Carlo Marincovich
giornalista e velista italiano
Carlo Marincovich (1935 – 2008), giornalista e velista italiano.
Citazioni di Carlo Marincovich
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Hubert Auriol, un bel ragazzone francese, sempre allegro, elegante nei modi e nel parlare, sembra più un raffinato attore di teatro che una delle "bestie" che affrontano ogni anno questa follia ambulante che è la Parigi-Dakar.[1]
- [...] la Dakar non è soltanto l'avventura di questi divi del manubrio o del volante. È anche, e più spesso, l'anticamera della morte per molti altri.[1]
- Barnard non sa disegnare. Passa l'intera mattinata sedendosi su uno sgabello vicino ai disegnatori e ad ognuno dice fai così, arrotonda là, più inclinato da quella parte, correggi di qua eccetera. Lui da solo non saprebbe da dove cominciare. Certo è un po' lento ma la cosa straordinaria è che in ogni momento lui ha una visione globale dell'intera vettura che deve ancora nascere.[2]
- [...] in Belgio la Jordan si ritrovò senza pilota. Il "suo" Gachot era stato sbattuto in galera senza tanti complimenti da un giudice inglese per aver aggredito un tassista in Hyde Park. Al posto di Gachot arriva uno sconosciuto di 22 anni, Michael Schumacher pilota della Mercedes Benz che lo fa salire sulla Jordan per "fargli fare esperienza" in F.1 ma anche donando alla Jordan un obolo di 300 milioni. Schumacher in Belgio fa faville, non ha mai corso a Spa, il giorno prima delle prove va a conoscere la pista con una bicicletta e sulla griglia di partenza è ottavo. Un miracolo, il Senna del Duemila affascina tutti.[3]
- Jean Todt [...] si è fatto la nomea del Napoleone delle corse. Piccolo, energico, decisionista, capace di galvanizzare le truppe e portarle a vittorie sfolgoranti.[4]
- [Sul circuito di Donington Park] Un circuito difficile, più adatto alle moto e ai kart che non alla F.1 che si esibirà per l'ennesima volta nel solito vecchio "trenino" di macchine una dietro l'altra, visto che per superare l'unica possibilità è quella di buttarsi nei prati.[4]
- Monza [...] è al centro dell'automobilismo sportivo italiano e non solo italiano. [...] è su quei vialoni nel bosco che si è dipanata la storia dell'automobilismo attraverso tante marche e modelli di vetture che qui cercavano una volta l'agognato "progresso". È qui che si è creato il mito della velocità, delle prestazioni, della competizione. E anche qui, sia pure involontariamente, che si è creato il mito dell'automobilista scapestrato, che spesso confonde strade e autostrade per la pista brianzola. È qui che sono morti in tanti, nomi famosi, rimasti nella leggenda dello sport e anche un po' dell'orrore. Nei tempi moderni Monza vuol dire soprattutto Ferrari. Lombarda la prima, emiliana la seconda, sono intimamente legate perché è qui che la Ferrari ha trovato, da quando esiste la F.1 [...], la propria casa, il proprio habitat naturale. Se ancora oggi gli spettatori arrivano da Agrigento e da ogni dove lontano, è per la Ferrari. [...] Altro mito nel mito. Un binomio intoccabile.[5]
- Gilles [Villeneuve] era ed è tuttora una leggenda, un mito intramontabile dell'automobilismo. L'8 maggio 1982 fra le 13 e le 14 si stavano svolgendo le prove ufficiali del Gp del Belgio, su una pista ormai dimenticata, quella di Zolder. Gilles uscì velocissimo da un curvone a sinistra, imboccò un breve rettilineo che culminava con un'altra curva a destra. Uscito largo dalla curva, si trovò davanti, all'improvviso, un'altra macchina che andava piano. Ne toccò la ruota posteriore, e volò in aria. Una, due, tre giravolte orribili e prima di ricadere a terra vedemmo tutti il pilota volare via dalla vettura con tutto il seggiolino. Sembrò un pilota da caccia che si lancia con seggiolino e paracadute. Morì la sera all'ospedale di Lovanio. E quella scena orribile dell'auto che vola e del pilota che si proietta in un altro volo sembra oggi, a mente fredda, l'immagine simbolo di un ragazzo che era stato soprannominato "l'aviatore". Erano stati i meccanici della Ferrari a chiamarlo così, tanto era apparso subito spericolato, audace, quasi un barone rosso delle piste terrene.[6]
