Pinhead (personaggio)
personaggio principale della saga cinematografica di hellraiser
Pinhead
Cosplay di Pinhead
Universo | Hellraiser |
---|---|
Alter ego |
Cap. Elliot Spencer Dott. Paul Gregory L'Ingegnere Il Sacerdote Infernale Il Nero Dentro Il Grande Usurpatore L'Uomo Freddo |
Pinhead, personaggio del cinema e della letteratura creato da Clive Barker.
Citazioni di Pinhead
modificaFilm
modifica- La scatola. Tu l'hai aperta e noi siamo venuti.
- [«Ma chi siete?»] Esploratori delle più remote regioni dell'esperienza, per alcuni demoni, angeli per altri.
- Tu hai aperto la scatola e noi siamo venuti. Devi venire con noi a provare i nostri piaceri.
- Niente lacrime per favore. Non si deve sprecare così la sofferenza.
- Voglio sentirlo confessare la sua colpa. Dopo, è probabile che ti risparmieremo.
- Ti toglieremo il cuore e poi lo faremo a pezzi![1]
- Abbiamo tante cose stupende da mostrarti.
- Scoprirai nuovi orizzonti.
- Non è stato il caso a chiamarci. È stato il grande desiderio.
- Sei così impaziente di giocare. Perché non lo ammetti? Ci vuoi stuzzicare?
- Ormai è nel suo inferno privato, cara. Non potrai mai raggiungerlo.
- Lui è sprofondato nel suo inferno, adesso anche tu raggiungerai il tuo.
- Davanti a noi c'è l'eternità. Presto conosceremo la tua carne.
- Non si accettano patti. Non più. Finalmente conosceremo il brivido della tua carne.
- Se provi ad ingannarmi di nuovo, le torture che subirai saranno leggendarie anche all'inferno.
- Che cos'hai visto? Quello che ho visto io. Tu hai soddisfatto il tuo desiderio e io il mio appetito. Un piccolo aspetto del mondo e di come lo sottometteremo.
- Il bene e il male! Non esiste il bene, Monroe. Non esiste il male. Esiste soltanto la carne e i piaceri che ci procura.
- La carne è il potere, il dominio.
- Ci sono due chiavi in questa stanza. Una è nella tasca di questo stupido. Puoi tirarla fuori senza che io arrivi a prenderti, probabilmente, e far ritorno così in quel mondo che hai sempre conosciuto: banale, opprimente, senza sogni. [...] L'altra? Oh Terri, l'altra è la chiave che apre la porta dei sogni, dei miracoli diabolici e delle oscure meraviglie. C'è un altra vita fatta di piaceri sconosciuti, ed è tua Terri.
- È insopportabile, vero? La sofferenza degli altri, lo strazio degli amici. C'è un armonia segreta che regola l'universo, Joey. Suona come un rasoio che traversa la carne. [...] Non riesci a sentirla in questo momento. Io sono venuto per alzarne il volume, per affondare la faccia corrotta dell'umanità nella vescica putrida della sua anima.
- Obbediscimi e accetta una morte rapida finché sei ancora in tempo.
- Io sono il signore del male, niente potrà fermarmi![2]
- Quello che chiami inferno è il mio paradiso.[3]
- Nei lunghi anni della tua sofferenza, il ricordo di questo ti sembrerà un paradiso.
- Spesso i sogni sono terreni molto fertili su cui gettare i semi del tormento.
- Risparmia le lacrime. Raccoglierò il tuo dolore lentamente. Ho davanti a me secoli per scoprire le cose che ti faranno piangere.
- Credi che il mondo dei tuoi sogni mi si sia precluso? La tua mente non ha ostacoli per me. È come un libro aperto, come una porta spalancata.
- La sottomissione umana si ottiene facilmente, sia con il terrore che con la tentazione.
- Male? Come osate pronunciare questa parola? [...] Quello che conoscete come male è solo un ombra. Il male ha una sua faccia. Lasciate che ora io ve lo mostri. Signori, io sono il puro male.
- La sofferenza è l'unica moneta del reame.
- Sembro forse un essere al quale interessa disquisire sulla carità di Dio?!
- L'oscurità; è lei la mia vera luce.
- [«E tu in che cosa hai fede?»] In niente. Io sono così squisitamente vuoto.
- Io non posso morire. Io sopravviverò in eterno.
- Chi sono? O che cosa sono? Non è certo affar tuo. Io non sono l'assassino. Per trovarlo dovrai tornare nel luogo in cui tutto è iniziato. Torna lì, Joseph. Torna a casa adesso.
- Tutto un puzzle, non è vero, Joseph? O magari come una partita scacchi. I pezzi si muovono in modo apparentemente scoordinato, ma in realtà hanno tutti un singolo obiettivo: uccidere il re. Chi è il re in questo gioco, Joseph? È questa la domanda che ora devi porre a te stesso.
