Rally Dakar

rally di automobilismo e motociclismo

Citazioni sul Rally Dakar, rally di automobilismo e motociclismo.

Un caratteristico passaggio del Rally Dakar nel deserto (2006)

Citazioni

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  • Amo la Dakar perché ti fa percepire come sei piccolo nel mondo. Vedi quei granelli di sabbia nel deserto? Siamo piccoli così. (Ari Vatanen)
  • [«Cosa rappresenta la Dakar?»] Dipende da quando me lo chiedi. In questo momento direi una tortura perché ci sono dentro. [...] Prima invece è un cocktail esplosivo di ansia, felicità perché sarai al via, ambizione, determinazione per l'obiettivo da raggiungere, tante cose. (Rebecca Busi)
  • Ho fatto 10 Dakar: sei in Africa e 4 in Sudamerica. [...]. A livello di avventura e percorso preferivo l'Africa: era una gara di orientamento, affaticamento e resistenza, non di velocità pura. Non c'erano lunghi trasferimenti in asfalto, e dopo il termine di ogni tappa si arrivava subito all'accampamento, mentre in Sudamerica anche per la conformazione dei paesi attraversati ci siamo trovati di fronte a una gara molto più veloce e sprint. In un certo senso, è simile a un rally, ma con trasferimenti giornalieri di 4-500 km e molto pesanti: preferisco l'Africa dove stai nel deserto tutti i giorni al Sudamerica dove arrivi in grandi città e puoi dormire in albergo. Sono un amante del "campeggio", e secondo me se vai a correre un rally-raid è anche per fare un bel po' di avventura e non solo per correre. (Miki Biasion)
  • L'Africa me la sono fatta praticamente da solo e questo più che un merito è un guaio, il più grosso guaio che possa capitare a chi corre una Parigi-Dakar. (Hubert Auriol)
  • La Dakar è difficile anche solo raccontarla ma è un'esperienza unica. Fisicamente e mentalmente è devastante perché devi combattere contro l'istinto, è una gara in cui non puoi riuscire a controllare tutto e lo devi accettare e in cui devi essere consapevole che per guadagnare due secondi puoi finire, anche in men che non si dica, anche col perdere tutto. [...] ho provato a far trasparire quella che è la cosa più affascinante e bella di questa gara infinita. Ovvero la solidarietà, la convivialità e la condivisione che si respirà tra i partecipanti. Ti trovi dentro un romanzo in cui ognuno dei 600 equipaggi, ha una storia assurda e incredibile da raccontare. [...] quando per 10 giorni di fila ti svegli alle 3:00 di mattina, guidi fino alle 2:00, 3:00 del pomeriggio con il rischio di poter farti male o restare a piedi in ogni istante nel deserto, speri solo che finisca. (Danilo Petrucci)
  • La Dakar non è soltanto l'avventura di questi divi del manubrio o del volante. È anche, e più spesso, l'anticamera della morte per molti altri. (Carlo Marincovich)
  • La Dakar rimane una delle cose più rischiose che si possa fare in moto. Non conosci la strada, la velocità è sempre alta: puoi perderti o avere un incidente. Le cose sono migliorate coi Gps, una volta se ti perdevi impiegavano tre giorni per trovarti. [...] Talvolta è questione di fortuna. Quando decidi di fare la Dakar, come se decidi di scalare il Monte Bianco, sai che ci sono dei rischi, e se non sarai fortunato potrà essere la fine della storia. (Stéphane Peterhansel)
  • La Paris-Dakar è sempre stata un sogno: una sfida incredibile per chi la vive e qualcosa di irraggiungibile per chi resta a casa. Ma è molto di più. È un'esperienza che cambia la vita. Thierry [Sabine] ha insegnato ad alzare lo sguardo, a guardare oltre e a vedere le persone dimenticate. Se sei capace di vedere gli invisibili, allora la tua mente si apre. Percepisci che c'è un mondo più grande al di fuori dei binari prestabiliti. La vita è molto di più. Quando si correva in Africa nel deserto del Ténéré, questo era evidente. Abbiamo passato nottate nel deserto, mangiato sabbia. Se uno aveva l'abitudine di volare un po' troppo in alto, beh, la durezza della corsa ti riportava con i piedi per terra. Non potevi più ingannare te stesso. (Jacky Ickx)
