenti fra scienziati e staff. Alibekov è fuggito negli Stati Uniti nel 1992 e ha svelato ai suoi interlocutori americani una realtà agghiacciante, di cui sospettavano solo una minima parte: il programma biologico militare sovietico era avanzatissimo e Mosca possedeva, e forse possiede tuttora, missili strategici multitestata caricati con varianti particolarmente potenti del virus del vaiolo, del carbonchio (anthrax) e della peste nera. (Paolo Guzzanti)

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