Vivekananda

mistico indiano
(Reindirizzamento da Narendranath Dutta)

Swami Vivekananda, nato Narendranath Dutta (1863 – 1902), mistico e filosofo indiano.

Vivekananda in una foto del 1893

Citazioni di Vivekananda

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  • I desideri sono incatenati alle leggi del successo e del fallimento. I desideri devono portare l'infelicità.[1]
  • Il Karma-yoga ci insegna a come lavorare per il lavoro, non-attaccati, senza preoccuparci di ciò che si compie, ci insegna anche perché dovremmo lavorare. Il karma-yogi lavora perché è la sua natura, perché sente che è un bene per lui fare così, e non ha alcun obiettivo oltre quello. La sua posizione nel mondo è quella di un donatore, e non si preoccupa mai di ricevere nulla. Sa che sta donando, e non chiede nulla in cambio, e perciò evita la presa della sofferenza.[2]
  • Il macrocosmo e il microcosmo sono costruiti esattamente sul medesimo progetto.[3]
  • Il Vedanta insegna che il Nirvana può essere ottenuto qui e ora, che non dobbiamo aspettare la morte per raggiungerlo. Il Nirvana è la realizzazione del ; e una volta saputo questo, anche se solo per un momento, nessuno mai potrà essere ancora ingannato dal miraggio della personalità.[4]
  • L'uomo, dopo la sua vana ricerca di Dio fuori se stesso, completa il cerchio e ritorna al punto d'inizio l'anima umana; e scopre che il Dio che cercava per mari e monti, che cercava in ogni ruscello, in ogni tempio, in chiese e cieli, che il Dio che immaginava essere seduto in cielo a governare il mondo, era il suo stesso . Io sono Lui, Lui è Me. Nulla è Dio se non Io, e questo piccolo "io" non è mai esistito.[4]
  • L'uomo perfetto sa indirizzare la sua intera anima su di un unico punto d'amore, eppure sa esserne distaccato.[1]
  • La cristianità deve diventare tollerante prima che il mondo desideri unirsi con essa in una carità comune. Dio non ha lasciato Se stesso senza una testimonianza in ogni cuore, e gli uomini, soprattutto coloro che seguono Gesù Cristo, dovrebbero voler ammettere questo.[5]
  • La religione hindu non consiste in lotte e tentativi per credere in una certa dottrina o dogma, ma nel realizzarsi nell'essere e nel divenire, non nel credere.
Hindu religion does not consist in struggles and attempts to believe a certain doctrine or dogma, but in realizing not in believing, but in being and becoming.[6]
  • La somma totale di questo intero universo è Dio stesso. È Dio, dunque, materia? No, certamente no; poiché la materia è Dio percepito dai cinque sensi. Dio percepito attraverso l'organo interiore è mente; e visto attraverso lo Spirito, è Spirito. Lui non è materia, ma tutto ciò che esiste nella materia è Lui.[7]
  • Lasciate che la Nuova India nasca… dalla casa del contadino che spinge l'aratro, dalle capanne del pescatore, del calzolaio, e dello spazzino. Che scaturisca dal negozio del droghiere, da dietro il fornello del venditore di frittelle. Che si levi dalla fabbrica, dai centri di commercio e dai mercati. Che emerga da boschi e foreste, da colline e montagne. Questa gente comune ha sofferto l'oppressione per migliaia di anni-sofferto senza un lamento-e come risultato ha ottenuto una meravigliosa forza d'animo. Hanno sofferto eterna miseria, che ha dato loro indistruttibile vitalità. Vivendo con un pugno di farina d'avena possono scuotere il mondo; date loro solo un pezzo di pane, e l'intero mondo non sarà grande abbastanza per contenerne l'energia. E inoltre, hanno ottenuto la meravigliosa forza che proviene da una vita pura e morale, che non si può trovare da nessuna altra parte nel mondo. Tale pace, tale contentezza, tale amore, tale potere di silenzioso e incessante lavoro, e una tale manifestazione di forza da leoni in tempi d'azione, dove altro li potrete trovare?[8]
  • Il Grande distruttore del male, Lui | Che rimuove le oscurità in questa Era del Ferro; | A Cui la figlia di Daksha concesse l'ambita mano; | Lui, che come un bianco incantevole giglio d'acqua, | È bello; è sempre pronto | A darsi per il bene degli altri, | Il cui sguardo è fisso sull'umile; | Il cui collo è blu per il veleno ingerito: | Lui, noi salutiamo!
Him, the Master-remover of evil, | Who wipes the dark stain of this Iron Age; | Whom Daksha's Daughter gave Her coveted hand; | Who, like the charming water-lily white, | Is beautiful; who is ready ever | To part with life for others' good, whose gaze | Is on the humble fixed; whose neck is blue | With the poison swallowed: | Him, we salute![9]
  • Maometto mostrò, con la sua vita, che fra i maomettani ci doveva essere perfetta uguaglianza e fratellanza. Non c'era questione di razza, casta, colore, o sesso. Il Sultano di Turchia può comprare un negro dal mercato dell'Africa e portarlo in catene in Turchia; ma se lui diventasse un maomettano e avesse sufficiente merito e abilità, potrebbe anche sposare la figlia del Sultano. Paragonate questo con il modo in cui i neri e gli indiani americani sono trattati in America![5]
  • Nel linguaggio moderno, il tema delle Upanishad è trovare un'unità ultima delle cose. La conoscenza non è altro che trovare l'unità in mezzo alla diversità. Ogni scienza è basata su questo; tutta la conoscenza umana è basata sul trovare l'unità in mezzo alla diversità.[10]
  • Noi crediamo non solo nella tolleranza universale, ma accettiamo tutte le religioni come vere. Io sono orgoglioso di appartenere a un paese che ha ospitato i perseguitati e i profughi di tutte le religioni e di tutti i paesi del mondo. Sono orgoglioso di dirvi che abbiamo accolto nel nostro seno gli scampati più puri fra gli Israeliti, venuti nel sud dell'India e rifugiatisi con noi l'anno stesso in cui fu distrutto il loro sacro tempio dalla tirannia dei romani. Sono orgoglioso di appartenere alla religione che ha ospitato e continua a tutelare il resto della grande nazione zoroastriana. Ricordo di aver recitato un inno della mia prima infanzia, ripetuto ogni giorno da milioni di esseri umani: "Come le diverse correnti che hanno le loro sorgenti in luoghi differenti si mescolano nelle acque nel mare, così, o Signore, i diversi percorsi che gli uomini prendono seguendo differenti tendenze, sebbene appaiano diversi, tortuosi o dritti, tutti portano a Te".
We believe not only in universal toleration, but we accept all religions as true. I am proud to belong to a country which has sheltered the persecuted and the refugees of all religions and all countries of the earth. I am proud to tell you that we have gathered in our bosom the purest remnant of the Israelites, who came to southern India and took refuge with us in the very year in which their holy temple was shattered to pieces by Roman tyranny. I am proud to belong to the religion which has sheltered and is still fostering the remnant of the grand Zoroastrian nation. I remember having repeated a hymn from my earliest boyhood, which is every day repeated by millions of human beings: "As the different streams having their sources in different places all mingle their water in the sea, so, O Lord, the different paths which men take through different tendencies, various though they appear, crooked or straight, all lead to Thee".[11]
  • Non c'è altro modo per rivendicare la gloria e la libertà dello spirito umano e di riconciliare le ineguaglianze e gli orrori di questo mondo, che sistemare tutto il peso sulla legittima causa – le nostre azioni indipendenti, o karma. Inoltre, qualunque teoria della creazione dello spirito dal nulla conduce inevitabilmente al fatalismo e alla preordinazione, e invece di un Padre Misericordioso, ci mettiamo di fronte a un orrendo, crudele, e sempre arrabbiato Dio da adorare.[12]
  • Non possiamo aiutare nessuno. Possiamo soltanto servire.[13]
  • [Sulla Bhagavad Gita] Non un migliore commento è stato scritto o si può scrivere sui Veda.
No better commentary on the Vedas has been written or can be written.[14]
  • Prendete tutta la responsabilità sulle vostre spalle e sappiate che voi soli siete i creatori del vostro destino. Tutta la forza e tutto l'aiuto di cui abbisognate sono dentro di voi. Perciò createvi voi stessi il vostro avvenire.[15]
  • Prima pane e poi religione. Noi li riempiamo troppo con la religione, quando i poveri stanno morendo di fame. Nessun dogma soddisferà i morsi della fame. Ci sono due maledizioni qui: primo, la nostra debolezza fisica, secondo, la nostra gelosia, i nostri cuori aridi. Voi potete predicare dottrine a milioni di persone, potete avere sette religiose con centinaia di milioni di fedeli; sì, ma tutto questo non è niente fino a che non avrete un cuore per sentire. Amateli, come i vostri Veda vi insegnano, fino a che trovate che loro sono parti dei vostri corpi, fino a che realizzate che voi e loro, il povero e il ricco, il santo e il peccatore, sono tutte parti di un infinito Tutto, che chiamate Brahman.[8]
  • Se l'India dovesse morire, la religione scomparirebbe dalla faccia della terra.
If India is to die, religion will be wiped off the face of the earth.[16]
  • Vieni, Madre, vieni! | Perché terrore è il Tuo nome, | La morte è nel Tuo respiro, | E la vibrazione di ogni Tuo passo | Distrugge un mondo per sempre. || Vieni, Madre, vieni! | La Madre appare | A chi ha il coraggio d'amare il dolore | E abbracciare la forma della morte, | Danzando nella danza della Distruzione.[17]