  • Mi piacerebbe gestire un team alla Parigi-Dakar, ma quella di una volta, quando si cambiavano i pezzi in mezzo alla sabbia. (Vittoriano Guareschi)
  • [«Cos'è che rende la Dakar così speciale?»] Prima di tutto, è una grande sfida che puoi affrontare solo una volta all'anno. In secondo luogo, l'impegno fisico e mentale è estremo e ti permette di avvicinarti al massimo al tuo limite. La Dakar è una prova davvero seria che chiede rispetto. (Carlos Sainz)
  • Quando vai una volta alla Dakar, vuoi tornarci. (Miki Biasion)
  • [«Che cos'è la Dakar [...]?»] Una delle ultime avventure sportive che si possono compiere. Poi è una gara di velocità in cui devi viaggiare il più veloce possibile, ma nel più bel paesaggio del mondo. Amo la velocità, ma soprattutto correre nei più bei deserti del mondo. (Stéphane Peterhansel)
  • Al mio primo anno ero in testa, ho chiuso terzo perché ero senza assistenza. L'anno dopo sono partito carico, convinto di mangiarli tutti, e ho fatto di quei tonfi... sono arrivato decimo, il peggior risultato in quei sei anni. Poi ho cominciato a calmarmi e sono andato più forte.
  • [Nel 2016, «cosa pensa della Dakar moderna?»] Le Dakar di 30 anni fa erano più avventurose, a livello di percorso, ma anche di organizzazione. Affrontavamo il deserto con una bussoletta e bastava sbagliare di 5 gradi per trovarsi 20 km fuoripista. Non ci sono più le distese di sabbia a perdita d'occhio, dove eri solo con il deserto. In Africa la navigazione rivestiva un ruolo fondamentale ed i piloti erano — prima di tutto — dei grandi navigatori. [...] Manca l'avventura con la A maiuscola, ma per contro, adesso abbiamo una organizzazione con la O maiuscola. Il regolamento è ben fatto, siamo tutti dotati di satellitare per la sicurezza di noi piloti, la logistica è impressionante.
  • [Nel 2022] Nelle vecchie Dakar si correva sempre su delle piste in cui capivi dov'eri guardando una cartina geografica del Nord Africa. Adesso, invece, non è permesso utilizzare nessuna cartografia ed è anche un po' strano che ci siano degli e-book. L'organizzazione va alla ricerca di terreni che difficoltosi e ti ci fa transitare dovendo usare un GPS che viene fornito con i sistemi bloccati, per permetterti di vedere soltanto quel che c'è scritto nel roadbook. Se ti perdi, devi andare alla ricerca e nel caso in caso in cui tu sia smarrito, puoi chiedere lo sblocco e ti si apre la cartina. Oppure, c'è addirittura un telefono satellitare con cui puoi chiamare l'organizzazione o è l'organizzazione stessa a chiamarti, se vede che ti fermi e sei fuori rotta, perché loro ti tengono sott'occhio e ti chiamano per capire cosa è successo. [...] Il sistema è completamente diverso ed è sicuramente più difficile. Adesso ti fanno fare molte zone fuori pista, le famose "erbe di cammello" o comunque dune, dove non ci sono piste e si va alla ricerca dei waypoint. [...] se non li becchi o non ci passi vicino — a 90 o 100 metri, sono uno diverso dall'altro — a fine gara l'organizzazione se ne accorge e arrivano le penalità. Per questo c'è la classifica che poi viene confermata alla luce delle penalità, che possono essere dovute alla velocità, ai waypoint mancanti o all'orario di partenza o di un trasferimento. È abbastanza diverso rispetto a prima... Diciamo che della Dakar c'è solo il nome, il resto è cambiato tutto.
  • [«Mai avuto paura di morire?»] No. Eravamo disposti a tutto pur di finire e di vincere.

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