Miki Biasion

pilota di rally italiano

Massimo "Miki" Biasion (1958 – vivente), ex pilota di rally e di rally raid italiano.

Miki Biasion (2018)

Citazioni di Miki Biasion modifica

  • Da diciannove anni il Gruppo Fiat stava cercando di vincere il famoso East African Safari Rally senza successi. Nell'88-89 durante una ricognizione ai confini della Somalia, un capo tribù si gettò in mezzo alla strada in cerca di aiuto. Un cucciolo di elefante era rimasto imprigionato in una palude e stava morendo disidratato. Chiamai l'assistenza per radio, imbracammo l'elefante e lo legammo alle Delta Martini, mia e di Recalde. Ci vollero quattro ore per estrarlo dalla palude, ma alla fine riuscimmo a salvargli la vita. L'episodio probabilmente portò decisamente fortuna, perché ottenni la vittoria al Rally Safari per due anni consecutivi..[1]
  • Fin da bimbo avevo la passione per le automobiline. Per convincermi ad andare dal dentista me ne dovevano regalare una e così all'età di 6 anni avevo già uno scaffale pieno di modellini. Le mie preferite erano la Aston Martin di James Bond e la Mini vincitrice del Rally di Monte Carlo negli anni 60. [...] Contrariamente a quanto succede di solito, a trasferirmi la passione per i motori non è stato mio padre, cui le auto non hanno mai detto granché, bensì mia madre. È stata la prima donna ad avere la patente in Veneto e da piccolo mi portava a vedere le gare e i passaggi di piloti del calibro di Sandro Munari. Mio padre aveva un supermercato e la domenica giorno di chiusura, prendevo la Renault 4 utilizzata per le consegne a domicilio e mi esercitavo nel piazzale del parcheggio. Ho imparato a guidare così.[2]
  • [«Nel 1990 hai perso il titolo da un emergente Carlos Sainz [...]: che ricordo hai di quel Mondiale e della lotta col pilota spagnolo?»] Ho capito che avrei perso il titolo nel Rally di Sanremo di quell'anno. Lui partiva davanti a me e, in una curva a destra lui ha urtato una pianta, si è cappottato, è ritornato sulle ruote ed è ripartito come se niente fosse. Io sono arrivato in quella curva, ho visto per terra vetri rotti, una giacca a vento e una ruota e mi sono distratto: ho appena appena toccato la pianta con la ruota posteriore sinistra e mi si è staccata completamente. Lui, ribaltandosi e facendo un disastro finì la speciale e la gara, mentre io spaventandomi per i pezzi della sua vettura danneggiai la mia e fui costretto al ritiro. Lì ho capito che non avrei vinto il titolo, e che sarebbe andato a Sainz.[3]
  • Ho fatto 10 Dakar: sei in Africa e 4 in Sudamerica. [...]. A livello di avventura e percorso preferivo l'Africa: era una gara di orientamento, affaticamento e resistenza, non di velocità pura. Non c'erano lunghi trasferimenti in asfalto, e dopo il termine di ogni tappa si arrivava subito all'accampamento, mentre in Sudamerica anche per la conformazione dei paesi attraversati ci siamo trovati di fronte a una gara molto più veloce e sprint. In un certo senso, è simile a un rally, ma con trasferimenti giornalieri di 4-500 km e molto pesanti: preferisco l'Africa dove stai nel deserto tutti i giorni al Sudamerica dove arrivi in grandi città e puoi dormire in albergo. Sono un amante del "campeggio", e secondo me se vai a correre un rally-raid è anche per fare un bel po' di avventura e non solo per correre.[3]
  • In quegli anni, il rally aveva raggiunto il massimo della popolarità. Le Gruppo B erano veloci, spettacolari, prestazionali, ma anche pericolose, ed è per questo che sono state bandite. Ho ricordi meravigliosi, su quelle auto [...] Le Gruppo B erano velocissime: potenze di oltre 500 CV, accelerazioni incredibili, estrema leggerezza... Erano prototipi a tutti gli effetti![4]
  • La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso...[5]
  • La gara più bella? Non posso dimenticare il Safari Rally dell'88: finalmente ero riuscito ad aggiudicarmi questa sfida terribile e affascinante, non tanto contro gli avversari ma contro la natura. Ho percorso 4.500 km nella savana in 5 giorni, e senza mai un problema alla mia Deltina [Lancia Delta HF Integrale].[6]
  • La Stratos ha sempre corso nei miei sogni di ragazzino, con Munari e Pinto mi ha fatto innamorare dei rally. È eccezionale [...]. Bisogna guidarla molto di rilascio cercando di sfruttare al massimo l'uscita di curva, per non far pattinare le ruote. È più da traiettoria che da spettacolo [...]. La larghezza degli pneumatici posteriori è enorme. Con tanta differenza fra anteriore e posteriore, non è che permetta chissà quali derapate. Però questa signora dà ancora tanto gusto nel farti ascoltare il suono bellissimo del 6 cilindri, nella cambiata manuale vera. [...] se pensi che le vetture di grande produzione negli anni della Stratos erano la Fiat 127 e 128, immagina che stupore poteva suscitare una Stratos al suo arrivo![5]
  • Lancia ha sempre avuto una tradizione incredibile nei rally, dall'Aurelia B20 alla Fulvia ed alla Stratos. Con Munari è sempre stata vincente. Quando Lancia scendeva in campo, gli altri sapevano che avrebbero lottato per il secondo e terzo posto. Sono contento di essermi innamorato dei rally vedendo la Stratos correre [...][4]
  • Per noi di Bassano del Grappa, il Rally era un momento sacro. Andavamo con largo anticipo per assicurarci i posti migliori e aspettavamo le auto per ore. Poi, ad un certo punto, da lontano arrivava il rombo potente dei motori. Adrenalina, attrazione, vocazione: è difficile spiegare cosa provassi in quel momento, ma quando vidi il grande Sandro Munari condurre la sua Fulvia con una maestria unica al mondo, rimasi incantato. Capii allora qual era la mia strada: volevo diventare un pilota ufficiale della squadra Lancia, a qualunque costo.[1]
  • Quando correvo e vincevo non riuscivo a godermi il sapore della vittoria. Vinta una gara si doveva pensare a quella successiva e, nelle stagioni più intense, si lavorava 360 giorni all'anno, tra test, preparazione delle gare e gare stesse.[7]
  • Quando vai una volta alla Dakar, vuoi tornarci.[8]
  • [«Hai corso anche ai tempi eroici delle Gruppo B, mostri da 500 CV con i quali si rischiava la vita...»] Quelle macchine erano veramente impegnative: c'erano sì e no dieci piloti che sapevano veramente domare una Gruppo B e si metteva in conto di rischiare la vita andando al limite. Se guardo oggi i filmati dei miei passaggi mi dico che ero fuori di testa, ma sono anche orgoglioso per la mia carriera lunga e per aver vinto il Mondiale a soli trent'anni. [«Tempi eroici in cui nei rally c'era un'atmosfera diversa...»] C'erano una sportività e una rivalità diverse. Ricordo una volta in cui ci stavamo giocando il Campionato Italiano: di notte, anziché dormire, Gianfranco Cunico e Lucky Battistolli mi dipinsero il muletto tutto di rosa, vetri compresi. Persi due giorni in carrozzeria per far scrostare la vernice e finalmente potei partecipare alle ricognizioni del rally.[2]
  • Un pilota quando sale in macchina deve dimenticare quello che ha visto oppure vissuto, se non riesce a farlo forse è il momento di andare a giocare a golf. Un pilota deve avere paura, perché soltanto così lavori sulla tua guida e sulla tua sicurezza senza andare oltre il limite.[9]
  • [Sulla Lancia nei rally] Una Lancia che per un pilota di rally rappresentava quello che la Ferrari rappresenta per un pilota di Formula 1.[10]

