Paolo Sorrentino

regista italiano (1970-)

Paolo Sorrentino (1970 – vivente), regista, sceneggiatore e scrittore italiano.

Paolo Sorrentino (2017)

Miglior film straniero (2014)

La grande bellezza

Citazioni di Paolo Sorrentino

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [A proposito de Il Divo] Andreotti ha reagito in modo stizzito e questo è un buon risultato perché di solito lui è impassibile di fronte ad ogni avvenimento. La reazione mi conforta e mi conferma la forza del cinema rispetto ad altri strumenti critici della realtà.[1]
  • L'uomo di potere è per definizione misterioso, la gestione del potere lo è. Sono deputati a prendere le alte cariche uomini inafferrabili, i prevedibili al potere non ci arrivano.[2]
  • La solitudine è spesso presente. Spero di bilanciare con l'ironia, insomma, ci provo sempre, poi nove casi su dieci rido solo io.[3]
  • Me ne sono andato da Napoli per stanchezza, ma anche perché sono una persona paurosa ed è una città che riesci a vivere bene solo se la affronti di petto, se la esplori senza il timore che ti possa succedere qualcosa... dipende probabilmente anche da dove sei nato.[4]
  • [A proposito de This Must Be the Place] Nel mio mondo ideale i film non dovrebbero più prevedere le trame e dovrebbero semplicemente raccontare a tutto tondo i personaggi; tuttavia la trama nel film c'è, perché c'è ancora chi è appassionato di questa brutta cosa.[5]
  • [Riferito a quali sono gli ingredienti per fare un buon film] Tutti. Bisogna fare attenzione a tutto, tutti gli aspetti del cinema vanno curati, nessuno è secondario. Più di tutti va curato il proprio intuito, dato che il fare cinema si muove sulla velocità, allora il tempo di ragionare e di capire perché si fa la giraffa [Riferito alla giraffa de La grande bellezza] non c'è, bisogna intuire che la giraffa possa funzionare, emozionare.[6]
  • Io sono uno sceneggiatore che tende a scrivere più di quanto serva. Quando scrivo per i film mi trattengo, mentre quando scrivo una serie devo sforzarmi di aggiungere. Nel primo caso, invece, devo sforzarmi di tagliare. La mia misura ideale sarebbe un film di 3 ore e una serie di 5 ore. Ma i film durano invece tendenzialmente due ore e le serie 10 ore.[7]
  • Gli attori si dividono in due categorie, secondo me. Ci sono gli attori "agonistici", quelli che arrivano e dicono: «Come la vuoi? Posso fare così, posso fare colì», non vedono l'ora di dimostrarti che sanno fare quella cosa. Poi ci sono gli attori "bambini" che invece vanno accuditi.[8]

Dall'intervento a TEDx Talks, 8 ottobre 2011; disponibile su youtube.com, 20 ottobre 2011.

  • Annoiandosi del mondo, si ha la possibilità di creare un proprio mondo, e questa è la massima priorità per scrivere un racconto, un film o fare una canzone, o un quadro.
  • Avere una sensazione di tristezza per un motivo che non conosci è un buon movente per mettersi a creare qualcosa, perché quel qualcosa che non conosci e che ti fa essere triste, diventa l'oggetto della ricerca.
  • C'è sempre chi vuole intraprendere questo lavoro e quindi mi piace dare dei consigli, ed è questo: di vedere molti film brutti e, prima di mettersi a scrivere una storia, leggere sempre il Guinness dei primati, che è quel libro nel quale c'è la più grande concentrazione di cose eccezionali che sono anche reali. Ed è questo che dovrebbe essere il cinema: eccezionale nel reale.
  • Di fatto il mio modo di procedere è provare ad essere costantemente ironico, sperando che ogni tanto, dentro l'ironia, affiori qualcosa di serio.
  • L'unico elemento che veramente trovo attraente nell'osservazione degli individui è la distanza che esiste tra l'immagine che gli uomini vogliono dare di sé e quel momento in cui, sempre ed esclusivamente attraverso un dettaglio, mai qualcosa di enorme, tradiscono loro stessi e fanno uscire fuori qualcosa che rivela una verità altra.
  • La noia delle conversazioni della vita vera mi spinge a cercare dei dialoghi che non raccontino del più e del meno.
  • Mi venne in mente che alla domanda "che cosa può raccontare il cinema?" si poteva rispondere "tutto", e questo mi dava effettivamente un brivido.
  • Questo è stato per me il primo insegnamento su come si può stare al mondo, ed è francamente l'unico modo che ho imparato, cioè frequentando l'ironia.

rai.it.