- Gilles Villeneuve ha vinto in tutto 6 gare, ma è rimasto nella storia e nel cuore della F.1. Come si spiega questo fenomeno più unico che raro? La simpatia, la generosità, il carattere impetuoso e un po' selvaggio, ma sopratutto i grandi duelli in pista. A lanciarlo nella leggenda fu il Gp di Francia di Digione nel 1978. Uno spettacolo unico, e mai più visto, di lui e René Arnoux che si prendono a ruotate in pista, come all'autoscontro. [...] Musei, cimeli che ancora oggi vanno e vengono nelle grandi aste, strade, piazze. Tutto si è intitolato a questo ragazzo impareggiabile (dava del voi a chi era più anziano di lui), che con sole sei vittorie continua a vivere nel cuore di tutti.[6]
- Un bel personaggio, Eddie Irvine. Allegro e scanzonato. Diceva sempre quello che pensava. Non diceva mai obbedisco.[7]
- Se il Raikkonen che abbiamo visto nel Gp di Australia è lo stesso, cioè l'ubriacone, di cui hanno parlato le cronache invernali, allora possiamo stare tranquilli. Uno che va in quel modo dal primo all'ultimo giro passerebbe indenne su ogni etilometro. [...] non pochi avevano manifestato dei seri dubbi nell'inverno appena finito quando si leggeva che aveva alzato il gomito oggi qui domani là. [...] Può essere che beve il Raikkonen e che per tutta la corsa non fa che battere il record sul giro, cioè se stesso? Ma no, doveva essere tutta una balla per tenere desta l'attenzione su di lui in attesa di prendergli le misure dopo la sua prima gara in rosso. Adesso quella prima gara c'è stata e a Raikkonen non si può dare che 30 e lode.[8]
- [Sul campionato mondiale di Formula 1 2007] Troppe volte, nell'arco di molti mesi, la Ferrari ci ha fatto star male, alternando figuracce, sconfitte, avarie tecniche, delusioni. Inutile negarlo: ci chiedevamo in silenzio e non senza preoccupazione che fine avrebbe fatto la nostra celebre scuderia orfana di Schumacher [...]. Ma nonostante tutto la Ferrari non si è mai abbattuta, non ha mollato fino all'ultimo e [...] proprio all'ultimo, è stata premiata. [...] I due piloti della McLaren sono stati in lite, più che in lotta, per tutta la stagione. Sempre in cagnesco e digrignando i denti. Raikkonen e Massa sono partiti alla pari, senza mai litigare, e lo sono rimasti [...]. La Ferrari ha saputo gestire uomini e mezzi. Della McLaren non si può proprio dire la stessa cosa. Tutti contro tutti dall'inizio alla fine con uno spettacolo non certo esaltante per lo sport. Sembrano impressioni messe insieme di corsa ma a pensarci bene riflettono due modi diversi di pensare e di agire. La Ferrari ha offerto l'immagine di una squadra unita e ben gestita, dove basta un cenno per dire cosa bisogna fare. Guardando la McLaren si ha invece l'impressione di uno starnazzare continuo dove ognuno va per conto suo. [...] Differenze che contano, che alla fine proiettano in direzioni molto diverse come sono molto diverse la vittoria e la sconfitta.[9]
la Repubblica, 20 febbraio 1993.
[Sulla Ferrari F93A]
- Diciamoci subito la verità sulla Ferrari: per tutto il 93 non ci sarà altra macchina che questa F93 traballante e incerta. Un'amara verità che i responsabili della scuderia ammettono tra i denti consapevoli come sono che anche il 93 sarà un anno difficile con parecchi rospi da ingoiare. [...] prepariamoci quindi a lunghi mesi di sofferenze. Berger e Alesi, nonostante il bel sole, continuano qui a Imola ad annaspare tra rotture di cambi, di frizione, pozzanghere d'olio sull'asfalto, fumate sinistre e lunghe, lunghissime soste ai box.
- Quando la F93 fu presentata, avevamo tutti appreso che essa era nata come tappabuchi e che sarebbe andata avanti fino all'inizio dell'estate per poi lasciare il campo alla nuova vettura fenomeno progettata interamente da John Barnard. [...] Quella vettura invece non arriverà mai. Il 93 per la Ferrari sarà un altro anno di transizione. La delusione è grossa ma ha una sua logica inattaccabile. Da dicembre ad oggi sono cambiate molte cose in F.1. E la più importante riguarda i regolamenti che in parte sono già stati modificati per quest'anno e in parte verranno addirittura rivoluzionati per l'anno prossimo. [...] a che serve fare una macchina nuova se a novembre dovremo buttare via tutto per ricominciare daccapo con le nuove regole [...]? Conclusione inoppugnabile: tanto vale risparmiare tempo e soldi per il 93 e destinarli al programma 94.
