Mito

narrazione tradizionale

Citazioni sul mito.

Satana che esulta su Eva, dipinto di William Blake

Citazioni

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  • I miti sono ideologia in forma di racconto, specchio delle regole, dei valori e delle aspirazioni in cui comunità si riconosce. (Giancarlo Sturloni)
  • Il cristianesimo lo ha irreparabilmente fatto finire, e nessuna epoca postcristiana lo può ridestare. (Hans Urs von Balthasar)
  • Il Nuovo Testamento contiene bensì dei miti, ma il mito è la forma espressiva naturale, forse insostituibile della religione: soltanto il mito infatti può descrivere il fatto paradossale, irriducibile al pensiero razionale come al pensiero storico, dell'irruzione della trascendenza nella nostra storia, della «Parola fatta carne». (Giovanni Miegge)
  • Il mito, al pari dell'aforisma e della massima, è caratteristico di una cultura orale. Giacché, fino a quando l'uso della parola scritta non ha privato il linguaggio della sua risonanza multidimensionale, ogni parola è un mondo poetico a sé, una "divinità momentanea", una rivelazione, come dovette sembrare agli uomini non-letterati. (Marshall McLuhan)
  • Il mito greco insegna che si combatte sempre contro una parte di sé, quella che si è superata, Zeus contro Tifone, Apollo contro il Pitone. Inversamente, ciò contro cui si combatte è sempre una parte di sé, un antico se stesso. Si combatte soprattutto per non essere qualcosa, per liberarsi. Chi non ha grandi ripugnanze, non combatte. (Cesare Pavese)
  • Il mito emenda la precisione del concetto. (Nicolás Gómez Dávila)
  • Il mito può essere considerato una forma primitiva di pre-concezione ed uno stadio della pubblicizzazione cioè della comunicazione, da parte dell'individuo, della sua conoscenza privata al suo gruppo. (Wilfred Bion)
  • Il mito si perpetua perché la storia abbia un qualche senso. (David Bidussa)
  • Il mondo moderno non ha completamente abolito il comportamento mitico, ne ha soltanto rovesciato il campo di azione: il mito non è più dominante nei settori essenziali della vita, è stato rimosso [...] Nonostante tutto, la comprensione del mito sarà annoverata tra le più utili scoperte del secolo XX. (Mircea Eliade)
  • Il ponte tra la natura e l'uomo non è la scienza, ma il mito. (Nicolás Gómez Dávila)
  • Il rito è un livello d'espressione simbolica che precede i racconti mitici. (Jürgen Habermas)
  • Il Valore del mito consiste nel fatto che prende tutte le cose che conosci e restituisce loro la ricchezza del significato che è stato nascosto dal velo della familiarità. (C. S. Lewis)
  • In seno al gruppo sociale il mito può pretendere di essere considerato come qualcosa che svolge nella società lo stesso ruolo che il modello occupa nel lavoro scientifico del singolo. (Wilfred Bion)
  • I sogni discesi nella storia e nella politica producono violenze, guerre e regimi dispotici. Questa è in fondo la differenza fra Don Chisciotte e Che Guevara, uno degli ultimi miti politici, il cui sogno fece prigionieri e vittime lungo la strada, nemici, traditori e dissidenti, campesinos, per concludersi con la sua stessa uccisione. (Marcello Veneziani)
  • Nel modo più inatteso, è proprio il dialogo con la scienza ciò che rende nuovamente attuale il pensiero mitico. (Claude Lévi-Strauss)
  • Nel momento in cui si esplicita cessa immediatamente di essere mito. In questo senso la mitologia, se la si intende come il logos del mythos, è una contraddizione in termini. (Raimon Panikkar)
  • Nelle civiltà primitive il mito adempie a una funzione indispensabile: esprime, rafforza, codifica le credenze; salvaguarda i principi morali e li impone; garantisce l'efficacia delle cerimonie rituali e offre regole pratiche ad uso dell'uomo. (Bronisław Malinowski)
  • Nessuna meraviglia... che il mito e la magia esercitino tuttora una così schiacciante influenza sul pensiero e sull'azione politici. Gruppi ristretti si sforzano di imporre i loro desideri e le loro fantastiche idee ad intere nazioni, al fine di farne una dottrina di Stato. (Ernst Cassirer)