  • Per quanto mi riguarda, ogni film deve essere una caccia smodata all'ignoto e al mistero. Non tanto per trovare una risposta, quanto per continuare a tenere viva la domanda.
  • Sean Penn è l'attore ideale per un regista. Perché è estremamente rispettoso delle idee del regista e non solo ha il dono di migliorarle, ma possiede anche il talento sconfinato che gli permette di raggiungere un'autenticità e una profondità sul personaggio che francamente a me sarebbero state sconosciute anche se ci avessi riflettuto una vita intera.
  • [...] Dublino possiede bellezza e malinconia. Due sentimenti che possono convivere magnificamente in un racconto cinematografico.
  • [...] volevo misurarmi in maniera spudorata e spericolata con tutti i luoghi iconografici del cinema che mi hanno fatto amare questo lavoro sin da quando ero ragazzino: New York, il deserto americano, le stazioni di servizio, i bar bui coi banconi lunghissimi, gli orizzonti lontanissimi. I luoghi americani sono un sogno e, quando ci sei dentro, non diventano reali, ma continuano ad essere sogno. Questa stranissima condizione di continua sospensione dalla realtà mi è accaduta solo negli Stati Uniti.
  • Harry Dean Stanton è uno dei miei idoli cinematografici. Per questo film avevo la possibilità di incontrare gli attori americani e uno dei primi che ho chiesto di vedere è stato proprio Harry Dean Stanton. Il primo incontro è stato emozionante e sorprendente. Siamo stati in silenzio per un tempo lunghissimo. Io tramortito dall'imbarazzo e lui completamente a suo agio in questa specie di acquario. Poi, di colpo, senza preavviso, ha detto: "Io vivo bene perché non ho le risposte". Io ho azzardato, tanto per dire una cosa: "L'importante è non farsi le domande". È seguito un altro silenzio e poi ci siamo salutati. Qualche ora dopo mi ha chiamato un suo assistente e mi ha detto che Harry Dean era rimasto favorevolmente colpito da me. Mi è sembrato, per un attimo, di vivere dentro una buona sceneggiatura.