- Ah, ecco l'eterno dilemma dell'umanità. Adducendo l'ignoranza, mendicate pietà: "Per favore, aiutatemi! Io non riesco a capire". No, questa è la vita che tu hai scelto, Joseph. Queste sono tutte le persone a cui hai fatto del male, tutti gli istinti che hai soddisfatto. Sei riuscito a distruggere la tua stessa innocenza. Hai permesso che la tua carne consumasse il tuo spirito. Sei tu il tuo re, e questo qui è solo l'inferno che hai creato per te stesso.
- La tua carne ora sta uccidendo il tuo spirito.
- È inutile, Joseph. È così. Tu ormai hai rinunciato a te stesso. A questo punto, è rimasto un dito soltanto, un ultima morte alla fine di tutto. Benvenuto all'Inferno.
- È così difficile affrontare i tuoi demoni?
- Hai risolto il rompicapo. La forza è stata liberata. Non si torna indietro. Non avrò qui a termine finché non avrò quello che voglio. E quello che voglio sei tu.
- Non si può sfuggire dal passato per sempre. Alla fine si viene raggiunti e si deve espiare.
- Sei stato niente più di un esca per me. Ci sono creature molto più interessanti.
- Tu hai visto tante cose che non vorresti aver visto. Incubi dai quali non ti risveglierai mai. Benvenuto nel peggiore degli incubi: la realtà!
- Avverto l'odore della carne putrefatta. [...] Ma c'è anche profumo di vita. Qualcuno ha risvegliato i morti.
- Stridulo, poco interessante. Mi aspettavo qualcosa di meglio da qualcuno che è sopravvissuto tanto a lungo.
- Certe cose si fanno meglio in privato, non credi, Joseph? Ricordi come è stato per noi? Ti sei offerto di diventare il mio personale assassino. E poi te la sei fatta addosso.
- A ciascuno il suo. Tu hai attraversato una fase in cui non avresti toccato una ragazzina che avesse più di tredici anni.
- Sei un magnifico cliché. Eppure, hai seminato la speranza in troppa feccia che non lo merita. Contro ogni aspettativa, è cresciuta e si è diffusa e, sebbene le possibilità che sopravvivesse fossero minime, ha prosperato; il tuo dono ai dannati e ai disperati, a cui ora metterò fine.
- Ricorda il mio nome. Se lo dimenticherai anche per un singolo istante, ti cancellerò ogni singola memoria. Non ricorderai neanche di doverti accucciare quando caghi.
- Ho messo fine al mio Ordine, così da dare inizio a un'impresa che ho pianificato per gran parte della tua vita che, a quanto pare, si rifiuta di farsi spezzare. Sei sopravvissuto a situazioni da cui nessun altro uomo sarebbe uscito vivo. Ho pensato molto alla scelta degli occhi avrebbero dovuto rendere testimonianza alla nascita di un nuovo mondo. Ho bisogno di una mente che ricordi tutti gli eventi che accadranno da ora in avanti. E ho scelto te, per questo, Harry D'Amour.
- Tutto è morte, donna. Tutto è dolore. L'amore porta con sé soltanto la perdita. La solitudine conduce al dolore. Non importa cosa facciamo, saremo comunque sconfitti. La nostra unica, vera eredità è la morte. E il nostro unico lascito, la polvere.
- Il Signore Dio è un Dio vendicativo. La sentenza di morte di Lucifero è stata la vita eterna. Lui non poteva morire. E allora ha trovato un modo per superare la sua immortalità.
- Le protezioni che indosso sono un dono di Lucifero, rinato in me. La mia autorità è assoluta. La mia parola adesso è legge.
- Ora che tutte le menzogne sono state cancellate, il peso della verità è eccessivo, vostra signoria. Ed è con grande piacere che vi presento il mio esercito. Sarà l'ultima cosa che vedrete.
- Ho avuto una visione, durante tutti questi anni, che mi ha mostrato che, una volta pronto, avrei condotto un esercito fuori da questo abisso, in cui avevamo sofferto per i peccati del Caduto. [...] [Toccandosi la fronte] Qui dentro ci sono le grandi conoscenze, che un tempo appartenevano ai maghi del Mondo di Sopra. Non me le hanno consegnate con facilità. Molti mi hanno combattuto con tutte le loro forze. E io non sono stato impaziente. Sapevo che un giorno questo momento sarebbe arrivato, quando i tempi fossero stati maturi, e allora sarei dovuto venire da voi, con tutti i poteri sottratti ai nostri avversari sigillati nella mia mente. Con le conoscenze che ora possiedo, potrei distruggere il mondo diecimila volte, e ricostruirlo ogni volta, senza mai ripetere lo stesso incantesimo. Dunque, ora le strade potrebbero dividersi. Ho grandi poteri da offrire a chi vorrà seguirmi. Chi vuole unirsi a me, mentre conduciamo gli agnelli al macello?