- Restano due speranze. La prima, che [...] i giovani ingegneri della Ferrari imparino finalmente e disegnare telai. La seconda che la F93 oggi così recalcitrante, possa migliorare un po' perchè fare un campionato beccando sei secondi dalla Williams sarebbe disastroso.
repubblica.it, 1º novembre 1999.
[Sul campionato mondiale di Formula 1 1999]
- Finisce il mondiale di fine secolo e la Ferrari ritorna mondiale. In Giappone non è andata come si sperava e come si voleva, ma un titolo mondiale è arrivato: quello dei costruttori. La Coppa che premia il lavoro di squadra, di meccanici, tecnici, piloti, di gente che ha sudato tutto l'anno senza conoscere notti e vacanze, mogli e bambini. Un giusto riconoscimento che la Ferrari merita in pieno per il coraggio e l'abnegazione dimostrate in questa stagione in cui si è trovata, a metà luglio, quasi nel baratro con l'incidente di Schumacher [...]. I maghi della F.1, uomini come Enzo Ferrari, Colin Chapman, Frank Williams hanno sempre attribuito a questa coppa il valore di un Oscar, il premio dei premi. Ed è sicuramente così.
- Ma non era questo il mondiale che si voleva, il mondiale di cui si parlava, il mondiale che la gente aspettava. [...] Volevano il titolo mondiale piloti. Perché è di questo che si parla sempre [...]. E che oggi doveva essere in mano a un irlandese, Eddie Irvine. Un ragazzo bistrattato per tre dei suoi quattro anni alla Ferrari e che all'improvviso si trova alle prese con un titolo mondiale, una cosa più grande di lui, dinnanzi alla quale si è forse sentito perfino un po' spaventato. Non l'ha vinto. Purtroppo per lui. E purtroppo anche per tutti noi che, diciamoci la verità, a questo titolo rivolgevamo i nostri sogni. Meglio che niente, è il commento che si raccoglieva ieri nei box rossi, sussurrato perché non apparisse una bestemmia.
- [...] tutti volevamo il titolo mondiale piloti, non l'altro che a molti appare quasi una coppetta di serie B, un ripiego. Certo non è così, questo titolo non è un ripiego ma una certa amarezza la lascia. Perché sono tre anni che la Ferrari arriva all'ultimo Gran Premio e fallisce. Fallisce, quanto meno, l'obiettivo più ambito. [...] Perché nel grande immaginario mondiale del popolo ferrarista è sempre contato il titolo piloti. Un fiasco allora? [...] No, questo non si può dire. La Ferrari si è dimostrata più competitiva dell'anno scorso, la Ferrari progredisce, sia pure lentamente, la Ferrari inorgoglisce. Tutto vero, tutto giusto. Però, il vero obiettivo ancora una volta non è stato centrato. Non è stato un fiasco ma neppure una vera vittoria. Una via di mezzo che non riempie di gioia, che sembra lasciare l'opera ancora una volta incompiuta.
Citazioni su Carlo Marincovich
modifica- Era un amico ed è stato un maestro di innovazione: il primo giornalista italiano, io credo, a comprendere che la Formula Uno andava narrata non solo come momento di altissima tecnologia, ma anche, se non soprattutto, come umanissima emozione, generata da persone in carne e ossa, fragilissimi eroi pure quando sembravano fuoriclasse indistruttibili. Io a Carletto ho voluto molto bene. E mancherà a me, al giornalismo, allo sport, alla vita. (Leo Turrini)
Note
modifica- ↑ a b Da Troppo bello per l'inferno, la Repubblica, 21 gennaio 1987.
- ↑ Da 'Questa pista è vergognosa', la Repubblica, 10 giugno 1990.
- ↑ Da Senna - Ferrari, contatto decisivo, la Repubblica, 6 settembre 1991.
- ↑ a b Da Ferrari, l'ultima pazza idea, la Repubblica, 9 aprile 1993.
- ↑ Da La Ferrari vuole uscire dall'incubo, la Repubblica, 5 settembre 1996.
- ↑ a b Da Zolder '82, l'ultimo volo di Gilles. Vent'anni con il mito Villeneuve, la Repubblica, 8 maggio 2002.
- ↑ Da Irvine scende dalla Formula 1. Scusate, non pago per correre, la Repubblica, 24 gennaio 2003.
- ↑ Da La Ferrari che vince senza Schumi, la Repubblica, 19 marzo 2007.
- ↑ Da Raikkonen vince con giallo, poi nella notte trionfo Ferrari, la Repubblica, 22 ottobre 2007.
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