Gli aspetti irrilevanti

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  • In quel momento è stata incantevole come non lo è mai più stata in tutta la vita, perché la sete di denaro rende bellissimi. (cap. Elsina Marone, p. 9)
  • Ma Roberto è sempre stato il tipo di uomo che, avendo a disposizione due possibilità, finisce per non sceglierne nessuna. (cap. Roberto Cappa, p. 35)
  • "Roberto, potrei essere equa e giusta, è vero. Ma preferisco vivere." (cap. Roberto Cappa, p. 36)
  • Piangono male, i padri. Dimenticano lo stile. È quel che accade a chi fa le cose di rado. (cap. Ada Bacco, p. 39)
  • I morenti dimenticano sempre che ogni morte è, per chi resta, un dolore e una liberazione. Dal momento che soffrono, però, i morenti credono solo al dolore. (cap. Ada Bacco, p. 41)
  • Rimase delusa, a diciannove anni, quando scoprì, facendo un test tra amici, di possedere un quoziente intellettivo altissimo. Essendo intelligente, capì subito che questa dote sarebbe stata solo una fonte di guai e di frustrazioni. E così è stato. (cap. Ada Bacco, p. 42)
  • Ma Peppino stava tenendo in vita la morte. (cap. Ylenia, p. 71)
  • Sull'educazione dei figli ha risolto la questione molto tempo fa, asserendo: "Fate da voi".
    Uno dei figli, attraverso una classica crisi adolescenziale, la provoca chiedendo: "Che cazzo di metodo è fate da voi?"
    Lei risponde: "Non è un metodo. È un destino. E un destino è un dato di fatto. Sono nata per salvare il mondo attraverso la ricerca, pensi che mi avanzi tempo per rassicurarti?"
    Il figlio, alla luce di questa affermazione, per attirare l’attenzione, prova a drogarsi, ma scopre ben presto due cose: le droghe non gli piacciono e la madre non si accorge che lui si sta drogando. Smette dopo due settimane con l’eroina. (cap. Enza Condé, p. 92)
  • "Questa è la vecchiaia, cara. Nelle tasche, non sono più previste sorprese" [...]. La nipote, dopo il funerale, ha comprato una gonna senza tasche. (cap. Enza Condé, pp. 95-96)
  • Non sa cosa farsene, Linda, dell’amore. A differenza delle carte, l’amore è prevedibile. (cap. Linda Giugiù, p. 145)
  • Affabile ritiene che gli sia sufficiente guardare una volta al giorno quel ragazzino per avere anche lui la sua porzione di libertà. Assapora, attraverso quel bambini secchione, cosa significa stare lì fuori. Significa studiare, impegnarsi, preoccuparsi per il futuro. Valerio Affabile non deve preoccuparsi del suo futuro. Ci pensa lo Stato. (cap. Valerio Affabile, p. 158)
  • "Perché questa è l’esperienza più dura ed estenuante che ci tocca fare, ragazzi cari. Accettare l’idea che il male non esiste, anche quando è davanti ai nostri occhi". Così disse il notaio Ceccarono su all’attico. E tutti, nel vivo dell’assemblea condominiale, tacquero. (cap. Donna Emma, p. 196)
  • Lui voleva essere quello che se ne sta in fondo al bar, da solo, a leggere il giornale e a lamentarsi dei tempi che cambiano a un ritmo lontano dal suo. (cap. Livio Casa, p. 199)
  • Questo è l’esito di tutta la mia bellezza. Non si vive di lusinghe. Dopo due giorni, le lusinghe diventano noiose come la TV del pomeriggio. (cap. Paride Bussotti, p. 253)
  • Come molte persone banali, confonde la Pampanini con la Lollobrigida ed è eternamente convinto di dire cose uniche e intelligenti. (cap. Settimio Valori, p. 265)
  • La censuses non è un’invenzione dei moralisti, ma dei sofferenti. (cap. Settimio Valori, p. 272)

Hanno tutti ragione

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Che poi non ce ne eravamo neanche accorti, ma è cominciato tutto perché qualcuno aveva talento, purtroppo. Io!
Che altro dire? Uno passa un sacco di tempo a dirsi: va bene. Ma quello mica va bene. Quasi mai. E chiuderei qui prima ancora di cominciare se non fosse che questa vanità malsana galoppa dentro di me, più veloce di me.
Mi piacerebbe essere limpido, ma non servirebbe a nulla.

