Quei bravi ragazzi

film del 1990 diretto da Martin Scorsese

Quei bravi ragazzi

Immagine GoodFellas Logo.png.
Titolo originale

Goodfellas

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1990
Genere gangster
Regia Martin Scorsese
Sceneggiatura Nicholas Pileggi
Produttore Irwin Winkler
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note

Quei bravi ragazzi, film statunitense del 1990 con Robert De Niro e Joe Pesci, regia di Martin Scorsese.

  • Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il presidente degli Stati Uniti. Quando cominciai a bazzicare alla stazione dei taxi e a fare dei lavoretti dopo la scuola ho sentito che volevo essere dei loro. Fu là che capii che cosa significa far parte di un "gruppo". Per me significava essere qualcuno in un quartiere pieno di gente che non era nessuno. "Loro" non erano mica come tutti gli altri, "loro" facevano quello che volevano, e nessuno chiamava mai la polizia. I ragazzi arrivavano in Cadillac e me le lasciavano parcheggiare. Giorno per giorno imparavo come si campava a sbafo, un dollaro qua un dollaro là. Vivevo come in un sogno. (Henry Hill)
  • Paulie si muoveva lentamente, ma solo perché lui non era obbligato a muoversi per nessuno. (Henry Hill)
  • Per noi vivere in qualsiasi altro modo era da matti. Per noi quella brava gente che faceva lavoretti di merda per una busta paga di merda e andava a lavorare tutti i giorni con la metropolitana e stava sempre in pena per i conti da pagare, per noi erano dei cadaveri, erano fessacchiotti, gente senza palle. Noi, se ci serviva una cosa, ce la prendevamo. Se uno si lamentava più di una volta che l'avevamo pizzicato aveva finito di lamentarsi per sempre, era ordinaria amministrazione, non ci pensavamo due volte. (Henry Hill)
  • E quello si ritrova Paulie come socio: se ha un problema, si rivolge a Paulie; se ha rogne con i pagamenti, si rivolge a Paulie; se ha rogne con gli sbirri, con i fornitori, con Tommy, basta una telefonata a Paulie, ma adesso deve pagare la quota al suo socio Paulie ogni settimana, senza sgarrare. "Gli affari vanno male? Vaffanculo e pagami". "C'è stato un incendio? Vaffanculo e pagami". "È cascato un fulmine? Vaffanculo e pagami". (Henry Hill)
  • Un giorno ho chiesto a mia moglie: "Cara, dove vuoi andare per il tuo compleanno?". E lei: "In un posto in cui non sono mai stata". "Ah, si? Allora prova in cucina!" (Henny Youngman)
  • Eravamo bravi ragazzi, ragazzi svegli. (Henry Hill)

Dialoghi

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  • Jimmy Conway: Congratulazioni. Il tuo regalo di laurea [gli mette dei soldi nel taschino]
    Giovane Henry Hill: Regalo? Ma perché? Mi hanno beccato.
    Jimmy Conway: Capita a tutti, ma sei stato bravo, non hai parlato e quelli non hanno niente in mano.
    Giovane Henry Hill: Io credevo che ti arrabbiavi.
    Jimmy Conway: Io non sono arrabbiato con te, io sono fiero di te. Hai preso il primo arresto da uomo, e hai imparato due grandi cose della vita.
    Giovane Henry Hill: Quali?
    Jimmy Conway: Guardami. Non tradire gli amici, e tieni sempre il becco chiuso.
  • Henry: ...è proprio buffo!
    Tommy: Come sarebbe buffo?
    Henry: Sei buffo, insomma, è una bella storia, è buffa, sei un tipo buffo!
    Tommy: Perché, per via di come parlo o cosa?
    Henry: No, è che sei... buffo! Insomma, è il modo come racconti le storie.
    Tommy: Buffo come? Che ci trovi di buffo?
    Voce: Tommy non hai capito...
    Tommy: No, aspè aspè, è cresciutello, sa quel che dice, che dici eh? Buffo come?
    Henry: Be'...
    Tommy: Come?
    Henry: Che sei buffo, tutto qua.
    Tommy: No spiegami fammi capire perché magari è colpa mia, forse sono un po' rincoglionito ma... buffo come? Buffo come un pagliaccio, ti diverto? Ti faccio ridere? Sto qua per divertirti? Come sarebbe buffo, buffo come, perché buffo?
    Henry: Per... per... per come racconti le storie, capisci?
    Tommy: No, no, io non capisco, tu l'hai detto, lo saprai no? Tu hai detto che sono buffo; ma com'è che sono buffo, che cazzo ci trovi di tanto buffo in me, eh, dimmelo, di', che c'è di buffo?
    Henry: ...ah, vaffanculo, piantala Tommy!
    Tommy: Certe volte mi vengono dubbi su di te, Henry, potresti mollare sotto un terzo grado!
  • Mrs. DeVito: Ma tu perché non ti trovi una brava ragazza?
    Tommy: Io ne trovo di bravissime tutte le sere, mamma!
    Mrs. DeVito: Io dicevo una ragazza che ti ci puoi sistemare.
    Tommy: Io mi ci sistemo benissimo tutte le notti, e la mattina dopo sono libero. Ti voglio bene, mamma, ti voglio bene!
  • Vinnie: Buona fortuna, Tommy!
    Tommy: Grazie, Vinnie. A te quanti anni fa ti hanno accettato?
    Vinnie: Ah, io sono un veterano: trent'anni fa.
    Tommy: Trent'anni?
    Vinnie: Sì!
    Tommy: Chissà quanti ricordi!
    Vinnie: Eh, sì.
    Tommy: Le montagne rocciose allora erano collinette!

Ci trattavano come delle stelle del cinema, ma eravamo più potenti, noi avevamo tutto. Le nostre mogli, le madri, i figli campavano bene con noi. Io avevo dei sacchetti pieni di gioielli nella credenza di cucina, avevo una zuccheriera piena di cocaina sul comodino accanto al letto. Mi bastava una telefonata per avere tutto quello che volevo: macchine gratis... le chiavi di una dozzina di appartamentini in città... scommettevo 30 mila dollari ai cavalli di domenica e sperperavo le vincite la settimana dopo, oppure ricorrevo agli strozzini per pagare gli allibratori. Non aveva importanza, non succedeva niente. Quando eri in bolletta, andavo a rubare un altro po' di grana. Noi gestivamo tutto: pagavamo gli sbirri, pagavamo gli avvocati, pagavamo i giudici. Stavano sempre con la mano tesa, le cose appartenevano a chi se le prendeva. E adesso è tutto finito. È questa la parte più dura, oggi è tutto diverso. Non ci si diverte più, io devo fare la fila come tutti gli altri e si mangia anche di schifo. Appena arrivato ordinai un piatto di spaghetti alla marinara e mi portarono le fettuccine col Ketchup. Sono diventato una normale nullità. Vivrò tutta la vita come uno stronzo qualsiasi. (Henry Hill)

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