  • Per Cassirer il mito è al tempo stesso una dimensione insopprimibile della natura umana, uno strumento principe di elaborazione culturale nelle fasi più primitive dell'esperienza umana, ma anche una dimensione che occorre "superare" controllandola razionalmente nelle fasi più evolute della civiltà... (Massimo Corsale)
  • Per Barthes, il mito, o per lo meno quello moderno (quello di cui egli si occupa), "è una parola": quindi "può essere mito tutto ciò che subisce le leggi di un discorso", ma d'altra parte "non è qualsiasi parola". (Massimo Corsale)
  • Se la coscienza religiosa del popolo ispirata nella natura e la sapienza dei sacerdoti aveano poste le prime basi del mito, lo sviluppo compiuto di questo fu opera quasi unica della immaginazione e del senso estetico dei poeti. Coi primi la divinità s'era fatta umana senza perdere la sua natura divina; coi secondi la divinità e l'uomo s'immedesimano, e quella assume tutta l'indole, gli affetti, le tendenze, i bisogni dell'uomo. (Ettore De Ruggiero)
  • Solo trattando il mito alla stregua di uno spartito orchestrale, scritto strofa per strofa, possiamo comprenderlo come totalità ed estrarne il significato. (Claude Lévi-Strauss)
  • Ciò che disgusta... è il ricorso a una falsa natura, il lusso delle forme significative, come in quegli oggetti che ornano la loro utilità con una apparenza naturale. Il mito è ricco, e di troppo ha appunto la sua motivazione.
  • Poiché il mito ruba al linguaggio, perché non rubare al mito?
  • Statisticamente il mito è a destra. Qui esso è essenziale; ben nutrito, lucente, espansivo, loquace, s'inventa senza tregua. S'impadronisce di tutto: le giustizie, le morali, le estetiche, le diplomazie, le arti domestiche, la Letteratura, gli spettacoli... L'oppresso non è niente, ha in sé una parola sola, quella della propria emancipazione, padrona di tutti i gradi possibili della dignità... L'oppresso fa il mondo, ha solo un linguaggio attivo, transitivo (politico); l'oppressore lo conserva, la sua parola è plenaria, intransitiva, gestuale, teatrale: è il Mito; il linguaggio del primo tende a trasformare, il linguaggio dell'altro a eternare.
  • Anche se non si volesse credere alla verità che nascondono, è impossibile non credere alla loro incomparabile potenza simbolica. Nonostante la loro consunzione moderna, i miti restano, al pari della metafisica, un ponte gettato verso la trascendenza.
  • Il mito e la leggenda non cessano mai nella varietà delle loro immagini di indicare il prezzo che si esige in cambio del sapere. Il potere ottenuto è immenso, ma ciclopico, con un occhio solo. Non prendiamo nulla alla natura senza perdere qualcosa di nostro.
  • Penso invece che i teologi e gli intellettuali che praticano oggi con tanto zelo la demitologizzazione assomiglino a un esercito di formiche entrate in una pingue cucina: divorano e distruggono tutte le leccornie che vi trovano, ma non smettono di raccontarsi quanto sono squisite.
  • Create miti su voi stessi, anche gli dei hanno cominciato così.
  • Quando un mito si trasforma in realtà – chi ha vinto: i materialisti o gli idealisti?
  • Quando un mito viene a cozzare contro un altro mito, lo scontro è quanto mai reale.
  • Spesso chiamiamo mito la realtà di cui per un attimo ci si è dimenticati.
  • Il mito, come la scienza, sorge dalla sete di vedere, narrare e pensare il mondo con altri occhi, sotto altra luce. Il mito è sintesi, la scienza è analisi. Il mito genera la visione, l'arte e il racconto. La scienza invece induce alla ricerca, la sperimentazione e la scoperta. Ambedue non si accontentano dei fatti apparenti e della loro sequenza, li oltrepassano.
  • La nostalgia è il sentimento originario che muove l'arte, il pensiero, la grande letteratura e si condensa in mito: l'Odissea è il poema della nostalgia. L'uomo è un animale nostalgico, non sa vivere solo del presente ed è indotto a mitizzare per dare un significato alla vita. Nella sua vita nutre la nostalgia delle origini.
  • Quando tramontano i miti, il loro posto è assunto dagli idoli. Non è la ragione a occupare gli spazi lasciati dalla mitologia, ma l'idolatria.

Voci correlate

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