- Sai cosa significa la parola autopsia? [...] Per la maggior parte della gente è una parola di morte. [...] Cadaveri mutilati. Oscurità. Incisioni. Ma quando il velo della paura viene strappato via, resta una cosa soltanto: la vista. È tempo di aprire la porta. Ciò che si trova dall'altra parte ti ha atteso a lungo.
- Dio è un pozzo senz'acqua a cui pellegrini già dannati vengono a bere. È il vuoto che guarda il vuoto. È il luogo in cui ho capito che non sono niente, e che non lo sono mai stato, e perciò alla fine ho deciso di mettere a nudo l'intera farsa.
- La maggior parte di coloro che mi incontrano non sono abbastanza fortunati da uscirne vivi. Tu e il detective avete in comune questo raro onore.
- Non ho lasciato nulla al caso. Se dovessi fallire, ci sarà un altro che verrà dopo di me. Ho sparso il mio seme in modo che la mia eredità continui. Lei è già nel tuo mondo, e si muove tra i viventi, mentre noi siamo qui a parlare.
- Guarda la anime perdute. [...] Questa è la Fine di Tutto.
- E se Lui piange per le tue sofferenze, perché non le guarisce? [...] E se Lui desidera che tu non sia così debole e preda delle tentazioni, perché non ti dà la forza di resistere? E se Lui ti sente piangere, perché resta in silenzio?
Citazioni su Pinhead
modifica- Ho avuto degli incubi in cui Pinhead veniva ad uccidermi. (Valentina Vargas)
Citazioni in ordine temporale.
- Ciò che credo renda speciale Pinhead è che non esiste niente di simile in giro.
- Era alto, somigliava molto alle illustrazioni che si trovavano nei volumi di demoni di un certo rilievo che loro avevano consultato negli ultimi mesi, alla vana ricerca di qualche sua debolezza. Non ne avevano scoperte, naturalmente. Ma ora, a vederlo in carne e ossa, c'era un distinto senso di umanità nella sua figura; dell'uomo che era stato un tempo, prima dei mostruosi atti del suo Ordine. La pelle era candida, la testa calva percorsa da cicatrici rituali che correvano in profondi solchi sia in orizzontale che in verticale, e in ogni intersezione era stato piantato un chiodo che, passando attraverso la carne priva di sangue, si conficcava nell'osso. Forse, in passato, quei chiodi erano stati lucenti, ma ormai il tempo li aveva corrosi. Non che importasse, perché possedevano comunque una certa eleganza, resa ancora più evidente dal modo in cui il demone teneva sollevato il capo, come se guardasse il mondo con un'aria di stanca condiscendenza.
- «Cosa stai cercando di dimostrare? Pensi che se ucciderai abbastanza persone, nel peggior modo immaginabile, ti daranno un nome diverso, magari il Pazzo, o il Macellaio? Non importa quante orribili torture tu possa escogitare. Sarai e resterai sempre Pinhead».
- Il volto del Cenobita era imperscrutabile. Nessuno avrebbe saputo dire quanti anni avesse – e Felixson era sveglio abbastanza da non chiederglielo – ma il peso dell'età si vedeva nella sua espressione, incisa in qualcosa che non si sarebbe mai potuto creare, ma che era stato cesellato dai dolori delle perdite e dal tempo.
- Norma sussultò. Non l'aveva sentito entrare, e questo la fece sentire ancora più a disagio. Di solito, se lo sentiva nelle ossa quando qualcosa, qualunque cosa, le si avvicinava. Ma quel demone era silenzioso. Troppo. E puzzava. Dio, quanto puzzava! Il suo olfatto sensibilissimo era un altro dono ricevuto in cambio della vista, e quella creatura ammorbava l'aria come niente al mondo. Era di certo una creatura che aveva avuto a che fare con ogni genere di demone; percepiva l'odore amaro delle loro innumerevoli specie su di lui. E avvertiva anche l'odore del sangue, che proveniva, potente, da un grembiule da macellaio. Ne arrivavano zaffate ache dagli strumenti di morte che portava alla cintura. Ma l'odore più forte era anche quello più antico: il sentore dei suoi peccati.
- Stava osservando, e lo sapeva, la fine dell'inferno. Una grande, invisibile mano lo stava spazzando via. Forse sarebbe stato ricostruito, e un nuovo sistema sarebbe sorto. Ma lui non lo avrebbe mai saputo. Aveva sfidato un potere più grande, e aveva perso, come era nell'ordine naturale delle cose. In quella sfida, aveva evocato il caos, e ora stava morendo, insieme con tutti gli altri abitanti di quel miserabile luogo. Nella consapevolezza arrogante che la sua eredità sarebbe stata per sempre fatta di dolore e di perdita, si aprì all'oblio.