Citazioni su Miki Biasion modifica

  • Costante ed efficace sempre, peccato che in Ford i loro tecnici non lo abbiano apprezzato... avrebbero vinto molto di più! (Sergio Limone)

Note modifica

  1. a b Dall'intervista Il campione Miki Biasion certifica la sua Fulvia Safari, fcaheritage.com.
  2. a b Dall'intervista di Vittorio Ricapito, Campioni del mondo, con Miki Biasion il pilota rally, newsauto.it, 26 luglio 2021.
  3. a b Da Marco Corradi, L'intervista a Miki Biasion: "Il doppio Mondiale rally, un sogno avverato. E sul progetto legato alle Lancia Delta dico che...", bandierascacchi.com, 4 luglio 2018.
  4. a b Dall'intervista di Marco Congiu, Miki Biasion: "Quando c'era Lancia, gli altri correvano per il secondo posto", automoto.it, 6 febbraio 2017.
  5. a b Dall'intervista di Paolo Sormani, La Stratos di Miki Biasion, ruoteclassiche.quattroruote.it, 15 ottobre 2020.
  6. Da un evento del Gruppo Dirigenti Fiat al Museo dell'Automobile di Torino, 14 novembre 2019; citato in Piero Bianco, Dopo quarant'anni la Lancia Delta continua a regalare emozioni, autologia.net, 27 novembre 2019.
  7. Dall'intervista di Roberto Valentini, Il restauro firmato Biasion, La Manovella nº 11, novembre 2020, p. 46.
  8. Da Filippo Bonsignore, Dakar 2013, intervista a Miki Biason: «È la corsa più dura che esista. Parto per vincere», ilsole24ore.com, 27 dicembre 2012.
  9. Dall'intervista di Andrea Ettori, WRC | Miki Biasion e la vittoria al Rally di Montecarlo 1987, p300.it, 19 gennaio 2022.
  10. Da un evento del Gruppo Dirigenti Fiat al Museo dell'Automobile di Torino, 14 novembre 2019; citato in Piero Bianco, Lancia Delta, quarant'anni da star, veloce.it, 27 dicembre 2019.

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