Citazioni

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  • Non sopporto niente e nessuno. Neanche me stesso. Soprattutto me stesso. Solo una cosa sopporto. La sfumatura. (prefazione, p. 13)
  • Se a Sinatra la voce l'ha mandata il signore, allora a me, più modestamente, l'ha mandata San Gennaro. (p. 16)
  • C'è una tensione così indescrivibile al punto che veramente confina con l'umidità. (p.)
  • Quando la notte ti acchiappa veramente, venirne fuori è come combattere coi leoni, coi ragni giganti. (p. 32)
  • L'Italia è un paesello monotono. E il Medioevo mi ha rotto le palle. Le piazze tutte uguali, le vie tutte uguali e i portici di queste cittadine maledette, non li distingui l'uno dall'altro, ci passi sotto e non vedi cosa accade fuori. Ma cosa accade fuori? Probabilmente niente. […] Solo la mia città ha ancora un minimo di senso con quell'apertura alata a mare, sterminata. Ti dà la sensazione che se vuoi, puoi fuggire. (p. 60)
  • Però sapete com'è, bellissimi, voi vi mettete là e quelle arrivano, non dovete fare un cazzo di niente, vi crogiolate e vi alimentate solo del vostro essere belli. Allora sì, avete i lineamenti a posto, ma non avendo mai avuto l'esigenza di sviluppare altre doti cosa succede? Succede che per il resto siete insignificanti ed indifferenti, non avete il senso dell'umorismo perché nella vita non vi è servito, non vi spremete il cervello per il senso della conquista e questo fa di voi delle personcine aride e silenziose. L'unica arrampicata di pensiero che riuscite a organizzare è quella demente dello sguardo finto tenebroso. Siete patetici e mi fare piangere o ridere non so. Non ci interessate. Tenebroso di che? Cazzoni. (p. 66)
  • Madri apprensive le hanno allenate come atlete olimpioniche ad organizzare sfaccettate forme di rifiuto. Hanno colonizzato i cervelli delle ragazze perché ci odiano a noi uomini esterni, strepitosi predatori del sesso spinto. […] Perché noi dobbiamo vincere le madri. (p. 69)
  • Il bluff è il motore della nostra seduzione. Ma un bluff col sapore della verosimiglianza. Niente Goldrake del cazzo e Fantastici Quattro. (p. 69)
  • Sedurre è come scrivere una bella canzone, tutto tecnica e ritmo, tecnica e ritmo. Il talento dell'ironia è una freccia supplementare che non sempre potete avere al vostro arco. (p. 70)
  • Se cominci a dare un senso alle cose, significa che stai invecchiando. (p. 76)
  • A casa tengo un pianoforte a coda bianco, lampade, divani in pelle nera, tavoli e tavolini di cristallo, lampadari, porcellane di Capodimonte che sono la mia passione e tengo pure mia moglie. Un soprammobile di troppo (p. 78)
  • Tutte le casalinghe del mondo possono trovare le parole giuste per impiccarvi. Perché hanno un sacco di tempo libero per raccattare le parole giuste. Che penetrano e sprofondano. (p. 86)
  • Chi l'ha inventata la vita? Un sadico. Fatto di coca tagliata malissimo. (p. 90)
  • La prostata è il grosso problema dell'anziano moderno. (p. 96)
  • La distrazione. La massima invenzione dell'essere umano per continuare a tirare avanti. Per fingere di essere quello che non siamo. Adatti al mondo. (p. 101)
  • Lei e le sue amiche si prodigano ai fornelli per i loro uomini, non perché li amano ma perché temono l'inenarrabile confronto sempre in agguato che gli uomini possono fare tra mogli e madri. È questa competitività all'ultimo sangue fra mogli e suocere che salda la Repubblica italiana e tiene uniti i matrimoni, che vi credete! (p. 103)
  • Gli uomini si dividono in due categorie: quelli che si mettono comodi. E appassiscono. E gli altri. Io faccio parte degli altri. (p. 132)
  • Ci vuole la morte negli zigomi per capire veramente le cose. (p. 186)
  • In effetti, la decadenza del mondo non è forse cominciata a partire da quel cazzo di crème caramel? Poi siamo precipitati nel risotto allo champagne, inghiottiti da pennette alla vodka, addirittura il maltagliato al profumo di rosa, consegnandoci al fallimento lucido, lineare. Il mondo cambia a seconda dei menu, e noi che non ce ne rendiamo conto. (p. 195)
  • Nessuno, come gli italiani, sa organizzare così bene le tempeste dentro ai bicchieri d'acqua. (p. 209)
  • Se non rivolgete la parola a nessuno e avete un po' di pazienza vedrete che si avvicineranno loro, come grappoli d'uva cadenti, morenti dalla voglia di fare una sola cosa, mettervi sul piedistallo. La sudditanza è miliardi di volte più comoda del piglio decisionale, però è più noiosa, pochi dubbi su questo. (p. 211)
  • È la sciatica, questa mignotta di seconda fascia. (p. 212)
  • Sentirsi come i gatti, che vivono beati perché non se ne fregano un cazzo di nessuno, badano solo alla ricerca della loro posizione perfetta e soddisfacente sul territorio. Per questo sono così odiosi i gatti. Hanno risolto il problema senza neanche conoscerlo. Un privilegio inaccessibile agli esseri umani (p. 214)
  • Preparati, atletici e testardi come i giovanotti del battaglione San Marco. Sanno fare tutto gli scarafaggi. Tutti gli sport e tutte le guerre. Ma che cazzo sono questi qui? Io non lo so. Campioni di decathlon. Il giorno che li inviteranno e partecipare alle olimpiadi, i neri di Chicago avranno gli attacchi di panico. Lo scarafaggio sa fare tutto. Lo scarafaggio di Manaus è dio. Senza iperboli. (p. 217)
  • Non fate gli schizzinosi, amici cittadini, non cercate di forzare la natura, non fate gli evoluti del cazzo, non fate parlare i quattro libri noiosi e rilegati male che avete letto, la rissa è oggettivamente un cosa meravigliosa, è meglio di una scopata con la Carrà all'apice della sua comunicativa sessuale, quando si proponeva di darla da Trieste in giù. Chi dice il contrario sul concetto di rissa, è un imbottito di psicoanalisi e progresso che non andrà molto lontano. Neanche se tiene Freud come medico della mutua. La rissa è bella. La rissa è stupefacente. La rissa è la rissa. (p. 222)
  • Io ci ho un debole per gli uomini che non hanno nulla da perdere. Sono i nuovi bambini, pur di giocare un'altra mezzoretta sarebbero pronti a vendersi la madre. Eccedono, gli uomini che non hanno nulla da perdere, fino alla nausea. Ma la differenza tra me e il resto del mondo è che io, dentro alla nausea, ci sto una meraviglia. Non la vivo come un problema, la nausea. Per questo sono inadatto al mondo. Per questo sono solo. (p. 223)
  • Alberto non ha concesso al prossimo l'unica cosa che ti consente di fronteggiare il mondo: il tempo. (p. 227)
  • I geni sono quelle persone che ci stai a fianco senza nessuno sforzo. Ecco chi sono i geni. (p. 283)
  • Hanno tutti ragione. È in base a questo principio elementare che prospera il benessere e il conto corrente. (p. 291)
  • L'amore è l'insostituibilità. (p. 302)
  • Solo i figli piccoli sanno difendere le madri. Con una goffaggine che li rende potentissimi. E invincibili. (p. 317)

