Norman Douglas

scrittore britannico

George Norman Douglas (1868 – 1952), scrittore britannico.

Norman Douglas nel 1935

Citazioni di Norman Douglas

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  • Bisogna essere intelligenti per dire una bugia. Gli sciocchi è meglio che siano sinceri.
It takes a wise man to handle a lie. A fool had better remain honest.[1]
  • L'istruzione è una fabbrica di echi gestita dallo Stato.
Education is a State-controlled manufactory of echoes.[2]
  • L'Aspromonte merita il nome che porta. È un'agglomerazione incredibilmente aspra di colli e valloni [...]. Lasciatosi alle spalle il nucleo più alto del gruppo montagnoso, il viandante si trova sperduto in un dedalo di gole intricate, serpeggianti qua e là senza che si distingua un ben definito sistema di spartiacque. Il sentiero si snoda entro e fuori valli e burroni, si arrampica sulle alture punteggiate di felci e cisti riarsi dal sole, ridiscende in radure rugiadose orlate di precipizi e sormontate da felceti scoscesi, attraversa torrenti di una limpidezza cristallina, serpeggia di nuovo sotto i pini inerpicandosi in zig-zag interminabili solo per svanire ancora una volta nella penombra di abissi più profondi, fiancheggia un ruscello dai bordi precari, finché qualche nuovo ostacolo blocca la via – e così per lunghe, lunghe ore.[3]
  • Nel corso del viaggio verso Occidente, le Sirene si fermarono a lungo sul promontorio Ateneo, che ora è chiamato punta della Campanella [...] Su quel promontorio, battuto dalle onde, sorse in loro onore un candido tempio [...] Statue e colonne furono presto spazzate via, ma il ricordo del tempio rimane, racchiuso nel nome del villaggio di Massa Lubrense (delubrum). Splendida forma di sopravvivenza, se si riflette: un tempio racchiuso e conservato nelle lettere di una parola della quale è stato dimenticato il significato, anche se è stata trasmessa da padre in figlio, attraverso i secoli tumultuosi dei Romani e dei Goti, dei Saraceni, dei Normanni, dei Francesi, degli Spagnoli; parola misteriosa per il volgo, che riesce a sopravvivere in eterno [...] Una terra benedetta, traboccante di latte e di miele e di questo soprattutto.[4]
  • Non vale quasi mai la pena di essere offensivo. Non vale mai la pena di essere offensivo a metà.[5]
  • [La Sila] [...] venerando altopiano granitico, dolcemente ondulato, con cime delle montagne occupate da boschi [...] se non fosse per la mancanza dell'erica con le sue inconfondibili sfumature violacee, il viaggiatore potrebbe credere di essere in Scozia.[6]

La terra delle sirene

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  • Fu l'imperatore Tiberio che mise in imbarazzo i grammatici di corte chiedendo quali fossero i canti delle Sirene? Io credo che, in verità, egli dovesse saperne più di loro, perché per tutta la vita fu un adoratore delle Sirene, anche se il Fato gli concesse di soddisfare questa passione solo negli ultimi pochi anni, che trascorse in mezzo a loro nell'isoletta rocciosa di Capri. I grammatici, se erano prudenti, certo lo rinviarono ad Omero, che ci ha tramandato una parte di quei canti.

Citazioni

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  • Da queste parti qualsiasi cosa abbia penne viene sparata senz'altro e mangiata, senza tener conto di misure e di specie. Non è piacevole essere uccello nella Terra delle Sirene. (da Lungo la costa, p. 99)
  • Il prezzo del pesce viene tenuto alto non dai forestieri, ma dagli abitanti, che sono tutti ittiofagi, come gli antichi ateniesi; e se si tien conto dell'accanimento con cui vengono perseguitati gli animali marini, bisogna giudicare quasi miracoloso il fatto che su queste coste sopravvivano ancora esseri natanti o striscianti. Proprio non è piacevole essere pesce nella Terra delle Sirene. (da Pioggia sulle colline, p. 138)
  • La verità è che nel Mediterraneo è difficile trovare un pesce che valga la pena di mangiare e che ex nihilo nihil fit. La bouillabaisse è buona perché la preparano i francesi e questi, se volessero provare, riuscirebbero a fare un piatto prelibato e sostanzioso anche con cicche di sigaro e scatole di fiammiferi vuote. (da Pioggia sulle colline, p. 137)
  • Nella visione di Pontano, infatti, i canti delle Sirene altro non sarebbero che l'attrazione irresistibile dell'eloquenza e dell'amore per le lettere: “Tutto quello che è stato detto sulla dolcezza della voce e dei canti delle Sirene non è altro che favola, destinata a mettere in luce il fascino potente della rettorica e della cultura letteraria”. Non è suggestiva questa identificazione delle Sirene con l'incanto della letteratura, che l'umanista antico credette di potere fare? (da Il promontorio di Minerva, p. 253)
  • Comunque, questa nuova Terra delle Sirene non può essere nelle stelle, perché solo Platone poteva immaginare di far rivivere le Sirene in quei mondi remoti e perché non vale la pena di cercare ciò che non è possibile trovare su questa Terra. (da Il promontorio di Minerva, p. 253)

L'estate è finita.

Vento del Sud

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  • Don Francesco era un pescatore di uomini e di donne. Pescava ad maiorem Dei gloriam e perché la cosa lo divertiva. Era il suo modo per fare del moto.
  • Nessuno può aspettarsi che una maggioranza sia mossa da motivi che non siano ignobili.
  • ...Non vedo come bellezza e utilità possano mai essere fuse in un concetto omogeneo. Sono troppo antagonistiche per coincidere...[7] (Count Caloveglia)
  • Per trovare un amico, bisogna chiudere un occhio; e, per non perderlo, tutti e due.
  • Quanti uomini che credono di aver trovato una casa scoprono invece di avere aperto una taverna per i propri amici.
  • Si possono conoscere gli ideali di una nazione attraverso la sua pubblicità.
  1. Da Fountains in the sand, M. Secker, 1921.
  2. Da How About Europe, Chatto & Windus, Londra, 1930.
  3. Da Vecchia Calabria, traduzione di Grazia Lanzillo e Lidia Lax, Giunti Martello, Firenze, 1978; citato in Francesco Bevilacqua, Calabria sublime, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2005. p. 125.
  4. Citato in Guida d'Italia. Napoli e dintorni, Touring Club Italiano, Milano, 20016, p. 85. ISBN 883651954-7
  5. Citato in Guido Almansi, Il filosofo portatile, TEA, Milano, 1991.
  6. Da Old Calabria, Citato in Stefano Ardito, Cammini e sentieri nascosti d'Italia: da percorrere almeno una volta nella vita, Newton Compton, Roma, 20183, p. 256. ISBN 978-88-227-0436-8
  7. Citato in Victor W. von Hagen, Gli imperi del deserto nel Perù precolombiano, Archeologia, tradizioni e riti sessuali delle più importanti civiltà precolombiane, traduzione di Pietro Negri, illustrazioni di Alberto Beltrán, Newton Compton, Roma, 1993, p. 73. ISBN 88-7983-186-0

Bibliografia

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  • Norman Douglas, Vento del Sud, traduzione di Henry Furst, Leonardo, 1994.
  • Norman Douglas, La terra delle sirene, traduzione di Giuseppe Viggiani, Leonardo, 1991.

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