Le palpebre si chiusero – si arresero, più che altro – le ossa del volto così fragili si schiantarono sotto il loro peso, mentre lui crollava sulla soglia dell'esistenza. Il suo ultimo respiro l'aveva già lasciato. E quando cadde, la vita fece lo stesso.
- Dicono che come attori noi mettiamo una parte di noi stessi in ogni ruolo che interpretiamo, e quella piccola del ruolo che recitiamo rimane con noi. Nel caso di Pinhead non sono sicuro di voler avere quella parte. Se ho messo qualcosa di me nel personaggio non l’ho fatto coscientemente e continuo a non vederla.
- Durante Hellraiser, ero a conoscenza che Pinhead era stato in passato un uomo. Non sapevo chi e non sapevo quando. Non avevo discusso nessun dettaglio specifico della sua backstory con Clive per Hellraiser, ma sapevo che era un essere umano. Ho usato questa informazione per ancorare due elementi: il primo, che tra le tante cose che ho percepito riguardo a Pinhead, il guardarsi allo specchio fosse [fonte di] malinconia e senso di smarrimento. L’ho collegato al senso di perdita della sua umanità che non riusciva a ricordare. Decisi che non riusciva a ricordare chi fosse stato, ma che avesse la consapevolezza di essere stato umano, un fatto che spiegava anche – ai miei occhi – la sua infinita fascinazione per gli esseri umani e per gli angoli oscuri e contaminati delle loro menti e anime.
- È stato sempre importante per me mantenere quel senso di anonimità nella mia testa, per quel senso di assenza, mistero ed enigma che secondo me appartiene al personaggio. Mi ha sempre dato fastidio essere chiamato Pinhead sul set, proprio per quella ragione.
- Lui è molte cose per me. Potere, melanconia, perdita, curiosità ed aridità emozionale, sentimenti, colori e uno specifico brano musicale di Antonio Vivaldi, insomma molte cose. Non ultima l’odore della colla del lattice!
- Pinhead ha molto del Mefistofele.
Citazioni in ordine temporale.
- Da quando aveva conosciuto per la prima volta le trame dell'inferno, in una casa di Lodovico Street, a non più di due miglia dall'appartamento in cui si trovava adesso, aveva studiato a fondo ciò che scorreva sotto la superficie del mondo (che avrebbe permesso di trovare qualcuno come lei, per esempio), qualcosa di così freddo e crudele che perfino adesso, quasi trent'anni dopo, continuava a svegliarsi di soprassalto quasi ogni notte, zuppa di sudore, con nelle orecchie la voce cupa dell'Uomo Freddo con i chiodi piantati in faccia. In qualche modo, era riuscita a sfuggire due volte alle sue grinfie, e quelle dei suoi accoliti. Ma per quanto lontano fuggisse, quelli le erano sempre dietro di un passo. E lei sapeva bene che se l'avessero davvero voluta indietro, sarebbero riusciti ad averla.
- Coloro che erano così sciocchi da decidere di insultare quel demone lo chiamavano Pinhead. Lei lo aveva considerato un nome stupido, la prima volta che l'aveva sentito, e ancora la pensava così. Non dubitava che chi aveva coniato quel soprannome l'avesse fatto per togliergli in qualche modo autorità. Ma non era andata così. Pinhead era un fiore velenoso comunque lo si chiamasse.
- Le posò il palmo della mano sulla nuca, vicino al collo. Kirsty avvertì un fiore spinato di ghiaccio sbocciarle sulla schiena. Cominciò a battere i denti. Il cuore le martellava contro la gabbia toracica come se stesse cercando di scappare dal corpo, ancora sconvolto dal tocco dell'Uomo Freddo. Desiderò di potersi allontanare da quel luogo, di essere al sicuro da quel demone, di avere la possibilità di ricordare qualcosa di diverso dal terrore. La sua mente si ritrasse. Il tempo divenne una menzogna, cantando un'elegia. Ma l'odore... oh, Dio, quell'odore. La riportò indietro dalle profondità del suo inconscio.
Note
modifica- ↑ Nell'originale We'll tear your soul apart, ovvero "Ti faremo a pezzi l'anima".
- ↑ Nell'originale Thou shalt not bow down before any graven image (non ti inchinerai dinanzi ad alcuna immagine scolpita), ovvero il secondo dei dieci comandamenti.
- ↑ Nell'originale Burn? Oh, such a limited imagination, ovvero "Bruciare? Oh, che immaginazione limitata".