Citazioni su Paolo Sorrentino

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  • È uno dei più grandi registi viventi. The Young Pope è una delle mie serie preferite. Credo che la tv stia facendo davvero un ottimo lavoro e mi piace quasi più che il cinema. (Woody Harrelson)
  • La forza dell'ultimo Sorrentino, è anche di avere un attore come Toni Servillo che dà una grandezza al suo personaggio. (Enrico Vanzina)
  • Quando Paolo Sorrentino mi ha chiamato non sapevo nemmeno quale ruolo volesse farmi interpretare e ho detto di sì a prescindere. (Massimiliano Gallo)
  • Sorrentino sa creare l'atmosfera, una cornice dentro la quale viene facile esprimersi. (Roberto Herlitzka)
  1. Citato in Liberazione, 24 maggio 2008.
  2. Citato in Silvia Fumarola, Paolo Sorrentino, dopo il Papa un film su Berlusconi: "Il potere, una delle tentazioni più forti del genere umano", Repubblica.it, 8 aprile 2017.
  3. Dalla presentazione de La grande bellezza all'Ateneo Palazzo del Cinema, 2013; disponibile in Lezione di Cinema - Paolo Sorrentino da Anteo spazioCinema, youtube.com, 30 maggio 2013, a 27 m 43 s.
  4. Dall'intervista a Cristiano de Majo, Paolo Sorrentino racconta, rivistastudio.com, 16 gennaio 2017.
  5. Dall'intervista di Fazio Fazio nel programma televisivo Che tempo che fa, Rai 3, 8 ottobre 2011.
  6. Dal Festival Trastevere Rione del Cinema, in occasione della proiezione de La grande bellezza in versione integrale, 2016; disponibile in Paolo Sorrentino presenta "La grande bellezza" #TrastevereFestival2016, toutube.com, 24 febbraio 2017, a 4 m 51 s.
  7. Citato in The New Pope, parla Paolo Sorrentino: "I miei Papi sanno rinunciare al personalismo, non come i politici di oggi", tvblog.it, 5 gennaio 2020.
  8. Dal podcast di Daniele Tinti e Stefano Rapone, Tintoria, #227, youtube.com, 22 ottobre 2024.

Bibliografia

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Filmografia

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Altri progetti

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