Meditazione e mente

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  1. a b Citato in Swami Vivekananda - Il lavoro e il suo segreto.
  2. Citato in Swami Vivekananda - Karma Yoga.
  3. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
  4. a b citato in Swami Vivekananda - L'atman.
  5. a b Citato in Swami Vivekananda - Buddha, Cristo e Maometto.
  6. In Giriraj Shah, India Rediscovered, Abhinav Publications New Delhi, 1975, p. 31; citato in A Tribute to Hinduism.
  7. Citato in Swami Vivekananda - Il Divino.
  8. a b Citato in Swami Vivekananda - Induismo e India.
  9. A hymn to Shiva, in The Complete Works of Swami Vivekananda/Volume 4/Translation: Poems/A Hymn to Shiva.
  10. Citato in Swami Vivekananda - Gita & Upanishad.
  11. Dal discorso al Parlamento mondiale delle Religioni, Chicago, 11 settembre 1893; citato in A Tribute to Hinduism.
  12. Citato in Swami Vivekananda - Karma e rinascita.
  13. Citato in Sharon Gannon e David Life, Jivamukti Yoga, traduzione dall'inglese di Milvia Faccia, Edizioni Mediterranee, 2005, p. 109.
  14. Da Swami Vivekananda, Gita, An Antidote For All Ills – Times of India; citato in A Tribute to Hinduism.
  15. Citato in Swami Vivekananda - Il significato della respirazione.
  16. In Swami Ashokananda, A Call To The Eternal, p. 78; citato in A Tribute to Hinduism.
  17. Citato in Swami Vivekananda - Kali, la madre.
  18. a b c d Citato in Swami Vivekananda - Meditazione e mente.
  19. Il termine è adoperato per indicare l'insieme costituito da Sat (esistenza), Cit (coscienza) e Ānanda (beatitudine).

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